Visualizza la versione completa : Deriva pericolosa...
Roberto Giani
17-04-09, 19: 04
Ho saputo di un altro allevatore di parrocchetti australiani (Roselle, Port Lincoln, Twenty eight, Polytelis) che sta smettendo tutto per via del CITES e passa ad allevare solo ai parrocchetti dal collare!
La tendenza è grave! Sta continuando una pericolosa deriva, tra non molto la maggior parte dei pappagalli sarà introvabile e ci saranno solo Calopsitte, Roseicollis e Collari!
marco cotti
17-04-09, 19: 56
Ciao Roberto, questo problema lo abbiamo sollevato con le discussioni sulla massa di Roseicollis in vendita e di qualità scadente rispetto a Canus, Taranta, Nigrigenis.
Putroppo la deriva è fortissima, sopratutto con i pappagalli in Appendice A, ma non solo...il trend positivo dei primi anni 2000 è ormai un ricordo...
per trovare pappagalli credo che al momento non sia un problema, a parte prezzi molto elevati con un pò di pazienza se non si hanno esigenze particolarissime i soggetti si trovano...
e poi c'è il Belgio e l'Olanda... quelli di problemi non ne avranno mai!
[[-"|||hooo
ciao e buona serata
il dibattito è interessante mi piacerebbe sentire il parere anche di altri
Non sarò un grande allevatore, ho 22 anni e vi confesso che la voglia di iniziare e di fare carriere da grandi allevatori come voi con dei soggetti sottoposti a cites mi sta passando.La mia parola non varrà nulla e credo che manco lo leggerete il mio inutile intervento ejejej, ma penso che se un ragazzo di 22 anni si scocci di perdere e aspettare tempo a causa del cites per allevare i suoi aga è grave. A Napoli è tutto così lento, per una denuncia di nascita di TRE pulli, ho saputo il protocollo dopo un mese e mezzo. E' troppo una trafila;penso sia inutile per soggetti come aga o altri (che non conosco)... e vedo che dopo vari solleciti le modifiche della cites sono impercettibili e lentissime per noi.Oltre a questo ho letto che l'Italia complica ancora di più il tutto...; terrò duro ma mi sa che mi toglierò anche io queste poche coppie che mi ritrovo.Passerò anche io a qualcosa di più semplice da sbrigare burocraticamente.
marco cotti
17-04-09, 20: 43
ciao da marco
il tuo non è un intervento inutile, ma dipinge molto bene un quadro preciso che sta interessando parecchi giovani e non, è su queste cose che la divulgazione, l'unione, l'aiuto tra allevatori deve farsi più intensa... e poi lasciatemelo gridare forte...
NON ABBIAMO UN ORGANISMO FORTE di allevaori di PAPPAGALLI che ci rappresenti!!!!
siamo sempre stati lasciati in balia degli eventi...
mentre l'unica strada che avevamo era quella di riunirci e rappresentarci con nostri Delegati e con le nostre risorse presso le istituzioni...
abbiamo sempre richiesto a gran voce di farlo... e putroppo non si è mai riusciti a farlo veramente e la cosa veramente mi appare ancora oggi incomprensibile
saluti a tutti
[[-"|||hooo
Alessandro Zago
17-04-09, 21: 31
Ciao Roberto, questo problema lo abbiamo sollevato con le discussioni sulla massa di Roseicollis in vendita e di qualità scadente rispetto a Canus, Taranta, Nigrigenis.
Purtroppo la deriva è fortissima, sopratutto con i pappagalli in Appendice A, ma non solo...il trend positivo dei primi anni 2000 è ormai un ricordo...
per trovare pappagalli credo che al momento non sia un problema, a parte prezzi molto elevati con un pò di pazienza se non si hanno esigenze particolarissime i soggetti si trovano...
e poi c'è il Belgio e l'Olanda... quelli di problemi non ne avranno mai!
Condivido appieno Marco quanto hai affermato! Se le cose non volgeranno in positivo, moltissimi allevatori molleranno, esasperati da tutta questa burocrazia...
Poi la maggior parte dei soggetti sono di "qualità" mediocre e, se ti serve qualcosa anche di "particolare", sei costretto a sborsare un bel pò d'euro, senza contare poi di chi, in questa situazione che si sta venendo a creare, ci fa la "cresta" sopra... Sigh!
Buona serata!
Attilio Casagrande
18-04-09, 18: 02
Purtroppo è vero, la burocrazia frena, poi vedo chi si accosta, quando sente parlare di denuncia di nascita, dichiarativa, cessioni, anellamento, registro, ecc ecc., ci pensa su un attimo e ci rinuncia, noi che siamo passati piano piano attraverso le varie normative, non ci siamo neanche resi conto di quanto complesse e superflue siano tutte queste procedure, così come al solito invece di favorire lo sviluppo e le risorse del nostre paese, andiamo a favorire quei paesi dove l'allevatore è aiutato, non tartassato.
Speriamo solo si accorgano che dietro a chi alleva, ci sono chi fà attrezzature, mangimi ecc. ecc, e tutto quanto serve a muovere un gran numero di persone.
