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marco cotti
19-02-09, 19: 44
Ibridi di
Verzellino

di NATALE MARANINI

Contributo allo studio sulle migliorie somatiche e cromatiche in alcune varietà e razze del Canarino domestico attraverso l'ibridazione con il Verzellino.

PRELIMINARI

Fra le specie di Uccelli indigeni più note e utilizzate nella ibridazione con il Canarino domestico, il Verzellino (Serinus serinus) figura scarsamente nella lista preferenziale degli ibridatori attuali.
E' un dato di fatto che si rileva da anni, complici certamente la livrea niente affatto appariscente, lo scarso disegno, l'innata selvatichezza che a stento perde e soltanto a distanza di anni di vita captiva riesce a quietarsi talvolta non interamente e non si esclude, dopo la traccia di queste note poco edificanti, che la quasi totale sconoscenza della specie, sia un'altra conseguenza della sua impopolarità.



Resta evidenziata in compenso una aggraziatissima forma bombeggiante, articolata in perfetto equilibrio con le movenze che annulla ogni altra carenza e contribuisce ad elevare all'esponente massimo questo piccolo Serinus rispetto agli altri Uccelli indigeni normalmente impiegati nella ibridazione.

DELL'ACCOPPIAMENTO

Si accoppia alla femmina del Canarino domestico con sorprendente facilità,.
Tuttavia non si incontrano serie difficoltà ad unire il Verzellino alla femmina del Canarino domestico

DEL COMPORTAMENTO CON I NIDIACEI

Qualche allevatore che si è interessato a questa ibridazione, ha descritto il Verzellino un collaboratore eccellente al nutrimento dei suoi ibridi. Non si esclude che qualche soggetto manifesti in cattività le qualità nutricatorie che sono proprie di ogni specie ornitica e, in qualche caso, siano paragonabili a certi maschi del Canarino domestico, ma non si può certamente generalizzare sul fatto che tutti i Verzellini allevino con dedizione la prole.




Si rilevano casi in cui (sono nostre dirette osservazioni) il verzellino, pur riservando delle particolari attenzioni affettive alla femmina intenta alla cova, dimostri intolleranza e spesso con azioni aggressive verso i nidiacei nati da pochi giorni. Si tratta di casi isolati, certamente anomali, che trovano scarso riscontro nella casistica comportamentale della specie in cattività, ma che tuttavia esistono e si possono evitare con l'isolamento del maschio non appena si rilevano fatti insoliti, che potrebbero turbare o compromettere seriamente l'esito della nidiata. Quella di isolare il maschio per non avere sorprese, è una pratica abbastanza frequente nella ibridazione degli Uccelli e non differisce in sostanza, dal sistema praticato dagli allevatori di Canarini, quando si accorgono che in certe coppie, il maschio trascura i piccoli o collabora scarsamente al loro svezzamento, per offrire le proprie cure amorose alla femmina già ricettiva al massimo ad intraprendere una seconda covata. In questo caso, come nel precedente, occorre disporre di buone balie cui affidare le uova e il conseguente allevamento dei piccoli.

DELLA FERTILITA' DEGLI IBRIDI

Non intendiamo rivolgerci direttamente agli ibridatori o ai vecchi allevatori di Canarini che già conoscono questo incrocio, per averlo praticato o per averne inteso parlare da altri, ma ai neofiti l'utilità di segnalare che gli ibridi del Verzellino con la femmina del Canarino domestico sono fertili, ci pare una segnalazione del tutto ovvia.
Le nostre esperienze e quelle di altri ricercatori dilettanti, che prima di noi si sono prodigati nella ricerca sulla fertilità degli ibridi e non soltanto del Verzellino, hanno chiaramente dimostrato la totale fertilità degli F1 di sesso maschile e la parziale fertilità degli F1 di sesso femminile, nell'ordine del 10%, per cui non ci si trova di fronte al solito incrocio dalla limitatissima fertilità, o fine a se stesso nella maggioranza dei casi, utilizzabile per soli fini espositivi o per gustarne i pregi canori, ma ibridi che certamente servirebbero all'allevatore medio di Canarini, se la selezione, intesa come fonte di tutte le ricerche, non trovasse una inspiegabile avversione da parte di molti, troppo desiderosi di arrivare presto. Nella 2.a generazione R1, si rileva una percentuale maggiore della fertilità nelle femmine e non totale come certi Autori asseriscono, sebbene anche nei maschi, che di norma sono fertili, si siano riscontrati casi di fertilità soltanto al terzo anno.




