Visualizza la versione completa : Breve disquisizione, si fa per dire, sulla sistematica.
Alamanno Capecchi
03-02-10, 21: 52
Premessa.
Ho un certo interesse per lo studio della sistematica su basi scientifiche ma confesso di avere spesso nostalgia per le semplici e approssimative classificazioni, studiate ai miei tempi al liceo, basate in buona parte sulla forma del becco. (Rapaci diurni. Rapaci noturni. Rampicanti. Levirostri. Tenuirostri. Fissirostri. Dentirostri. Lesinirostri. Conirostri. Magnirostri…e così via.)
Da “Cronologia della storia dell’ornitologia” di Alberto Masi
"La classificazione è un concetto che si riferisce alle modalità con le quali i biologi raggruppano, sistemano e categorizzano le varie entità al cui fondamento si trovano le specie di organismi viventi e fossili.
Il più antico sistema di classificazione delle forme di vita fu introdotto da Aristotele (384-322 a.C.), che nel suo De Anima classificò gli animali basandosi sul loro modo di locomozione e sull'ambiente dove essi si muovevano (aria, terra o acqua). Linneo adottò la concezione di specie di Ray, ma fece del concetto una realtà pratica identificando ogni specie con un binomio latino, cioè con l'unione di due nomi: il nome del genere, comune ad una serie di specie; e il nome specifico, un epiteto che caratterizza e distingue le varie specie di quel genere. Questa convenzione viene oggi chiamata nomenclatura binomiale e il nome formato da due parti è conosciuto come "nome scientifico", o nome sistematico, di una specie. Quando una specie risulta ulteriormente suddivisa, ad esempio in più sottospecie o varietà, viene allora detta nomenclatura trinomiale.
La scrittura corretta di un nome scientifico prevede che il nome generico rechi la prima lettera maiuscola, che l'epiteto specifico sia scritto in minuscolo (tranne quando sia il genitivo di un nome proprio anche se non più usato) e che siano sempre riportati i dettagli sull'autore e sulla pubblicazione del nome”.
----------------------------------------------------------------------
Per la ricerca, nel corso degli anni, possiamo ricordare la Scuola filogenetica o cladistica, che prese l'avvio da un paio di importanti opere dell'entomologo tedesco Illi Henning, la Scuola evoluzionistica classica di George Gaylord Simpson e Ernst Mayr, la Scuola tassonomoca fenetico/numerica del microbiologo P.H.A. Snearth e dell'entomologo austriaco Robert R, Sokal; infine, in tempi più recenti, gli studi di C. G. Sibbley e J. E. Ahlquist ( Ibridazione del DNA) e di Paul Herbert sul codice genetico a barre.
La sistematica o tassonomia è materia complessa. Come piccolo esempio colgo l’occasione per riferirmi all’interessante “indovinello” formulato dal dr Roberto Giani e riportare dai miei appunti alcuni dati sul Pezoporus occidentalis.
Il nome Geopsittacus occidentalis è sinonimo di Pezoporus occidentalis Gould,1861 come più volte citato da BirdLife International 2000; Boles et al.1994; Peters 1986. Il Pezoporus occidentalis è attualmente riconosciuto per convenzione come specie da Christidis & Boles 1994; Higgins 1999; Leeton et al. 1994; Sibley & Monroe 1990. Vi sono ascritti due specie: l' occidentalis e la wallicus provenienti dal Geopsittacus.
L'originario Geopsittacus occidentalis di Gould,1861 è stato dato come specie estinta a pag.273, vol. III dal Peters,1937; senz'altro un errore giacché dopo, per fortuna, è stato avvistato altro "Night Parrot", dopo quello del 1912, quello morto nel 1990 a distanza di 78 anni !. Ottime informazioni su questa specie sono reperibili, in: Fortescue Metals Group (FMG) (2005). Pilbara Iron Ore Project: Night Parrot (Pezoporus occidentalis) Management Plan.
Per sinonimo, in tassonomia, si intende ognuno dei due nomi scientifici (o più) della stessa categoria usati per indicare lo stesso taxon. Ad esempio, esistendo due nomi per la stessa specie, si applica la legge della priorità: il primo ad essere stato pubblicato in un articolo scientifico viene mantenuto (sinonimo più antico o senior), mentre il secondo (sinonimo più recente o junior) deve essere abbandonato, quindi non più scritto.
Bibliografia.
Dalla raccolta del Neornithes di Alberto Masi.
Andrews, F.W. (1883). Notes on the Night Parrot. Transactions and Proceedings and Report of the Royal Society of South Australia. 6:29-30.
Bamford, M.J. (2005). Survey for the Night Parrot Pezoporus occidentalis in the Cloud Break Project Area, Fortescue Metals Group. Unpublished report by Bamford Consulting Ecologists to Fortescue Metals Group, Perth.
Beruldsen, G. (1956). A note on the Night Parrot. South Australian Ornithologist. 22:28.
Biota Environmental Sciences (BES) (2005). Fauna Habitats and Fauna Assemblage of the Proposed FMG Stage B Rail Corridor and Mine Areas. Unpublished report to Fortescue Metals Group Limited, Perth.
Birdlife International (2000). Threatened Birds of the World. Barcelona, Spain and Cambridge, UK:.BirdLife International and Lynx Edicions.
Blakers, M., S.J.J.F. Davies & P.N. Reilly (1984). The Atlas of Australian Birds. Melbourne, Victoria: Melbourne University Press.
Blyth, J. (1996). Night Parrot (Pezoporus occidentalis) Interim Recovery Plan for Western Australia 1996 to 1998. TSCU, WA CALM.
Blyth, J. (2002). Personal communication.
Blyth, J. (2007). Personal communication.
Blyth, J. & W. Boles (1999). An expedition to the Murchison, Gascoyne and East Pilbara areas to search for Night Parrots. Eclectus. 6:12-16.
Blyth, J., A. Burbidge & W. Boles (1997). Report on an expedition to the western desert and eastern Pilbara areas in search of the Night Parrot Pezoporus occidentalis. Eclectus. 2:25-30.
Boles, W.E., N.W. Longmore & M.C. Thompson (1994). A recent specimen of the Night Parrot, Geopsittacus occidentalis. Emu. 94:37-40.