Antonio Sonaglio
18-04-09, 19: 54
[QUOTE=Attilio Casagrande Speriamo solo si accorgano che dietro a chi alleva, ci sono chi fà attrezzature, mangimi ecc. ecc, e tutto quanto serve a muovere un gran numero di persone.[/QUOTE]
Proprio i produttori di mangimi gabbie accessori vari ecc dovrebbero aiutarci nelle richieste di semplici regole accessibili a tutti compresa la vecchietta con il suo piccolo personata
Roberto Giani
20-04-09, 19: 10
Purtroppo è vero, la burocrazia frena, poi vedo chi si accosta, quando sente parlare di denuncia di nascita, dichiarativa, cessioni, anellamento, registro, ecc ecc., ci pensa su un attimo e ci rinuncia, noi che siamo passati piano piano attraverso le varie normative, non ci siamo neanche resi conto di quanto complesse e superflue siano tutte queste procedure, così come al solito invece di favorire lo sviluppo e le risorse del nostre paese, andiamo a favorire quei paesi dove l'allevatore è aiutato, non tartassato.
Speriamo solo si accorgano che dietro a chi alleva, ci sono chi fà attrezzature, mangimi ecc. ecc, e tutto quanto serve a muovere un gran numero di persone.
Eh sì Attilio, noi abbiamo avuto la fortuna di "farci le ossa" da giovani allevando tranquillamente dei pappagalli abbastanza semplici e, soprattutto, senza problematiche burocratiche.
Mi ricordo che c'era un ambulante che ogni mercoledì portava al mercato settimanale, a Rimini, una marea di pappagalli e io lì, col naso in sù a guardarli tutti per cercare di riconoscere le specie ( e molte per me erano misteriose).
Ma ormai noi siamo motivati e non ci spaventa più se dobbiamo fare un po' di carta per allevare le specie che ci piacciono.
Ma un giovane che vuole cominciare, già alle difficoltà di fare esperienze andando incontro ad inevitabili insuccessi, se poi deve anche barcamenarsi nella burocrazia, non è più un hobby e il divertimento va a farsi friggere.
condivido appieno quello che dite!!!!!!!!
è da un pò che sto pensando all'acquisto di una coppia di personata e/o di parrocchetti turchesi,mi piaciono molto entrambe le speci,mi son ben documentato sulle loro esigenze ma l'idea di tutta questa burocrazia ancora mi frena..
anch'io ormai sono da 7-8 anni che allevo e la burocrazia poco mi spaventa. sopratutto perchè sono carte che arrivano ogni tanto (capitemi cosa voglio dire) e non arrivano mai tutte su un colpo.
Ovviamente per ovvie ragioni l'anno prossimo dovrò molto probabilmente abbandonare l'allevamento perchè andrò ad abitare in appartamento e se anche ha il giardino voglio prima imparare a vivere con la mia futura Ex morosa (!!!!!) e capire come si comportano i vicini condomini!!
Ma se dovessi reiniziare lo farei volentieri senza nessun problema!!
Per quanto dice marco che non ci sono persone che rappresentano i nostri disagi azzarderei nel dire che L'ITALIAN PARROTS CLUB potrebbe portare avanti questa battaglia!!! no?!?
Enzo Patané
22-04-09, 08: 42
L'argomento è molto complesso e la sua disamina richiederebbe molto tempo. Mi limiterò a fare qualche considerazione.
Quoto tutti quelli che hanno messo in evidenza che per gli allevatori di lungo corso gli inasprimenti ormai non fanno nè caldo nè freddo per l'abitudine decennale ad adeguarsi alle più assurde richieste.
Troppa è la passione e se qualche miope protezionista pensa che inasprendo la buroicrazia ottenga l'abbandono dei grandi allevatori sbagllia di grosso.
Quello che si ottiene è l'allontanamento dei giovani, degli anziani e di chi tiene una coppietta o due in casa. Sono numeri ridicoli che dovrebbero far pensare il legislatore.
Occorre, a mio avviso però, cercare di mettersi dalla parte di chi, senza asti cerca di regolamentare in modo equo ed efficace la detenzione di speci rientranti nella CITES.
Io per mestiere faccio il tecnico e il burocrate e posso assicurare che ogni qual volta le maglie della burocrazia si sono allentate, l'italiano medio non solo ne ha approfittato ma ha pensato bene di allargare i buchi approfittandone per il proprio interesse. E' una vecchia abitudine che deriva da qualche secolo di burocrazia becera ed assillante che ha sviluppato in noi una sorta di tecnica di sopravvivenza.
Per la detenzione degli animali in CITES, in realtà, basterebbero poche regole certe e ben divulgate come ad esempio l'anello inamovibile e un vademecum degli allevatori e relative sigle per ogni associazione di allevatori legalmente riconosciuta. Per chi sgarra o, peggio fa il furbo, sanzioni molto forti e pesanti e, soprattutto, certezza della pena.
Ma, permettetemi l'ultima nota triste, viviamo in un Paese dove chi ha truffato e mandato sul lastrico centinaia di famiglie (con la classica politica del furbetto che dicevo prima) è libero e vive negli agi più sfrenati ...........:(
Roberto Giani
22-04-09, 18: 35
Secondo il mio modesto parere, basterebbe che esistessero commissioni scientifiche competenti ed intelligenti, in grado di identificare esattamente la marea di specie di psittacidi comunemente allevate in cattività da tempo, tali da non essere considerate di fatto come fauna selvatica ed esonerarle quindi dalle incombenze burocratiche.
