Visualizza la versione completa : Aspergillosi, condividiamo un po' di info
Simone Durigon
12-05-12, 18: 33
Carissimi,
nel tentativo di rendere il nostro hobby sempre più qualitativo, voglio proporre una discussione sulla tanto odiata aspergillosi (infezione da funghi), che per alcune specie è la prima causa di morte a livello statistico.
Mi rivolgo soprattutto a coloro i quali allevano Pappagalli africani, Pionus, Amazzoni, Cacatua e Lori, visto che sono le specie più colpite.
Senza far esplicito riferimento ai nostri veterinari mi piacerebbe sapere come la prevenite, come l'avete curata (semmai l'avete avuta) e come l'avete diagnosticata (con o senza vet).
Purtroppo è una patologia dalla grande resistenza ai farmaci, ho perso diversi africani qualche tempo fa e ancor oggi dopo le varie analisi non c'è una ragione valida per la quale sono morti diversi soggetti in poco tempo pur avendo rispettato tutti gli standard di qualità ed igiene nel mantenimento.
Mi piacerebbe sapere che un giorno avremo gli strumenti per tenerla lontana perchè ad oggi è una minaccia molto concreta e soprattutto poco curabile.
Simone Durigon
01-06-12, 15: 22
Ragazzi, nessuno che ha qualcosa da scrivere su questo argomento?
Eppure è di primaria importanza per chi alleva pappagalli...
spero in qualcuno che non abbia già letto.
MORRIS_73
01-06-12, 16: 28
Ciao Simone, ci sarebbe da scrivere un libro sul tema in questione, vado di fretta, e' un discorso
che mi ha riguardato, che mi ha fatto impazzire e che a mio avviso si puo' risolvere. Tempo fa' su un mio post riferito alla preventricolite, accennai al Signor di Vito Francesco (che se mi legge saluto), ad un altro prodotto naturale con effetti eccezionali e mi riferivo proprio alla prevenzione dell'aspergillus.
Le necroscopie in genere sui soggetti interessati riguardono/coinvolgono i sacchi aerei che si presentano in genere e a volte anche solo uno con
un opacamento generalizzato e lesioni varie e non di rado anche giallastre.
I polmoni si presentano visibilmente e gravemente congesti, con lesioni riconducibili a forme batteriche o micotiche, vista la simultanea presenza
di miceti nel sacco aereo, l'assenza di batteri nei vetrini ad impronta da quest'organo e la presenza anche qui di alcuni elementi
associabili ad ife fungine.
I soggetti in genere sono destinati a morire per insufficenza respiratoria a seguito di una gravissima congestione epatica sostenuta da miceti.
Andrebbe comunque messo in coltura su piastra un frammento di fegato, dal quale si dovrebbe isolare un Aspergillus se di Aspergillus si tratta.
La congestione pancreatica e quella splenica dovrebbero in genere anche essere presenti e riconducibili ad uno stato di tossicosi generalizzato.
Io dico che il problema e' risolvibile, ma perfavore non generalizziamo quando senza la presenza di una necroscopia che a volte fa male "alle tasche", scegliamo la via piu' breve dicendo di presumere di sapere/conoscere il motivo della morte di un soggetto.
Soggetti in ottima forma possono morire all'improvviso senza nessuna apparente sofferenza, ma sono certo che' in "cattivita'" il problema e' da attribuire solo a noi per una scarsa conoscenza in materia. In questo senso e' veramente poco curabile!
Scappo, sperando di potermi connettere a breve.
Saluti
Simone Durigon
01-06-12, 16: 47
Ciao Simone, ci sarebbe da scrivere un libro sul tema in questione, vado di fretta, e' un discorso
che mi ha riguardato, che mi ha fatto impazzire e che a mio avviso si puo' risolvere. Tempo fa' su un mio post riferito alla preventricolite, accennai al Signor di Vito Francesco (che se mi legge saluto), ad un altro prodotto naturale con effetti eccezionali e mi riferivo proprio alla prevenzione dell'aspergillus.
Le necroscopie in genere sui soggetti interessati riguardono/coinvolgono i sacchi aerei che si presentano in genere e a volte anche solo uno con
un opacamento generalizzato e lesioni varie e non di rado anche giallastre.
