PDA

Visualizza la versione completa : Standard e selezione delle Calopsite



Franchi80
26-09-16, 12: 33
Salve, nella selezione dei calopsite, qual'è la caratteristica dello standard più apprezzata o più difficile da raggiungere.
Se si volesse esporre le calopsite, a quale caratteristica bisogna prestare più attenzione e quale invece può anche essere trascurata?
Avete delle indicazioni generali per selezionare meglio?
Grazie mille, mi piacerebbe creare un ceppo secondo standard, e vi sarei grato se poteste darmi una mano.

Luca Marani
30-09-16, 21: 02
Innanzi tutto occorre specificare l'esistenza di un vero abisso di differenze tra le particolarità richieste dallo standard e le tendenze selettive di gran parte degli allevatori, probabilmente catalizzate dalle erronee predilezioni di giudici ed influenti ornicoltori.

Lo standard di razza dei calopsite, del quale potremo in seguito riportare alcuni stralci, ricalca in maniera più o meno oculata il modello universale del soggetto ancestrale, considerato per antonomasia la miglior espressione di una bellezza irrevocabile.
La descrizione erompe dai comuni ranghi per un lieve incremento di taglia, piazzata a 33 cm anziché 32.
Volendo ottenere un esempalre corrispondete allo standard, pertanto, si rivelerebbe sufficiente usufruire di metodi d'allevamento quantomeno discreti, soprattutto in termini alimentari e ginnici, al fine di ottenere la massima espressione del fenotipo; addizionalmente, occorrerebbe premurarsi di «rinsanguare» con adeguata costanza il proprio ceppo, con lo scopo di evitare un'impoverimento genetico, fenomeno che fuorvierebbe inevitabilmente le peculiarità tipiche della specie, comportando alterazioni fenotipiche rispetto alla forma ancestrale e scatenando una qualche sorta di «evoluzione indipendente» in ambiente protetto.
Analogo procedimento avviene per gli standard delle mutazioni, le quali vengono contemplate introducendo il gene mutato in linee di sangue dimostratesi quanto più coerentemente «wild type».

Come accennato all'inizio, tuttavia, gli esemplari che concorrono nelle esposizioni degli ultimi anni presentano notevoli discostamenti dal reale standard.
Di fatto, le linee di selezione possono quasi essere considerate attendenti a mode momentanee, poiché i diversi criteri appaiono spesso mutevoli in brevi lassi di tempo.
Negli ultimi anni dell'attuale decennio assistiamo all'introduzione, anche nel mondo degli Psittacidi, di tutti quei risibili stereotipi che da tempo immemorabile affliggono la canaricoltura: la bellezza è associata al culto di stazza e dimensioni, così come la lunghezza del piumaggio ed il portamento particolarmente impettito risultano preludi indispensabili per la giudicabilità del soggetto.
Fin agli anni 2012-2013, periodo in cui esposi i miei ultimi esemplari, la qualità degli esemplari in gara si presentava ancora entro ranghi proposti dallo standard; tuttavia, con l'avvento di soggetti selezionati secondo criteri idealizzati, abbiamo osservato un rapido soppiantamento dei vecchi e cari ancestrali, i quali riescono faticosamente a concorrere affianco dei nuovi ceppi, decisamente più apprezzati e valorizzati dai giudici.

Volendo descrivere in modo il più possibile oggettivo l'attuale fenotipo degli esemplari esposti, potremo enunciare una taglia più abbondante, ulteriormente superiore ai già abbondanti 33 cm, abbinata ad un tipo strutturale decisamente più spesso, massiccio e corpulento, senza dimenticare la posizione che tende a formare un angolo di quasi 55° col posatoio.
Sotto il profilo di livrea e disegno cambia relativamente poco, salvo il fatto che alcuni individui tendono a palesare marchi guanciali decisamente più intensi, ampi e delimitati, non necessariamente circolari (infatti risultano spesso ovalizzati) dall'incredibile diametro di 1,6-1,8 cm.
Anche la colorazione facciale, classicamente gialla nell'esempalre grigio, appare talvolta più accentuata, in particolar modo negli animali di sesso femminile.
Non pensiamo poi al piumaggio, maggiormente folto e lungo: oltre a dimostrare un mantenimento più complesso, conferisce alla cresta di questo piccolo cacatuide un aspetto decisamente più ricco e consistente.

