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Visualizza la versione completa : Il mio progetto ambizioso: un biotopo australiano



Bernard
03-07-16, 20: 59
Da quando ho cominciato a riprodurre Psittacidi, il mio più grande sogno nel cassetto è stato quello di far convivere nella medesima voliera diverse specie di uccelli provenienti dal medesimo areale, munendo l'alloggio di vegetazione e ambientazione caratteristica.
In poche parole, vorrei ricreare un piccolo angolo di natura in ambiente protetto.

In particolare sono sempre stato propenso a ricreare un biotopo australiano, anche considerando le straordinarie attitudini riproduttive delle specie provenienti da questo areale.
Naturalmente vorrei evitare il più possibile il sovraffollamento, per questo i soggetti che ho intenzione di introdurre sono (tutti rigorosamente nella forma ancestrale): una coppia di calopsitte, una coppia di kakariki, una coppia di gropponi, tre coppie di ondulati.
A cui si aggiungerebbero altri uccelli esotici australiani: una coppia di tortore diamantine, tre coppie di gould e, sul fondo, quaglie della Cina (queste ultime, anche se non sono propriamente tipiche australiane)

La voliera di cui dispongo misura 5x2,50x2,50h, e come vegetazione pensavo ad alberi di eucalipto o acacia... Ma forse potrebbero rovinarle eccessivamente.
Inoltre sul terreno vorrei realizzare una pozza per l'abbeverata, sufficientemente grande per lasciare posto a tutti gli ospiti.
Che ne pensate? Sto dicendo cose assurde?//[[#//[[#//[[#

Pantaleo Rodà
04-07-16, 13: 21
Non sono assolutamente cose assurde, è esattamente il progetto che vorrei realizzare da tempo e per il momento rimane nel cassetto...uniche correzioni che farei sarebbero le dimensioni della voliera (almeno aumentare un pó larghezza ed altezza), la presenza dei kakariki (che sono originari delle foreste fresche e piovose della nuova zelanda, mentre invece le quaglie cinesi sono presenti anche nel nord dell'Australia) e l'aggiunta di piante, che credo durerebbero molto poco, meglio dei rami d'albero interi (eucalipto, robinia, salice, pioppo) da rinnovare spesso...

Luca Marani
05-07-16, 21: 47
Il tutto è prettamente subordinato allo spazio di cui disponiamo, sempre rammentando che - per quanto una voliera possa dimostrarsi ampia - si rivelerà comunque un ambiente limitato e, pertanto, inetta ad imitare le immense praterie australiane in cui questi animali si sono evoluti.
Tanto più il tuo alloggio si rivelerà capiente, a maggior ragione sarà possibile ospitare specie mediamente territoriali - come Psephotus e Platycercus -, pappagalli dalla taglia imponente o colonie petulanti e tignose (tra cui, in particolare, i gruppi di parrocchetti ondulati)

Analizzando in maniera più specifica le specie aviarie da inserire in un biotopo austraniano, tenderei ad escludere i kakariki, a causa del differente areale d'origine - come accennato da Leo - e dell'eccesiva focosita raggiunta dal maschio durante il periodo riproduttivo.

Le cocorite, grazie all'estesa diffusione in buona parte del territorio australiano, costituiscono i principali rappresentati della fauna oceanica; tuttavia, la loro carattere insolente ed esuberante potrà arrecare disturbo ad altri ospiti della voliera, in particolar modo durante il corso delle cove.
La loro presenza all'interno del tuo progetto è comunque ammissibile, a patto che la voliera si dimostri notevolmente grande e, i soggetti, poco numerosi.
Le calopsitte - al contrario-, sempre calme e pacate, si rivelano ottime per qualsiasi convivenza interspecifica; in ogni caso, sarebbe raccomandabile disporre di almeno una piccola colonia, non inferiore alle tre coppie stabili.

I Rossella, nonostante siano conosciuti per la marcata aggressività, se poste in spazi adeguati, possono convivere con altre specie di taglia minore; per ridurre al minimo i rischi di successive complicazioni, sarebbe consigliabile indirizzarsi sull'acquisto di specie più minute, come il Platycercus icterotis.

Un altro psittaciforme consigliabile per una simile comunità, è il Polytelis alexandrae, anch'esso proveniente delle regioni nord-occidentali dell'Australia.
In passato ho ampiamente riprodotto tale specie in associazione ad una colonia di calopsitte, riscontrando una particolare predisposizione per la vita in voliere miste.
Questo fantastico parrocchetto, a mio avviso, potrà regalare un tocco di magnificenza al tuo piccolo biotopo.