Brouwer, J., & S. Garnett (Eds) (1990). Threatened Birds of Australia: An Annotated List. Brouwer, J. & S. Garnett, eds. RAOU Report 68. Royal Australasian Ornithologists Union, Melbourne, and Australian National Parks and Wildlife Service, Canberra.
Cameron, A.C. (1932). Birds at Quilpie, western Queensland. Emu. 32:104-105.
Cameron, A.C. (1972). Possible sight record of the Night Parrot Geopsittacus occidentalis. Sunbird. 3:87.
Campbell, A.J. (1915). Missing birds. Emu. 14:167-168.
Christidis, L. & W.E. Boles (1994). The Taxonomy and Species of Birds of Australia and its Territories. Royal Australasian Ornithologists Union Monograph 2. Melbourne, Victoria: Royal Australasian Ornithologists Union.
Davies, S.J.J.F., M. Bamford & M. Bamford (1988). The Night Parrot: a search in the Lake Disappointment area, September 1987. Royal Australasian Ornithologists Union Report (RAOU) Series. 49. Melbourne.
Davis, R.A & B.M. Metcalf (2008). The Night Parrot (Pezoporus occidentalis) in northern Western Australia: a recent sighting from the Pilbara region. Emu. 108:233-236. CSIRO Publishing.
Davis, R.A., J.A. Wilcox, B.M. Metcalf & M.J. Bamford (2005). Fauna Survey of Proposed Iron Ore Mine, Cloud Break. Unpublished report by Bamford Consulting Ecologists to Fortescue Metals Group, Perth.
Dingle, H. (1998). Another Night Parrot?. Eclectus. 4:19-20.
Fitzherbert, K. (2000). Newhaven Station: A New Reserve For Birds Australia. Birds Australia, Melbourne.
Ford, J. (1961). The increase in abundance of the Bourke Parrot in Western Australia, 1938-1960. Emu. 61:211-217.
Forshaw, J.M. (1981). Australian Parrots. Second (revised) edition. Lansdowne Editions & Weldon Publishing, Sydney.
Forshaw, J.M., P.J. Fullagar & J.I. Harris (1976). Specimens of the Night Parrot in museums throughout the world. Emu. 76:120-126.
Gibson, D.F. (1986). A Biological Survey of the Tanami Desert in the Northern Territory. Technical Report. 30. Alice Springs, Northern Territory, Conservation Commission of the Northern Territory.
Higgins, P.J. (Ed) (1999). Handbook of Australian, New Zealand and Antarctic Birds. Volume Four - Parrots to Dollarbird. Melbourne: Oxford University Press.
Howe, F.E. & T.H. Tregallas (1914). Rarer birds of the mallee. Emu. 14:71--84.
Ives, N.L. (1971). Possible nest of the Night Parrot in the Pilbara, Western Australia. Western Australian Naturalist. 12:11.
Jordan, R. (1996). A Search for the Night Parrot in the Devoncourt Area Near Cloncurry. Unpublished report to Department of Environment, Brisbane.
Kershaw, J.A. (1943). Concerning a rare parrot. Victorian Naturalist. 59:196.
Leeton, P.R.J., L. Christidis, M. Westerman & W.E. Boles (1994). Molecular phylogenetic relationships of the Night Parrot (Geopsittacus occidentalis) and the Ground Parrot (Pezoporus wallicus). Auk. 111:833-843.
Maher, P.N. (1995). Night Parrot Survey, Techniques and Habitat Requirements With Notes on the Fauna of the Winton and Cloncurry Districts. Unpublished report to Queensland Department of Environment and Heritage, Toowoomba, Queensland.
McDougall, A., G. Porter, M. Mostert, R. Cupitt, S. Cupitt, L. Joseph, S. Murphy, H. Janetzki, A. Gallagher & A. Burbidge (2009). Another piece in an Australian ornithological puzzle ¿ a second Night Parrot is found dead in Queensland. Emu. 109:198-203.
McGilp, J.N. (1931). Geopsittacus occidentalis, Night-Parrot. South Australian Ornithologist. 11:68-70.
Menkhorst, P.W. & A.C. Isles (1981). The Night Parrot Geopsittacus occidentalis: evidence of its occurrence in north-western Victoria during the 1950s. Emu. 81:239-240.
Murie, J. (1868). On the nocturnal Ground-Parakeet (Geopsittacus occidentalis, Gould). Proceedings of the Zoological Society of London. Page(s) 158-165.
North, A.J. (1898). List of birds collected by the Calvert Exploring Expedition in Western Australia. Transactions of the Royal Society of South Australia. 22:125-192.
Parker, S.A. (1980). Birds and conservation parks in the north-east of South Australia. South Australian Parks and Conservation. 3:11-18.
Peters, J.L. (1986). Check-list of the Birds of the World. Harvard University Press, Cambridge, Massachusetts.
Powell, B. (1970). The Night Parrot. South Australian Ornithologist. 25:208.
Roberts, G. (2007). Dead parrot flushes out other sighting. The Australian. Page(s) 5.
Schodde, R. & I.J. Mason (1980). Nocturnal Birds of Australia. Melbourne: Lansdowne.
Sibley, C.G. & B.L. Monroe (1990). Distribution and Taxonomy of the Birds of the World. New Haven, Connecticut: Yale University Press.
Storr, G.M. (1960). Possible occurrence of the Night Parrot in the Kimberley Division of Western Australia. Emu. 60:88.
Storr, G.M. (1977). Birds of the Northern Territory. Special Publications of the Western Australian Museum. 7:1-130.
Storr, G.M. (1986). Birds of the south-eastern interior of Western Australia. Records of the Western Australian Museum. Suppl. 26.
Sutton, J. (1923). Birds of South Australia. South Australian Ornithologist. 7:92-107.
White, S.A. (1913). Field ornithology in South Australia. Emu. 13:16-32.
Whitlock, F.L. (1924). Journey to central Australia in search of the Night Parrot. Emu. 23:248--281.
Wilson, H. (1937). Notes on the Night Parrot, with references to recent occurrences. Emu. 37:79-87.