Ovviamente per raggiungere simili livelli occorrerà acquistare un numero minimo di esemplari adeguatamente selezionati, per poi continuare una coltura personalizzata.
L'unico modo per orientarsi all'interno di questo gran tornado di diverse forme consiste nel frequentare le esposizioni più in rilievo, osservare i soggetti giudicati ed, in funzione del punteggio che hanno ricevuto, trarre le opportune conclusioni sulle tendenze del periodo.
Naturalmente l'introduzione di questi nuovi animali risulta rilevabile esclusivamente all'interno delle mostre di carattere internazionale e mondiale; alle fiere regionali e provinciali non ci accorgeremo di alcun cambiamento sensibile.
Da parte mia, credo sarà interessante analizzare i risultati espositivi dei primi campionati dell'anno, poiché sono convinto che l'allevamento sportivo dei calopsitte sarà desinato a subire nell'imminente futuro innumerevoli innovazioni e cambi di rotta, aspetto che renderà ancor più complessa un'omogenea e concordata selezione.

Franchi80
30-09-16, 21: 26
A questo punto direi che non mi interessa esporre alle mostre, mi piacerebbe solo avere dei soggetti molto simili a quelli presenti in natura.
Pensavo che la questione fosse meno complessa, ma effettivamente non vorrei certo arrivare a possedere animali completamente stravolti dalla selezione.
Il problema è che in cattività vi è stata una selezione sbagliata che ha portato a ridurre la stazza ed alterare alcune caratteristiche. Il nostro portamento è ricercare i ceppi più genuini e continuare ad allevarli, rispettando determinanti paramentri d'allevamento per mantenere alta la manifestazione delle caratteristiche genetiche, dico bene?

SimoneF
01-10-16, 09: 44
Personalmente, vedendo queste calopsite "obese" esposte in mostra negli ultimi anni, mi sono alquanto stupito.
Chi è che alleva questi esemplari? Prima di tutto non li ho mai visti al di fuori del contesto "gara", in secondo luogo non vedo cosa abbiano gli ancestrali da invidiare a questi animali apatici ed impacciati.

Luca Marani
02-10-16, 14: 37
Il nostro portamento è ricercare i ceppi più genuini e continuare ad allevarli, rispettando determinanti paramentri d'allevamento per mantenere alta la manifestazione delle caratteristiche genetiche, dico bene?

Certo, in ambiente protetto può accadere che, dopo innumerevoli generazioni, il fenotipo di taluni soggetti possa mutare in modo involontario, poiché viene a mancare l'inflessibile selezione naturale che ha plasmato ciascuna specie nel corso dei millenni.
Le cause più emantenti di tali alterazioni risiedono principalmente nell'alto tasso di omozigosi nel genoma (dovuto a ripetitivi incroci tra soggetti imparentati), in erronee selezioni per mano umana e condizioni di mantenimento troppo discostate dai fabbisogni fisico-etologico degli esemplari.

Simili trasformazioni riguardano per lo più taglia, stazza, robustezza, portamento e proporzioni testa/corpo, che tenderanno a risultare in peggioramento.
È per tale ragione che, nel credo comune, è rimasto lo stereotipo secondo il quale la qualità di un soggetto debba essere valutata in funzione dei suddetti paramentri: conseguentemente, si è cercato di potenziare all'inimmaginabile queste caratteristiche, nel vano tentativo di dimostrare la pregevolezza dei propri esemplari.
L'effetto ottenuto si è dimostrato, come ben possiamo immagine, quasi esasperativo, ottenendo le cosiddette varietà "maggiorate" o "migliorate" - a seconda del grado di selezione - estremamente sofisticate e innaturali.