I polmoni si presentano visibilmente e gravemente congesti, con lesioni riconducibili a forme batteriche o micotiche, vista la simultanea presenza
di miceti nel sacco aereo, l'assenza di batteri nei vetrini ad impronta da quest'organo e la presenza anche qui di alcuni elementi
associabili ad ife fungine.
I soggetti in genere sono destinati a morire per insufficenza respiratoria a seguito di una gravissima congestione epatica sostenuta da miceti.
Andrebbe comunque messo in coltura su piastra un frammento di fegato, dal quale si dovrebbe isolare un Aspergillus se di Aspergillus si tratta.
La congestione pancreatica e quella splenica dovrebbero in genere anche essere presenti e riconducibili ad uno stato di tossicosi generalizzato.
Io dico che il problema e' risolvibile, ma perfavore non generalizziamo quando senza la presenza di una necroscopia che a volte fa male "alle tasche", scegliamo la via piu' breve dicendo di presumere di sapere/conoscere il motivo della morte di un soggetto.
Soggetti in ottima forma possono morire all'improvviso senza nessuna apparente sofferenza, ma sono certo che' in "cattivita'" il problema e' da attribuire solo a noi per una scarsa conoscenza in materia. In questo senso e' veramente poco curabile!
Scappo, sperando di potermi connettere a breve.
Saluti
Ti sono molto grato dell'intervento. Personalmente ho mandato tutti i cadaveri ad analizzare per l'istologico, ma ciò che oggi ritengo sia imbarazzante è la scarsa dimestichezza che i professionisti esibiscono nel diagnosticare ma soprattutto nel proporre terapie efficaci, anche se in altre sedi dipingono questa patologia come molto conosciuta e facilmente superabile.
Spero che ti riconnetterai presto.
MORRIS_73
04-06-12, 12: 59
Buongiorno a Tutti,
Ciao Simone, come accennato il discorso e' abbastanza ampio, se Vogliamo complesso ma
anche interessante.
Non saprei davvero da dove iniziare dal momento che di patologie gravi, gravissime ne esistono diverse.
Parliamo di Aspergillus sempre e comunque dopo una necroscopia, ma mai quando dietro esami
approfonditi non riusciamo a risalire alla causa del decesso. Vedi ad esempio i mycoplasmi, altro argomento
interessante ma non diagnosticabile da diversi professionisti per la loro struttura molto particolare. Ma sicuramente risolvibile!
E diciamolo pure: se non trovi il professionista giusto, saranno sempre soldi buttati al vento.
Sinceramente e giustamente sono poche le persone, gli allevatori che decidono di approfondire,
di capire il perche' della morte di un soggetto. Spesso e volentieri sento dire: sai quel soggetto mi e'
morto di infarto, ma francamente credo che siano piu' le persone a morire di infarto che "gli uccelli".
Pertanto penso che questa sia la scusa, la giustifazione piu' frequente per non spendere denaro e non capire.
E' inoltre evidente che se un soggetto costa pochi euro, come si potrebbe giustificare una spesa eccessiva
per diagnosticarne il decesso, quando per esempio una necroscopia no ne rivela le cause e per dirne una
dovremmo cominciare ad effettuare "un tossicologico" o altro?
Forse converrebbe investire qualche euro di piu' sui "pappagalli" che per ovvie ragioni sono volatili piu' costosi?
No, no, non sono d'accordo! Credo che per allevare con determinati criteri, ma soprattutto per poter acquistare, detenere
determinate specie, rare, impegnative bisogna essere veramente ferrati in materia, altrimenti che senso avrebbe "brancolare" nel buio?
non pensi?
E' di pochi mesi fa la notizia che in un noto allevamento di cardellini, esistono delle patologie gravissime, oserei dire
irrisolvibili e molto ma molte pericolose, tanto da rivelarne la pericolosita' a livello europeo.
E poi noi ci andiamo a comprare il cardellino particolare!
E' sempre risulta essere almeno ad oggi irrisolvibile un'altra questione/patologia riferita "a degli strani filamenti"
riscontrabili dai vetrini che in termini di 24 ore portano a decesso soggetti piccoli con una costituzione "leggera".
Soggetti piu' robusti tendono invece a reagire ma non tutti alle cure anche se a mio avviso e solo questione
di tempo nel costatarne il decesso.