Pantaleo Rodà
03-02-10, 22: 10
Devo ammettere che la sistematica mi appassiona molto e per questo trovo questi scritti decisamente interessanti...per quanto riguarda la nomenclatura binomiale, l'ho sempre utilizzata, perciò la dò ormai per scontata, ma immagino i vari "tentativi" (spesso, dal mio punto di vista, alquanto ridicoli) fatti nel tempo per cercare di dare un pò di ordine al mondo naturale. Spero che questo (breve, è solo la bibliografia che è un pò lunga!) scritto possa aiutare molti a capirci di più di questa interessante materia...
Luca Anniballi
03-02-10, 22: 52
1: Salvato
2: Stampato
3: In attesa di essere inserito nella mia personale raccolta ornitologica!!!
Grazie Alamanno
Alamanno Capecchi
03-02-10, 22: 53
Bibliografia lunga? Lunghissima quella presente nei miei appunti!!! Ne ho messa solo una parte. Ma quanto scrivono questi ricercatori.
Nota Ho cercato di correggere "approssimate" con approssimative: "approssimate" è rimasto ma in compenso il titolo si è raddoppiato!!!
Luca Anniballi
03-02-10, 23: 00
Alamanno ho provveduto alla modifica, mi resta che risalvarla e ristamparla per uso personale...ha ha ha
Grande Alamanno!!!
PS: La tua dedica è sempre lì esposta!!!!
Un abbraccio
Amblynura
09-02-10, 14: 36
Grazie Alamanno, è molto affascinante questa branca della Biologia. Ancora oggi c'è molta confusione, certi studiosi, spesso sono poco attenti a certe leggi della nomenclatura. Ad esempio, il sostantivo Serinus è femminile, ebbene, sappiamo che l'epiteto che indica la specie, se è un aggettivo, deve concordare col genere( maschile, femminile o neutro) del sostantivo che indica il Genere. Giustamente ill Canarino fu classificato come Serinus canaria, similmente dovrebbero essere declinati al femminile gli aggettivi che fungono da epiteti per le altre specie ascritte al genere Serinus. Invece di Serinus pusillus, bisognerebbe scrivere : Serinus pusilla; invece di Serinus sulphuratus : Serinus sulphurata etc.
Lo stesso vale per i generi Spinus (oggi da molti declassato a sottogenere) e Carduelis, che sono entrambi, se non erro, sostantivi di genere femminile. Ricordo che anni fa scrissi per Alcedo un articolo sul Diamante Variopinto, facendo notare come fosse scorretto, dal punto di vista della grammatica latina, chiamarlo Emblema picta Infatti il sostantivo latino emblēma , appartiene al genere neutro. Pertanto, l'aggettivo da utilizzare per indicare l'epiteto specifico, non dovrebbe essere picta, bensì pictum ( ed in effetti in molti testi scientifici appare così, ma non sempre). Forse ho detto delle cavolate, se fosse così, chiedo scusa, ma mi piacerebbe che qualche esperto ci fornisse ulteriori informazioni per chiarire questa questione.
roberto ghidini
09-02-10, 20: 23
Per sinonimo, in tassonomia, si intende ognuno dei due nomi scientifici (o più) della stessa categoria usati per indicare lo stesso taxon. Ad esempio, esistendo due nomi per la stessa specie, si applica la legge della priorità: il primo ad essere stato pubblicato in un articolo scientifico viene mantenuto (sinonimo più antico o senior), mentre il secondo (sinonimo più recente o junior) deve essere abbandonato, quindi non più scritto.
Sinceramente non condivido la "legge della priorità",i nuovi studi dovrebbero servire,oltre che a chiarire la filogenesi della specie,anche modificarne il nome scientifico,se quello dato in principio risulta improprio,solo così chi non conosce gli studi e si interessa per la prima volta alla specie potrà avere le idee più chiare.
Per esempio già molti testi riportano il venturone come Carduelis citrinella, invece che "il prioritario" Serinus citrinella,e io trovo quest ultima nomenclatura attribuita molto più più adeguata.Perche dovremmo continuare a chiamare Serinus, un Carduelis vero e proprio che non ha niente a che fare con i Serinus.A cosa sarebbe servito lo studio di quest uccello, se non a cambiare le cose sbagliate che si erano supposte.
Saluti Roberto
Pantaleo Rodà
09-02-10, 20: 59
Ciao Roberto, permettimi di precisare, la legge della priorità si applica al nome della specie (nel tuo esempio "citrinella") e non al genere, quest'ultimo può benissimo essere cambiato in base a studi più recenti...
Alamanno Capecchi
09-02-10, 23: 42
"Breve disquisizione, si fa per dire, sulla sistematica". Spero che i lettori abbiano capito che "si fa per dire" si riferisce, in senso ironico, a "disquisizione", parola troppo importante per una chiaccherata tra amici.
roberto ghidini
10-02-10, 13: 21
ognuno dei due nomi scientifici
Ciao Roberto, permettimi di precisare, la legge della priorità si applica al nome della specie (nel tuo esempio "citrinella") e non al genere, quest'ultimo può benissimo essere cambiato in base a studi più recenti...
Ok Leo se ci riferiamo al nome specifico posso essere daccordo,ma se invece come riportato parliamo del nome scientifico,rimango della mia idea.
Saluti Roberto
Alamanno Capecchi
10-02-10, 15: 47
Ho chiesto all'amico Alberto Masi, al quale ho inviato il tuo intervento, il suo punto di vista sulle tue giuste perplessità. Qui di seguito le sue osservazioni.
Saluti, alamanno
Al posto di "epiteto", è preferibile dire: "nome specifico" (ovvero, il secondo termine del binomio) che è [può essere] un epiteto ovvero "un aggiunta" che si usa per distinguere (per diversificare), all'interno di un Genere, più specie fra di loro: ... per indicare "quella specie". Può anche essere un nome "latinizzato" volgarmente detto "nome latino" perchè non è un "vero nome latino", ma un "latino maccheronico".
Il nome completo di una specie, vivente o fossile, si compone di 4 elementi: Genere specie, AUTORE, anno. Ciò non è mai rispettato !
Sostanzialmente il tuo amico dice, giusto: le regole sono dettate dal Codice dell' ICZN che altro non sono la giusta applicazione della grammatica e sintassi latina.
A me piace indicare una classificazione come un "contenitore di informazioni" .
Lo scopo è quello di denominare e descrivere i taxa ovvero applicare una nomenclatura corretta, univoca, uguale per tutti.
La lista del Sibley è l'unica lista che riporta i "nomi corretti" ben indicati (maschile o femminile, singolare o plurale, aggettivo, genitivo o nominativo ..etc.)
