Donatella Tudino
02-12-10, 16: 36
La psittacosi è una malattia infettiva trasmessa dalla Meyagawanella ornithosis (che trasmette la forma denominata ornitosi e veicolata da tutti i volatili da gabbia e da cortile ) e dalla Meyagawanella psittaci (che determina la psittacosi ed è veicolata dai soli pappagalli ).Si è disquisito a lungo circa il fatto che ornitosi e psittacosi fossero due patologie diverse oppure due diverse manifestazioni di una stessa patologia.
L'infezione prodotta è comunque uguale e tale infezione assume un andamento generalizzato tanto nell'uomo che nei volatili avente come agente patogeno un organismo del gruppo "Psittacosi-Linfogranulomatosi ".
Risulta quindi chiaro che l'ornitosi è una patologia trasmessa da altri volatili che non siano pappagalli i quali invece veicolano la psittacosi.
Fino a qualche decennio fa si riteneva che i pappagalli fossero i serbatoi d'infezione della psittacosi e pertanto ci fu una grave forma di ostracismo nei confronti di tali animali che li alienò per diverso tempo dalle case e dagli allevamenti.
Successivamente si scoprì che i vettori della malattia erano praticamente tutti i volatili e qualche roditore e fu così che i pappagalli furono "riabilitati " e ripresero ad essere richiesti quali volatili ornamentali.
Si evinse inoltre che i soggetti nati in cattività non presentavano (se non in rarissimi casi ) la malattia ,mentre nei soggetti importati era obbligatoria e sufficiente l'osservazione della quarantena.
Fu inoltre subito palese che il rischio di contrarre la psittacosi era bassissima nei pappagalli di piccola taglia nati in cattività e in quelli acquistati da commercianti seri e fidati.
L'ornitosi - psittacosi è una patologia che può avere un esordio subdolo e rimanendo a lungo misconosciuta ha maggior potere di contagio che avviene per via diretta soprattutto attraverso le vie respiratorie e apparato digerente.
Gli strapazzi di lunghi viaggi, forti escursioni termiche,gabbie e voliere maltenute e sovraffollate, alimentazione povera di sali minerali e vitamine sono eventi importanti nella slatentizzazione della malattia.
I soggetti giovani sono più sensibili al contagio.
La patologia si manifesta con sintomatologia assai varia dopo un periodo d'incubazione che va dai tre giorni alle due settimane.
i sintomi sono per lo più rappresentati da disturbi dell'equilibrio,alvo diarroico preceduto da sete intensa, inappetenza, piumaggio arruffato,sonnolenza, brividi,secrezione siero-mucosa congiuntivale e nasale,debolezza con difficoltà a stare sui posatoi, e nella fase pre agonica,convulsioni , vomito e paralisi.
L'eventuale cura si basa sull'uso di aureomicina o terramicina. La terapia va sempre accompagnata da un'alimentazione ben equilibrata e ricca di vitamine e sali minerali. E' comunque consigliabile attuare tutte le misure preventive che scongiurino l'insorgenza della malattia con l'accurata conduzione dell'allevamento e provvedendo a non trascurare di mettere in quarantena i nuovi arrivati.
A scopo preventivo taluni consigliano la somministrazione di semi d'avena decorticati e impregnati di tetracicline
Non si consiglia la vaccinazione che potrebbe portare alla creazione di portatori sani con grande possibilità di contagio.
L'infezione prodotta è comunque uguale e tale infezione assume un andamento generalizzato tanto nell'uomo che nei volatili avente come agente patogeno un organismo del gruppo "Psittacosi-Linfogranulomatosi ".
Risulta quindi chiaro che l'ornitosi è una patologia trasmessa da altri volatili che non siano pappagalli i quali invece veicolano la psittacosi.
Fino a qualche decennio fa si riteneva che i pappagalli fossero i serbatoi d'infezione della psittacosi e pertanto ci fu una grave forma di ostracismo nei confronti di tali animali che li alienò per diverso tempo dalle case e dagli allevamenti.
Successivamente si scoprì che i vettori della malattia erano praticamente tutti i volatili e qualche roditore e fu così che i pappagalli furono "riabilitati " e ripresero ad essere richiesti quali volatili ornamentali.
Si evinse inoltre che i soggetti nati in cattività non presentavano (se non in rarissimi casi ) la malattia ,mentre nei soggetti importati era obbligatoria e sufficiente l'osservazione della quarantena.
Fu inoltre subito palese che il rischio di contrarre la psittacosi era bassissima nei pappagalli di piccola taglia nati in cattività e in quelli acquistati da commercianti seri e fidati.
L'ornitosi - psittacosi è una patologia che può avere un esordio subdolo e rimanendo a lungo misconosciuta ha maggior potere di contagio che avviene per via diretta soprattutto attraverso le vie respiratorie e apparato digerente.
Gli strapazzi di lunghi viaggi, forti escursioni termiche,gabbie e voliere maltenute e sovraffollate, alimentazione povera di sali minerali e vitamine sono eventi importanti nella slatentizzazione della malattia.
I soggetti giovani sono più sensibili al contagio.
La patologia si manifesta con sintomatologia assai varia dopo un periodo d'incubazione che va dai tre giorni alle due settimane.
i sintomi sono per lo più rappresentati da disturbi dell'equilibrio,alvo diarroico preceduto da sete intensa, inappetenza, piumaggio arruffato,sonnolenza, brividi,secrezione siero-mucosa congiuntivale e nasale,debolezza con difficoltà a stare sui posatoi, e nella fase pre agonica,convulsioni , vomito e paralisi.
L'eventuale cura si basa sull'uso di aureomicina o terramicina. La terapia va sempre accompagnata da un'alimentazione ben equilibrata e ricca di vitamine e sali minerali. E' comunque consigliabile attuare tutte le misure preventive che scongiurino l'insorgenza della malattia con l'accurata conduzione dell'allevamento e provvedendo a non trascurare di mettere in quarantena i nuovi arrivati.
A scopo preventivo taluni consigliano la somministrazione di semi d'avena decorticati e impregnati di tetracicline
Non si consiglia la vaccinazione che potrebbe portare alla creazione di portatori sani con grande possibilità di contagio.