Perche' ho fatto questa premessa? e perche' ti dico questo? perche' quando la necroscopia non da esito, due sono le
cause: o il professionista non e' un professionista e quindi un incompetente o
e' bene cominciare a pensare a qualche altra ipotesi e approfondire gli accertamenti che in fin dei conti cominciano ad essere
davvero impegnativi.
Poi magari qualcuno pensa che ci sono allevatori che non vogliono divulgare, ma sinceramente quando solo pochi si
impegnano per capire e crescere a che pro' dovremmo fare divulgazione? Per la Gloria? No grazie!
Ma questo e' solo un pensiero personale.
Sai qual'e' il trucco? Comprare pochissimi soggetti o meglio non comprarne proprio ma soprattutto
animali di importazione. Esistono tante di quelle patologie nei soggetti di importazione che
davvero ti farebbero desistere nel continuare ad allevare. Mi rendo conto che e' dura ed io in primis
ne sono continuamente affascinato. Ma torniamo all'Aspergillus che e' questo il tema principale.
Avrai sicuramente constatato che i decessi avvengono con temperature superiori ai 15, 18 gradi e mai nei
periodi freddi o con temperature rigide. Faccio riferimento ad allevamenti esterni, in quelli interni
bisognerebbe valutare altre condizioni ma il post poi puo' diventare decisamente molto lungo.
Parliamo quindi dell'esterno e ti sottolineo che io per comodita' allevo senza griglie sul fondo.
Saprai sicuramente che il contagio con il fungo avviene per inalazione, qualcuno potrebbe pensare
quanto sia difficile che cio avvenga ed invece e' estremamente semplice se non si effettua una pulizia costante ed adeguata
cercando anche di non creare resistenze con prodotti improprii.
Certo la malattia e' comunque rara se consideriamo che le spore spesso vivono a spese della materia organica in decomposizione
e che il vettore e' rappresentato anche dall'aria dal momento che la particolare morfologie di dette spore
li consente di vivere anche in sospensione.
Ancor piu' facile e' il contagio per chi fornisce rami, piante o infiorescenze raccolte in luoghi umidi con determinate temperature
dove la possibilita' "di raccocglier" il fungo e portarselo "a casa" e' estremamente semplice.
Attenzioni soprattutto ai rami "nuovi" che fungeranno da posatoio!
Te lo dice uno che fornisce tutto che quello la natura puo' offrire senza esclusione di colpi.
E puoi immaginare quanti problemi possa aver avuto in allevamento quando inspiegabilmente trovi dei soggetti con un ottimo stato di salute
"schiattati" a terra senza un problema apparente. Non colpisce quindi solo soggetti immunodepressi come affermano in
tanti, ma anche soggetti con uno stato di salute strepitoso. Le necroscopie te lo possono quindi dimostrare.
Bisogna imparare anche a raccogliere, e a fornire degli elementi chelanti che eliminano le
tossine gia' dal fegato (nel caso ci sia stato contagio) per evitare che si creino focolai che in breve tempo portano i soggetti colpiti a
morte certa. In questo modo ci sara' la completa "espulsione" delle micotossine prodotte da questo micete e nemmeno te ne accorgi.
I Belgi lo hanno capito, lo fanno da tempo, certamente non lo vengono a dire ne a te e ne a me e sono molto ma molto piu' bravi di noi.
La terapia? Se i soggetti sono robusti i tempi si allungano, raramente li salvi, ma se parliamo di soggetti di piccola taglia puoi dire addio ai
sogni di gloria.
Mi scuso per la lunghezza del post, per qualche errore ortografico, ne ho approfittato della pausa pranzo e di una connessione di favore,
vado di fretta ma ci sarebbe davvero da parlarne tanto. Inoltre sto sicuramente sottraendo prezioso spazio ad altri utenti del Forum.
Caro Simone, io lo so quello che si prova, ti comprendo, l'impotenza di cui parli la conosco, ti capisco, mi dispiace, e sono anche certo che hai anche l'intelletto necessario per comprendere che dopo tutta questa "pappardella" manca l' elemento e il riferimento indispensabile al componente principale.
Saluti
Grazie per il tuo intervento. Anche a me interessa l'argomento aspergillosi e fa piacere che se ne parli.
