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MAV72
07-01-12, 19: 15
Prendo spunto da questo interessante intervento di Alessandro Ascheri:


Dal fatto che ha 5 anni... Purtroppo, come ho appena scritto in un'altra discussione, essendo un soggetto che ha poco da spartire con i suoi avi selvatici (i Gould non escono dall'Australia da oltre 50 anni) la selezione spinta e poco attenta agli aspetti etologici ha portato gli esemplari domestici a perdere la loro rusticità e longevità, anche quella sessuale. Per esempio, difficilmente un diamante mandarino maggiorato arriva a 5 anni di vita e già a 4-5 anni diventa sterile. Invecchiano prima, non c'è niente da fare. Sono bellissimi, più grandi e spesso mutati in splendide livree.
Lo dice anche Tyrell, il produttore di replicanti del film "Blade runner", a Roy, il forte e imponente replicante impersonato da Rutger Hauer: "La luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo. E tu hai sempre bruciato la tua candela da due parti, Roy."

Secondo voi è possibile fare una selezione più attenta agli aspetti etologi in modo da "ricreare" degli esemplari, pur sempre domestici, ma più rustici e longevi?
Se si, quali sarebbero i criteri di selezione?
Quale sarebbe l'ambiente più idoneo all'allevamento di soggetti, magari non "perfetti", ma, come detto, più rustici, più longevi, anche dal punto di vista sessuale? All'interno o all'esterno?

bugio13
10-01-12, 13: 49
E' una domanda che può aprire una bella discussione secondo me.....
Io non posso dire niente sulla longevità reale o sessuale dei Gould perchè li allevo da troppo poco e non ho elementi sufficienti...posso però dire che nel mio piccolo sto cercando di creare un ceppo di Gould che riescano a vivere all'esterno e che si riproducano seguendo il ritmo delle stagioni, fondamentale per me che vivo al Nord dove non ci sono temperature invernali tali che possano permettere la riproduzione...inoltre cerco di privilegiare l'allevamento in purezza...

MAV72
10-01-12, 17: 00
E' una domanda che può aprire una bella discussione secondo me.....
Io non posso dire niente sulla longevità reale o sessuale dei Gould perchè li allevo da troppo poco e non ho elementi sufficienti...posso però dire che nel mio piccolo sto cercando di creare un ceppo di Gould che riescano a vivere all'esterno e che si riproducano seguendo il ritmo delle stagioni, fondamentale per me che vivo al Nord dove non ci sono temperature invernali tali che possano permettere la riproduzione...inoltre cerco di privilegiare l'allevamento in purezza...

Concordo con quanto affermi.
Anche io, nel mio piccolo, sto cercando di allevare all'esterno, allevare in purezza, allevare seguendo i ritmi delle stagioni.

Detto questo, possiamo già fissare dei criteri base per una selezione più attenta agli aspetti etologi dei diamanti di Gould?

Per esempio:
allevamento in purezza;
allevamento all'esterno;
allevamento seguendo i ritmi delle stagioni.
Su quest'ultimo punto ci sarebbe da stabilire qual'è il ritmo delle stagioni, nel senso che ci sono Diamanti di Gould che si riproducono tranquillamente all'esterno in questo periodo (inverno).

Un altro criterio importante sarebbe, a mio avviso, quali soggetti far riprodurre.
E' chiaro che una selezione in tal senso potrebbe non coincidere con la bellezza del soggetto che s'intenda far riprodurre.
Elemento collegato al suddetto criterio è l'allevamento in gabbie o in voliera dove, in quest'ultimo caso, la selezione da parte dell'allevatore diventa abbastanza ostica.

Altro criterio potrebbe essere il non utilizzo di medicinali e/o integratori di origine sintetica.
A questo criterio va ad aggiungersi l'uso eventuale dei soli integratori e/o medicinali naturali.

Cosa ne pensate al riguardo?

Paolo e Melissa
10-01-12, 18: 01
Interessantissimo argomento ragazzi,anche perche' il soggetto che si riferiva Alessandro era proprio il mio"orazio" ...arrivato purtroppo alla vecchiaia a soli 5 anni di eta'.
Ci deve essere un modo, tra cui molti degli elementii che avete voi elencato per far si che come si e' allungata la vita per noi umani,lo stile che conduciamo,il mantenerci in forma fino a tarda eta' ecc..ecc.. ...sia possibile migliorarla anche a loro.E' vero esiste il fattore ambientale,non assumere determinati cibi vitamine,ecc...che in libertà' avrebbero più' modo di fare. Lo stress che a quanto pare influisce molto su di loro,e tantissime altre cose.Pero sono sicura e voi ragazzi molto piu' di me che qualcosa si potrebbe fare()(()(

carpodaco
11-01-12, 19: 20
bellissima discussione,in merito alle cove seguendo il ciclo delle stagioni mi sono già espresso in altre discussioni,secondo me il ciclo però dovrebbe essere il nostro,ovvero primavera-estate,invece molti allevatori preferiscono farli allevare con luce artificiale in questo periodo,siccome la muta della specie di per se è lenta questa tecnica fa in modo che i soggetti arrivino in perfette condizioni di piumaggio alle mostre e proprio le mostre molto probabilmente sono la causa della selezione a mio avviso sbagliata che ha portato a soggetti più grandi,più belli ma non adatti al miglioramento genetico,la fertilità ridotta ne è la prova.

Fabio Musumeci
11-01-12, 21: 52
I Diamanti di Gould in natura, come la maggior parte dei piccoli passeriformi, non credo che abbiano una aspettativa di vita che possa andare oltre i 5 o 6 anni.
In cattività ovviamente la loro vita si allunga, grazie alla costante disponibilità di cibo e alla mancanza di predatori, quindi ritengo che un se un maschio riesce ad essere fecondo per 4 o 5 anni è già un traguardo raggurardevole, lo stesso che in genere gli altri passeriformi, canarino domestico incluso, raggiungono nella loro vita in cattività.