Non da meno, sono i Lathamus discolor, assidui frequentatori delle foreste di eucalipto e membri perfetti per una voliera multispecifica.
Anche in questo caso, si rivela indispensabile la creazione di una piccola colonia, in quanto questi Psittacidi si dimostrano fortemente gregari.
L'unica difficoltà presentata da questo parrocchetto risiede nell'alimentazione particolarmente specializzata, che renderebbe assai complessa la corretta gestione degli esemplari.

Per comprendere al meglio in quale modalità potresti realizzare il tuo progetto, potremo offrire un tale modello: impiegando un alloggio dalle dimensioni di 8x3x2,5h metri, vi alloggerei 3 coppie di ondulati, 3 coppie di calopsitte e una coppia di parrocchetto della regina Alessandra (oppure - in alternativa - una coppia di Rosella di Stanley o Rosella comune).
Inoltre, aggiungendo un paio di metri in lunghezza alle sopracitate misure, sarebbe possibile aggiungere 3-4 coppie di Parrocchetto Veloce.

Per quanto riguarda l'ambito vegetale, considero più opportuno e razionale il trapianto in voliera di piante vive, possibilmente adottando alcune varietà difficilmente consumabili dai pappagalli, come - ad esempio - l'alloro ornamentale ed il corbezzolo.
Successivamente, potrai aggiungere con discreta frequenza alcuni rami e frasche verdi appartenenti alla flora tipica australiana, così come si usa nelle comuni voliere singole.

Bernard
11-07-16, 21: 14
Mi pare una buona idea.
Purtroppo non posso spingermi oltre le seguenti misure: 7,5x2,5x2,5h....
In una simile voliera, anche considerando la poca idoneità degli ondulati, sarebbe possibile introdurre 3 coppie di calopsitte, 3 di parr. Veloce e 1 di regina Alessandra?

Mark.Bassi
11-07-16, 21: 32
Secondo me va bene, ma siete sicuri che l'acido tannico non sia tossico?
Da parte mia, ho sempre sentito parlare dell'alloro come pianta velenosa per psittaciformi e affini

Luca Marani
12-07-16, 08: 39
Per quanto riguarda la disposizione degli Psittacidi in voliera, lo «schema» sopra riportato mi pare adeguato.

Una veloce precisazione sull'acido tannico (contenuto in quantità considerevoli nell'alloro), la cui ingestione non si rivela tossica per gran parte delle specie aviarie (contrariamente a quanto si verifica con altri animali).
Un'assunzione massiccia può certamente provocare complicazioni, tuttavia - considerata l'accentuata amarezza del tannino - la rapida consumazione da parte dei pappagalli risulta assai improbabile.

Parallelamente, il corbezzolo è anch'esso privo di controindicazioni sotto il profilo medico e veterinario, ma l'estrema robustezza della corteccia e la veloce capacità di ripresa dei rami danneggiati, ne scongiurerà la distruzione.

Senza alcun dubbio, l'allestimento vegetale in un biotopo australiano si dimostrerà alquanto complesso, soprattutto a causa di una particolare predisposizione alla "distruzione" presentata dagli Psittaciformi d'origine stepposa.
L'inserimento in voliera di piante già rigogliose e radicate, abbinato all'alta concentrazione di vegetazione in rapporto all'affollamento faunistico, favorirà un discreto mantenimento della popolazione arborea.

Elena1
12-07-16, 09: 43
Progetto decisamente interessante!
Bernard, mi farebbe piacere se continuassi a tenerciinformati sugli sviluppi nella realizzazione di questo "biotopo australiano".#°°))

Bernard
12-07-16, 20: 16
Capito.
Sarebbe fattibile realizzare anche un manto erboso o sarebbe meglio optare per un substrato in ghiaia da smuovere e sostituire?

Sovral
14-07-16, 14: 48
Visto che la voliera pare oltretutto molto affollata, ti consiglierei un substrato in ciottoli e terriccio-sabbioso intorno alle piante, in modo da permettere alle quaglie di razzolare.
Un manto erboso risulterebbe particolare,ente difficile da mantenere, anche dal punto di vista igienico

Bernard
15-07-16, 20: 58
Peccato l'idea del tappeto erboso ci sarebbe stata bene: poi sicuramente ci crescerà qualcosa di spontaneo.
Qualche esperto di quaglie mi potrebbe dire quante coppie di quaglie cinesi posso sistemare al massimo? Ovvero: stanno meglio in piccole colonie o in coppia?
Inoltre, avrei qualche domanda sui diamanti di gould, visto che mi son sempre piaciuti ma con loro sono alla prima esperienza: la forma ancestrale per eccellenza è quella a testa rossa o testa nera?
Poi se mai aprirò una discussione nell'apposita sezione.