Se qualcuno si prendessa la briga di esaminare tutte le le denunce di nascita pervenute in questi anni agli Uffici CITES del CFS, si renderebbe immediatamente conto di quali e quante specie siano comunemente allevate, che molte di queste NON sono in pericolo di estinzione in natura (ed anzi spesso e volentieri nei loro paesi di origine vengono cacciate e soppresse) e che non esiste più per molte di esse alcun prelievo in natura da decenni.
In fin dei conti, quello che voglio dire, è che mi sta bene ed è giusto ci siano delle procedure come la denuncia di nascita al CFS, la tenuta di un registro carico e scarico ecc. ecc., ma tutto questo per specie per le quali ciò veramente si renda necessario, tipo qualche Ara, qualche Amazzone, qualche Cacatua.
Ma mettere tutto nello stesso calderone, dagli inseparabili che si riproducono come polli ai rari Poicephalus, dai parrocchetti australiani ai pappagalli dei fichi, dai sudamericani comuni e di facile riproduzione come i monaci ad altri sudamericani rari e in declino, significa non avere il polso della situazione e, quel che è peggio, mostrare incompetenza.
Finche ai piani alti non si capirà che è tanto assurdo quanto inutile (ai fini della protezione in natura) imporre tanta burocrazia ad un semplice amatore che ha una o due coppie di comunissimi inseparabili o di comunissimi parrocchetti australiani, non verremo mai a capo della questione.
Secondo il mio modesto parere, basterebbe che esistessero commissioni scientifiche competenti ed intelligenti, in grado di identificare esattamente la marea di specie di psittacidi comunemente allevate in cattività da tempo, tali da non essere considerate di fatto come fauna selvatica ed esonerarle quindi dalle incombenze burocratiche.....
Il nocciolo del problema secondo me non sta solo in questo; ovvero è giusto distinguere tra specie allevate in cattività in gran numero e con successo da tempo e altre rare e realmente in pericolo, ma io credo (e me ne danno la conferma i vari convegni sulla fauna selvatica a cui ho partecipato) che chi legisla in ambito CITES debba anche porre attenzione alla fauna (in questo caso aviare) autoctona e cercare di preservarla da tutti i possibili "inquinamenti" e pericoli derivanti dall'introduzione di numerose specie esotiche, quindi credo che in molti casi le norme restrittive e un pò di burocrazia siano giustificate da questo.
Con questo non nego che molti aspetti della normativa potrebbero essere migliorati. Saluti (((/°°
Roberto Giani
23-04-09, 17: 04
Il nocciolo del problema secondo me non sta solo in questo; ovvero è giusto distinguere tra specie allevate in cattività in gran numero e con successo da tempo e altre rare e realmente in pericolo, ma io credo (e me ne danno la conferma i vari convegni sulla fauna selvatica a cui ho partecipato) che chi legisla in ambito CITES debba anche porre attenzione alla fauna (in questo caso aviare) autoctona e cercare di preservarla da tutti i possibili "inquinamenti" e pericoli derivanti dall'introduzione di numerose specie esotiche, quindi credo che in molti casi le norme restrittive e un pò di burocrazia siano giustificate da questo.
Con questo non nego che molti aspetti della normativa potrebbero essere migliorati. Saluti (((/°°
Non sono d'accordo.
Ricordo che la "T" dell'acronimo CITES sta per "Trade", ossia commercio.
Lo scopo della CITES è quello di proteggere la fauna (e la flora) selvatica, quella però "Endangered", ossia in pericolo di estinzione, dall'eccessivo prelievo dovuto al commercio. Non è il loro scopo quello della salvaguardia in generale delle specie e della loro purezza genetica.
Che poi anche questo aspetto sia importantissimo, non lo metto in dubbio, ma credo non rientri negli scopi della CITES.
Germano Bertacche
27-04-09, 11: 30
Nel 2005, prima che scadesse il termine di passaggio da App. II a App. I dei Cacatua Sulphurea presi una coppia di C.Citrinocrista. Prima di portarli a casa però, mi feci spedire i documenti (tra i quali c'erano anche i certificati d' importazione da Singapore) e feci fare tutte le verifiche dal mio Ufficio CITES. Feci marcare i soggetti con microchip e in poco tempo ottenni i certificati gialli siglati D: perfetto!
La coppia deponeva uova fertili, ma i piccoli morivano poco prima della schiusa. Dopo aver speso qualche migliaio di euro dai migliori veterinari, lo scorso anno, finalmente nasce una femmina.
Faccio subito la domanda del certificato e dopo circa sei mesi mi arriva la risposta dall' Ufficio Cites: "...la CSC....ha ritenuto necessario attendere che si svolga una verifica sullo stock parentale e la legale detenzione degli esemplari della specie in oggetto....."
Chiedo spiegazioni al Funzionario CITES il quale mi spiega che qualcuno della Commissione ha chiamato l' autorità di Singapore e che la stessa ha dichiarato che tutti i pappagalli che escono da li sono anellati e il mio maschio non lo è. Al che gli chiedo cosa me ne possa fregare, visto che i miei citrini li avevo denunciati con i microchip e che gli stessi, essendo stati importati in App. II, non avevano l'obbligo di marcaggio e comunque, semmai, avrebbero dovuto "indagarmi" prima di darmi i certificati dei genitori nel 2005 e non dopo quattro anni dopo la prima nascita.
Oramai siamo a maggio e io sono ancora in attesa della "sentenza".
