marco cotti
25-03-08, 19: 16
TRe gocce di ricordi.
di Alamanno Capecchi
Il vecchio e il ramarro.
Una diecina di anni fa, portai a ridosso di una macchia di rovi, da dove lo avevo prelevato, un ramarro che tenuto per lungo tempo nel terrario era divenuto particolarmente domestico, accorrendo a prendere dalla mano le larve di Tenebrio molitor.
Anche in libertà continuò a permettermi di avvicinarlo, e sia pure con circospezione arrivava fino ai miei piedi per ghermire gli insetti che gettavo a terra: poi fuggiva rapidissimo a nascondersi tra il fogliame.
(Questa macchia si trova a circa duecento metri, in linea d'aria, da casa mia, subito al di là della rete di recinzione, in un terreno dove vi è un laghetto per la pesca sportiva.)
Dunque, una mattina mentre con circospezione frugavo tra l'erba, per richiamare la sua attenzione, sentii una voce che sussurrava: "Mamma cosa fa quello?".
Alzai la testa e vidi a pochi passi da me un bambino sui cinque-sei anni che mi
guardava incuriosito. Cercai di spiegare, e il piccolo sembrò interessato, ma la madre tagliò corto, prese il figlio per mano, gli disse qualcosa all'orecchio e si allontanò.
È facile indovinare cosa passa per la mente di una persona, lontanissima da certi interessi, che vede un uomo anziano con i capelli ritti per il vento e un "verme" tra le dita, tutto indaffarato per mettersi in contatto con un invisibile ramarro.
In quel caso non fu necessario essere indovini, le parole mi giunsero chiare:
"Andiamo via è un matto".
La moglie preoccupata.
Un tempo avevo una Gazza addomesticata, che trascorreva la notte in una stanzetta
a pian terreno.
.
Una sera Anna, mia moglie, mi sentì parlare mentre chiudevo la porta del rifugio notturno: "Cosa hai detto?", chiese, continuando a preparare la cena: "Niente ho dato la buonanotte alla Gazza" risposi. Borbottò qualcosa, poi si informò: "Ti seiricordato di prendere il L……?" (È un farmaco che dovrebbe prevenire l'arteriosclerosi).
Sorrisi: "Stai tranquilla, la rassicurai, comincia a preoccuparti quando dalla
finestra griderò buonanotte ai passeri e agli altri uccelli che dormono sugli
alberi in giardino".
Il fringuolo metà fringuello e metà calenzuolo.
Tanti, tanti anni fa, sembra quasi l’inizio di una fiaba, (eravamo nel 1947) un
mio nipote, che allora aveva otto anni, comprò un verdone presiccio. Il giorno
dopo, poco soddisfatto del colore del piumaggio, più grigio che verde, tornò
dal rivenditore e prese in cambio un fringuello maschio. Ricordate Lorenz e il
suo libro “L’anello del Re Salomone”? Nel capitolo “Non comprate i Fringuelli!” afferma “Una delle cose che mettono i nervi a dura prova è l'uccello
che svolazza per paura. Per esempio, avete comprato un fringuello, bello e dalla voce piacevole, e, poiché desiderate non solo sentirlo ma anche vederlo, rimuovete la fodera di tela di cui il precedente possessore, buon conoscitore degli uccelli, aveva circondato la gabbia.
L'uccello non mostra di accorgersi della cosa e continua tranquillamente a cantare... però soltanto se voi non vi muovete: dovete muovervi molto lentamente e con circospezione, se non volete che l'uccello si scagli selvaggiamente, con tutte le sue forze, contro le sbarre della gabbia, tanto da far temere per la sua testa e le sue penne. E non pensate che poi si calmerà, che si lascerà addomesticare”
Ora potete immaginare il comportamento di un uccellino così pauroso in
mano al mio vivacissimo nipote: si sbatacchiava in continuazione contro le
pareti della gabbia spargendo sul pavimento semi e gusci. Non ci fu altro da
fare che tornare dal negoziante per un nuovo cambio, ma questa volta
“l’uccellaio” ebbe un guizzo di fantasia.
Afferrò una fringuellina, l’unica presente nell’affollato gabbione, e gridò, per
meglio sottolineare la sua sorpresa e la sua meraviglia: “ Guarda che cosa c’è!
Guarda che cosa ti do! Questo è un incrocio rarissimo, un fringuolo, metà
fringuello e metà calenzuolo!”
Prosegue il Lorenz: “Dunque il fringuello non si abituerà mai ai vostri
movimenti, o per lo meno, finora, ne ho incontrati pochissimi che si siano
abituati ai movimenti normali dell’uomo”
Fortunatamente la fringuellina, che era molto giovane e doveva appartenere al
gruppo dei pochissimi, si rivelò abbastanza calma. Nessun problema… e il
bambino si accontentò!