D'Amico con un soggetto R1 maschio, generato da F1 di Verzellino con femmina prodotta dal meticciamento fra Norwich e Sassone della varietà bianca dominante, peraltro allevato e per due anni provato senza successo con più femmine di diversa varietà della razza Sassone non a fattore rosso, dallo scrivente, ha ottenuto progenie al terzo anno di prove, con una femmina della razza Gloster.
Casi come questo non sono rari e il più delle volte la parziale sterilità dell'R1 è dovuta a squilibri portati dal reincrocio che producono genotipi di vitalità inferiore o, caso assai più frequente, allo sviluppo incompleto degli organi sessuali. Circa gli ibridi di terza generazione, resta tuttavia accertata la loro completa fertilità.

DEL COLORE DEGLI IBRIDI

In questa ibridazione molto frequentemente sono utilizzate femmine del Canarino domestico a fattore rosso, siano esse lipocromiche, siano melaniniche, sebbene in più occasioni sia stato denunciato che il «rosso», per tutte le ibridazioni realizzate con specie ornitiche a piumaggio verde, Verdone (Carduelis chloris), Lucherino (Carduelis spinus), Venturone (Serinus citrinella) fra le più comuni e note, risulti fattore inquinante e di scadente effetto espositivo. E' una tentazione alla quale difficilmente riescono a sottrarsi anche gli íbridisti più qualificati che tuttavia insistono in questo accostamento non certo ortodosso, nell'intento (è assai probabile) di cogliere la sprovvedutezza di qualche Giudice di fresca nomina.




Si scopre infatti, con l'utilizzo di femmine a fattore rosso molto intensivo, la totale sparizione dello schema cromatico della forma tipo che, per quanto modesta si presenti nell'aspetto, dovrebbe invece essere evidenziata al massimo in base a precise norme dei criteri giudiziali, se fossero impiegate femmine della varietà
gialla, gialla limone e verde. Con l'impiego di queste varietà, restano visibilmente nitide le marcature gialle della fronte, delle guance e del petto che sono in definitiva le caratteristiche cromatiche di maggior rilievo della forma tipo.
Questi ibridi, sono normalmente di colore verde più o meno brillante, rarissimamente gialli se non prodotti da maschi differenziati (es. mutazione lutina ) di cui è noto il comportamento ereditario di tale fattore.
Nonostante esistano serie difficoltà a produrre ibridi di prima generazione gialli con l'impiego di maschi della specie tipica, si hanno prove, per quanto strano possa sembrare, di soggetti nati da genitori normali (Verzellino x Canarina gialla), cresciuti con il piumaggio verde e divenuti, in seguito alla prima muta, completamente gialli. Testimonianze di Porzio con una femmina nel 1969 e di uno di noi (Maranini ) nel 1974 con un maschio.





Queste improvvise mutazioni che esercitano effetti immediati sul fenotipo non alterano il comportamento ereditario degli ibridi dalle normali regole della eredità indipendente, non legata al sesso, i cui fattori sono liberi come il giallo, il bianco dominante, il rosso-arancio e sono trasmessi in eguale misura alla progenie di ambo i sessi, sia dai maschi di prima generazione, sia dalle femmine qualora queste ultime si dimostrassero fertili.
Casi di mutazioni graduali o aberrazioni fittizie del piumaggio, in quanto non giustificate da alcuna legge ereditaria, si manifestano in alcune specie ornitiche captive (Merli, Passeri e Estrildi in particolare) in seguito all'osservazione di drastici provvedimenti alimentari cui la specie è forzatamente sottoposta.