Il codice è in rete:
http://www.iczn.org/iczn/index.jsp
Per il Diamante variopinto "Emblema pictum Gould 1842" è sempre stato chiamato così tant'è vero che il nome del descrittore non è collocato fra parentesi
Da tenere presente: Come già raccomandato dal Bruno Lanza (:1982 Dizionario del Regno Animale), rivolgo l'invito a non concludere automaticamente di trovarsi dinanzi ad uno sbaglio in presenza di apparenti discordanze fra il genere di un nome e quello di una sua specie in quanto il nome specifico non corrisponde sempre a un aggettivo (nel qual caso si impone che il suo genere, in senso grammaticale, venga accordato con quello del genere -in senso sistematico- a cui si riferisce), ma anche ad una apposizione
COME SI SCRIVE
GENERE = parola al nominativo singolare con l'iniziale maiuscola: (Caprimulgus)
SPECIE = parola semplice o composta, in minuscolo, usata come:
aggettivo di stesso genere del nome generico ( nubicus )
...oppure
nominativo singolare in apposizione al nome generico (Phylloscopus nitidus) (Limosa lapponica)
...oppure
nome al genitivo : (Otus brucei) (Aquila verreauxii) .
SOTTOGENERE = parola indicata in parentesi tonda ( ) fra il Genere e la Specie con il carattere grafico della
specie e in minuscolo:
Malurus (grayi) campbelli Shodde-Weatherly,1982
Chlamydera (maculata) maculata (Gould,1837)
FAMIGLIA
Il nome della famiglia viene formato dalla aggiunta di -IDAE alla radice del nome del genere preso come tipo. Nel caso di una sottofamiglia la desinenza da aggiungere è -INAE . La radice non deve necessariamente essere quella usata nel senso grammaticale con riferimento al latino classico, ma deve essere praticamente applicabile al latino scientifico, tenendo presente la semplicità e l'eufonia.
Per radice di un nome si intende quanto rimane togliendo la desinenza dal genitivo singolare.
Esempio :
genere...... Homo
genitivo.... Hominis
radice...... Homin-
famiglia.... Homin + idae =Hominidae
-idae italianizzato - idi
-inae " - ini
-formes " - formi
... sono i lemmi relativi alle categorie sistematiche.
La desinenza latina
-FORMES
e la desinenza greca
-MORPHA
hanno lo stesso significato: "avente la forma di..." es.: PASSERIFORMES .
Una classificazione FORMALE comprende:
Regno
Phylum
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
Specie
Sottospecie
Una classificazione COMPLETA comprende: (*)
Regno Ordine
Sottoregno Sottordine
Phylum Superfamiglia
Subphylum Famiglia
Branca Sottofamiglia
Classe Tribu'
Sottoclasse Sottotribu'
Infraclasse Genere
Coorte Sottogenere
Superordine Specie
Sottospecie
(*) alcuni dei termini sono usati raramente.
Pierluigi d'Amore
10-02-10, 16: 47
Molto interessante la risposta del sig.Masi,grazie prof.Capecchi.
Saluti,Pierluigi.
P.S.:Quindi io sbaglio sempre a scrivere la ""SPECIE"",visto che scrivo l'iniziale in maiuscolo anziché d'usare il minuscolo....vabbé,corro a riparare....#°°))#°°))
Alamanno Capecchi
10-02-10, 17: 18
Quando un taxon possiede più di un nome, prima dell'uscita del Codice si usava il Principio di Autorità (valeva (il nome) quello del "più bravo" per dirla alla carlona).
Dopo l'uscita del Codice tutti i nomi scientifici vigono con il Principio di priorità ovvero il nome più antico è quello valido (come nei "brevetti").
Gli altri nomi (del nome in oggetto) che gli sono attribuiti si considerano sinonimi.
-
Pierluigi d'Amore
10-02-10, 17: 38
Quindi all'indovinello di Roberto Giani,ho risposto esattamente secondo il Principio di Autorità,quando ho scritto Geopsittacus occidentalis e non Pezoporus occidentalis,che é un sinonimo.
Alamanno Capecchi
10-02-10, 18: 25
La spiegazione dovrebbe essere qui: Geopsittacus occidentalis Gould 1861 e Pezoporus occidentalis sono sinonimi, ma il genere Pezoporus è più antico: Kerr,1792
Pierluigi d'Amore
10-02-10, 18: 38
Grazie Prof.,adesso ho capito.//))#
Alamanno Capecchi
11-02-10, 12: 52
Riallacciandomi a quanto già scritto sugli studi della sistematica riporto, per gli interessati a questa materia, nuovi dati ricevuti dall' amico Alberto Masi.
"...se vuoi puoi mandarla al forum in francese
E' mia in collaborazione con Ornithomedia"
http://www.ornithomedia.com/infos/breves/breves_art1_141.htm
"Al pari di diverse nazioni europee e non, anche l' Italia ha pubblicato recentemente la sua lista su Avocetta (ultimo numero, 2009), adeguando sia l'ordine sistematico sia i nomi di molti generi. E' un po' difficile riuscire a seguire quanto c'è di razionale e quanto è invece la voglia di stare appresso alle novità. Per certo sò che la sistematica è materia in continua evoluzione, anche grazie alle nuove ricerche in campo genetico; secondo me c'è troppa fretta per sconvolgere i nomi e le parentele, si dovrebbero attendere ulteriori conferme, si tratta pur sempre di ipotesi, non di certezze. Ciao Al."
La volevo ringraziare per questi suoi interventi che , a mio parere, valorizzano moltissimo questo bel Forum.
Qui, grazie a persone come Lei, non si "fa" solo della buona ornitofilia ma anche dell sana ornitologia.
Grazie
roberto ghidini
11-02-10, 14: 52
Concordo con le decisioni della CAF per il Comitato Colsultativo Europeo
Ringrazio per le info il Prof Alamanno e il Dott Masi //))#
Roberto Giani
11-02-10, 18: 27
In quanto appassionato di tassonomia, vorrei approfittare del contributo del Prof. Capecchi per sottoporgli un articolo che scrissi qualche tempo fa per il giornalino del Club degli Agapornis, dato che alcune cose da me indicate mi sembrano non collimare con quanto ha riportato lui, tipo il "principio della priorità". Ecco di seguito il mio articolo:
La tassonomia (dal greco: “taxis”= ordine e “nomos”= regole) è la branca della scienza che si prefigge di classificare e catalogare ordinatamente tutte le specie animali e vegetali.