Io ritengo che, prima di cominciare a parlare di come "irrobustire" i "nostri" D.di Gould, dobbiamo imparare quali sono i suoi limiti, le sue esigenze, e la sua morfologia, solo allevandolo per diverse generazioni riuscirà ad integrarsi e acclimatarsi perfettamete all'ambiente in cui viviamo, anche se questo non cambia solo da città a città, regione a regione, ma anche da casa a casa, giusto ed encomiabile è l'intento di farli riprodurre durante la bella stagione, la stessa in cui si riproducono i nostri fringillidi, e ritengo che non rappresenti una grossa difficoltà, basta prendere pochi ma buoni accorgimenti.

Intanto tenere separati i sessi, per tutta l'estate e per tutto l'inverno, non tenere le coppie insieme e non mettere assolutamente i nidi, nemmeno con la "romantica" speranza che lo usino come riparo, cosa che per loro natura non fanno, poi durante questo riposo forzato, per non sottoporli a stimoli ambientali troppo forti, non prolungare il fotoperiodo e non somministrare pastoni troppo proteici, ignorare le uova deposte sul fondo gabbia, ma allo stesso tempo somministare costantemente sali minerali e fonti di calcio, per scongiurare problemi di ritenzione, che potrebbero manifestarsi anche in assenza dei maschi.

Tutto questo, badate bene, non servirà a trasformare i D.di Gould in ciò che non sono, ma potrà servire a noi per allevarli con meno stress (per noi e per loro) e in una stagione più favorevole alle loro esigenze, ovviamente ciò comporterà qualche inconveniente, in primis il rischio che vadano in muta o in falsa muta, per lo stress di non potersi accoppiare quando vorrebbero loro, oppure che la stagione riproduttiva primaverile sia troppo breve, perchè con l'approssimarsi dell'estate potrebbero andare in muta effettiva.

Tocchiamo il discorso delle mostre, un D.di Gould nato a marzo-aprile-maggio-giugno è perfettamente in grado di mutare entro fine settembre, magari non avrà i filetti delle timoniere particolarmente allungati, ma considerando che si possono esporre fino al secondo anno di età, anche chi ama partecipare alle esposizioni è accontentato.

Tutto questo ovviamente va "contro" quello che continuo a leggere in certi interventi, come il fatto di gente che li fa riprodurre sotto la neve, dobbiamo deciderci, questa trasformazione non deve passare da un estremo all'altro, sempre per nostra comodità, non è facendogli sopportare il freddo che li tempreremo, almeno non durante la riproduzione, ma me lo dite quale specie in natura si riprodurrrebbe d'inverno.....con la neve? A parte i pinguini?

Per adesso e suppondo per moltissimi anni, la struttura fisica e del piumaggio di questo estrildide australiano rimarrà quella di un esotico specializzato per le alte temperature, e parlo di condizioni che "ammazzerebbero" un canarino dei più rustici, allo stato selvatico i D.di Gould non hanno certo problemi a riprodursi, non hanno bisogno dei Passeri del Giappone, non hanno bisogno di multivitaminici o pastoncino, se non fosse per quello che l'uomo sta facendo nel loro ambiente, sarebbero ben felici di continuare a bere l'acqua sporca e salmastra delle pozze, di volare per qualche chilometro alla ricerca dei semi migliori, di sfuggire ai predatori.....e non mi sembrano cose da uccellini delicati.

Ragazzi, in conclusione, non vedeteci come dei superconservatori che guardiamo solo alle mostre, o peggio ai gudagni, io dico che, prima di parlare di come "cambiare" il Diamante di Gould, dobbiamo parlare di come "diventare" dei bravi allevatori.
E i bravi allevatori studiano le esigenze, le caratteristiche, la morfologia, e la "natura" della specie che pretendono di allevare.......non tutte gli uccelli possono essere trasformati in "canarini".
Intanto impariamo ad allevarlo secondo i suoi ritmi, accumuliamo esperienza, e poi pensiamo a modificare gradatamente (leggasi lentamente) le sue abitudini.....ma solo per il suo bene, e solo perchè non viviamo in Australia.

Fabio.

MAV72
12-01-12, 10: 41
Per adesso e suppondo per moltissimi anni, la struttura fisica e del piumaggio di questo estrildide australiano rimarrà quella di un esotico specializzato per le alte temperature, e parlo di condizioni che "ammazzerebbero" un canarino dei più rustici, allo stato selvatico i D.di Gould non hanno certo problemi a riprodursi, non hanno bisogno dei Passeri del Giappone, non hanno bisogno di multivitaminici o pastoncino, se non fosse per quello che l'uomo sta facendo nel loro ambiente, sarebbero ben felici di continuare a bere l'acqua sporca e salmastra delle pozze, di volare per qualche chilometro alla ricerca dei semi migliori, di sfuggire ai predatori.....e non mi sembrano cose da uccellini delicati.

Ragazzi, in conclusione, non vedeteci come dei superconservatori che guardiamo solo alle mostre, o peggio ai gudagni, io dico che, prima di parlare di come "cambiare" il Diamante di Gould, dobbiamo parlare di come "diventare" dei bravi allevatori.
E i bravi allevatori studiano le esigenze, le caratteristiche, la morfologia, e la "natura" della specie che pretendono di allevare.......non tutte gli uccelli possono essere trasformati in "canarini".
Intanto impariamo ad allevarlo secondo i suoi ritmi, accumuliamo esperienza, e poi pensiamo a modificare gradatamente (leggasi lentamente) le sue abitudini.....ma solo per il suo bene, e solo perchè non viviamo in Australia.

Fabio.

Ciao Fabio,
apprezzo il tuo intervento comprensibile e diretto.

Il mio intervento iniziale non vuole affibbiare la definizione di superconservatore a chi alleva a fini espositivi, a chi alleva con l'utilizzo delle balie, a chi alleva all'interno dei locali potendo così agire anche sul fotoperiodo.

Credo che - fermo restando il benessere degli animali - il fine e le modalità dell'allevamento non debbano essere obbligatoriamente uno ed uno solo.

