Visualizza la versione completa : Dal Parigino allAgi
salvatore cremone
09-08-09, 23: 53
Tutto si puo' dire dgli Italiani meno che manchino di inventiva e del buon gusto.
Come per la moda, la pittura e tante altre cose, anche per gli arricciati gli Italiani si sono distinti raggiungendo il vertice della scala mondiale.
Tutti sappiamo che il Parigino ha origine in Francia per poi arrivare in Italia, terra dove ha vissuto i suoi momenti di maggiore splendore.
Infatti bravi allevatori Italiani selezionando quello che arrivava dalla Francia perfeziono' questo fantastico canarino rendendolo sempre piu' armonico ed elegante cosa che invece " non me ne vogliano gli amici allevatori francesi" non seppero fare nella terra d'origine creatore della razza.
Invero questa non e' una novita', stesso discorso si potrebbe fare anche per l'arricciato del nord, in quanto i migliori pezzi ed allevatori si trovano propio in Italia, e nonostante gli Europei e non solo, ogni anno acquistano centinaia di pezzi dall'Italia non riescono mai a tenerci testa, a mio giudizio perche' manca propio la creativita' per allevare gli arricciati e soprattutto manca la tradizione della selezione del bello.
Gli allevatori Italiani ad un certo punto cercarono di superarsi, non contenti di quello che gia' avevano, non so chi, ebbe la grande idea di meticciare questi stupendi arricciati con le razze inglesi, principalmente con dei crest, canarini che presenta buona taglia e soprattutto teste grosse.
L'intuito fu eccezionale in quanto i crest presentano un piumaggio che sposa bene con quello dei Parigini, soprattutto perche' molti soggetti hanno caratteristiche che io definisco con termine inesatto " non tecnico" a penna largha e morbida e molti presentano, grazie alla qualita' del loro piumaggio un ciuffo piangente.
Ma per tutte le cose ci sono i pro e i contro, cosi' insieme a tanti pregi andarono a fissarsi anche le tare negative tipo lumps e cecita', ma a volte c'e' sempre un prezzo da pagare.
La prole attenuta da questi meticciamenti fu riaccoppiata con Parigini di buona fattura e cosi' in qualche anno di felice selezione si incominciarono a vedere i primi canarini di gossa taglia con testoni belli grandi.
L'innesto del piumaggio del crest inevitabilmente altero' quello del parigino specie nel movimento della testa e il ciuffo del crest a contatto con la testa mossa del parigino diede alla luce il primo cappuccio, che secondo il mio modesto parere altro non e' che on ciuffo rivoltato in avanti.
I piu' esperti possono corregermi se sbaglio ma gia' una trentina di anni fa si potevano ammirare i primi canarini aventi un gran testone e con le piume a mo di casco.
Mi ricordo che la gente impazziva alla vista di questi soggetti, anche perche' all'inizio non erano tanti, anzi erano mosche bianche, ma piacevano talmente che chi ne era in possesso avrebbe fatto carte false per allevarne degli altri.
Intanto inevitabilmente anche le spalline e jabot avevano avuto una metamorfosi, si distaccavano dallo standard del parigino, allora ci furono due scuole di pensiero, chi scarto' questi soggetti in quanto portatori di gravi difetti per il parigino, chi se li tenne ben stretti per selezionarli.
Erano i primi passi di una razza nuova, era l'Agi che si apprestava a porsi all'attenzione degli addetti ai lavori.
Dopo anni di convivenza tra le due razze i giudici incominciarono ad accorgersi che a volte vincevano parigini di mole eccezionale ma che poco avevano come riscontro dello standard, erano i primi sintomi che la convivenza non era piu' possibile.
Si chiese aiuto alla Francia, pregando la federazione Francese di rivedere lo standard, l'unica che potesse forlo in quanto detentrice di quest'ultimo, ma i Francesi col timore che il loro canarino potesse scomparire rispose picche.
In sostanza la risposta fu" avete creato un altro canarino che nulla ha del nostro parigino, allora chiamatelo come volte magari gigante Italiano e buonanotte.
Arrivati a quel punto l'unica starda per salvare questo canarino e' chiderne il riconoscimento, quindi un gruppo di allevatori di valore con grande tenacia intraprese una lunga lotta, che arriva fino ai giorni nostri e che tutti conosciamo.
Chiedo scusa se non sono stato chiaro e se il mio scritto magari troppo macchinoso ha annoiato chi legge e inoltre chiedo scusa per la forma sicuramente non da scrittore provetto.
Aggiungo soltanto che non mi spiego come mai dopo tanti anni e conoscendo come si sono svolti i fatti c'e' ancora chi sostiene il contrario, ma ben guardandosi ad entrare nello specifico.
Saluti.
Nord salentino
10-08-09, 00: 57
complimenti Salvatore per questo bell'articolo di storia ornitologica, concordo pienamente con quanto scritto; anche io credo che il principale meticciamento per arrivare dal Parigino all' AGI sia stato quello del Crest perchè hanno dei testoni enormi oltre alla loro taglia !!!
tranquillo che non annoi mai nessuno quando scrivi --==°°
grazie ::-°°-
Dalle mie parti c'è il detto: "" Non c'è più sordo di chi non vuole sentire"" e
sono concorde con il pensiero che sarebbe ora di finirla con questa vecchia storia.