Mark.Bassi
17-07-16, 13: 51
Solo riguardo al tappeto erboso: non mi pare un'idea così malsana, magari utilizzando particolari tipologie di erbe che durante la fruttificazione possano servire da cibo agli animali. Di fatto, molti pappagalli d'origine desertica sono soliti cibarsi al suolo con semi di graminacee, peculiarità da cui deriva l'appellativo di "uccelli pascolatori".
La festuca, ad esempio, sarebbe più che ottima; a mio avviso, molto somigliante all'erba presente nelle praterie australiane.

Pantaleo Rodà
17-07-16, 23: 26
Le quaglie cinesi sono monogame e molto territoriali, perció ti sconsiglio la colonia...meglio delle coppie possibilmente giá formate, o comunque maschi e femmine in egual numero, con molti nascondigli e schermature naturali (cespugli, ceppi d'albero, mattoni o pietre) di modo che ogni coppia possa crearsi un territorio e non entri in competizione con le altre; se metterai loro a disposizione angoli tranquilli e ben infrascati è molto facile che covino (spesso anche il maschio si accovaccia accanto alla femmina mentre questa cova) e crescano delle belle nidiate di minuscoli pulcini...attenzione quindi che non riescano ad uscire dalle maglie della rete, appena nati passano anche attraverso la classica 12x12, quindi, almeno nella parte bassa, occorrerebbe una rete più fine o meglio ancora uno zoccolo di cemento alto almeno una ventina di centimetri (saltano come grilli!); in una voliera di quelle dimensioni ti consiglio di non mettere più di tre/quattro coppie comunque. Per quanto riguarda i diamanti di gould, in natura esistono tutti e tre i colori delle teste (rossa, nera e gialla/arancio), anche se la varietá piú diffusa sarebbe la testa nera, seguita dalla testa rossa...

Mark.Bassi
26-07-16, 15: 04
Fossi in te eviterei di inserire più di una coppia.
La voliera mi pare già discretamente affollata.

Bernard
29-07-16, 15: 18
Grazie Pantaleo per l'aiuto, allora metterò una sola coppia di quaglie e 3 di gould testa nera.

La festuca? Ma diventa parecchio alta! Dopo sarebbe complicato riuscire a mantenerla corta in voliera.

Mark.Bassi
31-07-16, 21: 10
Beh, potresti sempre seminare l'erba solamente in piccole aree circoscritta, in modo da poterla tagliare nel caso in cui cresca eccessivamente.
L'idea della festuca di pare ottima! Quasi quasi proverò nelle mie voliere di australiani (poche tuttora), poi ti farò sapere.

Bernard
03-08-16, 12: 56
Ok proverò.
Per quanto riguarda la pozza, come avevo già accennato avevo intenzione di ricreare un bacino d'acqua interrato per simulare le postazioni d'abbeverata che si trovano in natura.
L'unico dubbio: ma non è che qualche novello, soprattutto le giovani quaglie, potrebbe affogarci dentro?
Che ne pensate?

Pantaleo Rodà
03-08-16, 14: 29
Il rischio é molto alto...i quagliottini se si bagnano anche solo con la pioggia sono persi. Comunque per diminuire i rischi o fai pas
sare solo un rivolo d'acqua corrente o fai un bacino molto basso e con le sponde degradanti e ricche di vegetazione, di modo che eventuali novelli che si avvicinino all'acqua abbiano qualche appiglio...

Luca Marani
05-08-16, 15: 34
Ciao Leo, scusa l'interruzione, ma la curiosità nasce spontanea: questa particolare vulnerabilità all'acqua che descrivi nei novelli di quaglia, è provocata da un disadattamento avvenuto in cattività oppure è indotta dalla mancanza di contesti ambientali idonei?
Poiché mi pare strano che un animale d'origine selvatica si presenti così sensibile alle precipitazioni...

Forse, alla luce di quanto affermato, sarebbe più opportuno procedere con l'estrarre dalla voliera i giovani quagliottini, sistemandoli in un ambiente protetto fino al raggiungimento di un soddisfacente sviluppo fisico.
Dopotutto, innumerevoli ornicoltori ricorrono all'impiego di incubatrici o lampade riscaldanti per riprodurre questa specie...