DELLE MIGLIORIE SOMATICHE

E' una questione assai difficile da sottoporre agli allevatori interessati alle varietà di colore della razza Sassone, quali migliorie somatiche e in qualche caso cromatiche, il Verzellino potrebbe portare ad altre varietà di colore vecchio tipo non a fattore rosso, cui un processo selettivo a volte spinto ed irrazionale, operato sulla base di un empirismo che non si smuove dai concetti tradizionali, tenda a peggiorare, se non i caratteri cromatici, certamente quelli somatici.
E' il caso di alcune varietà di colore in cui, sebbene la colorazione del piumaggio, il disegno e la taglia siano in armonia con lo standard, restano tuttavia evidenziati alcuni caratteri morfologici, becco, testa e petto, non esclusa la posizione
anche se quest'ultima sia ritenuta di scarsa rilevanza, frutto di accoppiamenti non certo migliorativi, che non trovano l'armonica associazione con gli altri caratteri distintivi. Il Canarino Sassone in genere, salvo rare eccezioni, ha un brutto becco, a volte decisamente sproporzionato rispetto al resto del corpo (è quanto sostengono alcuni specialisti); manca nel petto la curva piena che si estende sino alla base della coda e ne caratterizza la forma sensibilmente bombeggiante, manca, e questa non è ritenuta cosa essenziale, la posizione ottimale sull'appollatoio.
Il Sassone, tutto sommato, non è un Canarino da posizione e certi modelli di lodevole perfezionismo, probabilmente non si richiamano integralmente alle caratteristiche della razza.
Si osserva tuttavia a questo proposito che esiste una certa tendenza da parte di noti specialisti, a migliorare le caratteristiche somatiche in alcune varietà della razza Sassone, mediante meticciamenti con razze da posizione non necessariamente inglesi, ma fenotipicamente accettabili per tale impiego e dalle discrete qualità razzatorie, come si è dimostrata una razza a piumaggio bianco, selezionata in Giappone che nei caratteri distintivi richiama grosso modo la Border.
La scelta e l'impiego di questi soggetti, da quanto si è appreso da oltre dieci anni, hanno consentito di rinnovare, con la ricercatezza che è propria degli allevatori di avanguardia, un prodotto di selezione ormai decadente come il Canarino mosaico, migliorandone la forma in particolare e il grado di purezza genetica. Altro esempio di miglioramento esclusivamente somatico a cui peraltro si sono affidati alcuni allevatori, è stato l'impiego di soggetti brinati di razza Gloster a testa liscia o «Consort», in ceppi di Canarini bianchi recessivi, nei quali il meticciamento ha portato una eccellente miglioria, sia al piumaggio reso più fitto e soffice, sia alla forma del corpo e al becco in particolare divenuto, già nei soggetti di prima generazione portatori del fattore, più corto e conico, esteticamente migliore della varietà tipo.
Parimenti il Verzellino come elemento miglioratore in senso somatico delle varietà gialla, bianca recessiva, isabella pastello limone per non citare altre varietà melaniniche non a fattore rosso, e cromatico nella sola varietà verde, può considerarsi di fondamentale utilità se buona parte degli allevatori medi del Canarino si mantenesse sul piano dilettantistico e avesse la costanza di svolgere un continuo lavoro di selezione per evitare, sia la regressione dei caratteri tipici dei propri soggetti, sia la corsa all'eterozigotismo che fatalmente si impone quando la selezione non è stata eletta a sistema. In tal caso si ricorre all'acquisto incon
sapevole e non necessariamente preferenziale per ragioni di costo, di soggetti spesso atipici dei quali non si conosce il patrimonio genetico.

DELLA VARIETA' GIALLA

La prima mutazione che ha provocato la scomparsa delle eu e feomelanine, cioè del nero e del bruno nella livrea del Canarino ancestrale (Serinus canarius) ha dato origine a quella che oggi tecnicamente, è definita la varietà gialla della razza Sassone. (Mannelli 1963).
Per qualche secolo i soggetti di questa varietà erano conosciuti più semplicemente come Canarini comuni e per taluni, diciamo in massima parte, il «giallo» resta tutt'ora il vero Canarino nella forma originaria, mentre i soggetti con disegno melaninico, frutto di ibridazione.
Con l'avvento del Canarino a fattore rosso, il «giallo», in quanto divenuto troppo comune e di scarso valore commerciale, si è diradato con cronologica gradualità, tanto da comparire raramente alle mostre ornitologiche per essere sostituito da un altro Canarino giallo, verde o pezzato, il Gloster, più piccolo e raccolto, tipicgmente da posizione, ottimo riproduttore al quale la forma bombeggiante e la minuta taglia hanno decisamente conferito popolarità e rapida diffusione.
Un Canarino il Gloster che per qualità cromatiche spettacolari vale quanto un giallo comune, ma che tuttavia piace agli allevatori, sebbene non manchino casi in cui gli R1 del Verzellino, interamente gialli o verdi, siano i veri protagonisti in qualche Mostra, in quanto esposti e giudicati come Gloster tipici, nei quali, nonostante il vistoso punteggio, emerga una eccessiva vivacità tale da richiamare l'indole selvaggia del Verzellino.
Le prove di cui disponiamo, hanno chiaramente- dimostrato che, accoppiando maschio F1 per femmina R2 del Verzellino è possibile ottenere, in tempo relativamente breve, soggetti gialli dalle caratteristiche: somatiche qualificanti, utili per riportare alla ribalta una varietà ormai in totale decadenza, tenuta in vita e spesso senza alcun indirizzo selettivo, da una sparuta schiera di allevatori sportivi.
I concetti informativi circa gli accoppiamenti citati, non differiscono per la varietà bianca recessiva.
Per facilitare la conoscenza dei meccanismi genetici dei fattori ereditari indipendenti o liberi, non legati al sesso, si ritiene utile riportare uno schema pratico, secondo i nuovi indirizzi selettivi illustrati da Veerkamp.

