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Ufficio Stampa A.O.E.
17-11-07, 11: 54
Aviaria: virus nei polli piemontesi, ma nessun allarme

Sanihelp.it - In seguito alle notizie apparse nelle scorse settimane in merito a una presunta epidemia di influenza aviaria in alcuni allevamenti piemontesi, Giuliana Moda, responsabile del settore Sanità animale e igiene degli allevamenti dell’assessorato alla tutela della salute e sanità precisa: «Le analisi di laboratorio condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, confermate dal Centro di referenza per l’influenza aviaria di Padova, hanno accertato, in due piccoli allevamenti di commercio del pollame da cortile, entrambi in provincia di Torino, la presenza di un virus H7N3, a bassa patogenicità, non trasmissibile all'uomo.

Il virus individuato non ha alcuna relazione con le epidemie che si sono susseguite nei paesi asiatici e non vi è quindi alcun rischio per la salute umana. Misure di sanità animale e profilassi veterinaria sono state efficacemente adottate dai servizi veterinari delle ASL interessate, su provvedimento regionale, e hanno già consentito la chiusura del primo episodio».

Dopo l’allarme che si era diffuso due anni fa, l’influenza aviaria è rimasta oggetto di un sistema articolato di controlli veterinari, facenti parte del piano di monitoraggio predisposto dal Ministero della Salute, che hanno costantemente fornito esito negativo in tutta Italia.

In Piemonte nel 2006 sono stati prelevati 23.000 campioni da allevamenti di volatili - prelievi che superano le previsioni nazionali - e 441 da selvatici rinvenuti morti.
Le analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico non hanno riscontrato né il virus né alcun segno del suo contatto con gli animali esaminati, rilevabile attraverso la ricerca degli anticorpi specifici. Analogo andamento si registra per l’anno in corso, con 21.000 campioni già analizzati nei domestici e 433 sull’avifauna.
Accanto a questi accertamenti, vengono condotti studi sistematici per individuare la presenza di altri virus influenzali del pollame, poco patogeni per gli uccelli e non trasmissibili all’uomo.


fonte SAnihelp
Ufficio Stampa AOE

marco cotti
27-11-07, 08: 57
Fao lancia allarme influenza aviaria in Europa


Il virus potrebbe diventare endemico in alcune zone del continente. "Vi è particolare preoccupazione per l'area del Mar Nero che ha un'alta concentrazione di polli, anatre ed oche" ...

di Simona Scardino


La FAO ha messo in guardia del fatto che in alcune zone dell'Europa il virus dell'influenza aviaria H5N1 potrebbe diventare endemico nei polli, nelle anatre e nelle oche domestiche. L'agenzia ha sottolineato che anatre ed oche domestiche sane potrebbero trasmettere il virus ai polli ed è per questo che, nei Paesi con una consistente popolazione di anatre ed oche domestiche, devono essere rafforzate le attività di sorveglianza. L'avvertimento della FAO fa seguito alla scoperta da parte di ricercatori tedeschi del virus H5N1 in giovani anatre domestiche infette.

"Sembrerebbe l'inizio di un nuovo capitolo nell'evoluzione dell'influenza aviaria nel cuore dell'Europa", ha affermato il Veterinario Capo della FAO, Joseph Domenech. "Se sarà confermato che il virus H5N1 può persistere in oche ed anatre domestiche apparentemente sane, allora i paesi dovranno con urgenza rafforzare i programmi di monitoraggio e di sorveglianza in tutte le regioni con una popolazione consistente di anatre ed oche". "L'Europa dovrà prepararsi a nuove ondate di focolai epidemici d'influenza aviaria, con tutta probabilità provenienti da est verso ovest, se il virus continua a persistere nei volatili acquatici domestici. Questo rende ancora più necessario aumentare le attività di controllo e monitorare una possibile circolazione del virus tra le anatre e le oche domestiche", ha aggiunto Domenech.

"Vi è particolare preoccupazione per l'area del Mar Nero che ha un'alta concentrazione di polli, anatre ed oche", ha detto Jan Slingenbergh, specialista senior di malattie animali della FAO. È importante notare che nel Mar Nero vanno a svernare gli uccelli migratori che provengono dalla Siberia, che poi si spostano anche verso il Mediterraneo ed altre regioni. In passato, tutti i paesi confinanti con il Mar Nero hanno registrato focolai epidemici d'influenza aviaria, favoriti dal sistema tradizionale di allevamento del pollame all'aperto, con scarsa separazione tra volatili domestici e selvatici.

Ricercatori dell'Istituto "Friedrich-Loeffler"di Riems in Germania alla fine di agosto hanno individuato in un allevamento il virus H5N1 in alcuni esemplari giovani di anatre domestiche. Ulteriori accertamenti in altri due allevamenti hanno rivelato che, nonostante l'assenza di sintomi clinici e di mortalità le anatre erano venute a contatto con il virus H5N1, perché il loro sistema di difesa immunitario mostrava anticorpi sviluppati in risposta al virus. Più intensi esami e monitoraggi hanno alla fine confermato sacche di H5N1 in uno degli allevamenti. Sulla base dell'esperienza sviluppata nel combattere l'influenza aviaria nel mondo negli ultimi tre anni, la FAO ritiene che la valutazione dei rischi e le strategie di controllo e ricerca del virus siano da rivedere, ha detto Domenech. I paesi con una consistente popolazione di anatre ed oche domestiche dell'Europa centrale ed orientale e della regione del Mar Nero dovrebbero considerare l'incidente in Germania come un allarme e non limitare la ricerca del virus esclusivamente ai polli. Efficienti attività di controllo vengono già applicate in molti paesi europei e la Commissione Europea ha pubblicato nel 2007 delle linee guida molto esaustive. Ci sono tuttavia paesi dove è necessario fare un maggiore monitoraggio e dare maggiore attenzione alle anatre ed alle oche domestiche che vanno considerati animali a rischio.