Personalmente non mi interessano le mostre.
Personalmente considero un buon allevatore non solo chi riesce a riprodurre soggetti belli e "perfetti", ma anche chi alleva tenendo in considerazione il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale. E nel comportamento degli animali, come hai scritto anche tu, non ci sono le mostre, l'utilizzo di balie, l'uso di medicinali e/o integratori sintetici.
Nel loro ambiente naturale c'è, sicuramente, una temperatura ambientale media maggiore rispetto al nostro paese, ma c'è una selezione naturale che non sempre coincide con la bellezza e la forma degli esemplari o con una particolare mutazione.

Detto questo, mi preme sottolineare che ho aperto questa discussione non per fare una distinzione tra allevatori buoni e allevatori cattivi, ma solo per fornire dei suggerimenti (tramite un confronto costruttivo) a chi come me, non allevando per fini espositivi, non allevando per riprodurre un gran numero di novelli, vuole allevare i Diamanti di Gould per il semplice gusto di allevarli, cercando di rispettare gli aspetti etologi della specie e cercando, per quanto sia possibile, di "ricreare" quella certa rusticità che, a mio modesto avviso, si è un po' persa nel corso degli anni.

Simone.

bugio13
12-01-12, 10: 50
Fabio, secondo me nessuno vuole demonizzare che fa mostre o alleva per quello, infatti se non erro Mav 72 è uno che espone.....
Io dico solo che riproduco i Gould in primavera perchè non ho la possibilità di allevarli all'interno (fra la'ltro mi ritrovo perfettamente in tutto quello che hai scritto sulla gestione della cosa perchè faccio esattamente così) e che mi sembra un buon modo per acclimatarli e abituarli meglio alle nostre latitudini, visto che credo sia impossibile riprodurre le loro condizioni ambientali originarie....

MAV72
12-01-12, 11: 05
Fabio, secondo me nessuno vuole demonizzare che fa mostre o alleva per quello, infatti se non erro Mav 72 è uno che espone...

No bugio non espongo;)

Alessandro Ascheri
12-01-12, 11: 33
Secondo me bisogna distinguere, non tra allevatori buoni e cattivi, ma tra chi considera gli animali solo un banco di prova per gareggiare e vincere e chi invece alleva cercando il loro benessere, anche se finalizzato ad ottenere esemplari belli e selezionati.
Io li tengo all'esterno e con i nidi disponibili da marzo a ottobre/novembre (dipende dalle condizioni metereologiche). I miei Gould decidono loro quando iniziare una cova e lo fanno di solito in ottobre e marzo/aprile. D'estate mutano. Questo succede, secondo me, perché si adattano non alla temperatura, ma alle stagioni umide, come avviene in natura. E' chiaro che in Australia la stagione umida non è fredda come il nostro autunno, ma evidentemente loro sono più sensibili alla disponibilità di semi (che crescono con le piogge) che non alle temperature (che non variano molto in Australia).
Sappiamo benissimo che ci vogliono molte generazioni per modificare la struttura del piumaggio e il metabolismo degli uccelli. In parte, per quanto riguarda il piumaggio, questo è stato già modificato dalla selezione dell'uomo: i nostri Gould sono più grandi e piumosi degli snelli esemplari selvatici. Il metabolismo si è adattato ad un'alimentazione meno varia e più grassa. Però, tutto questo lo abbiamo pagato con la selezione di animali meno propensi all'aalevamento.
Io penso che i nostri Gould siano più robusti di quelli selvatici, anche più longevi, ma hanno progressivamente perso l'abitudine ad allevare. Ecco, questo è l'unico aspetto che veramente andrebbe curato in allevamento. Io non capisco, veramente, perché far ricorso alle balie, quando loro sono genitori formidabili! Non capisco perché invece di allevare 10 coppie di Gould e 20 di balie, non si allevino 30 coppie di Gould. Questo non è rispettoso né nei confronti dei Gould, che vengono fatti crescere senza gli istinti allevatori, né nei confronti delle balie, che vengono sfruttate e indebolite dagli svezzamenti ripetuti e ravvicinati di figli altrui.
Siamo proprio sicuri che anche numericamente (la motivazione che viene più spesso portata come giustificazione) si abbiano risultati molto migliori? Coppie di Gould di 2-3 anni di età alleverebbero senza problemi 5-6 pulli di media e questi crescerebbero sicuramente più forti e robusti, cosa che si rifletterebbe anche sulla qualità dei soggetti.
E, poi, avere 30 coppie di Gould anziché 10 (più 20 di balie) ci permetterebbe di avere più soggetti a disposizione tra cui scegliere e ci darebbe sicuramente un piacere maggiore nel vedere tutti quei colori nelle nostre gabbie. ;)

breeder06
12-01-12, 11: 39
ciao a tutti, questa discussione è molto interessante....pero' vorrei porvi un'altra questione.Premetto che non allevo Gould, pero' è un uccello che mi affascina per la moltitudine di combinazioni di colori che sono apparse negli anni.La mia domanda è questa: non avete mai notato come è cambiata la forma della mascherina del Gould?....adesso è squadrata come quella di un cardellino ma in origine, guardando dei vecchi disegni dei primi esploratori, la mascherina aveva la forma leggermente diversa.

