Alamanno Capecchi
27-12-09, 18: 46
Le rondini,messaggere della primavera, protagoniste di dolci e sdolcinate poesiole, di racconti e di fiabe; immancabili presenze nelle vecchie cartoline di Buona Pasqua, impegnate a volteggiare intorno al campanile della Chiesa…
C’è da inorridire a quanto descritto da Michele Lessona.
“In Toscana, al tempo in cui il Savi scriveva la sua Ornitologia, la legge riponeva le rondini fra gli uccelli dannosi, insieme colle passere, i falchi, i corvi e altri, ed era permesso a tutti, anche nel tempo del divieto di caccia, di ucciderle con ogni sorta di ordigni, solo eccettuato il fucile. I cacciatori pertanto, in quel tempo in cui non potevano prendere altri uccelli, o per piacere, o per cupidigia di poco guadagno, colle reti o con lacci, ma sovratutto colle reti, facevano delle rondini grandissima strage. Colle reti fino a quest'ultimi anni si faceva, e forse si fa anche oggi, una distruzione sterminata di rondini quando si adunano per la partenza. Se ne riempiono dei sacchi o si vendono spiumate sul mercato per cibo.
In Francia si fa in questi giorni una distruzione immensa di rondini. I signori Billaud, Petit e Vian, hanno fatto recentemente un rapporto in proposito a quella società geologica. Fanno grandi domande e grandi acquisti di rondini le modiste di Parigi, perché è venuto di moda il porre una o due rondini ad ali aperte sui cappellini dello signore.
Ecco un brano del rapporto sopramenzionato: Scema notevolmente da qualche anno il numero delle rondini che ritornavano in primavera nei dipartimenti del nord e del centro della Francia; nell' anno 1888 quei luoghi che esse avevano scelto da tempo immemorabile por porvi i loro nidi ne ebbero appena qualche coppia, e in alcuni perfino non se ne vide nessuna; e non è tuttavia per nulla scemato negli abitanti di quelle campagne il rispetto tradizionale per le rondini, e tutti quelli che hanno saputo apprezzare i loro servizi si dolgono di non vederle più ritornare. Ecco, secondo il nostro parere, una delle cause principali della loro assenza.
“Nella primavera degli anni 1887 e 1888 furono mandate ai preparatori di storia naturale di Parigi delle ceste di rondini morte, ma in carne, non solo a centinaia, ma a migliaia. Una parte di questi uccelli, destinati alle mode, andò perduta, per la impossibilità di preparar tutto prima della putrefazione. Quelle rondini erano state prese nel dipartimento delle Bocche del Rodano, in tre maniere ; colla rete, coll'amo, colla pila elettrica. Questa ultima maniera ci sembra la più distruggitrice, la sola che possa dare parecchie migliaia di vittime in un giorno.
Alla fino di marzo, al ritorno dello rondini, i cacciatori tendono in riva al mare dei lunghi fili di ferro, che sostengono per mezzo di pali o che attaccano allo rocce, con degli isolatori; le rondini che arrivano in stuoli numerosi, stanche del lungo volare, si posano sui fili che attraversano loro la strada; il cacciatore, nascosto da una roccia, mette il filo in comunicazione con una pila elettrica, e tutto le rondini cadono fulminate. »
C’è da inorridire a quanto descritto da Michele Lessona.
“In Toscana, al tempo in cui il Savi scriveva la sua Ornitologia, la legge riponeva le rondini fra gli uccelli dannosi, insieme colle passere, i falchi, i corvi e altri, ed era permesso a tutti, anche nel tempo del divieto di caccia, di ucciderle con ogni sorta di ordigni, solo eccettuato il fucile. I cacciatori pertanto, in quel tempo in cui non potevano prendere altri uccelli, o per piacere, o per cupidigia di poco guadagno, colle reti o con lacci, ma sovratutto colle reti, facevano delle rondini grandissima strage. Colle reti fino a quest'ultimi anni si faceva, e forse si fa anche oggi, una distruzione sterminata di rondini quando si adunano per la partenza. Se ne riempiono dei sacchi o si vendono spiumate sul mercato per cibo.
In Francia si fa in questi giorni una distruzione immensa di rondini. I signori Billaud, Petit e Vian, hanno fatto recentemente un rapporto in proposito a quella società geologica. Fanno grandi domande e grandi acquisti di rondini le modiste di Parigi, perché è venuto di moda il porre una o due rondini ad ali aperte sui cappellini dello signore.
Ecco un brano del rapporto sopramenzionato: Scema notevolmente da qualche anno il numero delle rondini che ritornavano in primavera nei dipartimenti del nord e del centro della Francia; nell' anno 1888 quei luoghi che esse avevano scelto da tempo immemorabile por porvi i loro nidi ne ebbero appena qualche coppia, e in alcuni perfino non se ne vide nessuna; e non è tuttavia per nulla scemato negli abitanti di quelle campagne il rispetto tradizionale per le rondini, e tutti quelli che hanno saputo apprezzare i loro servizi si dolgono di non vederle più ritornare. Ecco, secondo il nostro parere, una delle cause principali della loro assenza.
“Nella primavera degli anni 1887 e 1888 furono mandate ai preparatori di storia naturale di Parigi delle ceste di rondini morte, ma in carne, non solo a centinaia, ma a migliaia. Una parte di questi uccelli, destinati alle mode, andò perduta, per la impossibilità di preparar tutto prima della putrefazione. Quelle rondini erano state prese nel dipartimento delle Bocche del Rodano, in tre maniere ; colla rete, coll'amo, colla pila elettrica. Questa ultima maniera ci sembra la più distruggitrice, la sola che possa dare parecchie migliaia di vittime in un giorno.
Alla fino di marzo, al ritorno dello rondini, i cacciatori tendono in riva al mare dei lunghi fili di ferro, che sostengono per mezzo di pali o che attaccano allo rocce, con degli isolatori; le rondini che arrivano in stuoli numerosi, stanche del lungo volare, si posano sui fili che attraversano loro la strada; il cacciatore, nascosto da una roccia, mette il filo in comunicazione con una pila elettrica, e tutto le rondini cadono fulminate. »