Visualizza la versione completa : I roseicollis oramai come i canarini??
marco cotti
26-11-08, 16: 23
Girando per il mercato scambio di reggio Emilia, ho potuto notare un incremento notevole di pappagalli di media e grossa taglia, in vendita, in buone condizioni e in alcuni casi a mio parere buonissimi soggetti.
Ho constatato però un impoverimento di bellezza e di taglia negli Agapornis e più nello specifico nei Roseicollis, venduti in grandi quantità quasi a raggiungere per diffusione di numero quello dei canarini.
Molto probabilmente il non dover sottostare alla normativa CITES ha aumentato il numero degli Allevatori di questo Agapornis (a scapito degli altri), ma non sempre questo incremento nel numero di soggetti venduti, va di pari passo con il manteniento della tipicità dei soggetti.
Mi piacerebbe sentire il parere di chi alleva Roseicollis
ciao e buona serata
PierpaoloPalozzo
26-11-08, 16: 43
Ciao Marco,
sono pienamente d'accordo con te,
ho constatato anch'io la quantità a scapito della qualità...
Come sai ho intrapreso da poco l'allevamento di Roseicollis e devo dirti che sto già ricevendo delle delusioni...
Linda Crippa
26-11-08, 17: 54
Assolutamente vero. Per questo motivo io sono sì favorevole ad una normativa cites più snella ma temo che l'obbligo di denuncia venga tolto da fischer e personata. Ho paura che facciano la stessa "fine". Ho paura che le conseguenze le paghino gli allevatori "seri". Il fatto di non sottostare a cites ha favorito un allevamento amatoriale e "commerciale", i negozi sono pieni di rosei, compresi ibridi di ogni genere..
Attilio Casagrande
26-11-08, 20: 08
Si purtroppo questo il prezzo da pagare sulla specie, la tipicità dei soggetti stà ad allevatori seri di preservarla, ma purtroppo la grande maggioranza vuole animali che costano poco, stessa cosa con i cani di razza, che spesso sono di provenienza dubbia, con documenti falsi e con problemi che compaiono in un secondo tempo.
Gli allevamenti intensivi non vanno bene neanche per i polli !
roberto ghidini
26-11-08, 20: 29
Penso proprio che il paragone sia giusto,visto che non sono soggetti sottoposti a documentazione ,sono allevati da tanti semplici amatori che ben poco sanno di standard,e immessi nel mercato,così come succede da tempo con i canarini. Credo che l importante sia che ci siano sempre buoni selezionatori che lavorino,per il resto non si può evitare che l amatore li selezioni secondo i propri gusti ::-°°-
marco cotti
26-11-08, 21: 01
permettemi di fare un pò il vintage, ricordando i tempi in cui i Roseicollis di tipo selvaggio (ancestrali - wild type chiamateli come volete) sfornavano 7-8 piccoli a nido, avevano un verde smeraldo brillante e il rosso della faccia che se solpito dai raggi del sole diventava iridescente... e avevano la cosa più importante la salute... gli antibiotici li lasciavamo ai canarini...
Acqua passata non macina più, putroppo....
ciao a tutti
Federico Politi
26-11-08, 21: 13
il fatto è comunque che chi alleva con un certo livello selettivo, con relativi costi per avere soggetti adeguati, per fornire una alimentazione equilibrata e completa e per controllare il loro stato di salute, non potrà cedere allo stesso prezzo di chi alleva spartanamente o in voliera comunitaria con l'unico intento di far numero.
Diventa difficile cedere un soggetto quando per lo stesso prezzo qualcun'altro cede la coppia, e qualche cessione, lo sappiamo tutti, si deve pur fare per sopperire ai costi, che sono in costante ascesa.
Bisogna diffondere la cultura della qualità.
marco cotti
26-11-08, 21: 30
e come si può fare a diffondere la cultura dela qualità???
magari certificando i propri soggetti come l'idea che attualmente sta cercando di realizzare l'Italian Parrot Club?...con qualche obbiettiva difficoltà?...
come si può far capire che i soggetti sono di altissima genealogia e in grandissimo stato di salute...
in tempi come questi, credo che putroppo, qualche euro di risparmio visto i chiari di luna porti a scegliere non sempre il meglio, e alle volte il meglio scende di prezzo per allinearsi con il peggio, creando quel calderone di cui ha parlato la nostra Linda...
ciao e buona serata
riccardo russo
27-11-08, 10: 05
Credo che il primo passo sia ottenere la certificazione di qualità dell'allevamento da parte di un organo esterno (es. veterinari) attraverso l'approvazione di codice deontologico di gestione dell'allevamento.