Un dato di fatto è che alcune specie risultano essere maggiormente suscettibili di altre. Nel caso dei pappagalli è risaputo che pionus e poicephalus, ad esempio, sono specie più vulnerabili a questo tipo di malattia. Ma cosa le rende particolarmente predisposte all'aspergillosi? Non parlo di individui di importazione che dovevano affrontare un cambiamento di habitat e clima, ma della loro prole nata in cattività. Potrebbe essere che anche soggetti del genere non riescano ancora ad adattarsi ai nostri climi così differenti dalle loro zone d'origine trattandosi di specie che solitamente vivono ad alte altitudini?
Simone Durigon
04-06-12, 18: 26
Grazie per il tuo intervento. Anche a me interessa l'argomento aspergillosi e fa piacere che se ne parli.
Un dato di fatto è che alcune specie risultano essere maggiormente suscettibili di altre. Nel caso dei pappagalli è risaputo che pionus e poicephalus, ad esempio, sono specie più vulnerabili a questo tipo di malattia. Ma cosa le rende particolarmente predisposte all'aspergillosi? Non parlo di individui di importazione che dovevano affrontare un cambiamento di habitat e clima, ma della loro prole nata in cattività. Potrebbe essere che anche soggetti del genere non riescano ancora ad adattarsi ai nostri climi così differenti dalle loro zone d'origine trattandosi di specie che solitamente vivono ad alte altitudini?
Ciao mark,
la vulnerabilità di certe specie è confermata a livello empirico, in altre parole, statisticamente è stato osservato che le morti sono maggiori in quelle specie. A livello scientifico non credo ci siano delle prove che spieghino i motivi di una certa sensibilità. Le ipotesi più accreditate riguardano la quantità di vit.A, la purezza dell'aria nei luoghi d'origine e l'umidità relativa. Personalmente credo che alcune specie aprano meglio la strada all'aspergillus in quanto in cattività non ricevono gli stessi alimenti che consumano in natura, a volte questo crea un abbassamento delle difese o un processo infiammatorio generalizzato nell'organismo che, seppur lieve, predispone alla patologia.
Quando scrivevo che si brancola nel buio, mi riferivo anche al fatto che purtroppo oggi gli specialisti ancora non hanno strumenti che differenziano un'aspergillosi lieve e poco acuta, da un'infezione fulminante che fa morire gli uccelli senza dimagrire in sole 48 ore. Le terapie sono spesso obsolete o anch'esse basate su osservazioni, i medicinali quasi tutti poco efficaci.
E' vero, in molti casi se ne esce, o l'animale viene curato. Personalmente credo che siano le poche volte in cui ad essere affetto è un soggetto in grande stato di forma che anche da solo riesce a far reagire l'organismo all'infezione, per l'altra stragrande maggioranza l'esito è infausto.
Inutile precisare (molti, anzi quasi tutti già se ne sono accorti), che quando cerchiamo delle risposte utili alle cause della morte per aspergillosi, anche tra i tecnici della medicina si assiste ad un via vai di pareri spesso discordanti tra loro e a volte, se mi è concesso, molto ma molto creativi.
Un saluto.
Mi sembra di capire dalle tue parole Simone che oltre al "buio" in materia di diagnosi e metodistiche da adottare per questa malattia, non si riesca comunque a capire bene perché sono proprio alcune specie ad esserne più colpite. Giustamente parlavi di ipotesi, ma se si riuscisse a comprendere nello specifico le cause (confermando tali ipotesi) si potrebbe senz'altro intervenire meglio. A meno che non ci sia di fatto un'incapacità intrinseca di alcune specie ad adattarsi integralmente a condizioni che non siano quelle del proprio habitat.
Simone Durigon
04-06-12, 21: 30
Mi sembra di capire dalle tue parole Simone che oltre al "buio" in materia di diagnosi e metodistiche da adottare per questa malattia, non si riesca comunque a capire bene perché sono proprio alcune specie ad esserne più colpite. Giustamente parlavi di ipotesi, ma se si riuscisse a comprendere nello specifico le cause (confermando tali ipotesi) si potrebbe senz'altro intervenire meglio. A meno che non ci sia di fatto un'incapacità intrinseca di alcune specie ad adattarsi integralmente a condizioni che non siano quelle del proprio habitat.
Esatto, penso proprio che ci sia una percentuale di responsabilità dovuta proprio alla genetica di certe specie. Una cosa è certa, ad oggi la miglior difesa è la prevenzione: pulizia e giusta alimentazione...
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