giuseppe grossi
29-01-10, 10: 24
Il capovaccaio (Neophron percnopterus) è un rappresentante degli Aegypiinae. È il più piccolo avvoltoio africano. Vive anche in tutta l'Europa mediterranea (In Italia è presente in Sicilia e qualche esemplare viene segnalato in Calabria, Basilicata e Puglia.) In tutta la penisola si contano meno di 15 coppie. Il suo piumaggio è bianco, con penne remigatorie nere, cosa che si nota in modo particolare durante il volo. Nell'area della gola le penne sono di colore giallastro. Il capo è privo di piume, grinzoso e giallo chiaro, con penne per il volo di planata a volte rosso-arancia, come pure la base del becco che è stretta ed ha la punta nera. Le zampe sono giallo chiaro come il becco. L'iride è di colore brunastro. La coda è di forma conica. Per distinguere i sessi si guarda la striscia scura, a volte persino nera, nel muso davanti agli occhi. Gli uccelli giovani hanno il piumaggio inizialmente ocra, un po' maculato e diventa sempre più bianco fino all'età adulta (circa 5 anni) ad ogni muta. Il muso, privo di piume, è grigio e l'iride è nera. L'altezza del capovaccaio è di 60-70 cm, il suo peso di 1,5-2,2 kg. L'apertura alare raggiunge i 165 cm. Sono lunghi da 60-100 cm.
Esemplare adulto
Esemplare giovane
I capovaccai vivono in comunità, anche se in piccoli gruppi. Li si vede spesso anche solo in coppia nella savana. Sono spesso gli ultimi che riescono a godere della carne delle carogne.
Covano sulle rupi e sugli scogli sulle alture più disparate, in anfratti o caverne o sotto protuberanze di roccia per proteggersi dagli agenti atmosferici. I nidi sono di dimensioni spropositate per la dimensione dell'uccello e hanno un aspetto disordinato, perché rifiuti umani possono venire intrecciati tra gli sterpi che lo costituiscono, nonché ossa, carta e materiali di scarto. Il nido è composto di diversi materiali e peli di animale. Resti di carogne sono accumulati nel nido fino alla decomposizione. La coppia di uova bianche screziate di marrone, sono covate dalla coppia per 42 giorni. I giovani esemplari cominceranno a volare entro 80 giorni. Alla base della dieta del capovaccaio si trovano le carogne di ogni animale, anche di piccoli animali come rettili, pesci, insetti e altri invertebrati; consumata è anche la frutta, tuttavia, almeno durante il periodo riproduttivo nelle aree di svernamento, una grossa parte della sua alimentazione è legata alla presenza nel territorio del bestiame ovi-caprino Talvolta i capovaccai cercano qualcosa di commestibile tra l'immondizia, non disdegnando gli escrementi. Questi avvoltoi, nei quartieri di svernamento africani, non temono in alcun modo l'uomo, ed in molti villaggi africani, arrivando a posarsi sui tetti delle capanne o sugli alberi nel bel mezzo dei villaggi. Invece nel periodo riproduttivo, nelle aree di riproduzione extra africane, si mostrano molto elusivi e insofferenti alla presenza umana nei pressi del sito di nidificazione. Una peculiarità di questi uccelli è il consumo delle uova di struzzo; per rompere il duro guscio di tali uova, questi volatili utilizzano pietre del peso di circa 50 g, ma sono stati visti impiegare anche pietre del peso di 500 g. Le pietre sono rinvenute anche ad una certa distanza dalle uova, dopo averle trovate, i capovaccai raggiungono in volo l'uovo, tenendo la pietra nel becco, e colpiscono l'uovo con la pietra fino a romperne il guscio. Se la pietra dovesse rivelarsi troppo leggera, il capovaccaio ne cercherà una più grossa. Questo comportamento è un significativo esempio di utilizzo di utensili da parte di animali. Il contenuto dell'uovo, sia esso liquido, o un embrione già formato, viene consumato sul posto.