Questo discorso dovrebbe applicarsi a tutti gli allevamenti di volatili ornamentali.
Il problema evidenziato da Marco si riscontra in tutte le categorie di volatili ornamentali, per i roseicollis è solo + evidente perchè non c'è + l'obbligo Cites.
Una moltitudine di pseudo allevatori ha deciso solo per business di allevare roseicollis saturando il mercato. Il risultato sarà che molti smetteranno quando si accorgeranno che se non allevano animali sani e di qualità, non cederanno alcunchè.
Roberto Giani
27-11-08, 10: 39
Allora il CITES fa bene all'allevamento dei pappagalli, poichè fa selezione tra gli allevatori?
Non sono d'accordo. Sebbene abbia notato anche io una riduzione di taglia nei Roseicollis, nei Collari e nelle Calopsitte (più di vent'anni fa io avevo dei soggetti di Calopsitte che gli davano il giro a quelli oggi esposti a concorso), non dobbiamo dimenticare che il nostro scopo è diffondere l'allevamento dei pappagalli, sia amatoriale sia quello "di specializzazione" finalizzato alle mostre.
Credo debbano essere due canali paralleli che hanno comunque entrambi ragione di esistere.
Non ci vedo niente di male se molta gente ha in giardino, per il proprio divertimento e senza velleità espositive, una voliera piena di Roseicollis "scadenti" che allegramente si riproducono in colonia. Certo che quando saranno troppi, un po' ne porterà in ucceleria per due soldi, ma questo non dovrebbe impensierire l'allevatore che fa selezione. O no?
Matteo Rodolfi
27-11-08, 10: 53
non impensierisce chi fa le mostre, non chi fa selezione.
[=^||||
Pierluigi d'Amore
27-11-08, 12: 31
non impensierisce chi fa le mostre, non chi fa selezione.
[=^||||
Giustissimo.//[[]]//[[]]
E' una differenza non da poco...........sono due mondi totalmente diversi.
Enzo Patané
27-11-08, 12: 38
Come in tutte le operazioni commerciali, a mio parere, servirà solamente aspettare qualche tempo perchè tutto si aggiusti.
Quando il prezzo, a causa della grande offerta scenderà sotto un certo limite, e finiranno le mutazioni sparate sapientemente una volta ogni 2-3 anni, i commercianti travestiti da allevatori (quelli che, per intenderci, che partecipano alle mostre solamente per vincere e vendere a caro prezzo i soggetti) inizieranno a calare il numero di coppie fino a smettere per allevare la specie alla moda di turno.
I veri appassionati si rimboccheranno, invece le maniche e inizieranno a selezionare soggetti producendo ceppi che si differenzieranno da quelli destinati al mercato dei negozi prodotti dai non esperti.
In vent'anni l'ho visto con i mandarini, i gould e i forpus e, come si dice, la storia si ripete sempre.
roberto ghidini
27-11-08, 19: 16
Credo debbano essere due canali paralleli che hanno comunque entrambi ragione di esistere.
Non ci vedo niente di male se molta gente ha in giardino, per il proprio divertimento e senza velleità espositive, una voliera piena di Roseicollis "scadenti" che allegramente si riproducono in colonia. Certo che quando saranno troppi, un po' ne porterà in ucceleria per due soldi, ma questo non dovrebbe impensierire l'allevatore che fa selezione. //[[]]
Attilio Casagrande
27-11-08, 20: 04
Pensieri giustissimi, vedi anche con gli ondulati di colore, si stanno riprendendo dopo averli ammessi a concorso, dando la possibilità di selezionarli, anch'io ero contrario a portare i miei animali in mostra, ma ho dovuto ricredermi, la mostra vista sotto il giusto aspetto è utile, capire cosa stiamo allevando è fondamentale al fine selettivo.
Se osservate chi porta qualche animale a concorso e una montagna in mostra scambio, e andate a vedere cosa ha vinto, vi rendete conto che questi non hanno soggetti selezionati.
Sulla qualità dei soggetti allevati, una certificazione ormai è d'obbligo per il mio punto di vista.
Non più di due ore fa ho visto degli aga in una gabbia, esposta ad una fiera, con un anello FOI 08 e numero 444...
Credo che questo faccia capire che ormai anche gli allevatori portano tranquillamente al macello... ehm... al negozio i propri soggetti
Powered by vBulletin™ Version 4.0.1 Copyright © 2025 vBulletin Solutions, Inc. All rights
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it