Visualizza la versione completa : Consigli su come riparare la mia voliera
ANTONIO RENNO
22-07-13, 19: 08
Ciao a tutti,
da pochi giorni ho finito di realizzare una voliera di metri 3 x 2 e alta 2 metri , essa si trova scoperta su tutti i lati ma attaccato ad essa si trova un alloggio di mq 2 x 2 coperto su tre lati :
all' interno ho alloggiato 4 coppie di gould secondo voi essendoci questo corridoietto di metri 3 completamente scoperto potrebbe crearmi qualche problema per i mei gould?
oppure loro sanno riconoscere se quel vento puo dargli fastidio e quindi ripararsi all'interno .
attendo vostre risposte
grazie
antonio
Certamente non in estate ma con l'arrivo dell'autunno potresti avere problemi.
Dovresti ingegnarti a "coprire" il corridoio in maniera tale da ripararlo da eventuali raffiche di vento e di acqua.
ANTONIO RENNO
22-07-13, 21: 19
ciao paride e grazie per aver risposto.
Ma io penso : perche coprire anche il corridoio se ce gia un riparo coperto su 3 lati?
io penso che una voliera dovrebbe rispecchiare il piu possibile un ambiente naturale pertanto perche impedire di far entrare dell'acqua in una parte della voliera? ma in natura come fanno questi uccellini a ripararsi dalle famose correnti d'aria e pioggia?
saluti
antonio
Parli di ambiente naturale.... però qui non siamo in Australia ma ci troviamo nell'emisfero opposto.....
I Gould sono soliti vivere al sole ed a temperature torride ed i loro inverni non sono certo come i nostri....... a meno chè tu non intenda ricostruire come loro 'ambiente naturale', il clima e l'umidità australiana.......
Non sò da quanto tempo li allevi ma ti ricordo che il loro ciclo riproduttivo inizia nella primavera australiana (calda e umida) che da noi in Italia è quasi la fine dell'autunno...
ANTONIO RENNO
22-07-13, 23: 15
Ciao Paride,
grazie per avermi dato queste informazioni importanti.
Sai cio' che non condivido e' il discorso che sono sensibili alle correnti d'aria ma allora nelle distese australiane come si difendono?
forse non ci sono venti ?
o forse ci sara' una drastica selezione naturale?
grazie ancora per avermi risposto attendo risposte da tutti voi
saluti
antonio
Nessun ringraziamento, ci mancherebbe altro.....
Ciò che voglio farti comprendere è che questo stupendo esotico - nel nostro emisfero - vive in un modo assai diverso dal suo habitat naturale.
Quando ""si bagnano"" e quando sono attraversati da "correnti d'aria" la temperatura del loro habitat naturale va da un minimo di 40° C ad un massimo di 60° con umidità pari circa al 70%... ma qui (per nostra fortuna) non abbiamo questo clima.......
In natura il Diamante di Gould, abita la savana dell'Australia del nord.
La zona subtropicale interessata, è solcata da venti che rendono il clima molto secco mentre da novembre a febbraio è influenzata dai monsoni che portano molta pioggia.
Queste pioggie torrenziali e stagionali, trasformano velocemente i piccoli ruscelli in enormi fiumi e molte zone vengono temporaneamente allagate, dando origine a laghi e paludi.
In questa parte di Australia, il sole batte senza sosta e le temperature massime possono arrivare a 40-45 °C all’ombra e 62 °C in pieno sole.
Questo habitat naturale che vede il rapido susseguirsi di due periodi così diversi fra loro costituisce una peculiarità. Il Diamante di Gould, fra tutti gli uccelli australiani, è quello che più in assoluto richiede un ambiente caldo e una costante esposizione ai raggi del sole, che è un vero toccasana. Anche con il sole a picco e con gli altri uccelli che si riparano all'ombra con il becco aperto, il Diamante di Gould si crogiola al sole con evidente soddisfazione.
Anche se siamo in Sicilia, bisogna rendersi conto che obiettivamente non abbiamo lo stesse temperature e stesse condizioni meteo; bisogna comprendere che le nostre correnti d'aria - specialmodo quelle non estive - (che per loro sono freddissime) possono benissimo ucciderli.
Puoi ancora dissentire e non condividere ma, come ho sempre detto, l'esperienza si fa sulla propria pelle (e mi dispiace soltanto che tu la faccia su quella dei tuoi animali).