__________________________________________________ ___________
Alamanno Capecchi
di Alamanno Capecchi
Il vecchio e il ramarro.
Una diecina di anni fa, portai a ridosso di una macchia di rovi, da dove lo avevo prelevato, un ramarro che tenuto per lungo tempo nel terrario era divenuto particolarmente domestico, accorrendo a prendere dalla mano le larve di Tenebrio molitor.
Anche in libertà continuò a permettermi di avvicinarlo, e sia pure con circospezione arrivava fino ai miei piedi per ghermire gli insetti che gettavo a terra: poi fuggiva rapidissimo a nascondersi tra il fogliame.
(Questa macchia si trova a circa duecento metri, in linea d'aria, da casa mia, subito al di là della rete di recinzione, in un terreno dove vi è un laghetto per la pesca sportiva.)
Dunque, una mattina mentre con circospezione frugavo tra l'erba, per richiamare la sua attenzione, sentii una voce che sussurrava: "Mamma cosa fa quello?".
Alzai la testa e vidi a pochi passi da me un bambino sui cinque-sei anni che mi
guardava incuriosito. Cercai di spiegare, e il piccolo sembrò interessato, ma la madre tagliò corto, prese il figlio per mano, gli disse qualcosa all'orecchio e si allontanò.
È facile indovinare cosa passa per la mente di una persona, lontanissima da certi interessi, che vede un uomo anziano con i capelli ritti per il vento e un "verme" tra le dita, tutto indaffarato per mettersi in contatto con un invisibile ramarro.
In quel caso non fu necessario essere indovini, le parole mi giunsero chiare:
"Andiamo via è un matto".
La moglie preoccupata.
Un tempo avevo una Gazza addomesticata, che trascorreva la notte in una stanzetta
a pian terreno.
.
Una sera Anna, mia moglie, mi sentì parlare mentre chiudevo la porta del rifugio notturno: "Cosa hai detto?", chiese, continuando a preparare la cena: "Niente ho dato la buonanotte alla Gazza" risposi. Borbottò qualcosa, poi si informò: "Ti seiricordato di prendere il L……?" (È un farmaco che dovrebbe prevenire l'arteriosclerosi).
Sorrisi: "Stai tranquilla, la rassicurai, comincia a preoccuparti quando dalla
finestra griderò buonanotte ai passeri e agli altri uccelli che dormono sugli
alberi in giardino".
Il fringuolo metà fringuello e metà calenzuolo.
Tanti, tanti anni fa, sembra quasi l’inizio di una fiaba, (eravamo nel 1947) un
mio nipote, che allora aveva otto anni, comprò un verdone presiccio. Il giorno
dopo, poco soddisfatto del colore del piumaggio, più grigio che verde, tornò
dal rivenditore e prese in cambio un fringuello maschio. Ricordate Lorenz e il
suo libro “L’anello del Re Salomone”? Nel capitolo “Non comprate i Fringuelli!” afferma “Una delle cose che mettono i nervi a dura prova è l'uccello
che svolazza per paura. Per esempio, avete comprato un fringuello, bello e dalla voce piacevole, e, poiché desiderate non solo sentirlo ma anche vederlo, rimuovete la fodera di tela di cui il precedente possessore, buon conoscitore degli uccelli, aveva circondato la gabbia.
L'uccello non mostra di accorgersi della cosa e continua tranquillamente a cantare... però soltanto se voi non vi muovete: dovete muovervi molto lentamente e con circospezione, se non volete che l'uccello si scagli selvaggiamente, con tutte le sue forze, contro le sbarre della gabbia, tanto da far temere per la sua testa e le sue penne. E non pensate che poi si calmerà, che si lascerà addomesticare”
Ora potete immaginare il comportamento di un uccellino così pauroso in
mano al mio vivacissimo nipote: si sbatacchiava in continuazione contro le
pareti della gabbia spargendo sul pavimento semi e gusci. Non ci fu altro da
fare che tornare dal negoziante per un nuovo cambio, ma questa volta
“l’uccellaio” ebbe un guizzo di fantasia.
Afferrò una fringuellina, l’unica presente nell’affollato gabbione, e gridò, per
meglio sottolineare la sua sorpresa e la sua meraviglia: “ Guarda che cosa c’è!
Guarda che cosa ti do! Questo è un incrocio rarissimo, un fringuolo, metà
fringuello e metà calenzuolo!”
Prosegue il Lorenz: “Dunque il fringuello non si abituerà mai ai vostri
movimenti, o per lo meno, finora, ne ho incontrati pochissimi che si siano
abituati ai movimenti normali dell’uomo”
Fortunatamente la fringuellina, che era molto giovane e doveva appartenere al
gruppo dei pochissimi, si rivelò abbastanza calma. Nessun problema… e il
bambino si accontentò!
__________________________________________________ ___________
Alamanno Capecchi