marco cotti
10-05-09, 10: 56
Giuseppe Paolo Mignone
SEGNALAZIONE DI RIPRODUZIONE MIRATA
NEI LUCARINI CARDUELIS SPINUS ( L. )
SOMMARIO - L'esperienza qui presentata sui Lucarini Carduelts spinus ( L. ), oltre che elementare, si avvicina forse ad essere la più breve possibile, e può essere estesa ad altre Specie passibili di etopatologie da stress ambientali, ma non trofici.
Aderendo all'invito che la Redazione ha rivolto ai lettori di questa Rivista affinché si pronuncino intorno a significative esperienze d'allevamento in purezza riguardanti casi di Uccelli europei ed extraeuropei o di ibridazioni particolarmente interessanti, mi accingo a comunicare la presente, breve segnalazione.
La riproduzione dei Lucarini Carduelis spinus (L.), realizzata con esemplari in cattività, ha da sempre fatto parlare di sé gli Ornitofili e gli Ornitologi in ragione delle difficoltà intrinseche, di natura preminentemente etologica, che essa comporta. Dopo il primo fondamentale articolo di CAUVIN (Avifauna, 1980, 1: 33-38), seguito dall'intermezzo delle interessanti segnalazioni ibridologiche di CASETTI (ibidem, 1981, 2: 68-70) e GIACHETTO (zb., 1982, 3: 111-113), ma soprattutto dal caso etologico, che fa pensare, prospettato da CAPECCHI (ih., 1982, 3: 104-107) e infine dalle conSlderaZlOn1 di MIGNONE (It. Ornit., 1980, 6: 23-27) e CAMERATA (ib., 1981, 2: 4648; 1982, 4: 29-30) ho ora l'opportunità di segnalare una riuscita esperienza discussa con HUVAERE di Tielt secondo una tecnica mirata che non mi risulta sia stata applicata con grande frequenza.
Per una fortunata coincidenza sono infatti potuto venire a conoscenza di una piccola serie di successi ottenuti dal collega fiammingo Iluvaere alle sue prime, ma significative esperienze con i Lucarini, realizzata con esemplari in cattività nel 1982; esse non si discostano in nulla da altre consimili esperienze che suppongo siano state, senza dubbio alcuno, sorrette e caratterizzate certamente dall'acuto, pronto intervento dell'ornitologo, come quelle del Cauvin e di Capecchi, salvo che per un ben evidenziato intervento correttivo dell'ornitologo fiammingo a livello etologico, che discuterò.
In volieretta mista, nel gennaio di due anni fa, fu intrapreso un esperimento con Specie europee composte da 2 coppie di Lucarini Carduelis spinus (L.), 2 coppie di Cardellini Carduelis carduelis (L.) e 2 coppie di Organetti Acanthis flammea (L.), inanellando i vari es. con anellini colorati per seguirne le varie fasi riproduttive in purezza e (o) in ibridazione e (o) in eventuale assistenza interspecifica. Secondo le loro procedure, i primi a costruire il nido e ad accoppiarsi furono naturalmente, ad inizio di giugno, gli Organetti, mentre i Lucarini che avevano dimostrata buona acclimatazione, ottimo stato fisiologico generale senza accumuli patologici di grasso, e accordo di coppia, reagirono inopinatamente al comportamento riproduttivo degli Organetti entrando con gli stessi in una particolarissima fase di aggressività aperta, in coincidenza della deposizione iniziata da parte della 9 di Organetto, distruggendone il primo uovo e poi le altre, spingendoli uno per volta fuori dal nido. All'osservazione il fatto risultò invero ripetersi per più volte con le altre uova fino all'eliminazione completa dell'intera covata.
La lezione era chiara. L'espressione di una parte almeno del fenomeno poteva direttamente essere ricondotta ai meccanismi scatenanti riproduttivi in atto che nei Lucarini inducevano competizione, alterandone il comportamento, invece di guidare i soggetti alle fasi bersaglio naturali (nido, deposizione, cova...). Veniva così suggerito, ancora una volta, un ruolo centrale d'origine psicologica o, meglio, etologica della Specie Carduelis spinus (L.).
"Suggerito" è tutto quello che si può dire.