tipo queste: http://www.fabulousfinch.com/gouldian-finch-pictures.htm

Fabio Musumeci
12-01-12, 15: 57
Io non faccio distinzioni fra chi espone e chi no, quella è una cosa che viene solo alla fine di una stagione riproduttiva, io stesso non sono mai stato un espositore incallito, le mostre mi piacciono più da spettatore e come luogo di incontro, piuttosto che come terreno di confronto, non solo chi vince alle esposizioni è un bravo allevatore, e non solo chi fa 300 novelli a stagione è un bravo allevatore, io per esempio non allevo molte coppie per fare tanti novelli, cè chi con meno esemplari ne ottiene più di me, ma perchè mi piace avere tutte le varietà, abbinate alle 3 varianti cromatiche di maschera.
Vorrei solo far capire a chi, con tanto entusiasmo, fa proclami di cambiamento che prima di cambiarla una cosa la si deve conoscere, molti (senza fare nomi) mi contattano in privato per attenzionarmi loro post aperti con richieste di aiuto, oppure mi rivolgono domande dirette sulla genetica, sull'alimentazione, sulla riproduzione, io cerco di rispondere a tutti, di dare un consiglio, di aiutare per quello che mi è possibile, perchè d'altronde sono un semplice allevatore, non sono un biologo, ne tanto meno ho la barba bianca e la saggezza di un nonno, ho 41 anni di cui 26 passati ad allevare Diamanti di Gould, e non sempre con lo stesso immutabile metodo.
In questi anni ho visto moltissimi cambiamenti, sia fisici che metodici, 25/30 anni fà chi si approciava all'allevamento dei Gould era considerato un pazzo o un pioniere, c'erano tante dicerie, che il miglio bianco fosse tossico, che la lattuga li uccidesse, che si accoppiassero solo dentro il nido, stufe regolate sui 30°, per non parlare della genetica, certe volte sembrava di ripassare le regole del poker, cuori batte quadri, fiori batte picche, la scala reale batte il poker.....insomma non era nemmeno chiaro quale fosse la forma dominante, quella recessiva....per non parlare di quella legata al sesso, tutte cose a dire il vero che ancora oggi sfuggono a moltissime persone.
Però poi leggo certi interventi in cui, le stesse persone che chiedono consigli, dicono di voler cambiare il metodo d'allevamento, che è giunta l'ora di rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould.......bene, avere un obbiettivo nella vita è un ottima cosa, prima però impariamo - badate ho scritto impariamo e non imparate - i fondamentali, poi potremo discutere di cosa sia meglio cambiare e cosa conservare, quello che leggo per i D.di Gould raramente viene scritto per altre specie, sembra che tutti vogliano cambiarlo, perchè così com'è è troppo scomodo o complicato da allevare, eppure nemmeno per i Cardellini nostrani le cose sono tanto facili, seppur naturalmente sincronizzati alle nostre temperature, al ciclo delle nostre stagioni, non si riproducono in gabbia come un canarino, anzi....tutt'altro.

MAV72
12-01-12, 16: 30
Io non faccio distinzioni fra chi espone e chi no, quella è una cosa che viene solo alla fine di una stagione riproduttiva, io stesso non sono mai stato un espositore incallito, le mostre mi piacciono più da spettatore e come luogo di incontro, piuttosto che come terreno di confronto, non solo chi vince alle esposizioni è un bravo allevatore, e non solo chi fa 300 novelli a stagione è un bravo allevatore, io per esempio non allevo molte coppie per fare tanti novelli, cè chi con meno esemplari ne ottiene più di me, ma perchè mi piace avere tutte le varietà, abbinate alle 3 varianti cromatiche di maschera.
Vorrei solo far capire a chi, con tanto entusiasmo, fa proclami di cambiamento che prima di cambiarla una cosa la si deve conoscere, molti (senza fare nomi) mi contattano in privato per attenzionarmi loro post aperti con richieste di aiuto, oppure mi rivolgono domande dirette sulla genetica, sull'alimentazione, sulla riproduzione, io cerco di rispondere a tutti, di dare un consiglio, di aiutare per quello che mi è possibile, perchè d'altronde sono un semplice allevatore, non sono un biologo, ne tanto meno ho la barba bianca e la saggezza di un nonno, ho 41 anni di cui 26 passati ad allevare Diamanti di Gould, e non sempre con lo stesso immutabile metodo.
In questi anni ho visto moltissimi cambiamenti, sia fisici che metodici, 25/30 anni fà chi si approciava all'allevamento dei Gould era considerato un pazzo o un pioniere, c'erano tante dicerie, che il miglio bianco fosse tossico, che la lattuga li uccidesse, che si accoppiassero solo dentro il nido, stufe regolate sui 30°, per non parlare della genetica, certe volte sembrava di ripassare le regole del poker, cuori batte quadri, fiori batte picche, la scala reale batte il poker.....insomma non era nemmeno chiaro quale fosse la forma dominante, quella recessiva....per non parlare di quella legata al sesso, tutte cose a dire il vero che ancora oggi sfuggono a moltissime persone.
Però poi leggo certi interventi in cui, le stesse persone che chiedono consigli, dicono di voler cambiare il metodo d'allevamento, che è giunta l'ora di rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould.......bene, avere un obbiettivo nella vita è un ottima cosa, prima però impariamo - badate ho scritto impariamo e non imparate - i fondamentali, poi potremo discutere di cosa sia meglio cambiare e cosa conservare, quello che leggo per i D.di Gould raramente viene scritto per altre specie, sembra che tutti vogliano cambiarlo, perchè così com'è è troppo scomodo o complicato da allevare, eppure nemmeno per i Cardellini nostrani le cose sono tanto facili, seppur naturalmente sincronizzati alle nostre temperature, al ciclo delle nostre stagioni, non si riproducono in gabbia come un canarino, anzi....tutt'altro.

Mi piace quotare interamente il tuo post così si capisce più facilmente che sto parlando direttamente con te e, analogamente, sto commentando quello che scrivi.

Personalmente ho chiesto, anche più di una volta, degli aiuti sulla genetica.
Quindi ritengo che il tuo intervento sia riferito anche a me.

Premesso questo, il tuo intervento mi fa porre alcune domande.
Allevo Diamanti di Gould in purezza ed all'esterno da soli 3 anni.
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, non ho la tua esperienza.

Se avessi dovuto seguire, però, pedissequamente la tua logica, avrei dovuto iniziare ad allevare all'interno di un locale e con l'ausilio di balie.
Solo dopo anni di esprienza avrei potuto incominciare a differenziare "il mio allevare" dalla strada maestra.
Giusto? E' questo quello che intendi?