DELLA VARIETA' VERDE

I processi selettivi per raggiungere l'espressione ottimale della varietà verde, sono stati ampiamente discussi da alcuni serinofili di chiara fama nel corso degli anni 60, in cui il «verde» come il «giallo» del resto, era stato subbissato dai melaniníci di altra estrazione, per cui la possibilità a reperire dei «verde» omozigoti, utili alla formazione di un valido ceppo, si presentava quanto mai scarsa.
Si sono visti in questi ultimi anni, soggetti di questa varietà dichiarati fenotipicamente perfetti, secondo i canoni vigenti dello standard e risultare, dopo il normale ciclo riproduttivo, dei portatori di agata e di isabella.
Ci pare chiaro che un Canarino delle varietà verde dal quale si pretende la massima ossidazione della melanina nera, zampe e becco compresi, non sia tale se porta latenti fattori della diluizione o fattori di inibizione del nero (Vaccari 1969).
D'altra parte è piuttosto difficile costruire un modello selettivo che armonizzi compiutamente le idee e le proposte dei tecnici deputati alla informazione, con gli indirizzi tradizionali scelti dagli allevatori per i quali selezionare, e sono la stragrande maggioranza, significa accoppiare «l'intenso al brinato», senza curarsi delle altre caratteristiche qualitative, altrettanto importanti, che determinano in definitiva l'eccellenza del ceppo.
Per arrivare alla formazione di un ceppo omozigote, sono stati proposti alcuni indirizzi selettivi, primo fra tutti l'insistenza di accoppiare «verde x verde» (Vaccari 1969) utilizzando, nel corso della selezione, soltanto i soggetti privi di difetti morfologici e geneticamente puri.
Altri sostengono (Morbilli 1968) ottimale l'accoppiamento di maschio sassone verde intenso di taglia ridotta per femmina Border verde brinata, da cui si sono ottenuti soggetti di l.a generazione di taglia intermedia, ben pigmentati, con zampe e becco scuri, da unire a femmine verde della razza sassone con buona pigmentazione. Fusione infine fra soggetti di l.a e 2.a generazione.
Il concetto nell'insieme è rilevante per il fatto che, oltre a fissare lo schema cromatico se non del tutto, ma in massima parte conforme alle regole dello standard, c'è la tendenza al miglioramento dimensionale e di riflesso somatico, con l'impiego della razza Border sebbene quest'ultima in effetti non presenti caratteristiche di forma tali da rendere i derivati esteticamente molto apprezzabili, specialmente nella posizione.
Altri ancora, sempre nella specialistica settoriale, propongono, senza una decisa convinzione peraltro, la selezione di soggetti discromici o pezzati, prodotti dall'unione di «verde x giallo» (Michielin 1968) con l'ottenimento, alla 3.a generazione, di verde omozigote di fattura accettabile.
Si presentano dunque alcuni schemi di accoppiamento e potrebbero seguirne altri più o meno estrosi, tutti realizzabili in ogni caso per coloro che manifestassero l'intenzione a formare e mantenere intatto un ceppo di verde, senza dover provvedere, ogni due o tre anni, ad immettere nuovi acquisti nell'allevamento, siano essi belli ed appariscenti dei quali, come si è accennato, sia sconosciuto il patrimonio genetico.
E' nostra convinzione perchè suffragata dalla diretta esperienza non soltanto nostra ma di altri ricercatori dilettanti, che stia ancora nel Verzellino il punto cardine per produrre i«verde» migliori. Ne sono la prova i risultati ottenuti dal Michielin il quale, dall'accoppiamento del Verzellino con Canarina giallo limone, aveva prodotto F1 maschi verde limone assai belli, da appaiare alla l.a genera
zione dei «verde», in estensione non in intensità, derivati da femmina Harze_ verde e maschio sassone giallo comune. Alcuni dei soggetti discendenti dalla fusione di queste due linee, riproducevano ottima pigmentazione melaninica (Michielin in lettera) sia nel disegno dorsale, sia nel becco e nelle zampe.
Questi che in breve abbiamo sintetizzato, gli indirizzi selettivi fra i più qualificanti per produrre, in senso migliorativo e non consumistico, un valido ceppo della varietà «verde», oggi quasi irreperibile allo stato di purezza genetica.