Occorre infine precisare che, in natura, non tutti i soggetti appaiono identici, ma al contrario è possibile rilevare innumerevoli differenze individuali, anche all'interno della medesima unità tassonomica, le quali riguardano in prevalenza la livrea, il colore ed il disegno del piumaggio.
Tali particolarità non sono accette dallo standard, che cerca di uniformare tutti gli individui in un unico, utopico modello assoluto di perfezione, nato - come già detto - da un'analisi monografica e idealizzata del "classico" calopsite.

Franchi80
05-10-16, 11: 53
Grazie della spiegazione, spero di riuscire a selezionare questa specie nel modo che mi hai consigliato.
Se invece si volesse allevare esemplari selezionati, la parte più difficile da ottenere sono stazza, lunghezza della cresta, dimensione delle guance e, in generale, lunghezza del piumaggio, dico bene?

Luca Marani
06-10-16, 08: 04
Esatto, in fin dei conti rappresentano le medesime caratteristiche che contraddistinguono gli esemplari maggiorati dai "wildtype".

SimoneF
06-10-16, 14: 44
Certo, in ambiente protetto può accadere che, dopo innumerevoli generazioni, il fenotipo di taluni soggetti possa mutare in modo involontario, poiché viene a mancare l'inflessibile selezione naturale che ha plasmato ciascuna specie nel corso dei millenni.
Le cause più emantenti di tali alterazioni risiedono principalmente nell'alto tasso di omozigosi nel genoma (dovuto a ripetitivi incroci tra soggetti imparentati), in erronee selezioni per mano umana e condizioni di mantenimento troppo discostate dai fabbisogni fisico-etologico degli esemplari.

Diciamo che, in fin dei conti, il vero allevatore di Psittacidi è colui che preserva la specie così come la natura l'ha creata, apportando una selezione atta ad evitare l'impoverimento genetico ed estetico.
L'aspetto più complesso consiste nell'imitare le condizioni originarie di ciascuna specie, le quali rappresentano le condizioni ideali in cui ciascun individuo può essere allevato.

Franchi80
20-10-16, 11: 54
In effetti informandomi meglio, trovo due forme di calospite selezionate: wild type e maggiorate.
Dici che se esponessi un wildtype selezionato non verrebbe accettato?

Luca Marani
23-10-16, 19: 24
Al contrario; tuttavia - come già detto - un soggetto "maggiorato" presenta maggiori possibilità di vittoria poiché le sue peculiarità risulteranno meglio apprezzate dai giudici di gara.

Un discorso differente andrebbe esplicato per taluni paesi europei, quali Belgio, Olanda, Inghilterra, dove le varietà maggiorate risultano esplicitamente contemplate nello standard di razza; queste ultime saranno pertanto definite come "Standard Type", in distinzione alle forme ancestrali descritte -per l'appunto- con l'appellativo WildType.

Negli ultimi tempi, anche nel nostro Paese abbiamo assistito ad una pressante uniformazione al mercato europeo, non esente da forti indugi e «cambi di rotta» ad opera di un nutrito numero di allevatori.

SimoneF
02-11-16, 14: 08
Da parte mia sono convinto che, anche in Italia, si accorgeranno presto degli sbagli effettuati in ambito selettivo e retrocederanno ai "vecchi esemplari" più eleganti e sinuosi.
Così è successo con gli Agapornis: la mentalità è cambiata (fortunatamente), ormai non è più tempo per i goffi ondualti inglesi & co.
Vanno ancora di moda gli esemplari maggiorati, ma le modifiche strutturali non sono più così estreme come in taluni vecchi standard.

Luca Marani
05-11-16, 18: 42
Modello corrispondente dpallo standard di un calopsite "standard type", o "maggiorata", ovvero la varietà da esposizione nel nord Europa e in America.



Vi riporto inoltre alcuni stralci interessanti:

"Il calopsite è un uccello lungo, con graziose proporzioni e un buon portamento. Dalla sommità della testa al groppone, dalla curva della spalla alla punta delle ali e dal groppone fino al culmine della coda dovrebbe misurare idealmente 7" (18 cm).
In generale dovrebbe presentarsi un uccello di 14" (35 cm) con una cresta di 3" (7 cm), pertanto la totalità della taglia dovrà essere 17" (43 cm).
L'animale dovrà dimostrarsi eretto e mantenere col posatoio un angolo di 70°"

Luca Marani
05-11-16, 19: 07
Per chi è abile con l'inglese, inoltre, riporto lo standard completo dell'ACS, associazione americana per l'allevamento e selezione dei calospite.