E' specie particolarmente protetta ai sense dell'art. 157/92[1]. Questo rapace è molto raro e questo rappresenta un problema, perché non sono affatto nocivi, ma molto utili. Una delle principali cause è la minaccia chimica, che per gli inquinamenti operati nei vari ecosistemi dall'uso intensivo di insetticidi, pesticidi, diserbanti, rodenticidi, comporta conseguenze disastrose su molte specie anche di Falconiformi, compromettendone in vario modo la riproduzione o inducendo comunque turbe più o meno letali. Altre cause rimangono il bracconaggio, la cattura dei nidiacei, il disboscamento e gli incendi. In area sudmediterranea uno dei maggiori problemi per la sua sopravvivenza è costituito dalle trasformazioni ambientali, che negli ultimi anni hanno portato alla rarefazione delle pseudosteppiche cerealicole ed alla drammatica diminuzione della pastorizia brada, con conseguenze significative sullo stato di conservazione di questo rapace
Il capovaccaio è diffuso in tutta l'Africa, in parte dell' Asia e dell'Europa, soprattutto in area mediterranea, Italia compresa, nelle Isole di Capoverde e nelle Canarie.
Esemplare adulto
Esemplare giovane
I capovaccai vivono in comunità, anche se in piccoli gruppi. Li si vede spesso anche solo in coppia nella savana. Sono spesso gli ultimi che riescono a godere della carne delle carogne.
Covano sulle rupi e sugli scogli sulle alture più disparate, in anfratti o caverne o sotto protuberanze di roccia per proteggersi dagli agenti atmosferici. I nidi sono di dimensioni spropositate per la dimensione dell'uccello e hanno un aspetto disordinato, perché rifiuti umani possono venire intrecciati tra gli sterpi che lo costituiscono, nonché ossa, carta e materiali di scarto. Il nido è composto di diversi materiali e peli di animale. Resti di carogne sono accumulati nel nido fino alla decomposizione. La coppia di uova bianche screziate di marrone, sono covate dalla coppia per 42 giorni. I giovani esemplari cominceranno a volare entro 80 giorni. Alla base della dieta del capovaccaio si trovano le carogne di ogni animale, anche di piccoli animali come rettili, pesci, insetti e altri invertebrati; consumata è anche la frutta, tuttavia, almeno durante il periodo riproduttivo nelle aree di svernamento, una grossa parte della sua alimentazione è legata alla presenza nel territorio del bestiame ovi-caprino Talvolta i capovaccai cercano qualcosa di commestibile tra l'immondizia, non disdegnando gli escrementi. Questi avvoltoi, nei quartieri di svernamento africani, non temono in alcun modo l'uomo, ed in molti villaggi africani, arrivando a posarsi sui tetti delle capanne o sugli alberi nel bel mezzo dei villaggi. Invece nel periodo riproduttivo, nelle aree di riproduzione extra africane, si mostrano molto elusivi e insofferenti alla presenza umana nei pressi del sito di nidificazione. Una peculiarità di questi uccelli è il consumo delle uova di struzzo; per rompere il duro guscio di tali uova, questi volatili utilizzano pietre del peso di circa 50 g, ma sono stati visti impiegare anche pietre del peso di 500 g. Le pietre sono rinvenute anche ad una certa distanza dalle uova, dopo averle trovate, i capovaccai raggiungono in volo l'uovo, tenendo la pietra nel becco, e colpiscono l'uovo con la pietra fino a romperne il guscio. Se la pietra dovesse rivelarsi troppo leggera, il capovaccaio ne cercherà una più grossa. Questo comportamento è un significativo esempio di utilizzo di utensili da parte di animali. Il contenuto dell'uovo, sia esso liquido, o un embrione già formato, viene consumato sul posto.
E' specie particolarmente protetta ai sense dell'art. 157/92[1]. Questo rapace è molto raro e questo rappresenta un problema, perché non sono affatto nocivi, ma molto utili. Una delle principali cause è la minaccia chimica, che per gli inquinamenti operati nei vari ecosistemi dall'uso intensivo di insetticidi, pesticidi, diserbanti, rodenticidi, comporta conseguenze disastrose su molte specie anche di Falconiformi, compromettendone in vario modo la riproduzione o inducendo comunque turbe più o meno letali. Altre cause rimangono il bracconaggio, la cattura dei nidiacei, il disboscamento e gli incendi. In area sudmediterranea uno dei maggiori problemi per la sua sopravvivenza è costituito dalle trasformazioni ambientali, che negli ultimi anni hanno portato alla rarefazione delle pseudosteppiche cerealicole ed alla drammatica diminuzione della pastorizia brada, con conseguenze significative sullo stato di conservazione di questo rapace
Il capovaccaio è diffuso in tutta l'Africa, in parte dell' Asia e dell'Europa, soprattutto in area mediterranea, Italia compresa, nelle Isole di Capoverde e nelle Canarie.