Nel frattempo, per tutelarmi, ho contattato degli avvocati di un'associazione per i diritti dei detentori di animali esotici, i quali, solo per iniziare, mi hanno chiesto un fondo cassa di 1.500 euro!
Morale: posso anche rincretinirmi facendo carte, domande, registri di carico e scarico che nemmeno chi dovrebbe controllare riesce a criptare, ma se si cambiano le regole dopo la partenza a me cadono veramente le braccia e non può che venirmi il desiderio di prendere e mollare tutto.
marco cotti
27-04-09, 13: 43
Caro germano, sono queste cose che alla fine danno il senso di frustrazione e di impotenza,
è qui il problema ...
prova solo a chiederti chi in questi anni ha solo provato a portare avanti discussioni e atti che potessero aiutare gli allevatori di Psittacidi
N E S S U N O
MA NEMMENO NOI allevatori di pappagalli siamo stati lungimiranti, abbiamo preferito rimanere con noi stessi in perfetta solitudine... e alla fine soli rimarremo...
e piano piano spariranno gli allevatori di papagalli in appendice I... peccato perchè basterebbe guardare le magnifiche voliere di Spinx, che abbiamo postato nel forum, per capire quanto sarebbero utili gli allevatori in appendice I, che verrebbero tutelati come i panda....
Mi scuso se mi ripeto, solo una grande Organizzazione di Allevaori di Pappagalli aiutata dale aziende dell'indotto e che ruotano attorno a questo Hobby avrebbero fatto la differenza....
salutoni e a presto
PS. se riesci non mollare
Roberto Giani
27-04-09, 18: 02
Pensa, secondo me chi riproduce pappagalli in App. I dovrebbe ricevere degli encomi particolari da parte delle Istituzioni, per il pregevole ed impagabile contributo dato alla salvaguardia delle specie a rischio di estinzione, ed invece qua in Italia gli si mettono i bastoni tra le ruote...
Spero che un giorno si arrivi a questo cambio di mentalità, allora sì che il politico che capirà e riconoscerà i meriti di certi allevaori si potrà fregiare del termine "ambientalista" a ragion veduta.
Germano Bertacche
27-04-09, 18: 46
Ciao Roberto, io sarei già ben contento se l'autorità di gestione Italiana si adeguasse al resto d'Europa (Germania, Belgio, Olanda, ecc.).
Pensa che quando mi è arrivata la comunicazione non l'ho nemmeno letta, talmente ero convinto che si trattasse del solito avviso per il prelievo del DNA, visto che i documenti dei genitori sono perfetti.
Dopo tre mesi, durante i quali non ho visto arrivare nessuno, ho chiamato in Forestale e li mi è caduto il mondo addosso!
Giuro...mi sembra ancora impossibile che possano succedere cose talmente assurde avendo fatto tutto in regola.
riccardo solinas
30-04-09, 10: 29
...per capire meglio....nel resto d'europa perchè è più semplice? Per caso oltre agli anelli non devono fare denunce?
Roberto Giani
30-04-09, 10: 58
Burocrazia più intelligente e più snella.
Se riproduci un esemplare in All. A, lo inanelli con anello inamovibile, fai la denuncia dove dichiari il n° di anello e in una settimana al massimo, ti danno il CITES giallo, e così il tuo animale è in regola.
Almeno a me hanno raccontato che in Olanda succede così.
Enzo Patané
30-04-09, 13: 57
Burocrazia più intelligente e più snella.
Se riproduci un esemplare in All. A, lo inanelli con anello inamovibile, fai la denuncia dove dichiari il n° di anello e in una settimana al massimo, ti danno il CITES giallo, e così il tuo animale è in regola.
Almeno a me hanno raccontato che in Olanda succede così.
In Olanda, in ogni grande città c'è un ufficio CITES che su domanda ed opportuna documentazione rilascia il CITES giallo in massimo 15 giorni riservandosi qualsiasi tipo di controllo sulla veridicità di quanto dichiarato.
E' il principio sacrosanto dell'autocertificazione di cui in Italia si parla da 10 anni con ben miseri risultati.
A proposito di CITES avete letto l'articolo su I.O.? Sembra che gli allevatori del padda non avranno più bisogno di fare le denuncie di nascita.
marco cotti
04-05-09, 07: 49
Sulla Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate è classificato come vulnerabile e la CITES lo protegge in Appendice II.
Obbligo di registro CITES e di denuncia.
So come funziona, e a quali obblighi bisogna sopperire!
Ho sempre ammirato il padda ma non l'ho mai allevato per via del cites, ma se le voci sono vere, cioè che quest'anno sarà escluso dall'appendice II allora le cose cambieranno e come me molti ritorneranno ad allevarlo.
Roberto Giani
04-05-09, 11: 31
Scusate, ma il Padda non è inserito nell'elenco delle specie di facile riproduzione in cattività, per le quali il prelievo in natura risulta inesistente e quindi se gli animali sono anellati non c'è bisogno della denuncia di nascita?
marco cotti
04-05-09, 12: 59
ELENCO DELLE SPECIE ANIMALI INCLUSE NELL’ALLEGATO B AI SENSI DEL
REG. (CE) 338/97 FACILMENTE E COMUNEMENTE ALLEVATE IN CATTIVITA’ ED
IL CUI PRELIEVO IN NATURA
RISULTA INESISTENTE (Annesso 3)
------------
1. Padda oryzivora
2. Poephila cincta
3. Agapornis roseicollis
4. Agapornis personata
5. Nandayus nenday
6. Neophema elegans
L’elenco sopra riportato potrà essere aggiornato dalla Commissione Scientifica CITES sulla base
dei dati relativi al commercio delle specie comunemente e facilmente allevate in cattività.