ANTONIO RENNO
24-07-13, 13: 29
Ciao paride,
ottimo il tuo commento ma non accetto da una persona che non mi conosce di essere giudicato in merito al mio operato verso i miei volatili se non mi conosci come in questo caso... io dedico piu' tempo ai miei uccelli che alla mia famiglia per dirti difatti ho perso una moglie per questa mia passione che non abbandonero mai...e ti diro di piu : se uno dei miei uccelli sta male io non riesco a dormire la notte ...cerco sempre di non fargli mancare mai nulla per il loro benessere.
buona giornata
antonio
Fabio Musumeci
24-07-13, 14: 44
Antonio, scusa se intervengo e mi intrometto nella discussione con Paride.
Capisco che tu abbia potuto fraintendere, ma non credo che lui abbia voluto accusarti, penso invece che abbia voluto dirti che gli sarebbe dispiaciuto se tu ti fossi reso conto, delle loro reali esigenze, solo dopo aver avuto dei problemi o, peggio ancora, delle perdite.
Tornando ai Gould, non si può certo fare un paragone diretto fra i selvatici e quelli allevati in gabbia, in natura non bevono acqua limpida, non mangiano sementi depolverizzate e tirate a lucido, non mangiano pastoncino, ed ovvio che solo i più forti (come è giusto che avvenga in natura) sopravvivano e arrivino a riprodursi.
Di certo però questo tipo di selezione non è possibile attuarla in cattività, dato che più o meno tutti i soggetti hanno la possibilità di riprodursi, anche quelli con doppia o tripla mutazione genetica, che di sicuro non sopravvivrebbero in natura, ma che noi accoppiamo per assecondare i nostri gusti personali.
Ormai, anche quelli che continuiamo a definire "ancestrali" sono molto diversi dal tipo selvatico, sia nel colore che nella struttura.
Abbiamo quindi il dovere di assecondare le loro esigenze legate al tipo di metabolismo, e di piumaggio, e quindi vuol dire che dobbiamo essere noi a ricreare le giuste condizioni affinché stiano bene, e non piegare loro alle nostre scelte logistiche.
I Gould, specie dalle nostre parti, possono benissimo vivere all'aperto tutto l'anno, basta ripararli dalle intemperie, magari usando materiali che lasciano passare la luce, come ad esempio il cellophane, o il policarbonato, d'estate puoi riparare solo il alto più esposto al vento, e ovviamente parte del tetto, ma d'inverno è meglio se lasci aperta al massimo una sola parete, quella più riparata dal vento.
Se vuoi farli riprodurre con più facilità, metti i nidi non prima di marzo, per sfruttare le ore di luce più lunghe, e la temperatura più mite.
Se vuoi tenere degli uccelli in una voliera aperta ed esposta tutto l'anno, allora è meglio se ti rivolgi ai fringillidi europei, oppure agli psittacidi, dato che meglio si adattano a questo tipo di allevamento.
Scusami Antonio,
alla tua domanda iniziale (quella dei corridoietto scoperto) ho cercato di farti presente le condizioni di vita di questo piccolo australiano ed ho cercato di farti comprendere che il loro habitat naturale non è assolutamente equiparabile alle condizioni che (qui in Italia) possiamo offrirgli, anche cercando di allevarli nel più naturale dei modi (e mi riferisco alla voliera aperta) perchè le due condizioni climatiche sono completamente diverse per non dire opposte.
Sai cio' che non condivido e' il discorso che sono sensibili alle correnti d'aria ma allora nelle distese australiane come si difendono? forse non ci sono venti ?Questa risposta - che non tiene assolutamente conto di quanto da me prospettato altrimenti sarebbe stata formulata in una maniera differente - rispecchia nuovamente la tua idea iniziale di allevamento e cioè la convinzione a tenere un pezzo di voliera "aperta".
Ritenendo che il mio successivo scritto non ti abbia portato a riconsiderare il problema evidenziato, ho ultimato il mio intervento, dicendo ciò di cui ne sono fermamente convinto: che l'esperienza si fa solo sulla propria pelle.
Mi vuoi dire, adesso - se tu decidesi ad allevare con voliera aperta e nel caso in cui si avverasse quanto ipotizzato - chi ne farebbe le spese?
Non credo che prospettando questo, ti abbia giudicato.
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