Quella di dare un nome a ciascuna pianta e a ciascun animale per classificarli, è un’esigenza vecchia quasi quanto l’umanità stessa, tanto da trovare tentativi di tassonomia già ad ad opera di Aristotele (4° secolo a.C.) e di Plinio il Vecchio soprattutto, con la sua “Naturalis Historia” del 77 d.C. Ma è con Linneo che si giunge a quella definizione di tassonomia che ancora oggi è utilizzata e riconosciuta.
Linneo, anzi Carl Nilsson Linnaeus divenuto poi Carl von Linné per acquisizione di un titolo nobiliare, era un botanico svedese che visse nel 1700 (Rashult, 1707 – Uppsala, 1778) conosciuto nel mondo scientifico come l’inventore della nomenclatura binomia, esposta nella sua Opera principale del 1758, il “Systema Naturae”.
Linneo ha classificato talmente tante piante e tanti animali, che spesso si omette il nome e si indica solo l’iniziale “L.”, per cui ogni volta che un nome scientifico è seguito dalla sola “L.” ed una data, ad esempio “Psittacus erithacus L. 1758” significa che l’Autore dell’attribuzione è appunto Linneo. Questo però accade principalmente in botanica.
Riguardo la nomenclatura, propose di identificare ciascun essere vivente con, appunto, due termini (da cui l’aggettivo “binomia”), ossia nominare tutti i viventi con un Genere e una specie, una sorta di “nome e cognome” per una identificazione univoca ed inequivocabile. Questo sistema, abbiamo detto, è tutt’oggi valido seppur nato da presupposti diversi da quelli moderni. Linneo, infatti, non conosceva l’evoluzione delle specie, teoria che verrà postulata molto più tardi da Charles Darwin, nel 1859, per cui lo scopo di attribuire a ciascun vivente la propria nomenclatura binomia era per lui quello di dare un nome a “ciascuna specie che l’Ente infinito (Dio, ndr) all’inizio fece” (species tot sunt quot diversas forma ab initio produxit infinitum Ens), rifacendosi ai dogmi della Chiesa di quel tempo relativi alla Creazione così come compare nella Bibbia, il cosiddetto Creazionismo.
Al di là di questo, un Agapornis roseicollis è sempre e solo un Agapornis roseicollis, sia che provenga da un processo evolutivo di altri progenitori ora estinti (come attualmente accettato) anziché sia frutto dell’opera di Dio che, all’inizio dei tempi, abbia plasmato “ex novo” il primo esemplare di Agapornis roseicollis.
La tassonomia, termine che incute timore tanto sembra essere cosa complessa, è in realtà uno strumento molto semplice ed utile, perché porta a zero la possibilità di fraintendere qualunque specie di pianta o animale. Esistono delle piccole differenze tra la tassonomia per le specie vegetali, che seguono la nomenclatura ICBN e la tassonomia delle specie animali che segue la nomenclatura ICZN, che però non starò a specificare.
Nella nomenclatura binomia si tratta di utilizzare un nome scientifico per ciascuna specie, che consiste in un nome “latinizzato” e NON latino, come spesso si trova erroneamente indicato e questa è la prima puntualizzazione che voglio fare. Ad esempio, il Kakariki fronte rossa ha nome scientifico Cyanoramphus novaezelandiae; “novaezelandiae” non può essere un nome latino in quanto i Romani non conoscevano certamente l’esistenza della Nuova Zelanda, ma si tratta evidentemente della latinizzazione del nome di quella nazione, la Nuova Zelanda appunto. Per cui dire che il nome scientifico di un animale o di una pianta equivale al nome latino, è un grave errore (il mio professore di Zoologia, in sede di esame, per un errore così bocciava subito!).
Il nome scientifico va scritto in corsivo: il nome del Genere con l’iniziale maiuscola e quello della specie (ed eventuale sottospecie) sempre in minuscolo. Non è un particolare da poco. Le terminologie, derivate da termini greci e/o latini, possono essere simili e non bisogna perciò confonderle. Ad esempio, il Pappagallo Cenerino ha nome scientifico: Psittacus erithacus; il Pettirosso: Erithacus rubecola. “Erithacus” quindi nel caso del Cenerino rappresenta la specie, nel caso del Pettirosso è il Genere, ed è bene non si confondano le due cose, altrimenti potrebbe sembrare che Cenerino e Pettirosso siano imparentati filogeneticamente, quando è intuibile a tutti come ciò sia lontano dal vero.
Dopo il Genere con l’iniziale maiuscola e quello della specie in minuscolo, entrambi scritti in corsivo, per completezza andrebbe anche l’Autore o gli Autori che hanno descritto la specie e che le hanno dato il nome, separati con una virgola dalla data di pubblicazione; autore e data NON vanno scritti in corsivo.
Esempio di corretta scrittura: Agapornis personatus Reichenow, 1887
In zoologia ci sono precise regole su come indicare l’Autore e l’anno di attribuzione di Genere e specie. Come abbiamo visto, si deve mettere il cognome dell'Autore (e solo il cognome) e l'anno in cui è stata approvata la nomenclatura binomiale subito dopo il nome scientifico, senza parentesi e scritto normale (il nome scientifico, ripeto, va in corsivo). Se tale specie viene poi rinominata, a seguito di aggiustamenti tassonomici e filogentici, si deve scrivere il nuovo nome scientifico con il nome dell'Autore e la data della vecchia denominazione tra parentesi.
Ad esempio, il Parrocchetto di Port Lincoln era:
Platycercus zonarius Shaw, 1805
il cui Genere è stato ritenuto da Condon nel 1941 non appropriato a questo pappagallo (per alcune differenze con i Platyercus nelle ossa della zona auricolare) e perciò è stato riclassificato, spostandolo nel Genere Barnardius, per cui ora il modo corretto di scrivere è:
Barnardius zonarius (Shaw, 1805)
e le regole di nomenclatura indicano che, purtroppo per lui, Condon non venga citato nella nuova dicitura.
