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marco cotti
11-04-08, 21: 00
Il Bucero trombettiere
Ceratogymna (Bycanistes) bucinator (Temminck, 1824)
di Alamanno Capecchi

Il Bucero trombettiere appartiene all'Ordine dei Coraciformi.
Classificato in passato come Sottospecie tipica della Specie bucinator, Genere Bycanistes
(Bycanistes bucinator bucinator) insieme a B. b. fistulator, B. b. sharpii e B. b.
duboisi, attualmente è considerato Specie monotipica inclusa nel genere
Ceratogymna.




Si tratta di un grosso e appariscente uccello africano presente dall'Angola
fino al Nord del Kenya e nella parte orientale della Provincia del Capo. Vive
in particolare nelle foreste anche lungo i litorali.
Si riproduce in cavità scavate nel tronco degli alberi. La cova è compito della
femmina che, come nella quasi totalità dei Buceridi, viene "murata" o si
"automura" nel nido. La lunghezza totale è compresa tra 58 e 65 centimetri.
Piumaggio bianco e nero con qualche riflesso iridescente, una zona di pelle nuda di color rosso intorno agli occhi.



Piedi piccoli in proporzione alla mole. Caratteristico il grosso becco sormontato da una specie di corno che, nei maschi adulti, può superare la lunghezza del becco stesso. Il nutrimento è costituito da frutta; non disdegna gli insetti. Il richiamo più che il suono di una trombetta, ricorda il belato dell'agnello.



Difficile la riproduzione in cattività. L'unico caso che conosco è quello riportato
da B. Grzimek, 1971 - Uccelli Vol. 3 pag. 59, che si risolse con un nulla di fatto:
"C.A. Stonor racconta quanto avvenne in occasione di un tentativo di cova da parte del Bucero trombettiere: una coppia che viveva già da otto anni nello zoo di Londra, il 29 marzo 1936 esaminò la cavità messa a sua disposizione e il 6 aprile la femmina cominciò a murare l'apertura con dell'argilla. Era il maschio che procurava il materiale da costruzione composto di pallottole di argilla grosse come ciliege, recandole nella gola e nel becco.
Dopo 39 giorni la femmina abbandonò la tana. Con grande disappunto dei
guardiani, non c'erano però né uova né piccoli, ma solo molte penne; infatti nel frattempo la femmina aveva mutato. Poiché essa non aveva deposto le uova, Stonor suppose che la sola mancanza della luce abbia potuto far scattare il processo di muta".

Esperienza personale

La mia esperienza con questa Specie è limitata allo "studio" di quattro soggetti:
due maschi e due femmine. A fine agosto seppi che l'amico importatore aveva
ricevuto, dalla Tanzania, alcuni Buceri trombettieri. "Mi interessano", gli
telefonai, "Te ne porto uno" rispose. Il giorno dopo si presentò con uno scatolone.
"Ti ho portato una femmina, ha le penne delle ali e della coda rotte, ma è
calma, quasi domestica". L’alloggiai in un gabbione in soffitta, preparai due
grandi recipienti, uno con l'acqua e l'altro con mele tagliate a cubetti, mischiate con pastone alla frutta e la lasciai sola, ma mi nascosi in fondo alle scale per osservarla. Dopo poco iniziò a percuotere insistentemente con la punta del becco i posatoi e a spezzarsi le penne delle ali e della coda. Visto che il povero animale in poco tempo si era ridotto in uno stato pietoso, lo riconsegnai all'amico che lo sostituì con una coppia che aveva il piumaggio perfetto. Anche in questo caso dovetti seguire i Buceri con molta attenzione, perché bastava che rimanessero senza cibo che subito iniziavano il "martellamento" e se non accorrevo a riempire il recipiente del mangiare cominciavano a rovinarsi le penne.
Si dimostrarono comunque poco forastici, direi addirittura docili. La femmina aveva preso l'abitudine di togliere il filo di ferro che chiudeva la porticina della gabbia e di uscire e entrare a suo piacimento. Il maschio anche quando la gabbia era aperta non l'abbandonò mai. Verso la fine di dicembre, poiché la temperatura in soffitta si era fatta rigida e il maschio, bellissimo con un enorme corno che sembrava un altro becco, aveva iniziato ad accusare disturbi respiratori, ritenni prudente affidarli all'amico che disponeva di locali riscaldati, con l'accordo che li avrei ripresi a primavera Così feci, ma purtroppo mi dovetti accontentare di un altro maschio, di taglia più piccola e con la punta del corno rotta, perché l'altro nel frattempo era morto: eravamo alla fine di marzo del 1994 e da allora vivono nella grande voliera in compagnia degli altri uccelli. Per il comportamento in cattività riporto alcune osservazioni tratte alla lettera dal taccuino degli appunti



30 settembre 1994
I Buceri vivono in perfetta armonia con gli altri uccelli: Garruli, Storni e
Calopsitte che, sebbene di taglia molto più piccola, non manifestano alcun timore, posandosi vicinissimi a loro: armonia ma indifferenza reciproca.
Una sorta di "amicizia" si è invece instaurata tra i Buceri e un Turaco di Hartlaub che spesso sta sul medesimo posatoio tra i due "giganti"; sembra un principe con la scorta.

