marco cotti
13-05-11, 08: 38
P come Pappagali dei Fichi
(generi Opopsitta e Psittaculirostris)
I piccoli ma meravigliosi Pappagalli dei fichi sono difficili da tenere in cattività. Fino all'inizio degli anni '70 sono stati importati assai di rado in Europa, e allevati da pochi appassionati, quindi ci rimane moltissimo da scoprire sul loro comportamento e in generale sulla loro biologia: solo eccezionalmente si sono riprodotti in voliera.
Sono tuttavia tra gli uccelli da gabbia più interessanti, attraenti ed affascinanti da osservare, in tutta la loro vivacità e docilità al tempo stesso.
Le specie del genere Psittaculirostris vivono in Nuova Guinea. Misurano press'a poco 18 cm in lunghezza. Le specie di più piccola taglia del genere Opopsitta (13-14 cm circa). si trovano in Nuova Guinea, in Australia e nelle isole indonesiane di Aru.
Il dimorfismo sessuale (cioè la differenza di forma e colore tra maschio e femmina) può essere talora accentuato, talora inesistente. Il capo è sempre relativamente sviluppato, il becco robusto, la coda cortissima ed appuntita.
L'alimentazione prevede assolutamente una grande quantità di frutta, compresi i fichi secchi, che devono però essere messi a mollo in acqua per una notte.
Un pappagallo mangia almeno tre fichi al giorno, o anche di più se sono piccoli. Due o tre volte nella settimana bisogna somministrare, in aggiunta ai fichi, della vitamina K in gocce o in pastiglie. Senza questa vitamina le femmine possono andare incontro ad emorragie durante la deposizione delle uova o ad altri inconvenienti dovuti alla stessa carenza.
Anche mele, pere, uva e fichi d'india sono accettati con gusto; alcuni soggetti mangiano anche banane e melagrane. Gradite sono pure le spighe di miglio e vanno anche bene le miscele di semi piccoli, possibilmente variate ma che comprendano in ogni caso il girasole.
Indispensabili nella gabbia sono i rami verdi, che servono per esercitare il becco, evitandogli di crescere eccessivamente. Se mancano i rami, i pappagalli attaccano le strutture in legno della gabbia ed i posatoi. Come i lorichetti, i Pappagalli dei fichi hanno bisogno di cassette nido, all'interno delle quali vanno a ripararsi durante la notte o in caso di pericolo.
Il genere Opopsitta annovera due specie: il Pappagallo quattrocchi (O. diophthalma), che si vede difficilmente in cattività, ed il Pappagallo petto arancio (O. gulielmiterti), che è rarissimo.
(Cyclopsitta diophthalma)
(Cyclopsitta diophthalma
Il Pappagallo quattrocchi è verde con la fronte rossa e con un tocco azzurro-cielo sopra gli occhi. I maschi hanno anche le guance rosse, mentre quelle delle femmine sono biancastre. Gli esemplari appena importati si adattano con difficoltà alle nuove condizioni; anche quando sono bene acclimatati, non tollerano temperature inferiori ai 10 °C.
La loro covata consiste di due uova, che vengono incubate per diciotto-venti giorni. Esistono poche segnalazioni ben documentate di riproduzioni in cattività: da una di queste risulta che l'unico nato lasciò il nido all'età di 52 giorni; da un'altra ancora che l'unico pulcino restò nel nido per circa 39 giorni.
Cyclopsitta gulielmitertii
Le tre specie del genere Psittaculirostris sono tra quelle da me preferite. Il Pappagallo di Salvadori (P. salvadorií) ha penne delle guance lunghe e divergenti dal capo: sono gialle nei maschi e giallo-verdi nelle femmine. I maschi ancora immaturi presentano la parte superiore del petto rossa, mentre la stessa area nelle femmine è verde-bluastra.