Altra regola importante è quella di declinare il nome della specie con lo stesso genere del Genere (scusate il gioco di parole). Dato che il Genere Agapornis è maschile, anche la specie deve essere al maschile e, ad esempio nell’Inseparabile del Madagascar, la specie è canus e NON cana come spesso si vede scritto. Stessa cosa accade anche per il pullarius e quindi NON pullaria, e così via.
Nel caso dell’Agapornis fischeri, il nome della specie NON va declinato al maschile in “fischerus” perché il termine che indica la specie deriva del nome di un naturalista, Fischer, cui è stato dedicata questa specie e quindi diventa perciò “fischeri” che è il genitivo di Fischer, ossia “di Fischer”, come avviene anche nella traduzione del nome comune italiano che appunto è “Inseparabile di Fischer”.
Nella stragrande maggioranza dei casi di nomi scientifici in cui la specie (o anche il Genere) derivano dal nome di uno scienziato, spesso sono un tributo a questa persona senza che per forza tale persona sia stata uno studioso di quella specie.
Ad esempio, il famoso pesce Celacanto (famoso perché è considerato un fossile vivente) ha nome scientifico Latimeria chalumnae. Il termine "Latimeria" deriva da Miss. Latimer, la scopritrice di questo pesce sui banchi di una pescheria del quale, però, oltre ad intuire che trattavasi di una specie che non era mai stata descritta prima, non seppe farne il riconoscimento. Inviò quindi il grosso pesce, dopo averlo acquistato, al Museo di Storia Naturale di Londra dove lo studioso che lo identificò correttamente (Smith, 1939) coniò il nome di un nuovo Genere prendendo spunto proprio da Miss. Latimer, in onore della sua scopritrice.
Ultima cosa sui nomi scientifici: sembrano astrusi ed impronunciabili (e a volte è così) ma in realtà non sono altro che una descrizione più o meno fantasiosa dell’animale in oggetto, utilizzando termini derivanti dal Latino o dal Greco antico. Ciascun nome scientifico ha perciò sempre una precisa decodifica e può essere divertente scoprirla.
Esempio: l’Inseparabile mascherato, Agapornis personatus
Agapornis= “uccello dell’amore”, attribuito per l’affetto reciproco che le coppie mostrano tra loro, deriva da: agapè= amore, amore reciproco (dal Greco) e ornis= uccello (sempre dal Greco), che poi in Italiano è diventato “Inseparabile” mentre, ad esempio in Inglese, il nome comune “Lovebirds” è la traduzione tal quale del termine proveniente dal Greco;
personatus= dal Latino “persona”, che significa maschera, per il colore nero-bruno che questo inseparabile mostra attorno alla testa, come se avesse una maschera, per cui “personatus” significa “con la maschera”, “mascherato”.
Altro esempio: il Parrocchetto ali cremisi, Aprosmictus erythropterus
Aprosmictus= con la “a” iniziale che indica negazione, significa “non promiscuo” per la caratteristica di questi pappagalli a formare stormi omogenei, non mescolandosi con altre specie di psittacidi;
erythropterus= ali rosse, dal Greco erythros= rosso e pteron= ala.
Altro esempio ancora: il Pesce spada, Xiphias gladius
Xiphos= spada, dal Greco
gladius= spada, dal Latino
In questo caso i Tassonomisti hanno avuto poca fantasia…
Infine consiglio per gli internauti questo sito:
www.itis.gov/index.html
dove è possibile cercare il nome scientifico di una specie e conoscere esattamente quello ritenuto valido ed accettato dalla comunità scientifica in quanto il sito è costantemente aggiornato. Per ogni specie indica anche altri nomi scientifici sinonimi i quali, invece, sono da considerarsi non corretti e/o obsoleti.
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA:
- D’Ancona U.; Zoologia, UTET, 1981
- Forshaw J. M. & Cooper W. T., Parrots of the world, T.F.H. Publications, Australia, 1977
roberto ghidini
11-02-10, 18: 50
Eccellente articolo Roberto,sei stato chiarissimo //))#
Alamanno Capecchi
11-02-10, 21: 03
Gentile Dott. Giani, quanto ho riportato nel mio articoletto:"Breve disquisizione..." sono, secondo il Dott. Masi, le "regole ufficiali" seguite attualmente nei congressi scientifici. Ho passato il suo chiaro ed interessante articolo al Dott. Masi per una risposta chiarificatrice. Appena riceverò la risposta, sarà mia premura metterla in rete.
Cordialità, Alamanno
Amblynura
12-02-10, 00: 21
Grazie Alamanno per esserti interessato della soluzione dei miei quesiti, e ringrazio anche il dott. Alberto Masi per queste delucitazioni. Tuttavia, la mia perplessità riguardo la concordanza dell'aggettivo, che indica il nome specifico, con quello generico di alcune specie, come quelle di cui parlavo prima, ovvero Serinus pusillus, Serinus sulphuratus etc. permangono. Per quel che riguarda il discorso sull' Emblema pictum, se prendete Finches & Sparrows a pagina 386 del testo, in versione italiana, troverete:
Diamante Variopinto ( Emblema picta)
Emblema picta Gould, 1842,............
Non solo, gli autori di questo testo, collocano nel genere Emblema altre specie, che tra l'altro molti ascrivono al genere Stagonopleura, concordandole sempre al femminile : Emblema bella, E. oculata, E. guttata. A questo punto mi chiedo quanto sia autorevole ed affidabile questo testo, almeno da punto di vista della nomenclatura scientifica.
Roberto Giani
12-02-10, 10: 49
Grazie Alamanno per esserti interessato della soluzione dei miei quesiti, e ringrazio anche il dott. Alberto Masi per queste delucitazioni. Tuttavia, la mia perplessità riguardo la concordanza dell'aggettivo, che indica il nome specifico, con quello generico di alcune specie, come quelle di cui parlavo prima, ovvero Serinus pusillus, Serinus sulphuratus etc. permangono. Per quel che riguarda il discorso sull' Emblema pictum, se prendete Finches & Sparrows a pagina 386 del testo, in versione italiana, troverete:
Diamante Variopinto ( Emblema picta)
Emblema picta Gould, 1842,............
Non solo, gli autori di questo testo, collocano nel genere Emblema altre specie, che tra l'altro molti ascrivono al genere Stagonopleura, concordandole sempre al femminile : Emblema bella, E. oculata, E. guttata. A questo punto mi chiedo quanto sia autorevole ed affidabile questo testo, almeno da punto di vista della nomenclatura scientifica.