DELLA FEMMINA DEL VERZELLINO

Un apporto altrettanto migliorativo al soma delle varietà del Canarino domestico dianzi descritte, si potrebbe ottenere con maggiore efficacia utilizzando la femmina del Verzellino se ragioni di adattamento alla gabbia non fossero la causa principale a provocare avversione alla nidificazione, anche dopo qualche anno dalla cattura.
Non a caso la femmina di questa specie, peraltro di natura assai delicata, è considerata, dopo la femmina del Fringuello (Fringilla coelebs) la più restia a costruire il nido e a deporre le uova in gabbia. Fanno tuttavia eccezione i soggetti
allevati da Canarine o presi nel nido e allevati allo stecco (anche se non tutte le femmine si prestano in seguito a nidificare nella ristrettezza del contenitore) e in qualche raro caso, i giovani presicci dell'ultima covata.
Sono rarissimi gli ibridi fra Canarino domestico e Verzellina, che risultano essere fertili nella stessa misura dell'accoppiamento inverso, per via delle difficoltà che incontrano gli ibridatori a reperire soggetti nati in gabbia, per cui ne consegue quanto questo incrocio risulti scarsamente praticato.
Si ritiene utile segnalare che in passato abbiamo avuto due casi di nidificazione nel normale contenitore per cova, da parte di due giovani presicce dell'annata. Altri casi di ibridazione fra la femmina del Verzellino e specie affini sono stati segnalati e documentati dalla stampa specializzata e, di recente, un esemplare F1 femmina pastello limone di pregevolissima fattura, esposto ai Campionati mondiali di ornitologia di Genova 1977, e non premiato col massimo riconoscimento come avrebbe meritato, per scarsa competenza delle giurie.

DELLA TAGLIA DEGLI IBRIDI

Una delle obiezioni che di frequente si sentono avanzare contro l'importanza di questa ibridazione, sia che si utilizzi la femmina o il maschio del Verzellino, è la ridotta taglia dei derivati di l.a generazione e la conseguente difficoltà a produrre soggetti di 3.a e 4.a generazione, già sufficientemente stabilizzati nel colore e nella forma, perfettamente rispondenti alla lunghezza dei 13 cm previsti dallo standard.
Questa eccessiva carica di perfezionismo che caratterizza certi allevatori, è in radicale contrasto con le improvvise quanto ingiustificate pressioni da parte di alcune giurie preposte al giudizio, tendenti a valorizzare soggetti vistosamente eccedenti in lunghezza, specialmente per una razza, la Gloster, in cui la pheolezza della taglia è caratteristica peculiare nella valutazione del soggetto, con preferenza alla minima degli 11 cm.
Non si è ancora ben capito se l'eccessiva taglia rispetto alla norma di certi soggetti delle razze inglesi e sassone presenti alle mostre ornitologiche, sia una imposizione di mercato pretesa dal selettore qualificato per l'importanza che assume nel settore, o siano invece le giurie ad essere disinformate o, in casi più frequenti, impreparate sugli effettivi criteri valutativi proposti dai gruppi di specializzazione. Resta tuttavia il fatto che a colpire in primo piano l'occhio dell'osservatore preparato sulle varietà di Canarini oggetto di queste note, sono il colore e l'armonia delle forme; la taglia, se non causata da tare ereditarie o dalla errata impostazione nel processo selettivo che la riduce fortemente, è una componente del tutto secondaria.