E poi:

Secondo te rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould equivale a dire di voler allevare in purezza?
Secondo te rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould equivale a dire di voler allevare all'esterno?
Secondo te rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould equivale a dire di provare a farli riprodurre nella nostra primavera?
Secondo te rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould equivale a dire di non voler utilizzare medicinali e/o integratori sintetici?
Secondo te, ferma restando la selezione dei soggetti, chi alleva cercando il benessere dei propri individui senza considerare "gli animali solo un banco di prova per gareggiare e vincere" (frase ripresa dall'intervento di Alessandro Ascheri) vuol dire rivoluzionare il "mondo" dei Diamanti di Gould?

Scusami tutte queste domande, ma trovo questo confronto stimolante.

Fabio Musumeci
12-01-12, 21: 26
Scusa, Mav, a scanso di equivoci, non vorrei che questa interessante discussione diventasse una questione personale.
Nei miei due interventi non ho risposto direttamente a qualcuno in particolare, bensì ho semplicemete detto la mia.
Non ricordavo che tu mi avessi chiesto consigli in privato, la mia era una constatazione generica, non era riferito direttamente a te, o quanto meno non solo a te.
Non cè una strada maestra, e soprattutto non è mia intenzione imporre il mio metodo, io cerco solo di dare consigli in base alla mia esperienza, utili o inutili stà agli altri deciderlo.
Per me non cè nessuna rivoluzione da fare, qualsiasi decisione presa per il bene esclusivo degli animali è encomiabile, mentre qualsiasi decisione presa per il nostro esclusivo tornaconto personale è discutibile.
Personalmente accoppio i miei Gould sia a fine estate, sia in primavera, ovviamente non sempre gli stessi, alterno due gruppi di riproduttori, non lo faccio per avere più novelli da vendere, ma solo per motivi di spazio.
Però cè da dire che vivo in Sicilia, la "mia estate" e la "mia primavera" non sono uguali a quelle di tutte le regioni d'Italia, e aggiungerei nemmeno l'inverno, anzi soprattutto l'inverno, che si sa che la nostra Nazione è stretta e lunga.
Io ritengo che se messi in atto pochi semplici accorgimenti si può arrivare ad allevare i Gould in purezza, all'aperto, però nella stagione più appropriata, sebbene per una selezione più accurata preferisca le gabbie da cova.
Quando parlo di selezione non mi riferisco alla bellezza, ma al tipo di accoppiamenti "leciti" per mantenere la giusta rusticità, robustezza e vitalità, non si può trascurare questo fondamentale aspetto se si vogliono allevare Gould "forti", non tutte le mutazioni sono "sovrapponibili" con leggerezza lasciando scegliere a loro.
Non escludo per ciascuno di voi la possibilità di riuscire a portare qualcosa di nuovo, o di affermare quanto già iniziato, nel mondo dell'allevamento in cattività dei D.di Gould.
Ritengo solamente che, prima di intraprendere nuove strade, sarebbe meglio percorrere per un pò quella già più o meno segnata, anche e soprattutto per accumulare esperienza, e principalmente per crearsi un proprio ceppo, perchè tutto quello che "GIUSTAMENTE" proponete di fare non lo si può ottenere acquistando esemplari da altri allevatori, ma solo allevando e creando pian piano i presupposti per ottenerlo.

Buona fortuna a tutti, ora lascio la parola agli altri, è giusto che tutti esprimano la loro opinione, la mia a questo punto mi sembra abbastanza chiara.
Fabio.

bugio13
13-01-12, 13: 52
Mav72...ho sbagliato persona credo....capita ad una certa età:)

Fabio...ho capito quello che dici....per cambiare il mondo bisogna prima sapere come gira.....e non posso che darti ragione....
Io dal canto mio ho intrapreso questa strada dopo aver ascoltato opinioni e pareri per un anno (e tu lo sai bene credo:)), quindi non sono partito allo sbaraglio completo....e non voglio dire che il mio metodo sia più giusto degli altri.....solo che per necessità allevo così, ma ho sempre detto che se vedessi problemi dovuti al mio metodo non ci metterei due seconde a mollare tutto......
Parlo di questo argomento con poca esperienza alle spalle è vero, ma allora non ci sarebbero più le discussioni e solo pochi potrebbero dire la loro.....

MAV72
13-01-12, 16: 32
Quando parlo di selezione non mi riferisco alla bellezza, ma al tipo di accoppiamenti "leciti" per mantenere la giusta rusticità, robustezza e vitalità, non si può trascurare questo fondamentale aspetto se si vogliono allevare Gould "forti", non tutte le mutazioni sono "sovrapponibili" con leggerezza lasciando scegliere a loro.


Perché Fabio non approfondiamo questo aspetto?

Per esempio, nel mio piccolo, ho notato una certa, passatemi il termine, fragilità dei Diamanti di Gould in mutazione blu rispetto agli ancestrali.
E' possibile?

Per avere dei Gould "forti" e "rustici" dovremmo fare selezione privileggiando gli accoppiamenti tra ancestrali?

Fabio Musumeci
13-01-12, 17: 32
Io credo che la cosa migliore, se si vogliono allevare in voliera, e all'aperto, sarebbbe quella discegliere solo soggetti dal fenotipo ancestrale, e assolutamente non consanguinei.
Parlo di fenotipo ancestrale, ma non escludo che possano essere portatori di mutazioni recessive, quali la petto bianco e la blu.

Spesso, per quanto riguarda le mutazioni, ho rimarcato la mia preferenza nell'accoppiare mutato x portatore, o portatore x portatore, mai mutato x mutato, tranne ovviamente nel caso dei pastello, ma anche per loro credo che quello di past.sf x pastello sia un buon limite da imporsi, mentre eviterei past. df x past.

Ma nel caso in cui si vuole creare un ceppo di Diamanti di Gould "ruspanti", metterei da parte sia i pastello che i blu, ed eviterei anche introdurre nel gruppo petto bianco di entrambi i sessi.

Quando mi si chiede con quale "colore" è meglio iniziare ho sempre risposto....con gli ancestrali (cioè TR, TA, TN a petto viola), ma spesso mi sono sentito dire che, per vari motivi, si voleva cominciare da due soggetti blu, il problema è che oltre all'ingenuità dei novizi cè la malafede dei marpioni, quelli che vendono ed elargiscono consigli....di comodo.