Caro Amblynura,
esistono tanti testi che, pur essendo autorevoli, riportano qualche errore nella dicitura dei nomi scientifici.
Bisogna ricordare inoltre che la tassonomia è sempre in evoluzione e le classificazioni, anche grazie a nuove più sofisticate tecnologie biomolecolari, cambiano molto più in fretta di quanto si possa pensare.
Ad ogni modo ti riporto il link dell'ITIS dove ci sono tutti i riferimenti attualmente accettati:
http://www.itis.gov/servlet/SingleRpt/SingleRpt?search_topic=TSN&search_value=559902
Alamanno Capecchi
12-02-10, 11: 07
Gentile Dott. Giani, qui di seguito, la risposta del Dott. Masi.
Cordiali saluti, Alamanno
Non può esserci chiarimento: lo scritto sotto tutti i punti di vista è perfetto, non c'è un capello fuori posto.
Puoi scrivere a nome mio:
Carissimo Alamanno, non esiste chiarimento da dare al Sig.Giani. I concetti riportati sono inequivocabili e precisi. Mi fa piacere che parliate di sistematica. Ti ricordo che allo IOC di Vienna, l'ornitologia mondiale annoverava solo 12 persone che seguivano me compreso la sistematica su oltre 2.000 iscritti. Dimostra l'osticità della materia. Ti abbraccio
Alberto.
Alamanno Capecchi
12-02-10, 11: 48
Ulteriore precisazione, ricevuta da Masi
Se il Dott. Giani desidera l'esatta denominazione del principio della priorità :
The principle that the valid name of a taxon is the oldest available name applied to it (taking into consideration the other provisions of Article 23), provided that the name is not invalidated by any provision of the Code or by any ruling by the Commission [Art. 23].
Lo rimando al sito dell' ICZN visto che il Codice è OnLine http://www.iczn.org/iczn/index.jsp
Cari saluti
Alberto
Roberto Giani
12-02-10, 16: 01
Grazie Alamanno per le risposte e l'interessamento e ringrazi il dott. Masi da parte mia.
Andrò a verificare nell'articolo 23 dell'ICZN questo concetto del principio di priorità, del quale fino ad ora non ne ero a conoscenza.
Amblynura
12-02-10, 19: 25
Ciao Roberto, che la Tassonimia sia una branca della Biologia in continua evoluzione( come del resto tutto il sapere umano) questo mi è chiarissimo. Ma mi chiedevo come mai, autorevoli autori di testi scientifici, potessero commettere errori di questo tipo. Nel sito dell' ITIS, il genere Serinus ( ad eccezione della specie canaria), viene considerato come sostantivo maschile. Qualcuno sa darmi una spiegazione???? Può valere la legge della priorità, anche quando è contraria alle leggi della grammatica latina???
Pantaleo Rodà
12-02-10, 22: 48
Credo che il genere Serinus sia maschile, come confermato da tutte le altre specie (il suffisso in -us è di solito maschile, tranne per quanto riguarda i nomi di alberi, es. Populus= pioppo, che invece sono sempre femminili). Nel caso del canarino comune "canaria" si riferisce alle isole Canarie e perciò è femminile plurale (non si usa in questo caso il genitivo perchè è sostituio dal caso "locativo" che indica appunto un luogo e si esprime in nominativo plurale)...
Amblynura
13-02-10, 00: 13
Hai ragione Leo, penso che sia proprio così. Grazie ;)
Alamanno Capecchi
13-02-10, 13: 05
Vedo, con piacere che il mio pezzullo ha stimolato un interessante confronto sulla sistematica. Appassionato di zoologia, in particolare di ornitologia e di entomologia, (il mio Maestro fu il Prof Mario Benazzi dell'Università di Pisa), ho una notevole raccolta di volumi inerenti alle due specializzazioni. Per lo studio della sistematica degli uccelli, limitandomi alle sole checklist, posso citare: C.Linneo (decima e dodicesima edizione), Peters, E. S. Gruson, Michael Walters, R Howard and Moore ( edizioni, 1980, 1991 e aggiornamenti), Neornithes, Sibley e J. F. Clements. Per cercare di "acculturarmi" mi sono sorbito anche il robusto volume "International Code of Zoological Nomenclature" (ICZN). Risultato. Quando scrivo gli articoli (salvo i rari più impegnativi) utilizzo, esclusivamente come punti di riferimento, Howard and Moore e Sibley, metto un' affidabile e aggiornata bibliografia e sono tranquillo. A voi giovani la "staffetta"
Pantaleo Rodà
13-02-10, 17: 31
Appassionato di zoologia, in particolare di ornitologia e di entomologia,
Potrei dire esattamente la stessa cosa di me...per fortuna però che non si parla di sistematica entomologica, perchè non basterebbero le pagine di un forum intero!!! A confronto la sistematica degli uccelli è una passeggiata... ;) Ho solo una domanda: vedo che anche per gli uccelli viene utilizzata la suddivisione in tribù e sottotribù, come avviene per gli insetti (e che sinceramente mi crea un pò di confusione!), mentre per gli altri vertebrati non l'ho mai vista utilizzare...è solo una mancanza mia o realmente viene utilizzata solo per alcune classi?
Alamanno Capecchi
13-02-10, 21: 20
Penso che nulla abbia vietato o vieti ad un ricercatore di utilizzare, tribù e sottotribù anche per altre classi, tanto per complicare le cose. Nei testi universitari più recenti che ho in biblioteca (opere comunque di 24-25 anni fa) non vi è traccia. Dei miei libri non ne parliamo: quando mi laureai, gli scopritori del DNA avevano ancora i pantaloni corti!
Amblynura
13-02-10, 23: 25
Potrei dire esattamente la stessa cosa di me...per fortuna però che non si parla di sistematica entomologica, perchè non basterebbero le pagine di un forum intero!!! A confronto la sistematica degli uccelli è una passeggiata... ;) Ho solo una domanda: vedo che anche per gli uccelli viene utilizzata la suddivisione in tribù e sottotribù, come avviene per gli insetti (e che sinceramente mi crea un pò di confusione!), mentre per gli altri vertebrati non l'ho mai vista utilizzare...è solo una mancanza mia o realmente viene utilizzata solo per alcune classi?