Il Pappagallo di Desmarest (P. desmarestii) è un uccello di grande bellezza, con la fronte viola-scarlatta, il vertice del capo e la nuca di color arancione dorato; sotto l'occhio si pub notare una piccola macchia blu brillante. Subito al di sotto della gola il piumaggio passa al color blu-cielo con tendenza al violetto: questo accade almeno nella sottospecie nominale in cui maschi e femmine sono praticamente simili. Nella sottospecie P. desmarestii godmani invece i maschi, a diffe-renza delle femmine, hanno la parte posteriore del collo gialla.
Pappagallo di Desmarest
Pappagallo di Desmarest
Il Pappagallo di Edwards (Psittaculirostris edwardsii) si riconosce con facilità per le guance rosso-scure a penne lunghe, come lo sono del resto quelle della regione auricolare, colorate tuttavia di giallo vivo. Il petto dei maschi è rosso scuro, quello delle femmine giallo-verdastro.
Con questi pappagalli ogni risultato positivo, ottenuto nel tentativo di farli riprodurre in cattività, deve essere considerato una conquista. Personalmente ritengo che per facilitare lo svezzamento dei piccoli sia necessario aumentare sensibilmente la quota di proteine animali nella dieta (in particolare aggiungendo vermi della farina). Un pulcino di Pappagallo di Salvadori nacque nel Loro Parque e crebbe regolarmente fino all'età di sei settimane; poi, malauguratamente, contrasse un'enterite e mori. Nelle prime tre o quattro settimane i genitori consumarono almeno 100 vermi al giorno. In successive tre covate non somministrammo affatto vermi della farina (nella stagione calda è praticamente impossibile allevarli e darli ai pappagalli, perché vengono subito attaccati dalle formiche); i pulcini senza questa componente nel cibo sopravvissero meno di una settimana.
I Pappagalli dei fichi depongono due uova alla volta; la femmina le cova per circa ventiquattro giorni. I giovani dovrebbero involarsi dopo otto settimane.
Possono essere tenuti in voliera nell'ambito di colonie di pappagalli diversi.
(generi Opopsitta e Psittaculirostris)
I piccoli ma meravigliosi Pappagalli dei fichi sono difficili da tenere in cattività. Fino all'inizio degli anni '70 sono stati importati assai di rado in Europa, e allevati da pochi appassionati, quindi ci rimane moltissimo da scoprire sul loro comportamento e in generale sulla loro biologia: solo eccezionalmente si sono riprodotti in voliera.
Sono tuttavia tra gli uccelli da gabbia più interessanti, attraenti ed affascinanti da osservare, in tutta la loro vivacità e docilità al tempo stesso.
Le specie del genere Psittaculirostris vivono in Nuova Guinea. Misurano press'a poco 18 cm in lunghezza. Le specie di più piccola taglia del genere Opopsitta (13-14 cm circa). si trovano in Nuova Guinea, in Australia e nelle isole indonesiane di Aru.
Il dimorfismo sessuale (cioè la differenza di forma e colore tra maschio e femmina) può essere talora accentuato, talora inesistente. Il capo è sempre relativamente sviluppato, il becco robusto, la coda cortissima ed appuntita.
L'alimentazione prevede assolutamente una grande quantità di frutta, compresi i fichi secchi, che devono però essere messi a mollo in acqua per una notte.
Un pappagallo mangia almeno tre fichi al giorno, o anche di più se sono piccoli. Due o tre volte nella settimana bisogna somministrare, in aggiunta ai fichi, della vitamina K in gocce o in pastiglie. Senza questa vitamina le femmine possono andare incontro ad emorragie durante la deposizione delle uova o ad altri inconvenienti dovuti alla stessa carenza.
Anche mele, pere, uva e fichi d'india sono accettati con gusto; alcuni soggetti mangiano anche banane e melagrane. Gradite sono pure le spighe di miglio e vanno anche bene le miscele di semi piccoli, possibilmente variate ma che comprendano in ogni caso il girasole.