I Blu, per quanto si possa credere, sono più delicati dei verdi, se in una colonia si manifesta un problema, state certi che colpirà per primi proprio i blu, ovviamente se si evitano accoppiamenti tra mutati, e tra consanguinei, si possono ottenere dei blu robusti, ma sempre meno degli ancestrali.

I pastello, per mia esperienza personale, non hanno la stessa fragilità dei blu, ma hanno il difetto di restringere la taglia, a molti piacciono i maschi pastello df TR, e per questo accoppiano sempre past. x past., ma non è una cosa da fare alla leggera, si ottengono soggetti dai colori sgargianti, ma non con la stessa srtuttura di un buon ancestrale, per ottenere dei soggetti possenti bisogna selezionare bene i riproduttori, ma qui sfociamo negli standards di bellezza.

Anche i petto bianco vanno "dosati", non sono d'accordo con chi (purtroppo sempre per un motivo di quantità e mai di qualità) preferisce accoppiare sempre pb x pb, "perchè così mascono i pb col bianco puro", si però si vanno ad indebolire e a stringere la struttura.

Come ben sappiamo (o dovremmo sapere) queste mutazioni sono combinabili e sovrapponibili fra di loro, quindi, se lo scopo è la "robustezza" e se il mio consiglio è quello di evitare i mutati, ancor di più sconsiglio di utilizzare i plurimutati, soprattutto nella combinazione pastello-blu, e soprattutto se a petto bianco, sono soggetti molto delicati, con problemi di fertilità e con scarsa attitudine a covare ed allevare in purezza.

Insomma, se per una colonia in voliera, o anche in appropriate gabbie da cova, si volgiono selezionare Gould robusti, rustici, ruspanti, spartani...etc etc. meglio usare gli ancestrali, anche se portatori di qualche mutazione recessiva autosomica.

Di tutta questa discussione, quello che mi convince meno, è l'ostracismo verso gli integratori e la cocciutagine di volerli far riprodurre all'aperto, d'inverno e sotto la neve.
Integratore non vuol dire "doping", non vuol dire "bomba", non vuol dire "formula magica", vuol dire prodotto col quale cercare di sopperire a ciò che si procaccerebbero in natura, tutto ciò che va oltre i semplici semi.
Allevare all'aperto, in modo naturale, in purezza, in voliera, in colonia, non vedo perchè debba voler dire "con la neve", "col ghiaccio", "quelli che sopravvivono sono i migliori", "così faccio selezione naturale".....e cosa cè di naturale nel far patire il freddo durante le cove ad una specie "specializzata" per le altissime temperature?
Volete allevare all'aperto? OK....ma non mettete i nidi d'inverno, tranne che non viviate in regioni dal clima temperato, cosa c'entra tutto ciò con la robustezza?.....meglio aspettare la primavera, come faremmo con i nostri fringillidi, nemmeno i Ciuffolotti che amano il freddo fanno il nido d'inverno.....è un controsenso!
Vi invito ancora una volta a leggere questo articolo, parla del piumaggio dei Gould, del loro modo di nidificare in natura, di ciò per cui sono altamente specializzati e quindi conformati:
http://lnx.ornieuropa.com/forum/showthread.php?19514-Osservazioni-sulla-riproduzione-dei-diamanti-di-lady-gould-in-cattivita
Non vorrei aggiungere nient'altro a questa discussione, perchè ogni volta sembra che il mio intento sia quello di monopolizzare il dibattito, per me "TUTTI" possono esprimere la loro opinione, siamo "TUTTI" uguali, chi più esperto chi meno.
Questa non è la mia rubrica personale.

MAV72
13-01-12, 17: 44
Integratore non vuol dire "doping", non vuol dire "bomba", non vuol dire "formula magica", vuol dire prodotto col quale cercare di sopperire a ciò che si procaccerebbero in natura, tutto ciò che va oltre i semplici semi.

Ma quale rubrica personale Fabio, anzi mi piacerebbe che altre persone con la tua esperienza partecipassero arricchendo ulteriormente questa discussione.

Cosa ne pensi degli integratori naturali?
Ci sono alcune ditte farmaceutiche che hanno formulato integratori naturali specifici per uccelli a base di, ne cito solo alcuni, tarassaco ed echinacea.
Cosa ne pensi al riguardo?

Luca ZZ.
13-01-12, 18: 30
Invece ti ringrazio molto Fabio per i tuoi interventi. Imparo molto ogni volta che leggo i tuoi interventi!!!
Vorrei però chiederti una in merito alla "selezione" della "Robustezza" della quale condivido anch'io di tentare sempre più la purezza e già questa è un'ottima selezione. se per irrobustire i ns. gould accoppio portatore x portatore di BLU, i flgli blu che nascono son comunque deboli o già più robusti dei figli di portatore x blu oppure blu x blu? Mi ha incuriosito perchè il blu TN PV è la mutazione che più mi affascina ma con la quale voglio andare piano proprio per i motivi descritti da te... credo anche che facendo portatore per portatore si irrobustisca la mutazione blu, giusto?

Fabio Musumeci
13-01-12, 20: 02
Attenzione......non sto facendo il prezioso!!!!
Prefersico lasciare spazio anche ad altri, sennò diventa un pulpito.
E' meglio che la discussione si arricchisca di altre opinioni.

bugio13
14-01-12, 12: 38
Fabio....ben venga la tua esperienza e i tuoi consigli....magari ci fossero altri esperti come te a dire la loro....ne gioverebbero tutti....quindi dai....torna attivo nella discussione....

Io dico che gli integratori o le vitamine sono indispensabili per gli uccelli da gabbia, anche se forniamo già loro frautta e verdura.....in natura mangiano quello che vogliono e sanno cosa e quanto prendersi.....in gabiia glielo imponiamo noi quello che devono mangiare, senza sapere se li nutriamo bene con tutti gli elementi nutritivi di cui hanno bisogno.....poi che siano naturali (cosa significa naturali? Bio?) o quelli in commercio non so se faccia tanta differenza...in fondo io prendo medicine o vitamine non naturali, quindi penso possano andare bene anche per gli uccelli....e poi chi lo sa se quelle vitamine naturali sono proprio così naturali?
Io un paio di volte a settimana fornisco agli uccelli frutta o verdura, e più naturale di quello non c'è nulla....da primavera in poi fornirò loro anche le erbe prative....