24 ottobre 1994

Poco prima di mezzogiorno ho assistito a una curiosa scenetta. Un Bucero
teneva nel becco una nocciola, ogni tanto sembrava inghiottirla ma subito la faceva ricomparire. Il Turaco non gli dava pace e con gran colpi di becco tentava di levargliela. Alla fine il Bucero ha fatto cadere la nocciola, ha aperto al massimo il becco e ha afferrato il Turaco per il dorso, ma senza stringere, con delicatezza, senza scomporgli nemmeno una piuma; questo avvertimento è stato sufficiente a convincere il Turaco ad allontanarsi. Il Bucero è sceso dal posatoio, ha raccolto la nocciola e ha continuato il giuoco.

15 novembre 1994

I Buceri mangiano per il 90%, circa, mele e per il resto pastone alla frutta.
Non sembrano risentire di questa dieta poco varia, perché hanno superato benissimo la muta e sono in perfetta forma. Penso si trovino a loro agio in
voliera: eccetto i primi tempi non li ho più sentiti “martellare", probabile segno
di nervosismo e di stress.

15 aprile 1995

I Buceri hanno passato l'inverno in voliera senza problemi. Da una ventina di
giorni ho unito alla compagnia tre Padda di Timor e per ora non è successo
niente di brutto, speriamo bene; forse questa volta ho esagerato. I miei
"Trombettieri" hanno a volte comportamenti che fanno sorridere; come
quando si sfidano in lunghi duelli a sonori colpi di becco: combattimenti rituali
senza danni nei quali immancabilmente è il maschio a perdere e a battere in
ritirata. Oppure quando il maschio prende col becco un largo sottovaso di
plastica, lo rovescia, vi infila sotto la testa e comincia a raccogliere zollette e
sassolini e a lanciarli tutt'intorno. Infine quando si "spulciano" a vicenda usando l'enorme becco con la delicatezza di una raffinata manicure.

2 luglio, 1995

Nel primo pomeriggio ho veduto i Buceri fare il bagno di sole. Il bisogno di
"prendere il sole" è comune a quasi tutti gli uccelli, ma la maggior parte ne
utilizzano il benefico effetto disponendosi a terra in posizioni così innaturali che più di una volta ho avuto la sensazione fossero morti, vedendoli con lo
sguardo spento, il becco e le ali semiaperte, le piume scomposte, le gambe irrigidite.
I Buceri invece tengono le gambe nascoste sotto il corpo, le grandi ali completamente aperte e distese, il collo allungato, la testa e il becco appoggiati su piccole zolle, gli occhi aperti e vividi e stanno rilassati e aderenti al terreno come fossero di pezza: ricordano gli aquiloni e nel contempo hanno qualcosa di umano.
In definitiva ritengo questi Coraciformi interessanti uccelli da voliera e
tutt'altro che stupidi, come qualcuno li ha descritti.

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Alamanno Capecchi

marcopeluso
11-04-08, 21: 42
Efferrivamente sono uccelli affascinanti ed imponenti, che io ho visto solo in giardini zoologici...provare ad allevarne una coppia, ecco un altro sogno per gli anni a venire...

Attilio Casagrande
13-04-08, 11: 04
Bellissimo e interessante articolo, come sempre, grazie.

Enzo Patané
13-04-08, 11: 56
"I Buceri invece tengono le gambe nascoste sotto il corpo, le grandi ali completamente aperte e distese, il collo allungato, la testa e il becco appoggiati su piccole zolle, gli occhi aperti e vividi e stanno rilassati e aderenti al terreno come fossero di pezza: ricordano gli aquiloni e nel contempo hanno qualcosa di umano."

Grande Alemanno, la descrizione di questo comportamento è eccezionale, non ne avevo mai sentito parlare.

.....è un pezzo che ne cerco una coppia, se qualcuno sa chi ne ha disponibili...

Enzo

[=^||]]]

Antonio Iaria
13-04-08, 12: 08
Articolo interessantissimo.Ed è anche una specie interessante anche per via del becco.Da l' idea di un uccello primitivo e probabilmente lo è o sbaglio?

Enzo Patané
13-04-08, 12: 16
Articolo interessantissimo.Ed è anche una specie interessante anche per via del becco.Da l' idea di un uccello primitivo e probabilmente lo è o sbaglio?

Secondo me,no. I buceri (io ne ho una coppia di becco rosso) sono il frutto di una evoluzione parallela a quella dei tucani in sud america e dei buceri frugivori nel sud est asiatico.
Hanno occupato la stessa nicchia biologica ma si sono specializzati in ambito più carnivoro in funzione della disponibilità di cibo.
L'aspetto non ti deve trarre in inganno. Il corno è un carattere sessuale secondario che permette ai maschi di emettere un suono caratteristico e di richiamare le femmine.
Il colore è l'ideale per mimetizzarsi nell'ombra di un baobab.
Ti assicuro, inoltre, che sono animali di un'intelligenza superiore paragonabile a quella di un pappagallo.
Ciao
Enzo
[[==/]

Cristiano Ferrari
13-04-08, 12: 18
Incredibile!
Grazie per avermi fatto conoscere un uccelllo,per me,finora sconosciuto!

Paride
13-04-08, 14: 26
E io che pensavo fossero degli uccelli quasi primordiali... forse per il loro aspetto......
Affascinante - Grazie