Pantaleo Rodà
06-08-16, 12: 40
Ciao Luca, la vulnerabilità delle maggior parte dei giovani galliformi alle precipitazioni é collegata al rischio di raffreddarsi velocemente a cui sono esposti i pulcini, soprattutto nei primi giorni e soprattutto nelle specie più piccole: alle giovani quaglie o pernici bastano pochi minuti lontani da fonti di calore per far si che si raffreddino le estremità, ed una volta che le dita prima e le zampette poi perdono sensibilità, l'animale non si regge più in piedi ed agonizza in fretta. Tutto ciò é una conseguenza delle abitudini riproduttive di queste specie in natura, che nidificano ed allevano la prole nei mesi più caldi ed asciutti, quando le probabilità di improvvise precipitazioni e bruschi cali di temperatura sono ridotte al minimo...questi fattori restano comunque una delle principali cause di mortalità ed il motivo per cui le nidiate sono in genere molto numerose; va da sé che i piccoli, almeno nella prima settimana (dopodiché si impennando in fretta, a 15 giorni hanno il piumaggio quasi completo) vadano protetti nel miglior modo possibile da correnti d'aria e precipitazioni, ottima la soluzione di isolare la chioccia con l'intera nidiata in una gabbia riparata, per poi riportare la famiglia all'esterno una volta scongiurato il pericolo...

Luca Marani
07-08-16, 20: 06
Grazie della spiegazione Leo; ingenuamente ipotizzavo che, come gran parte dell'avifauna australiana, anche le quaglie cinesi nidificassero durante la stagione delle piogge, quando la disponibilità alimentare si presenta più ampia.

Da tale riflessione scaturiva il mio quesito, ma -evidentemente- le circostanze d'allevamento dei novelli si rivelano differenti in questi piccoli galliformi.

Catalin
15-11-16, 07: 32
Scusa se mi intrometto nella tua discussione. Pure io ho un progetto simile(spero di riuscire a realizzare entro fine anno in modo che con la prossima primavera posso cominciare ad aggiungerci pappagalli), vorrei costruire una voliera di 4x3x2.5h o 6x3x2.5h, sto pensando più per la secondo e aggiungerci dentro pappagalli, il fatto e che io abito nel nord Italia dove le temperatura in inverno scendono anche sotto lo zero (già sta notte cerano 0 gradi), quindi devo stare attento a cosa prendere. Cosa mi consigliate? Premeto che fino all'anno scorso avevo cocorite, colopsite e quaglie del Giappone che vivevano tutto l'anno fuori(coprivo la voliera su tre lati in inverno. Pure le covate non le faro in voliera, ma in gabbia, almeno nella vecchia voliera anche se mettevo 2 nidi a disposizione a coppia le cocorite finivano sempre a litigare. Grazie

Enzo Ferini
16-11-16, 11: 53
Se il tuo interesse non consiste nel ricreare un biotopo specifico, con piante, vegetazione e via dicendo, puoi anche azzardare un maggior affollamento della voliera.
Fossi in te inserirei 5 coppie di ondulato, 3 di calopsite, una di parrocchetti dal groppone ed una di kakariki, aggiungendo le quaglie sul fondo.
Oppure se desideri inserire soggetti diversi dai pappagalli, puoi puntare su padda, diamanti di gould, passeri del Giappone e tortore diamantine... a te la scelta!

Catalin
17-11-16, 08: 49
Voglio anche piantarci piante e vegetazione, pero il fatto che vivo al nord non farebbe morire le piante in inverno? Poi un altro dubbio che mi e sorto è, in autunno cominciano a spuntare i funchi, e anche nel moo giardino ne ho, se lascio crescere l'erba sul fondo( pero dato che anche sul fondo metterò la rete per evitare che topi mi sono entrino in voliera, quindi difficilmente crescerebbe, l'unica e coprire la rete con della terra oppure mettere tanti piccoli vasi(alti 5-10 cm) in cui far crescere erba, piante e vegetazione), se mi crescono i funghi, non sono tossici per i pappagalli se li mangiano. Per l'accoppiamento, apparte per le tortore diamantate che fanno nidi dappertutto, gli altri li farrei covare in gabbie ( in una parte della voliera andro a costruire delle gabbie). Ho visto che alcuni dei pappagalli consigliate hanno bisogno di cites, denuncie nascite, morti, vendite, e abbastanza facile denunciare il tutto e ci si perde tanto tempo per via della burocrazia?