Indispensabili nella gabbia sono i rami verdi, che servono per esercitare il becco, evitandogli di crescere eccessivamente. Se mancano i rami, i pappagalli attaccano le strutture in legno della gabbia ed i posatoi. Come i lorichetti, i Pappagalli dei fichi hanno bisogno di cassette nido, all'interno delle quali vanno a ripararsi durante la notte o in caso di pericolo.
Il genere Opopsitta annovera due specie: il Pappagallo quattrocchi (O. diophthalma), che si vede difficilmente in cattività, ed il Pappagallo petto arancio (O. gulielmiterti), che è rarissimo.
(Cyclopsitta diophthalma)
(Cyclopsitta diophthalma
Il Pappagallo quattrocchi è verde con la fronte rossa e con un tocco azzurro-cielo sopra gli occhi. I maschi hanno anche le guance rosse, mentre quelle delle femmine sono biancastre. Gli esemplari appena importati si adattano con difficoltà alle nuove condizioni; anche quando sono bene acclimatati, non tollerano temperature inferiori ai 10 °C.
La loro covata consiste di due uova, che vengono incubate per diciotto-venti giorni. Esistono poche segnalazioni ben documentate di riproduzioni in cattività: da una di queste risulta che l'unico nato lasciò il nido all'età di 52 giorni; da un'altra ancora che l'unico pulcino restò nel nido per circa 39 giorni.
Cyclopsitta gulielmitertii
Le tre specie del genere Psittaculirostris sono tra quelle da me preferite. Il Pappagallo di Salvadori (P. salvadorií) ha penne delle guance lunghe e divergenti dal capo: sono gialle nei maschi e giallo-verdi nelle femmine. I maschi ancora immaturi presentano la parte superiore del petto rossa, mentre la stessa area nelle femmine è verde-bluastra.
Il Pappagallo di Desmarest (P. desmarestii) è un uccello di grande bellezza, con la fronte viola-scarlatta, il vertice del capo e la nuca di color arancione dorato; sotto l'occhio si pub notare una piccola macchia blu brillante. Subito al di sotto della gola il piumaggio passa al color blu-cielo con tendenza al violetto: questo accade almeno nella sottospecie nominale in cui maschi e femmine sono praticamente simili. Nella sottospecie P. desmarestii godmani invece i maschi, a diffe-renza delle femmine, hanno la parte posteriore del collo gialla.
Pappagallo di Desmarest
Pappagallo di Desmarest
Il Pappagallo di Edwards (Psittaculirostris edwardsii) si riconosce con facilità per le guance rosso-scure a penne lunghe, come lo sono del resto quelle della regione auricolare, colorate tuttavia di giallo vivo. Il petto dei maschi è rosso scuro, quello delle femmine giallo-verdastro.
Con questi pappagalli ogni risultato positivo, ottenuto nel tentativo di farli riprodurre in cattività, deve essere considerato una conquista. Personalmente ritengo che per facilitare lo svezzamento dei piccoli sia necessario aumentare sensibilmente la quota di proteine animali nella dieta (in particolare aggiungendo vermi della farina). Un pulcino di Pappagallo di Salvadori nacque nel Loro Parque e crebbe regolarmente fino all'età di sei settimane; poi, malauguratamente, contrasse un'enterite e mori. Nelle prime tre o quattro settimane i genitori consumarono almeno 100 vermi al giorno. In successive tre covate non somministrammo affatto vermi della farina (nella stagione calda è praticamente impossibile allevarli e darli ai pappagalli, perché vengono subito attaccati dalle formiche); i pulcini senza questa componente nel cibo sopravvissero meno di una settimana.
I Pappagalli dei fichi depongono due uova alla volta; la femmina le cova per circa ventiquattro giorni. I giovani dovrebbero involarsi dopo otto settimane.
Possono essere tenuti in voliera nell'ambito di colonie di pappagalli diversi.