Mancava una prova diretta. Era perciò necessario un intervento che riportasse ordine nell'orchestrazione aberrante dei Lucarini. L'unico modo per ottenere ciò venne intravisto da Huvaere trasferendo la coppia di Lucarini in una gabbia da cova di 50 cm di lunghezza, 40 cm in altezza e profondità, dotata di due cassette-nido esterne, ben occultate e protette da un microclima interno abbastanza stabile.
La coppia dimostrava ora parecchie caratteristiche riproduttive naturali, insomma si era regolarizzata etologicamente con l'inizio della costruzione del nido che fu portato a termine a metà giugno (dieta: semi appena germinati misti a leggero paltoncino all'uovo di sintesi del commercio). La 9 deponeva a partire dal 17 giugno ed il giorno 22 iniziava a covare 4 uova, di cui due schiudevano nei primi giorni di luglio. La dieta venne mantenuta, ma rafforzata con niger appena germinato e un po' di canapa bollita. Gli juv. lasciarono regolarmente il nido assiduamente assistiti dai P. il giorno 18 luglio per ritornarvi la sera. A fine luglio furono separati dai P.
Vi è un'ultima, brevissima osservazione da fare.
Non si sarebbero potuti ottenere tali rapidi risultati dai Lucarini in situazioni in cui non fossero presenti tendenze in conflitto. Non deve sorprendere dunque il fatto che la loro regolarizzazione si inneschi con comportamenti che sono attività dislocate, distratte da altre, movimenti intenzionali e via dicendo, perché attività come queste formano il materiale con il quale sono costruite le parate naturali vere e proprie di corteggiamento e, in definitiva, il comportamento biologico ripróduttivo.
Concludo con osservazioni più specifiche.
Tutte le risposte a questi importanti interrogativi etologici non sono state ancora date, ma è chiaro a parer mio un punto fondamentale e basale, anche e specialmente dopo le pertinenti osservazioni di CAPECCHI ( l.c. ) : ci si deve concentrare su quello che gli Uccelli fanno, ed un valido esempio recente ci viene da COTTI (Avifauna, 1984, 1: 12-16), invece di occuparci di come lo fanno, perché lo fanno in cento modi diversi ed è questa anche la conclusione, che mi permetto di citare, a cui sono pervenuti nei loro studi DEMBOWSKI et GROMYSZ.
Giusepe Paolo Mignone
SEGNALAZIONE DI RIPRODUZIONE MIRATA
NEI LUCARINI CARDUELIS SPINUS ( L. )
SOMMARIO - L'esperienza qui presentata sui Lucarini Carduelts spinus ( L. ), oltre che elementare, si avvicina forse ad essere la più breve possibile, e può essere estesa ad altre Specie passibili di etopatologie da stress ambientali, ma non trofici.
Aderendo all'invito che la Redazione ha rivolto ai lettori di questa Rivista affinché si pronuncino intorno a significative esperienze d'allevamento in purezza riguardanti casi di Uccelli europei ed extraeuropei o di ibridazioni particolarmente interessanti, mi accingo a comunicare la presente, breve segnalazione.
La riproduzione dei Lucarini Carduelis spinus (L.), realizzata con esemplari in cattività, ha da sempre fatto parlare di sé gli Ornitofili e gli Ornitologi in ragione delle difficoltà intrinseche, di natura preminentemente etologica, che essa comporta. Dopo il primo fondamentale articolo di CAUVIN (Avifauna, 1980, 1: 33-38), seguito dall'intermezzo delle interessanti segnalazioni ibridologiche di CASETTI (ibidem, 1981, 2: 68-70) e GIACHETTO (zb., 1982, 3: 111-113), ma soprattutto dal caso etologico, che fa pensare, prospettato da CAPECCHI (ih., 1982, 3: 104-107) e infine dalle conSlderaZlOn1 di MIGNONE (It. Ornit., 1980, 6: 23-27) e CAMERATA (ib., 1981, 2: 4648; 1982, 4: 29-30) ho ora l'opportunità di segnalare una riuscita esperienza discussa con HUVAERE di Tielt secondo una tecnica mirata che non mi risulta sia stata applicata con grande frequenza.
Per una fortunata coincidenza sono infatti potuto venire a conoscenza di una piccola serie di successi ottenuti dal collega fiammingo Iluvaere alle sue prime, ma significative esperienze con i Lucarini, realizzata con esemplari in cattività nel 1982; esse non si discostano in nulla da altre consimili esperienze che suppongo siano state, senza dubbio alcuno, sorrette e caratterizzate certamente dall'acuto, pronto intervento dell'ornitologo, come quelle del Cauvin e di Capecchi, salvo che per un ben evidenziato intervento correttivo dell'ornitologo fiammingo a livello etologico, che discuterò.
