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Visualizza la versione completa : Domande sul standard degli agapornis



Adrianguerra
28-10-15, 15: 33
Buongiorno, ho cominciato a studiare lo standard degli agapornis fisheri perché mi piacerebbe fare qualcosa di serio con le mie coppiette.
Appena ho letto le dimensioni richieste mi sono subito fermato: 15 cm??? I miei soggetti superano appena i 13 cm, e su diversi libri sugli agapornis ho sempre letto che 13 cm è la taglia ideale per un fischeri.
Per curiosità sono andato a esaminare gli standard delle altre specie di inseparabili: per i lilianee (che da quello che ne so dovrebbero avere una stazza simile si fischeri) sono richiesti 13,5 cm, per i roseicollis (che ho sempre sentito dire fossero 15) vengono fissati a 17, i personata (che dovrebbero avere una stazza maggiore rispetto ai fischeri) vengono posti anch'essi a 15 cm, mentre i Taranta (che dovrebbero essere 18) vengono messi a 17, come se dovessero avere le stesse dimensioni dei roseicollis.

Da questo ne deduco che gli standard non rispettano le dimensioni attuali della specie, ma oltre a questo, dimostrano di non essere coerenti tra loro: per alcune specie è richiesta una taglia eccessiva (fischeri e roseicollis), per altre rimane invariata (lilianee e personatus) e infine per i Taranta viene addirittura ridotta.
Qualcuno mi sa dare maggiori delucidazioni?

Fabio Musumeci
30-10-15, 06: 31
Non devi confondere la taglia descrittiva della forma selvatica ancestrale delle varie specie, con quella richiesta dagli standard.
Gli standard sono fatti per scopi espositivi, servono per fissare dei parametri complicati da raggiungere, ed esprimono il gusto dell' uomo, e non quello della natura.
Anche i colori e la livrea richiesti per i soggetti "ancestrali" da esposizione non sono esattamente quelli creati dalla natura....se per assurdo tu esponi un soggetto selvatico alle mostre esso non vincerà mai, pur essendo un perfetto rappresentante della specie così come madre natura l'ha creata.
In tutto questo turbinio di forme, colori e dimensioni, di solito sempre enfatizzati, in effetti è strano il caso dei Taranta se è davvero richiesta una misura inferiore alla forma selvatica.

Adrianguerra
30-10-15, 09: 56
Ciao Fabio, grazie per la spiegazione.
Secondo te è molto difficile aumentare in poche generazioni la taglia dei miei agapornis o mi conviene rifare il mio ceppo acquistare soggetti attinenti allo standard?

Graziano73
30-10-15, 11: 10
Sicuramente devi immettere soggetti di taglia, se i tuoi sono lontani dalla taglia richiesta

Ciuffo77
30-10-15, 20: 45
Fai anche attenzione ad un fatto!
Io per mia scelta espongo solo soggetti dell'anno (anche se è possibile esporre anche soggetti dell'anno precedente) e di conseguenza di solito i miei Fisher son "piccoletti"!
Il secondo anno sono ancora lontano dai famosi 15 cm, ma non poi così tanto!
Inoltre non è solo un fatto di lunghezza, ma anche di stazza che ai giudici pare piaccia "abbondante"!

Adrianguerra
31-10-15, 20: 01
Ok, capito.
Quindi anche se la taglia è inferiore non viene penalizzata poi così tanto?

Graziano73
31-10-15, 21: 16
Viene penalizzato viene penalizzato, meglio più grosso che più piccolo

Fabio Musumeci
01-11-15, 06: 35
Non basta solo la taglia, intesa come lunghezza, la tendenza è quella di premiare bestioni imponenti, soprattutto nei Roseicollis, ma anche alle mostre internazionali mi è capitato di vedere premiato qualche esemplare non particolarmente grosso perché contano pure i colori.
Soprattutto nelle specie con occhi cerchiati è importante raggiungere un buon equilibrio, per via del disegno più complesso rispetto ai Roseicollis.
Così come nei Roseicollis non basta che siano giganteschi se poi il blocco testa collo non è proporzionato al resto del corpo.

Roberto Giani
01-11-15, 07: 56
Non devi confondere la taglia descrittiva della forma selvatica ancestrale delle varie specie, con quella richiesta dagli standard.
Gli standard sono fatti per scopi espositivi, servono per fissare dei parametri complicati da raggiungere, ed esprimono il gusto dell' uomo, e non quello della natura.
Anche i colori e la livrea richiesti per i soggetti "ancestrali" da esposizione non sono esattamente quelli creati dalla natura....se per assurdo tu esponi un soggetto selvatico alle mostre esso non vincerà mai, pur essendo un perfetto rappresentante della specie così come madre natura l'ha creata.
In tutto questo turbinio di forme, colori e dimensioni, di solito sempre enfatizzati, in effetti è strano il caso dei Taranta se è davvero richiesta una misura inferiore alla forma selvatica.