Per quanto rigurda l'allevamento invernale (logico che per quelli che abitano al Sud il discorso cambia) all'aperto, come dice Fabio, è innaturale.....nessun uccello in natura nidifica d'inverno alle nostre latitudini, e ciò dovrebbe far riflettere....

Paolo e Melissa
14-01-12, 18: 21
Mi aggiungo anch'io ...grazie Fabio sei per noi un vero Wikipedia ,i tuoi consigli sono veramente molto preziosi.
Leggevo tra i tuoi post che non sei daccordo con chi si ostina a far riprodurre dei soggetti PB - PB ,per il fine di accentuare il bianco .Ho una coppia femmina PB maschio PV,sono stata un po rimproverata per questo accoppiamento,dicendomi che il viola si va ad inquinare e i colori si spengono. Quindi secondo te non sempre e' cosi,sbaglio?

Fabio Musumeci
14-01-12, 19: 18
Ragazzi, tranquilli, sono qui che vi leggo!!!!

Integratori, se sono a gocce, in polvere, o altro, non sono naturali comunque, a prescindere dagli ingredienti, quindi meglio fidarsi dei migliori prodotti.
L'unica volta che ho provato un prodotto a base di ginseng, pappa reale e altri ingredienti naturali.....sono andati tutti in muta durante le cove......ma magari è stata colpa mia.
Frutta e verdura?...i Gould non ne sono dei gran mangioni, ma insistere in questo senso potrebbe rappresentare un punto di svolta.

PV x PB è ok al 100%

bugio13
14-01-12, 19: 25
La mela non la cagano di striscio (si può dire????) ma foglie di verza e cavolo in questa stagione e radicchio e verdura d'estate lo mangiano volentieri...poi quandodò loro il tarassaco impazziscono e lo finiscono in pochi minuti...,.

Ho provato a fornire il Transivit da solo nelle linguette ma non ne vogliono proprio sapere....che faccio? Insisto e attendo?

MAV72
15-02-12, 18: 08
Scusami Fabio se ho quotato il tuo intervento anche in questa discussione, ma credo che il tuo "vademecum" possa essere utile anche qui.

N.B. Chiaramente, per non creare in futuri lettori qualche fraintendimento, ho lasciato solo i punti i punti, passami il termine, salienti.





[omissis]

In questi anni, e soprattutto dopo quello che ho letto e scritto su questo forum, sono arrivato ad alcune considerazioni, che vi voglio esporre e che voglio discutere con tutti voi,[omissis]