"In Europa il virus potrebbe essere in circolazione più di quanto non si pensi attualmente", ha aggiunto Slingenbergh. "Non stiamo dicendo che il virus è ampiamente diffuso nei paesi europei, visto che infatti la maggior parte dei Paesi ne è al momento esente. Ma che punti localizzati di virus non individuato in Paesi con significativa popolazione di uccelli acquatici possono rappresentare un rischio continuo. Dopo l'Asia e l'Africa, l'Europa potrebbe essere il terzo continente in cui il virus in alcune zone potrebbe diventare endemico.

Ulteriori informazioni su http://www.fao.org/newsroom/it/index.html
Autore: Simona Scardino

marco cotti
16-12-07, 09: 50
AVIARIA/ GERMANIA, DUE POLLI DOMESTICI POSITIVI A H5N1
Nella regione di Oberhavel, nordovest di Berlino
postato 20 ore fa da APCOM

Berlino, 15 dic. (Ap) - Due polli domestici sono risultati positivi alla variante H5N1 dell'influenza aviaria nell'est della Germania. Lo hanno annunciato le autorità regionali.

I volatili si trovavano con altri nove animali nella regione di Oberhavel, nordovest di Berlino: lo ha indicato il ministero dell'Agricoltura dello stato di Brandeburgo. Dopo la morte di vari polli, due sono stati inviati per gli esami del caso.

Un laboratorio federale ha confermato che gli animali sono stati contagiati dalla variante H5N1 del virus; i rimanenti sono stati abbattuti e il pollame all'interno del perimetro di sicurezza di tre chilometri è stato sottoposto ad esami a scopo precauzionale.

In agosto c'era stata un'epidemia di influenza aviaria in Baviera, che ha reso necessario l'abbattimento di 160mila uccelli.

marco cotti
21-12-07, 08: 46
BIRMANIA. Il pericolo che un focolaio epidemico d’influenza aviaria si possa sviluppare in qualche regione sperduta del pianeta si fa sempre più concreto. La mutazione del ceppo patogeno H5N1, purtroppo, continua imperterrita.


La Birmania, infatti, ha confermato, lo scorso 15 dicembre, di aver registrato il primo caso umano di peste aviaria, denominazione adattata all'uomo, della malattia altrimenti detta "influenza aviaria". La stampa ufficiale del paese asiatico non ha nascosto la preoccupazione che l’episodio possa ripetersi nell’immediato futuro. L’essere umano ammalatosi, dopo la contaminazione del virus dell'influenza aviaria, è stata una bambina di 7 anni. Secondo gli stessi organi di informazione, la piccola è guarita perfettamente ed ora gode di ottima salute. L’O.M.S. (Organizzazione mondiale della sanità) ha confermato che la bambina, originaria di un villaggio del nord-est del paese, era stata ricoverata il 27 novembre scorso perché presentava sintomi sospetti. Dopo le cure intensive alle quali era stata sottoposta aveva potuto lasciare l'ospedale, il 12 dicembre scorso, in uno stato di salute più che soddisfacente. La bimba era stata sottoposta ad un trattamento intensivo con l’antivirale Tamiflu. Ciò che inquieta, tuttavia, è che questo caso di peste aviaria è stato scoperto sulla bambina per puro caso. I controlli di routine, avviati in seguito alla scoperta, ai primi di novembre, di un caso d’influenza aviaria in un allevamento, avevano permesso ad una squadra medica birmana, che indagava per verificare la sorgente dell'infezione, di rintracciare la bimba ammalata. Questa casualità dimostra che la sorveglianza non sistematica degli allevamenti in Asia potrebbe lasciar passare persone infette dal virus. A tutt’oggi l’O.M.S. stima che i casi d’influenza aviaria riscontrati sull’uomo sono stati 340, di cui 208 mortali. Questo censimento abbraccia gli anni dal 2003 al 2007. Ricordiamo che in Birmania, nazione dove vige un duro regime militare, poche notizie riescono a sfuggire alla censura. Fino ad ora, infatti, il regime militare aveva sempre negato l’esistenza di casi di trasmissione all’uomo di quella che potrebbe essere la "peste" del 2000.

marco cotti
12-01-08, 16: 11
Influenza aviaria: confermato nuovo focolaio di H5N1 in Gran Bretagna

Un nuovo focolaio di un contagio da virus H5N1, un ceppo particolarmente pericoloso dell'influenza aviaria, è stato confermato in Gran Bretagna, dopo l'allarme dello scorso novembre nell'East Anglia (10/01/08)

Questa volta colpito è il santuario degli uccelli di Dorset, dove sono stati ritrovati morti tre cigni selvatici . I rappresentanti britannici presso il Comitato permanente Ue per la Catena alimentare e la salute animale hanno infatti riferito che le analisi condotte al laboratorio di Weybridge, riferimento per l'Ue, hanno confermato che si tratta proprio del ceppo H5N1.

È il primo caso di contagio su uccelli selvatici nell'Ue a partire dallo scorso agosto . Come di prassi, le autorita' britanniche si sono attivate per evitare che il contagio passi ad allevamenti avicoli nelle vicinanze, seguendo le misure prescritte a livello comunitario da Bruxelles. Si tratta della creazione di un'area di controllo di 3 km intorno al focolaio, in cui e' vietato qualsiasi movimento di volatili salvo quelli diretti ai macelli, bandito anche l'invio di carne al di fuori della zona. Intorno all'area di controllo vi e' poi un'altra zona di 7 km di monitoraggio.