3. SPECIE ANIMALI DI ALLEGATO B.
3.1. Procedure di controllo e di riconoscimento della nascita in cattività ai sensi dell’art.24.
Al ricevimento della denuncia di nascita di esemplari di specie incluse nell’Allegato B, prevista
dall’art. 8 bis, par. 1, della Legge 150/92, il Servizio Certificazione CITES territorialmente
competente provvede ad informare l’allevatore delle disposizioni di cui all’art. 8, par. 5, del Reg.
(CE) 338/97 nei riguardi, in particolare, dell’esigenza di produrre una prova sufficiente della loro
acquisizione per poterli utilizzare a fini commerciali all’interno dell’Unione Europea. A tal fine, la
denuncia di nascita effettuata, se sia stata accertata la presentazione preventiva di una scheda, come
da modello fornito dalla Commissione Scientifica CITES (Annesso 2 al presente documento),
firmata dall’allevatore, nella quale sono riportate le informazioni necessarie alla conoscenza della
conformità dell’allevamento ai requisiti dell’art. 24 del Reg. (CE) 1808/01, potrà essere ritenuta
prova sufficiente della loro acquisizione in conformità della citata regolamentazione comunitaria,
salvo che dalle verifiche eventualmente disposte dal Servizio Certificazione CITES competente, che
dovranno essere effettuate entro 10 giorni dal ricevimento della denuncia, siano state accertate
irregolarità. Sarà cura del Servizio Certificazione CITES valutare l’opportunità di disporre tali
verifiche, ivi compresa l’effettuazione di analisi genetiche per stabilire il grado di parentela fra i
presunti genitori e la prole.
La presentazione della suddetta scheda, la cui copia dovrà essere inoltrata alla Segreteria della
Commissione Scientifica CITES ai fini di una raccolta dei dati di interesse statistico, non è invece ritenuta necessaria qualora le denunce di nascita riguardino esemplari appartenenti a specie il cui prelievo in natura risulti inesistente e le specie siano facilmente e comunemente allevate. L’elenco
di tali specie viene riportato in allegato (Annesso 3 al presente documento), aggiornabile dalla stessa Commissione.
Non è richiesto il rilascio di alcun certificato od autorizzazione ai sensi del Reg. (CE) 338/97 per
poter utilizzare a fini commerciali esemplari regolarmente nati in cattività.
4. SPECIE ANIMALI INCLUSE NELL’ALLEGATO VIII DEL REG.(CE) 1808/01.
4.1. Procedure di controllo e di riconoscimento della nascita in cattività ai sensi dell’art.24.
Dato l’elevato numero degli esemplari allevati in tutta l’Unione Europea, come emerso da una
analisi sull’applicazione del Reg. (CE) 338/97, si è ritenuto di poter utilizzare una procedura
semplificata per il riconoscimento della nascita in cattività di esemplari appartenenti a specie
incluse nell’Allegato VIII del Reg. (CE) 1808/01, per le quali già il regolamento stesso prevede un
diverso regime di protezione rispetto alle altre specie dell’Allegato A. Fermo restando l’obbligo di
denuncia previsto dall’art. 8 bis, par. 1, della Legge 150/92, gli allevatori di esemplari di tali specie,ai fini della applicazione dell’art. 32, lett. a), del Reg. (CE) 1808/01, dovranno provvedere a
marcare gli esemplari nati in cattività con uno dei sistemi indicati dall’art. 36, par.1, dello stesso
regolamento. In tal caso, per l’utilizzo degli esemplari nati in cattività a fini commerciali o per lo
spostamento dei medesimi all’interno dell’Unione Europea non è necessario il rilascio di alcun certificato od autorizzazione ai sensi del Reg. (CE) 338/97. Il Servizio Certificazione CITES
territorialmente competente dovrà assicurare, mediante controlli specifici, che gli allevatori
ottemperino in maniera puntuale alle disposizioni di cui all’art. 36, par. 1, del Regolamento
sopracitato.
5. CONCLUSIONI.
Al fine di poter monitorare costantemente l’allevamento in cattività di specie tutelate, la Segreteria
della Commissione Scientifica CITES provvederà a realizzare una banca dati degli esemplari
allevati in cattività. Tali dati dovranno essere resi disponibili alla Divisione V^ della Direzione per
la Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e al
Servizio CITES Centrale del C.F.S..
Resta inteso che nell’effettuazione dei controlli utili alla determinazione dell’applicabilità delle
deroghe previste dal Reg. (CE) 338/97, il Servizio Certificazione CITES territorialmente
competente dovrà tener conto della normativa, nazionale e comunitaria, in materia di protezione
della fauna e flora, ed in particolare dell’osservanza dell’obbligo previsto dal Decreto 8 gennaio
2002 del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, concernente l’istituzione del registro
di detenzione degli esemplari delle specie animali e vegetali.
riccardo russo
04-05-09, 14: 05
So come funziona, e a quali obblighi bisogna sopperire!