Ciao, credo che il taxon tribù, venga usato anche per altre Classi. Nel caso della famiglia Hominidae, molti scienziati, a quanto pare, oltre a suddividerla in due sottofamiglie, Homininae e Ponginae, suddividono la prima di queste due, in due ulteriori sottogruppi ovvero tribù : Hominini e Gorillini; alla prima di queste due tribù sono ascritti i generi Homo e Pan.
Alamanno Capecchi
14-02-10, 12: 41
Alamanno carissimo,
qui gli amici del "Forum Sistematica" potranno trovare delle utili indicazioni.
http://www.scricciolo.com/avium/neornithes.htm
Come sai non ho più, per mia scelta, un Pc (maledetto aggeggio) e uso quello
di mia moglie solo per scrivere e-mail. Questo il motivo per cui gli amici AOE
che saluto cordialmente, non vedono miei interventi diretti ...
A presto
Alberto
Pantaleo Rodà
14-02-10, 19: 23
Grazie per le risposte...queste suddivisioni credo che siano esagerate e alquanto inutili, se non per complicare uteriormente qualcosa che già di per sè è parecchio "astrusa", comunque è solo opinione personale...Grazie anche al dottor Masi per il link...
Alamanno Capecchi
15-02-10, 00: 08
Per chi desiderasse avere "notizie" su taxon basta digitare il seguente indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Taxon. Bei tempi quando dalle dimensioni, forma e peso del becco si buttava giù metà classificazione dei Passeriformi.
Roberto Giani
16-02-10, 09: 24
Per chi desiderasse avere "notizie" su taxon basta digitare il seguente indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Taxon. Bei tempi quando dalle dimensioni, forma e peso del becco si buttava giù metà classificazione dei Passeriformi.
Ineressantissimo link quello di wikipedia, grazie Professore.
Per quanto riguarda i vecchi sistemi di classificazione, basati principalmente su caratteristiche morfologiche, purtroppo possono ingannare per il fenomeno della convergenza evolutiva.
Ad esempio rondine e rondone sono molto simili tra loro, ma solo perchè occupano la stessa nicchia ecologiaca, in realtà una è un passeriforme e l'altro un apodiforme...
Alamanno Capecchi
16-02-10, 11: 56
Ineressantissimo link quello di wikipedia, grazie Professore.
Per quanto riguarda i vecchi sistemi di classificazione, basati principalmente su caratteristiche morfologiche, purtroppo possono ingannare per il fenomeno della convergenza evolutiva.
Ad esempio rondine e rondone sono molto simili tra loro, ma solo perchè occupano la stessa nicchia ecologiaca, in realtà una è un passeriforme e l'altro un apodiforme...
Giustissima osservazione, ma la mia voleva essere una battuta paradossale, un'affermazione assurda, tanto per scherzare su una materia complessa e barbosa. Se avessi consigliato seriamete al Prof. Sibley, durante la nostra corrispondenza, la classificazione adottata da Michele Lessona nella sua "Storia Naturale Illustrata" del 1890, dove nei Passeracei fissirostri sono inclusi rondoni e rondini, e come Passeracei tenuirostri i colibrì, può immaginare che figura.
Roberto Giani
16-02-10, 17: 29
Pensa Alamanno (possiamo darci del tu, no?) che anticamente i cacciatori dalle mie parti dividevano la selvaggina aviare in sole tre categorie:
- "anandre" (anatidi in generale)
- "gambelle" (diciamo i limicoli in genere, con le zampe lunghe, compresi aironi e garzette)
- "gazzotti" (tutti gli altri uccelli in genere, praticamente i passeriformi).
Alla faccia della sistematica...
Alamanno Capecchi
16-02-10, 18: 29
Ciao Roberto, certamente possiamo darci del tu! Qui, i vecchi cacciatori parlano ancora di acquatici, di uccelli di ripa, di prato, di gambette, gambettine, gambettoni, collilunghi e via di questo passo.
Attilio Casagrande
24-02-10, 13: 08
Interessanti come sempre i suoi scritti sig. Alamanno, io credo che sia importante fare una classificazione anche se solo parziale dei soggetti che almeno si allevano, la classificazione aiuta a capie subito le caratteristiche delle varie specie, facendo una sorta di valio sui bisogni e abitudini, molto spesso invece gli allevatori in genere, non conoscono nemmeno il nome latino delle specie che allevano, queso è un grave errore a mio parere, almeno il genere deve essere conosciuto, oltre al nome italiano.(a volte nemmeno quello)
Alamanno Capecchi
24-02-10, 19: 26
Una classificazione del tipo proposto potrebbe essere utile, tra l'altro, per chi volesse allevare e riprodurre specie politipiche con scarse o minime differenze somatiche tra le sottospecie, ma con differenze molto marcate per quanto riguarda areali, habitat, alimentazione etc. In passato, quando potevamo comprare centinaia di specie di uccelli di cattura era indispensabile " acculturarsi" per non andare incontro a cocenti delusioni.
Attilio Casagrande
25-02-10, 08: 11
"In passato, quando potevamo comprare centinaia di specie di uccelli di cattura era indispensabile " acculturarsi" per non andare incontro a cocenti delusioni. "
Questo è stato sicuramente il motivo per cui sono stato stimolato a farlo, essendoci pochissima informazione ci si basava un pò sull'istinto e miolto spesso sull'esperienza fatta su specie indigene, poi la geografia può far intuire le esigenze di cui hanno bisogno come temperature e umidità, la morfologia fà anche la sua parte, ma osservarli e capirli credo sia la cosa fondamentale.
Un esempio potrebbe essere: se un avvoltoio manca delle piume sulla tesa e collo, perchè deve affondarli nelle carcasse degli animali in decomposizione, se ne deduce che si sporcherebbe inutilmente, ecco che l'adattamento trova la spiegazione, quindi uccelli come i corvidi che possono presentare parti nude vicino al becco, hanno abitudini simili, sembra una cosa da poco, ma ci si può basare su questo per alimentare correttamente un uccello di cui magari non si conosce nulla.
Si possono quindi classificare animali, necrofagi
Powered by vBulletin™ Version 4.0.1 Copyright © 2025 vBulletin Solutions, Inc. All rights
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it