Sono i presupposti sopra indicati, i quali NON CONDIVIDO assolutamente, che mi hanno fatto smettere di parteciapre alle mostre. Per me l'allevamento è tutt'altro.

Luca Marani
01-11-15, 12: 32
Roberto, questa volta non sono proprio d'accordo con te.

Secondo me allo stato captivo, il fenotipo di una specie è comunque destinato a mutare (basti pensare a uccelli come le cocorite o le calopsite, che sono allevate in Europa ormai da molti anni, e appaiono piuttosto lontane dalla forma ancestrale).
Una volta capito questo, possiamo decidere di lasciare queste variazioni al caso, oppure possiamo controllarle attraverso una rigida selezione, la quale ci impone il raggiungimento di uno standard definito "perfetto" o che comunque rispetta le preferenze umane.

Facciamo l'esempio dell'ondulato di colore. Personalmente trovo brutte e sgraziate tutte le comuni cocorite che si trovano in commercio: stazza troppo imponente, testa sproporzionata, spot disordinati, disegno rovinato, ecc...; al contrario preferisco i soggetti ben selezionati dal corpo piccolo e longilineo, dal disegno perfetto, col piumaggio serico e compatto...

Se lo standard non rispetta le forme selvatiche, cio è semplicemente dovuto al fatto che in cattività è impossibile mantenere inalterata la figura ancestrale; perciò dobbiamo cercare di selezionare soggetti che risultino gradevoli almeno all'occhio umano.

Io la vedo cosi, poi ognuno è libero di fare gio che vuole.

Fabio Musumeci
01-11-15, 15: 38
Il "gusto umano" ha creato il gibber italicus.
Una comune cocorita ha o dovrebbe avere la stessa dignità dell' ondulato di colore campione del mondo.
Partecipare alle mostre è una scelta, selezionare in base allo standard è una conseguenza di quella scelta, ma il compromesso estetico non equivale alla perfezione.
La perfezione esiste solo in natura, tutto il resto è solo un gioco che diverte l' uomo.

Roberto Giani
02-11-15, 08: 05
Roberto, questa volta non sono proprio d'accordo con te.

Secondo me allo stato captivo, il fenotipo di una specie è comunque destinato a mutare (basti pensare a uccelli come le cocorite o le calopsite, che sono allevate in Europa ormai da molti anni, e appaiono piuttosto lontane dalla forma ancestrale).
Una volta capito questo, possiamo decidere di lasciare queste variazioni al caso, oppure possiamo controllarle attraverso una rigida selezione, la quale ci impone il raggiungimento di uno standard definito "perfetto" o che comunque rispetta le preferenze umane.

Facciamo l'esempio dell'ondulato di colore. Personalmente trovo brutte e sgraziate tutte le comuni cocorite che si trovano in commercio: stazza troppo imponente, testa sproporzionata, spot disordinati, disegno rovinato, ecc...; al contrario preferisco i soggetti ben selezionati dal corpo piccolo e longilineo, dal disegno perfetto, col piumaggio serico e compatto...

Se lo standard non rispetta le forme selvatiche, cio è semplicemente dovuto al fatto che in cattività è impossibile mantenere inalterata la figura ancestrale; perciò dobbiamo cercare di selezionare soggetti che risultino gradevoli almeno all'occhio umano.

Io la vedo cosi, poi ognuno è libero di fare gio che vuole.


Anche io non sono d'accordo con te, ahahaha!

Il mio discorso riguarda gli ancestrali e non le mutazioni o altre razze create in cattività. Se c'è a chi piace il Gibber o l'Ondulato con quella fronte mostruosa e gli occhi che quasi non si vedono, de gustibus...

Ma lo standard dell'ancestrale, a mio avviso, DEVE essere identico al selvatico per taglia, distribuzione e tipo della colorazione ecc. ecc.
E non sono neppure d'accordo che in cattività non si riesca a selezionare continuamente il tipo ancestrale. Se si riescono a selezionare e portare avanti quelle brutture delle quali parlavo prima, non dovrebbe essere difficile continuare a mantenere i caratteri ancestrali anche se la cattività ha condizioni ambientali rispetto alla stato selvatico.