Ho sempre ammirato il padda ma non l'ho mai allevato per via del cites, ma se le voci sono vere, cioè che quest'anno sarà escluso dall'appendice II allora le cose cambieranno e come me molti ritorneranno ad allevarlo.
Come già detto in una precente discussione per escludere, cambiare e/o inserire una specie in un'appendice della CITES l'unico organo competente è la Conference of the Parties. Maggiori informazioni si possono trovare al sito http://www.cites.org/eng/cop/index.shtml.
Per maggiori informazioni sulla 15a Conferenza si legga http://lnx.ornieuropa.com/forum/showthread.php?t=3841
Un'ultima nota smettiamo di parlare di voci, citiamo le fonti e pubblichiamo i riferimenti normativi.
Se stai parlando dell'articolo http://www.foi.it/rivista/2009/aprile%202009/allevare%20il%20Padda.pdf l'unico riferimento che ho trovato è
... Pare che dal 2009 verrà eliminato da tale ingiustificato vincolo, così da poter essere allevato con tranquillità da noi poveri allevatori, forse troppo spesso accusati di crimini non commessi. mi sembra del tutto inattendibile.
In questo ambito le multe sono salatissime e non possiamo permetterci di sbagliare per un semplice sentito dire.
Roberto Giani
05-05-09, 09: 37
(...)
Un'ultima nota smettiamo di parlare di voci, citiamo le fonti e pubblichiamo i riferimenti normativi.
Se stai parlando dell'articolo
l'unico riferimento che ho trovato è:
http://www.foi.it/rivista/2009/aprile%202009/allevare%20il%20Padda.pdf "... Pare che dal 2009 verrà eliminato da tale ingiustificato vincolo, così da poter essere allevato con tranquillità da noi poveri allevatori, forse troppo spesso accusati di crimini non commessi."
mi sembra del tutto inattendibile.
In questo ambito le multe sono salatissime e non possiamo permetterci di sbagliare per un semplice sentito dire.
Concordo con Riccardo e rimango basito che tale notizia provenga dal sito ufficiale della FOI, anche se la Redazione di IO ribadisce che ogni Autore è responsabile di ciò che afferma e sollevando perciò sè stessa da qualunque responsabilità.
Altra cosa grave, a mio avviso, che nel sito ufficiale della FOI non esista alcun collegamento o possibilità di reperire notizie sulla CITES (almeno io non ho trovato nulla nella home page, ma può darsi che sia imbranato io nella ricerca).
max coppa
06-05-09, 23: 40
Cio' che posso riferire e' che all'assemblea delle associazioni FOI , Banfi ha detto durante la sua relazione che per quanto riguarda la fauna indigena non ci sono problemi c'e' un buon dialogo tra FOI e ministero infatti sono gia' state apportate modifiche ai regolamenti.Per il cites ha riferito che l'altra parte non vuol sentir ragioni e da quando hanno iniziato il tentativo di dialogo (alcuni anni fa) non hanno ricavato nulla, sono fermi alla partenza.Per questi signori i volatili rientranti nelle normative cites non dovrebbero essere allevati in cattivita'.In Italia non esiste un database sui movimenti dei volatili rientranti nella normativa cites in modo da avere dati certi.Se in questi giorni non si muove nulla , inizieranno a farsi sentire a Bologna durante Zoomark e se non otterranno nulla neppure in quel modo utilizzeranno le vie legali.
La cosa certa e' che in Italia siamo conciati da buttar via.
Il mio consiglio e' che fino al momento in cui non emanano un decreto che declassa alcune speci di continuare a denunciare le nascite e seguire i vari obblighi.
Roberto Giani
07-05-09, 09: 39
Cio' che posso riferire e' che all'assemblea delle associazioni FOI , Banfi ha detto durante la sua relazione che per quanto riguarda la fauna indigena non ci sono problemi c'e' un buon dialogo tra FOI e ministero infatti sono gia' state apportate modifiche ai regolamenti.Per il cites ha riferito che l'altra parte non vuol sentir ragioni e da quando hanno iniziato il tentativo di dialogo (alcuni anni fa) non hanno ricavato nulla, sono fermi alla partenza.Per questi signori i volatili rientranti nelle normative cites non dovrebbero essere allevati in cattivita'.In Italia non esiste un database sui movimenti dei volatili rientranti nella normativa cites in modo da avere dati certi.Se in questi giorni non si muove nulla , inizieranno a farsi sentire a Bologna durante Zoomark e se non otterranno nulla neppure in quel modo utilizzeranno le vie legali.
La cosa certa e' che in Italia siamo conciati da buttar via.
Il mio consiglio e' che fino al momento in cui non emanano un decreto che declassa alcune speci di continuare a denunciare le nascite e seguire i vari obblighi.
Grazie per le informazioni.
Mi chiarisci per cortesia un passaggio?
Quando dici:
"... per quanto riguarda la fauna indigena non ci sono problemi c'e' un buon dialogo tra FOI e Ministero infatti sono gia' state apportate modifiche ai regolamenti. Per il cites ha riferito che l'altra parte non vuol sentir ragioni ..."
qual è "l'altra parte" che non vuol sentire ragioni? Per caso il CFS?
Perchè se così fosse, il CFS ha solo compito di controllo (che le norme siano applicate), ma non ha poteri legislativi e dipende comunque da un Ministero.