per esperienza vi dico che, nonostante gli innegabili successi ottenuti a temperature molto basse, il clima ideale per la riproduzione dei Gould è il caldo, e ciò è dimostrato anche dalla loro atavica abitudine di smettere di scaldare i piccoli dopo 10/12 giorni dalla schiusa;
con questo non voglio dire che non siano in grado di svernare all'aperto anche con temperature molto basse, ovviamento garantendogli un giusto riparo, soprattutto dal vento e dalla pioggia, perchè volgio ricordarvi che non è il freddo il loro nemico, quanto piuttosto le correnti d'aria, ma se si decide, o non si può fare altrimenti, di allevarli fuori, sarebbe meglio consentire la riproduzione a partire dalla primavera;
non culliamoci del fatto che, nonostante in molti ci riescano, pare si riproducano bene anche durante il nostro inverno, pur se in condizioni a volte proibitive, ciò dipende da quello che, al pari di altri fattori comportamentali, non siamo riusciti (nostro malgrado) a modificare.....i Diamanti di Gould, al pari degli altri estrildidi, e degli psittacidi, non subiscono l'influenza del fotoperiodo, cosa che avviene nei fringillidi, quanto piuttosto quella della diponibilità di cibo, cosa che noi - in parte erroneamente - gli garantiamo ogni santo di quei 365 giorni che compongono l'anno;
ritengo che si possono sincronizzare alle nostre stagioni, applicando pochi accorgimenti, e questo sarebbe sicuramente più produttivo, non solo al tanto vituperato livello quantitativo, quanto a livello qualitativo in termini di robustezza, vivacità e salute, ci riesco io che li allevo al chiuso (in Sicilia!!!), non vedo perchè non debba essere possibile farlo all'aperto, dove sicuramente la temperatura gioca un ruolo fondamentale, sebbene loro sembrano ignorarla, spesso putroppo a loro spese;
gli accorgimenti a cui mi riferisco sono: tenerli preferibilmente separati per sesso, non stimolarli con la presenza dei nidi (tanto non ci vanno a dormire e non li usano come ricovero), non fornire durante la fase di "riposo" un' alimentazione troppo stimolante, ben vengano vitamine ed integratori, ma mantenere basso il livello di proteine, limitare la dipsonibilità di spighe di panico, che riserverei al solo periodo riproduttivo, ospitarli in contenitori abbastanza ampi, al pari di quando devono affrontare la muta....isnomma nulla di astruso, almeno penso;
non dimentichiamoci una buona integrazione di iodio, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione naturale, il Sole.....signori....il Sole, o quanto meno la luce naturale, è fondamentale per il loro benessere, e ve lo dice uno che, PURTROPPO, è costretto ad allevarli soprattutto con luce artificiale (!!!)
per quanto riguarda invece il periodo pre-riproduttivo, fare tutto l'opposto di quanto ho scrittto sopra, tranne ovviamente il riferimento al Sole e alla luce naturale, quindi: mettiamo insieme maschie e femmine, aumentiamo la disponibilità di cibo, aumentiamo le proteine (ottimo l'uovo sodo), integriamo con calcio e sali minerali, forniamo le spighe di panico, che in questo modo rappresenteranno un forte stimolo, se non possiamo (come me) fornire erbe prative integriamo con complessi vitaminici che includano buone percentuali di vit.E;
per una buona risucita dell'allevamento senza balie, disponiamo le coppie in gabbie abbastanza ampie, sicuramente dei contenitori lunghi almeno 90 cm sarebbero l'ideale, anche se personalmente riesco ad allevarli in purezza in gabbie da 55 cm, ma si sa che per un volatile una gabbia non è mai troppo grande;
altrettanto importante ritengo sia il posizionamento della gabbia, se possibile evitiamo di porla troppo in basso, e in penombra, i soggetti che ricevono una buona illuminazione sono più attivi, probabilmente perchè più a loro agio;
ritengo opportuno, onde evitare distrazioni o innamoramenti alternativi, schermare il lati delle gabbie in modo che le coppie siano isolate, tranne che non si volgia allevarli in piccole comunità in voliera, questa raccomandazione è dovuta al fatto che, spesso, se consentiamo ai vicini di gabbia di vedersi, uno dei membri della coppia potrebbe invaghirsi del dirimpettaio, ignorando o addirittura aggredendo il partner che abbiamo scelto noi;
a tal proposito, controllare che i partners vadano d'accordo fin quasi dal primo incontro è fondamentale, se non va bene entro un ragionevole arco di tempo meglio cambiarli;
un altro elemento fondamentale è sicuramente il nido, inteso come tipo di nido, sono convinto che una cassettina in legno, abbastanza profonda, buia e ampia, rappresenti la soluzione ideale, a prescindere che sia mono o doppia-camera, ormai abbiamo visto tutti quale tipo di nido i Gould usano in natura, e quali gli studiosi e i ricercatori approntino per loro, allo stato selvatico, una cassetta in legno (il materiale più naturale!!!) preceduta da un lungo cunicolo o corridoio;
la necessità di un ambiente buio, e quindi molto intimo e riservato, ci viene confermata dalla conformazione dell'apparato orale dei pulli, che come tutti sappiamo hanno delle escrescenze rifrangenti (non fluorescenti!!!) ai lati del becco, queste escrescenze servono a riflettere la minima quantità di luce che riesce a penetrare all'interno dei nidi, consentendo ai genitori di individuare le bocche spalancate dei propri filgi, e di imbeccarli in condizioni di semioscurità;
probabilmente anche da questo dipende lo scriteriato vizio, di alcuni maschi, di gettare i pulli di pochi giorni fuori dal nido.....forse arrivano a non riconoscerli, nonstante abbiano covato con assiduità le loro uova, prima della schiusa.....quindi, buio e profondità;
un'altra cosa che forse dovrebbe essere presa in considerazione è la grandezza dell'apertura orale dei pulli di Diamanti di Gould, che se confontata con quelli di altri estrildidi (tranne gli appartenenti al genere affine degli Erythrura) appare molto più grande, soprattutto in confronto dei loro più utilizzati baliatori, i Passeri del Giappone, credo che ciò sia dovuto al fatto che siano programmati per ricevere prede vive di una certa consistenza, probabilmente bisognerebbe insistere di più in questo senso, per consentire agli adulti di poter allevare bene i propri figli, trovare la giusta fonte di proteine animali atte al loro svezzamento, mi riferisco a tarme insetti e quant'altro, altrimenti non si spiega un simile apparato boccale, dato che gli adulti non hanno certo un becco della dimensione di quella di un Padda;
un'altro aspetto, che più che essere trascurato, procura ansia negli allevatori di Gould, e soprattutto in quelli che vogliono allevare in purezza, è il giusto limite di tempo entro il quele separare i figli dai genitori, più volte mi è capitato di assistere a novelli che sembravano imbeccare i loro coetanei, ma più che aiutare i loro genitori ritengo fossero impegnati in un attegiamento imitativo, ciò mi fa supporre che, in natura, i giovani si separino dalla famiglia molto tardi, e che probabilmente i nati della prima nidiata aiutino i genitori ad allevare quelli delle successive, ciò potrebbe essere confermato dal fatto che i novelli mantengono una livrea monocromatica per diversi mesi, magari poprio per non innescare nel padre comportamenti territoriali, che invece lo spingerebbero ad allontanare i giovani maschi, o a vessare le giovani femmine;
probabilmete l'ideale sarebbe, come ho fatto quest'anno, lasciare il più possibile i figli insieme ai genitori, almeno fino alla schiusa e oltre dei nuovi fratellini, e in caso di gabbie abbastanza ampie lasciare che assistano, o addirittura contribuiscano, allo svezzamento dei loro fratelli minori, anche grazie al fatto che, dopo un certo limite, non gradiscono più tornare all'interno del nido, non disturbando i genitori durante la cova e non calpestando i pulli appena nati, cosa che invece inevitabilmente farebbero i Diamanti mandarino, in cui i giovani cominciano apresentare tratti sessuali distintivi in età precoce, tanto da essere allontanati presto dal padre, se maschi, e dalla madre, se femmine;
Per concludere (almeno per ora), forse è proprio quest'ultimo aspetto su cui dovrebbero concentrarsi gli allevatori che voglio specializzarsi nell'allevamento in purezza, tentare dove altri hanno rinunciato, e perseverare dove altri hanno mollato, ma sempre nel rispetto del benessere della specie che si vuole allevare, pur tenedo in considerazione una risorsa come quella dei Passeri del Giappone, che possono servire, non a sovvertire il progetto "purezza", ma piuttosto contribuire a raggiungerlo.
Vi prego di non interpretare questo mio intervento come uno dei miei soliti sermoni, quanto piuttosto un contributo personale, dovuto ad esperienze e considerazioni personali, a chi vuole allevare i Dimanti di Gould.
Ps....vogliate perdonare eventuali errori di battitura o di sintassi, man mano che me ne accorgerò li correggerò.
[omissis]

Fabio Musumeci

Fabio Musumeci
15-02-12, 22: 05
Non prendetelo come un vademecum, ma solo come una serie di considerazioni, dettate da osservazioni ed esperienze personali.