In volieretta mista, nel gennaio di due anni fa, fu intrapreso un esperimento con Specie europee composte da 2 coppie di Lucarini Carduelis spinus (L.), 2 coppie di Cardellini Carduelis carduelis (L.) e 2 coppie di Organetti Acanthis flammea (L.), inanellando i vari es. con anellini colorati per seguirne le varie fasi riproduttive in purezza e (o) in ibridazione e (o) in eventuale assistenza interspecifica. Secondo le loro procedure, i primi a costruire il nido e ad accoppiarsi furono naturalmente, ad inizio di giugno, gli Organetti, mentre i Lucarini che avevano dimostrata buona acclimatazione, ottimo stato fisiologico generale senza accumuli patologici di grasso, e accordo di coppia, reagirono inopinatamente al comportamento riproduttivo degli Organetti entrando con gli stessi in una particolarissima fase di aggressività aperta, in coincidenza della deposizione iniziata da parte della 9 di Organetto, distruggendone il primo uovo e poi le altre, spingendoli uno per volta fuori dal nido. All'osservazione il fatto risultò invero ripetersi per più volte con le altre uova fino all'eliminazione completa dell'intera covata.
La lezione era chiara. L'espressione di una parte almeno del fenomeno poteva direttamente essere ricondotta ai meccanismi scatenanti riproduttivi in atto che nei Lucarini inducevano competizione, alterandone il comportamento, invece di guidare i soggetti alle fasi bersaglio naturali (nido, deposizione, cova...). Veniva così suggerito, ancora una volta, un ruolo centrale d'origine psicologica o, meglio, etologica della Specie Carduelis spinus (L.).
"Suggerito" è tutto quello che si può dire.
Mancava una prova diretta. Era perciò necessario un intervento che riportasse ordine nell'orchestrazione aberrante dei Lucarini. L'unico modo per ottenere ciò venne intravisto da Huvaere trasferendo la coppia di Lucarini in una gabbia da cova di 50 cm di lunghezza, 40 cm in altezza e profondità, dotata di due cassette-nido esterne, ben occultate e protette da un microclima interno abbastanza stabile.
La coppia dimostrava ora parecchie caratteristiche riproduttive naturali, insomma si era regolarizzata etologicamente con l'inizio della costruzione del nido che fu portato a termine a metà giugno (dieta: semi appena germinati misti a leggero paltoncino all'uovo di sintesi del commercio). La 9 deponeva a partire dal 17 giugno ed il giorno 22 iniziava a covare 4 uova, di cui due schiudevano nei primi giorni di luglio. La dieta venne mantenuta, ma rafforzata con niger appena germinato e un po' di canapa bollita. Gli juv. lasciarono regolarmente il nido assiduamente assistiti dai P. il giorno 18 luglio per ritornarvi la sera. A fine luglio furono separati dai P.
Vi è un'ultima, brevissima osservazione da fare.
Non si sarebbero potuti ottenere tali rapidi risultati dai Lucarini in situazioni in cui non fossero presenti tendenze in conflitto. Non deve sorprendere dunque il fatto che la loro regolarizzazione si inneschi con comportamenti che sono attività dislocate, distratte da altre, movimenti intenzionali e via dicendo, perché attività come queste formano il materiale con il quale sono costruite le parate naturali vere e proprie di corteggiamento e, in definitiva, il comportamento biologico ripróduttivo.
Concludo con osservazioni più specifiche.
Tutte le risposte a questi importanti interrogativi etologici non sono state ancora date, ma è chiaro a parer mio un punto fondamentale e basale, anche e specialmente dopo le pertinenti osservazioni di CAPECCHI ( l.c. ) : ci si deve concentrare su quello che gli Uccelli fanno, ed un valido esempio recente ci viene da COTTI (Avifauna, 1984, 1: 12-16), invece di occuparci di come lo fanno, perché lo fanno in cento modi diversi ed è questa anche la conclusione, che mi permetto di citare, a cui sono pervenuti nei loro studi DEMBOWSKI et GROMYSZ.
Giusepe Paolo Mignone