Roberto Giani
07-05-09, 11: 10
Un intervento collaterale alla fiera (ricavato dal sito internet dell'evento) è questo:
Venerdì 8 maggio 2009
Ore 11.00 - Sala Concerto
"Norme sul benessere degli animali da compagnia"
Il sottotitolo dell’incontro, di grande interesse per gli addetti ai lavori, è “Un puzzle da comporre con elementi già collaudati” e spiega bene la filosofia d’approccio alla problematica. Legalità, applicabilità, tracciabilità, anagrafe, abbandoni, adozioni, animali in vacanza, controlli, riduzione Iva, norme Cites: sono tutti gli argomenti intorno ai quali AISAD (Associazione Italiana Imprese Settore Animali Domestici), in collaborazione con Zoomark International, chiama a confronto i referenti istituzionali e del Governo. All’incontro, che sarà coordinato dal presidente nazionale di AISAD, Virgilio Camillini, è prevista la partecipazione delle senatrici Silvana Amati e Laura Bianconi, degli esperti Ugo Mereu, presidente della Commissione Scientifica del ministero dell’Ambiente, e Giuseppe Diegoli, responsabile del Benessere Animale presso il Servizio veterinario della Regione Emilia Romagna.
Non mi sembra di vedere personaggi della dirigenza FOI tra i personaggi coinvolti.
La "patata bollente" della CITES se la deve sbucciare solo Camillini dell'AISAD?
max coppa
07-05-09, 18: 32
Banfi ha detto davanti ai presidenti e rappresentanti delle associazioni che inizieranno a farsi sentire a zoomark, in che modalita' non so.Se non e' scritto nel programma non e' colpa mia.Non ricordando chi e' stato menzionato come responsabile per il cites per quanto rigurda il dialogo e le proposte di modifica delle normative ho indicato l'altra parte.Ero talmente impegnato a far foto e le relazioni e i discorsi sono stati lunghi che alcune cose non le ricordo alla perfezione.
Roberto Giani
07-05-09, 18: 43
Guarda che non te ne facevo una colpa
Ho solo chiesto, se eri in grado di darmeli, dei chiarimenti.
Per il resto non posso fare altro che ringraziarti per le preziose informazioni che ci hai dato a riguardo, se non era per te non avremmo saputo nulla (nel sito FOI della CITES e delle sue problematiche non se ne parla), quindi di nuovo grazie per questa notizia.
marco cotti
07-05-09, 19: 04
tra l'altro, scusate se insisto al limite della pedanteria, manca un' ASSOCIAZIONE DI ALLEVATORI DI PAPPAGALLI e mancano grandi allevatori che possano portare un contrbuto sul "campo]... senza di Noi che ALLEVIAMO, mi sembra una riunione "mutilata" con tutto il rispetto.
saluti a tutti
Ciao MARCO ma se per caso l'IPC prendesse piede dici che potrebbe essere una nuova soluzione in merito?
Esiste anche il club degli psitacidi ma sinceramente non la conosco molto e non so come opera nel campo.
marco cotti
07-05-09, 20: 44
Ciao Luca
più che i Club, che si occupano di "Specializzazione" io intendo una Rapprsentanza riunita in Organizzazione degli Allevatori di psittacidi...
l'IPC è unClub di divulgazione che per sua natura intrinseca non vuole fare concorrenza al Club degli psittacidi o ad altri Club di Speciaòlizzazione, ma potrebbe essere l'inizio la scintilla che potrebbe portare a questa mia agognata Unione di Allevatori di pappagalli, ma come tu puoi ben capire il percorso è lungo e difficile.
Insomma a mio parere in Italia manca un'organismo che ci rappresenti...
ciao e buona serata
max coppa
07-05-09, 21: 06
Il primo ostacolo non e' tanto che ci siano associazioni o grandi allevatori. Non esiste una documentazione su cui fare statistiche osservare gli andamenti e trarre delle conclusioni.Non ci sono studi.Da quello riferito pare che se si chiede quanti volatili delle varie speci sono registrati nessun funzionario te lo sa dire.Come si puo' dimostrare che i fischer sono al livello dei roseicollis oppure ci sono piu' Cardinalini allevati in cattivita' che nei paesi d'origine?
Queste che vi dico ,sono notizie che conosce solo chi era presente a Piacenza,sul sito apon abbiamo cercato di dare queste informazioni ai non presenti.Cmq sono dei riassunti .Pero' almeno vi possono essere utili.
Mi ricordo delle esperienze di conoscenti con i cardinalini.A Torino applicavano il regolamento alla lettera ,in un altro coordinamento bastava l'anellino e chi faceva la denuncia veniva guardato come uno scocciatore.Alla fine con un cambiamento improvviso chi aveva seguito le regole era ed e' tutt'ora in regola , gli altri ,per colpa di un coordinamento regionale che ha preso tutto alla leggera si e' trovato a rischio di pagare grosse multe e il sequestro dei soggetti.Mi ricordo le volte che ho contattato Parise per conoscere l'evolversi delle situazioni.In quel caso la FOI non ha deluso.Molte volte la gente si lamenta perche' non conosce le battaglie silenziose che portano avanti alcuni incaricati delle varie organizzazioni.Ringrazio tutte le persone umili che lottano per noi allevatori nell'ombra.A Piacenza e' stato lanciato un sassone , ma di soluzioni concrete non sono state trovate.Ve lo dico perche' ero presente
Non lancio sassoni per risolvere i nostri problemi.Si puo' fare una raccolta di firme da portare al ministero.Si possono fare dei moduli ,ogni associazione li passa ai propri associati, ora bisogna organizzarci.