CONCLUSIONI

Si è continuato per anni nell'affannosa ricerca del Canarino ancestrale (Serinus canarius) per migliorare lo schema cromatico del Canarino domestico della varietà verde, compresa la maggiore ossidazione del becco e delle zampe, quando, e non è una novità, le zampe e il becco che il progenitore selvatico conserva da millenni, sono di colore carnicino.
Per questa varietà sono stati intrapresi tentativi di ibridazione con il Lucherino (Carduelis spinus) prima e con scarso successo, col Venturone (Serinus citrinella) dopo, senza alcun successo in quanto produce ibridi infertili.
Si è cercato, attraverso queste note, di riproporre l'introduzione nella moderna Canaricoltura del serinus, privo di pregi cromatici spettacolari, nel quale emergono invece delle qualità estetiche chiaramente sfruttabili, che non trovano riscontro in altre specie ornitiche di comune allevamento.

Non siamo tuttavia convinti se la maggior parte degli allevatori di Canarini sa che la materia prima con cui hanno raggiunto tanti successi attraverso le più estrose selezioni di questi ultimi tempi, è stata fornita dalla costante opera di ricerca degli ibridatori



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Mannelli O. - Colore e piumaggio nei canarini di forma - UCCELLI - Marzo e Aprile 1963.
Michielin R. - Il Canarino verde - Giornale degli Uccelli - Maggio 1968. Vaccari G. - I Canarini - Ed. ENCIA Udine - 1965
Vaccari G. - Come ossidare i verde - Giornale degli Uccelli - Ottobre 1969. Veerkamp H.J. - Manuale sull'allevamento dei canarini di colore - Ed. ENCIA Udine 1973.
Veerkamp H.J. - Moderni Canarini di colore - Ed. ENCIA Udine 1974.


Natale Maranini

Mauro Bagiolo
19-02-09, 21: 34
Ringrazio prima di tutto Marco per aver riportato questo scritto su una specie di fringillide a me particolarmente cara.
Il verzellino è il forse il più piccolo dei nostri indigeni ma è un "piccolo grintoso"....
Lo sa bene chi è impegnato nel suo allevamento ed in particolare chi si dedica all'ibridazione di questo delicato fringillide.
Si perchè il maschio verzellino non soffre certo di complessi di inferiorità di fronte a femmine ben più grandi di lui. Purtroppo non sono tanti gli allevatori che si dedicano a lui...a torto.
Quest'anno ho deciso di ripetere il fortunato accoppiamento che mi ha permesso di aggiudicarmi la vittoria di stamm al mondiale che si è appena concluso: canarino satinè x verzellina. Poi tenterò qualcosa di più arduo: verzellino x verdona mentre un altro maschio lo dedicherò ad una più tranquilla canarina. Vedremo come andrà a finire.
Purtroppo la delicatezza dei verzellini non permette un programma prolungato negli anni; con il materiale che ho a disposizione potrei tentare di raggiungere il fantomatico verzellino satinè.
Oltre alle sei femmine mutate (quasi sicuramente sterili) ho a disposizione anche due maschi ancestrali portatori (in genere fertili) con i quali proseguire su questa strada. Purtroppo non disponendo di altre femmine per quest'anno il programma salterà.
Ecco la foto di una delle mie femminucce mutate:

questi sono invece i genitori:

Fioravante Prontera
19-02-09, 21: 55
Interessantissimo articolo, ma nella penultima foto è un ibrido con il Lucherino?

fredom65
20-02-09, 08: 12
Interessantissimo articolo, ma nella penultima foto è un ibrido con il Lucherino?

Forse è una semplice femmina di lucherino ? La foto sembra in Natura.
Anche io me ne sono accorto e credo abbia le barrature alari che NON sono certo dei verzellini ma dei lucherini.
Domenico.

nuk
20-02-09, 10: 02
Forse è una semplice femmina di lucherino ? La foto sembra in Natura.
Anche io me ne sono accorto e credo abbia le barrature alari che NON sono certo dei verzellini ma dei lucherini.
Domenico.

In effetti sembra anche a me una Lucherina, cmq articolo molto interessante, ho in passato riprodotto con successo tali ibridi ed effettuato il reincrocio.....
Ho prenotato una/due coppie di verzellini da un allevatore per la prossima stagione e ho intenzione di rivalutarlo......
Nuccio.