marco cotti
27-09-07, 23: 15
L’Astrilda guancia nera Estrilda melanotis (Temminck, 1823)
di Alamanno Capecchi
parte prima
L'Astrilda guancia nera,è un piccolo grazioso uccellino presente con cinque
Sottospecie in vasti areali dell'Africa a sud del Sahara. Nonostante il nome, soltanto in due Sottospecie i maschi presentano la caratteristica "mascherina" nera.
In ordine strettamente geografico, da nord-ovest verso sud-est, la loro distribuzione è la seguente:
Estrilda melanotis quartinia - Etiopia, S.E., Sudan
Estrilda melanotis kilimensis - E Zaire, dall'Uganda fino allo Zambia, Rodesia
Estrilda melanotis bocagei - W. Angola
Estrilda melanotis stuartirwini - S. Mozambico
Estrilda melanotis melanotis - Sud Africa
Nell'Astrilda melanotis bocagei (Shelley, 1903) e nell'Estrilda melanotis melanotis i maschi hanno le guance nere.
Estrilda melanotis - femmina a sinistra e due immaturi
Descrizione della sottospecie tipica:
Estrilda melanotis melanotis
Parti superiori della testa e i lati del collo: grigio scuro. Gola e guance: nere
Dorso e ali: verde-oliva in due diverse tonalità
Groppone e sopracoda: rossi
Petto: grigio chiaro
Becco: mandibola superiore nera, inferiore rossa
Coda: nera. L.T. 9-10 cm.
La femmina manca del nero alla testa e il verde-oliva del dorso è più chiaro.
Nelle altre Sottospecie, eccetto l'E.m. bocagei, anche i maschi assomigliano alle femmine della Sottospecie tipo.
Predilige luoghi con piante erbacee lungo i margini delle foreste e i corsi d'acqua, soprattutto in aree montane, alimentandosi di piccoli semi immaturi di graminacee e di insetti. Costruisce il nido di forma globulare in fitti cespugli o in incavi di alberelli anche nei parchi e nei giardini vicino alle case. Depone in media 4-6 uova, ma sono stati rinvenuti in alcuni casi nidi con dieci uova! L'incubazione dura 12-13 giorni e i pulli abbandonano il nido dopo tre settimane. A circa 90-100 giorni dalla nascita assumono la livrea degli adulti e il caratteristico becco bicolore.
I pochi Autori di libri di ornitocoltura scritti o tradotti in italiano (Orlando, de
Baseggio, Menassé, Cristina, Vriends) che prendono in considerazione l'allevamento di questa Specie, consigliano di alloggiarla in ambienti asciutti dove la temperatura non scenda sotto i 9-10°C e di alimentarla con panico in spighe, semi immaturi di graminacee spontanee, verdure, pastoncini freschi e piccole larve di T. molitor e di formica con l'aggiunta di osso di seppia macinato. Ottimisti per l'acclimatazione e l'adattamento alle condizioni di cattività non lo sono altrettanto per la riproduzione, ritenuta non facile né
frequente.
Esperienza personale
La mia esperienza con questa Astrilda si riferisce prevalentemente alla sottospecie Estrilda m. quartinia.
Acquistai la prima coppia nel settembre del lontano 1960 e la tenni fino alla primavera successiva, poi la regalai a un mio nipotino che da tempo ci perdeva gli occhi dietro.
Questi uccellini si rivelarono deliziosi animali da compagnia. A un cestino, di quelli usati dai fiorai, appesi un piccolo nido per Esotici, vi attaccai un ramoscello artificiale di fiori di pesco e delle foglie in materiale sintetico e posi sul fondo due recipienti di vetro per l'acqua e il cibo. Fu la loro gabbia senza sbarre alla quale presto si affezionarono passandovi la maggior parte del tempo. Per niente timorosi, mi consentirono di spostare da un punto all'altro della stanza questa loro casetta senza fuggire, spesso occhieggiando dall'interno del nido.
Diversi anni dopo, esattamente nell'autunno del 1971 ebbi l'occasione di comprarne un buon numero. Tra questi selezionai cinque coppie che nell'aprile dell'anno successivo alloggiai in una voliera lunga m. 8,30, alta m. 1,90 e profonda m. 1,75, addossata al muro di cinta del giardino; 6 m avevano il fondo naturale con piante sempreverdi, la rimanente parte era tutta in muratura, eccetto il frontale. Sebbene risultasse confortevole, le
condizioni per la riproduzione non potevano considerarsi ideali. In quel periodo un amico importatore mi regalava, o cedeva a prezzi modestissimi, numerose specie di uccelli.
La voliera era troppo affollata per consentire un'adeguata tranquillità. Nuovi
ospiti, spesso di taglia molto più grande, mettevano scompiglio tra quelli già ambientati disturbando o distruggendo i nidi. Eppure in questo bailamme tutte e cinque le coppie dei solerti "Astri nani", così li chiama il de Baseggio nel suo libro "I Ploceidi", nidificarono effettuando una due e anche tre deposizioni di cinque o sei uova ciascuna in piccole costruzioni quasi sferiche con apertura laterale, intessute con fili di erba secca e muschio,
imbottite internamente con cotone idrofilo. Covavano alternativamente, ma qualche volta stavano insieme nel nido, uno accanto all'altro come fanno i Passeri del Giappone.