Alcuni di voi potranno dire che e' assurdo , pero' se nessuno tenta nessuno conclude nulla.
Roberto Giani
08-05-09, 09: 36
La mia impressione è che ci sia una pressochè totale inefficienza degli Uffici CITES del CFS.
1) Ognuno fa come gli pare, ad esempio: certi Uffici dicono che il registro serve, altri che non serve; alcuni ti forniscono il n° di protocollo in risposta alla tua denuncia di nascita (come previsto dalla Legge), altri no.
2) Se tutte le denunce di nascita, che obbligatoriamente tutti noi presentiamo quando ci nascono i piccoli fossero catalogate, registrate, gestite e non, come temo, perse e buttate tra la carta straccia, si avrebbero delle ottime e circostanziate informazione circa QUANTI e QUALI pappagalli e altri animali in CITES sono riprodotti in cattività in Italia ogni anno, provincia per provincia. Tra l'altro mi sembra di aver letto in qualche normativa che ciascuno Stato dell'Ue debbe annualmente redigere una relazione con delle statistiche proprio riguardo gli esemplari nati e riprodotti in cattività. Tempo fa, Margherita Pilone, presidente del CIAA, ha fatto questa richiesta alle alte sfere del CFS di Roma per conoscere i dati relativamente agli inseparabili nati ogni anno in cattività, ma non ha mai avuto risposta. E questo fa pensare (e temere) che tali dati non siano raccolti, catalogati ed elaborati per stilare delle statistiche. Anche la difficoltà della FOI nell'interloquire con il CFS non fa prospettare scenari rosei futuri.
max coppa
12-05-09, 16: 29
Sul sito APON http://www.aponnovara.com sezione eventi e novita' ho pubblicato " i problemi con normative cites.
E' riportato un riassunto fatto dal gentilissimo Dott. Banfi sulla relazione durante l'assemblea delle associazioni F.O.I. e l'intervento al Convegno Zoomark di Bologna di Venerdì 8 maggio.Il Convegno era incentrato sul benessere animale, ma con intervento del Dott. Banfi è stato allargato alle problematiche CITES, per l'urgenza dei problemi e la presenza del Presidente Mereu e del Comandante Baratta.
Altra notizia riferitami Da Banfi.
La notizia riguardo il Padda è DESTITUITA DI OGNI FONDAMENTO, come confermatomi dall'ing.Mereu. Eppure periodicamente è fatta circolare ed alimentata da si dice del tutto inattendibili. In questo modo si danneggiano gli allevatori, che, tratti in inganno, potrebbero sospendere l'applicazione delle normative, con le conseguenze che ben possiamo immaginare.
Ho riferito notizie da fonti certe.
Tutto il resto non conta.
Roberto Giani
13-05-09, 09: 09
Grazie delle informazioni, Max, soprattutto per quelle che si trovano sul sito dell'aponnovara.
Tuttavia permettimi di manifestare critiche nei confronti dell'operato della FOI.
Sul sito non si trovano informazioni riguardo la CITES, l'articolo sull'ultimo numero di IO a proposito del Padda riporta, come tu stesso dici, una notizia "DESTITUITA DI OGNI FONDAMENTO" (ma ci sarà qualcuno che legge gli articoli, prima di pubblicarli? e si lascia sfuggire un errore così macroscopico? questa informazione così fuorviante ha raggiunto i 18.000 allevatori che ricevono la rivista), e tutto questo mi fa pensare che le problematiche riguardo la CITES non siano così pressanti in casa FOI (forse perchè principalmente è una Federazione che associazia dei canarinari, avulsi da queste problematiche).
Ho l'impressione che solo l'Ing. Banfi sia in prima linea a combattere questi problemi, ma mi sembra tanto un solitario Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento.
Spero di sbagliare.
marco cotti
13-05-09, 13: 38
Ti posso assicurare che non è solo in questa "battaglia" ma ha un "corposo" contributo anche da parte nostra...
Il problema è che la associazioni protezionistiche hanno molta più rappresentanza degli Allevatori di pappagalli... e non sto quì a ribadire il perchè...
comunque siamo sulla buona strada...per un futuro meno nero, ma ci vorrà un pò di tempo
ciao e a presto
Attilio Casagrande
14-05-09, 21: 27
Concordo al 100% Marco, quello che dobbiamo cercare di portare avanti è il nostro ideale di allevare e proteggere, se ci uniamo e ci facciamo sentire in qualità di allevatori-protezionisti, e non di consumatori di soggetti importati, non vedo perchè ci ostacolerebbero.
Far capire che quelli allevati sono domestici e non selvatici, che la continua distruzione delle foreste fà scomparire specie che ancora non sono state scoperte, che ci sono più animali di alcune specie in allevamento che in natura, questo ed altro ancora dobbiamo portare avanti ed essere ottimisti sul futuro del'ornitologia, sono convinto che ce la possiamo fare !
Bisogna essere uniti !
Powered by vBulletin™ Version 4.0.1 Copyright © 2025 vBulletin Solutions, Inc. All rights
Traduzione italiana Team: vBulletin-italia.it