...«
Crest
Should be long (goal 3"),with good density, curving from the top of the cere fanning out to give fullness.

Head
Should be large and well rounded with no flat spot on top or back of the skull. Baldness will be faulted according to the degree of severity of each bird on the show bench. Our aim is for no bald spot, even in Lutinos. The eyes should be large, bright and alert, and placed at mid-point between front and back of the skull. The brow should be well pronounced when viewed from the front, the brow should protrude enough to indicate good breadth between the eyes. The beak should be clean, of normal length, and tucked in so the lower mandible is partially visible. Cheek patches should be uniformly rounded, well defined, (no bleeding), and brightly colored (especially on the males). Adult male Cockatiels will have a bright, clear, yellow head, sharply defined where the yellow meets the border of the main body feathers. A deep bib is preferred. There should be no evidence of pin feathers.

Neck
Should be relatively long- have a very slight curvature above the shoulders and have a small nip above the chest area, giving the bird a graceful outline and eliminating the appearance of a "bull" neck or the "ramrod" posture of some psittacine species. An exaggerated "snake" neck would be reason for fault.

Body
The body of the Cockatiel when viewed strictly from the side angle can be somewhat deceptive, as only a well rounded outline of the chest will indicate whether the specimen has good substance. A frontal (or back) view shows more truly the great breadth through the chest (and shoulder) areas of an adult Cockatiel (more prevalent in hens). It is the strong muscular development that enables the Cockatiel to be such a strong flier. A Cockatiel should have a high. broad. full chest (more prevalent in hens), a slender, tapering abdomen, a wide, straight back (no hump or sway), and be a large, sleek bird.

Wings
Should be large, wide and long, enveloping most of the body from a side view. Should he held tightly to the body,. tips close to the tail with no drooping of the shoulders or crossing of the wings. The wing patch should be wide (goal of 3/4" at the widest point), well defined and clear of darker feathers. All flight feathers should be in evidence. Covert feathers should illustrate their growth pattern clearly.

Legs and Feet
Should hold the bird erect at approximately 70 degrees off the horizontal. Must grasp the perch firmly (two toes forward and two back), be clean, and claws not overgrown or missing.

Tail
The longest flights should be the extension of an imaginary line straight through the center of the bird's body. A humped back will cause the tail to sag too low, and a "swayed" back might elevate the tail higher than desired. The feathers themselves should be straight clean and neither frayed, split or otherwise out of line. All flights should be in evidence.

Condition
A bird in top condition has clean, tight feathers: no frayed or missing feathers, no half grown or pin feathers. The beak and claws must be of suitable length. There should be no unnatural roughness or scaling on the cere, beak, legs or feel. If a bird is in good condition, it will be almost impossible to get it wet. Water will roll off like it does off a duck.

Deportment
In a good show stance, the exhibition Cockatiel should indicate a central line approximately 70 degrees off the horizontal. The bird will present and display well on the perch.

»...

SimoneF
07-11-16, 17: 02
Da parte mia sono convinto che, anche in Italia, si accorgeranno presto degli sbagli effettuati in ambito selettivo e retrocederanno ai "vecchi esemplari" più eleganti e sinuosi.
Così è successo con gli Agapornis: la mentalità è cambiata (fortunatamente), ormai non è più tempo per i goffi ondualti inglesi & co.
Vanno ancora di moda gli esemplari maggiorati, ma le modifiche strutturali non sono più così estreme come in taluni vecchi standard.

Oh oh, 43 cm... come non detto!

Comrado
13-11-16, 19: 17
43 cm è veramente esagerato... e anche se può sembrare bello un calopsite con 7 cm di cresta, mi piacerebbe vedere questi animali dal vero: appariranno certamente goffi, statici e sproporzionati.
Non si può però negare che la selezione di alcuni animali sia stata spinta a livelli inimmaginabili.