(continua)
di Alamanno Capecchi
parte prima
L'Astrilda guancia nera,è un piccolo grazioso uccellino presente con cinque
Sottospecie in vasti areali dell'Africa a sud del Sahara. Nonostante il nome, soltanto in due Sottospecie i maschi presentano la caratteristica "mascherina" nera.
In ordine strettamente geografico, da nord-ovest verso sud-est, la loro distribuzione è la seguente:
Estrilda melanotis quartinia - Etiopia, S.E., Sudan
Estrilda melanotis kilimensis - E Zaire, dall'Uganda fino allo Zambia, Rodesia
Estrilda melanotis bocagei - W. Angola
Estrilda melanotis stuartirwini - S. Mozambico
Estrilda melanotis melanotis - Sud Africa
Nell'Astrilda melanotis bocagei (Shelley, 1903) e nell'Estrilda melanotis melanotis i maschi hanno le guance nere.
Estrilda melanotis - femmina a sinistra e due immaturi
Descrizione della sottospecie tipica:
Estrilda melanotis melanotis
Parti superiori della testa e i lati del collo: grigio scuro. Gola e guance: nere
Dorso e ali: verde-oliva in due diverse tonalità
Groppone e sopracoda: rossi
Petto: grigio chiaro
Becco: mandibola superiore nera, inferiore rossa
Coda: nera. L.T. 9-10 cm.
La femmina manca del nero alla testa e il verde-oliva del dorso è più chiaro.
Nelle altre Sottospecie, eccetto l'E.m. bocagei, anche i maschi assomigliano alle femmine della Sottospecie tipo.
Predilige luoghi con piante erbacee lungo i margini delle foreste e i corsi d'acqua, soprattutto in aree montane, alimentandosi di piccoli semi immaturi di graminacee e di insetti. Costruisce il nido di forma globulare in fitti cespugli o in incavi di alberelli anche nei parchi e nei giardini vicino alle case. Depone in media 4-6 uova, ma sono stati rinvenuti in alcuni casi nidi con dieci uova! L'incubazione dura 12-13 giorni e i pulli abbandonano il nido dopo tre settimane. A circa 90-100 giorni dalla nascita assumono la livrea degli adulti e il caratteristico becco bicolore.
I pochi Autori di libri di ornitocoltura scritti o tradotti in italiano (Orlando, de
Baseggio, Menassé, Cristina, Vriends) che prendono in considerazione l'allevamento di questa Specie, consigliano di alloggiarla in ambienti asciutti dove la temperatura non scenda sotto i 9-10°C e di alimentarla con panico in spighe, semi immaturi di graminacee spontanee, verdure, pastoncini freschi e piccole larve di T. molitor e di formica con l'aggiunta di osso di seppia macinato. Ottimisti per l'acclimatazione e l'adattamento alle condizioni di cattività non lo sono altrettanto per la riproduzione, ritenuta non facile né
frequente.
Esperienza personale
La mia esperienza con questa Astrilda si riferisce prevalentemente alla sottospecie Estrilda m. quartinia.
Acquistai la prima coppia nel settembre del lontano 1960 e la tenni fino alla primavera successiva, poi la regalai a un mio nipotino che da tempo ci perdeva gli occhi dietro.
Questi uccellini si rivelarono deliziosi animali da compagnia. A un cestino, di quelli usati dai fiorai, appesi un piccolo nido per Esotici, vi attaccai un ramoscello artificiale di fiori di pesco e delle foglie in materiale sintetico e posi sul fondo due recipienti di vetro per l'acqua e il cibo. Fu la loro gabbia senza sbarre alla quale presto si affezionarono passandovi la maggior parte del tempo. Per niente timorosi, mi consentirono di spostare da un punto all'altro della stanza questa loro casetta senza fuggire, spesso occhieggiando dall'interno del nido.
Diversi anni dopo, esattamente nell'autunno del 1971 ebbi l'occasione di comprarne un buon numero. Tra questi selezionai cinque coppie che nell'aprile dell'anno successivo alloggiai in una voliera lunga m. 8,30, alta m. 1,90 e profonda m. 1,75, addossata al muro di cinta del giardino; 6 m avevano il fondo naturale con piante sempreverdi, la rimanente parte era tutta in muratura, eccetto il frontale. Sebbene risultasse confortevole, le
condizioni per la riproduzione non potevano considerarsi ideali. In quel periodo un amico importatore mi regalava, o cedeva a prezzi modestissimi, numerose specie di uccelli.
La voliera era troppo affollata per consentire un'adeguata tranquillità. Nuovi
ospiti, spesso di taglia molto più grande, mettevano scompiglio tra quelli già ambientati disturbando o distruggendo i nidi. Eppure in questo bailamme tutte e cinque le coppie dei solerti "Astri nani", così li chiama il de Baseggio nel suo libro "I Ploceidi", nidificarono effettuando una due e anche tre deposizioni di cinque o sei uova ciascuna in piccole costruzioni quasi sferiche con apertura laterale, intessute con fili di erba secca e muschio,
imbottite internamente con cotone idrofilo. Covavano alternativamente, ma qualche volta stavano insieme nel nido, uno accanto all'altro come fanno i Passeri del Giappone.
(continua)