Alamanno Capecchi
10-11-10, 15: 06
Una cosa da niente.
10 novembre 2010
Questa mattina mi ero alzato con l’intenzione di lavorare al computer: niente da fare. Temporale in giro, meglio tenere staccato tutto. Previsione giusta. Cielo sempre più nero e acqua a funi: lampi, tuoni e violente raffiche di vento. Qualcosa ha battuto contro il vetro della finestra ed è rimbalzata cadendo a terra. Mia figlia è andata a vedere. Vicino alla porta, apparentemente morto, ha trovato un passerotto. Non era morto, soltanto stordito e completamente bagnato. Ho provveduto ad asciugarlo e l’ho messo in un trasportino. Piano piano si è ripreso ed ha iniziato a muoversi nel piccolo contenitore per trovare una via d’uscita. Intanto il temporale si era allontanato. Squarci d’azzurro non si vedevano, ma là dove le nubi erano divenute un velo tenue, filtrava un timido sole: un sole malato, avrebbe detto mia madre…
La vita riprende… “Passata è la tempesta: odo augelli far festa…” Dalla valle mi giunge il richiamo del pettirosso, dei merli e il verso aspro della gazza. Uno storno si posa sulla guglia centrale della chiesa ed inizia a cantare…
Ho aperto la finestra, ho sollevato la chiusura del trasportino e il mio piccolo “compagno di viaggio” è tornato a vivere. Una cosa da niente. Ho riportato un pugno di sabbia al deserto, un bicchiere d’acqua salata al mare: una cosa da niente, ma oggi sono contento.
10 novembre 2010
Questa mattina mi ero alzato con l’intenzione di lavorare al computer: niente da fare. Temporale in giro, meglio tenere staccato tutto. Previsione giusta. Cielo sempre più nero e acqua a funi: lampi, tuoni e violente raffiche di vento. Qualcosa ha battuto contro il vetro della finestra ed è rimbalzata cadendo a terra. Mia figlia è andata a vedere. Vicino alla porta, apparentemente morto, ha trovato un passerotto. Non era morto, soltanto stordito e completamente bagnato. Ho provveduto ad asciugarlo e l’ho messo in un trasportino. Piano piano si è ripreso ed ha iniziato a muoversi nel piccolo contenitore per trovare una via d’uscita. Intanto il temporale si era allontanato. Squarci d’azzurro non si vedevano, ma là dove le nubi erano divenute un velo tenue, filtrava un timido sole: un sole malato, avrebbe detto mia madre…
La vita riprende… “Passata è la tempesta: odo augelli far festa…” Dalla valle mi giunge il richiamo del pettirosso, dei merli e il verso aspro della gazza. Uno storno si posa sulla guglia centrale della chiesa ed inizia a cantare…
Ho aperto la finestra, ho sollevato la chiusura del trasportino e il mio piccolo “compagno di viaggio” è tornato a vivere. Una cosa da niente. Ho riportato un pugno di sabbia al deserto, un bicchiere d’acqua salata al mare: una cosa da niente, ma oggi sono contento.