Grandissimo Salvatore, annoiarsi ? Magari "gli altri" fossero come te!
Affrontare il discorso sul piano tecnico è una lettura piacevolissima e con questi scritti gradevoli e scorrevoli,
si riesce meglio a comprendere (da un altro punto di vista) le origini di una meravigliosa razza fra quelle italiane.
Più che una domanda è una curiosità:
ho letto che nel Parigino - specialemente nei maschi - non raramente si riscontra il "pollice rigido" e la cecità precoce.
Anche l'AGI è soggetto a queste problematiche ?
Grazie ancora +++[[[
[=^||||
john fernandez
10-08-09, 08: 14
Faccio i miei complimenti per l'annalisi fatta da Salvatore che di AGI ne sa molto. Mi ha piacuto il suo scritto, ha usato parole che si intendono da tutti .
salvatore cremone
10-08-09, 14: 25
Dalle mie parti c'è il detto: "" Non c'è più sordo di chi non vuole sentire"" e
sono concorde con il pensiero che sarebbe ora di finirla con questa vecchia storia.
Grandissimo Salvatore, annoiarsi ? Magari "gli altri" fossero come te!
Affrontare il discorso sul piano tecnico è una lettura piacevolissima e con questi scritti gradevoli e scorrevoli,
si riesce meglio a comprendere (da un altro punto di vista) le origini di una meravigliosa razza fra quelle italiane.
Più che una domanda è una curiosità:
ho letto che nel Parigino - specialemente nei maschi - non raramente si riscontra il "pollice rigido" e la cecità precoce.
Anche l'AGI è soggetto a queste problematiche ?
Grazie ancora +++[[[
[=^||||
La cecita' precoce e' una delle tare ereditarie presente nell'Agi.
A volte linee di sangue di questi canarini danno una percentuale altissima di soggetti che diventano ciechi dopo il primo anna di vita e nei casi piu' gravi la cecita' si manifesta dopo pochi mesi di vita.
Il piu' delle volte sono i soggetti piu' maestosi ad essere colpiti, questa piaga a mio parere si puo' sconfiggere, ma bisogna eliminare drasticamente dai propi ceppi soggetti che sono portatori di questa patologia.
Inoltre pare che l'Agi non sopporta bene la consanguinita' a differenza di altri arricciati.
Per quanto riguarda il pollice rigido nella stragrande maggioranza si presenta in tutte le razze pesanti.
Secondo il mio parere si puo' prevenire fornendo ai piccoli nel nido un pastoncino molto proteico, e nel primo periodo di svezzamento molta vitamina del gruppo "b".
Ma mote volte tutto questo non basta, il rimedio che uso e' il seguente:
Ai primi sintomi di pollice rigido, e' importante la tempestivita', fornire nel beverini vit. gruppo b ad esempio be total uso umano anche 15 gocce a beverino da rinnovare agni giorno anche per 10 giorni consecutivi, inoltre la cosa piu' importante, mettere un'asticella di legno molto sottile e dal'altra parte un comune laccio per le scarpe, se si intervine prima che il nervo si atrofizzi la guarigione e' completa.
Rari sono i casi che il canarino non guarisca.
In ultimo, vorrei aggiungere al post precedente, per non creare discussioni inutili, che lo scritto sull'Agi e' solo un mio pensiero e che puo' anche darsi che ho scritto inesattezze, personalmente la penso cosi', altri la possono anche pensare diversamente.
Saluti.
Nord salentino
10-08-09, 16: 13
Per quanto riguarda il pollice rigido nella stragrande maggioranza si presenta in tutte le razze pesanti.
Secondo il mio parere si puo' prevenire fornendo ai piccoli nel nido un pastoncino molto proteico, e nel primo periodo di svezzamento molta vitamina del gruppo "b".
Ma mote volte tutto questo non basta, il rimedio che uso e' il seguente:
Ai primi sintomi di pollice rigido, e' importante la tempestivita', fornire nel beverini vit. gruppo b ad esempio be total uso umano anche 15 gocce a beverino da rinnovare agni giorno anche per 10 giorni consecutivi, inoltre la cosa piu' importante, mettere un'asticella di legno molto sottile e dal'altra parte un comune laccio per le scarpe, se si intervine prima che il nervo si atrofizzi la guarigione e' completa.
Rari sono i casi che il canarino non guarisca.
Concordo quanto scritto dal maestro Salvatore, io nn conoscevo questo rimedio per il dito rigido che prevede la somministrazione di vit.b.
ma questo intervento bisogna farlo subito,entro i primi 40-50 gg di vita??
grazie Salvatore
salvatore cremone
10-08-09, 20: 28
Caro Salentino ti ringrazio, ma non sono ne mi sento un maestro.
Penso di essere un bravo allevatore che ama l'ornitologia e sono sempre alla ricerca di migliorare quello che ho.
Per quanto riguarda il pollice rigido, bisogna intervenire appena ci accorgiamo del difetto.
Di solito questo problema si riscontra nei novelli i primi 60 giorni di vita, successivamente e' raro il manifestarsi di questo problema.
Gli allevatori piu' navigati sonop un po restii a rendere noto i loro segreti, personalmente credo che questo sia frutto solo di ignoranza, aiutare un novizio che ha un problema del genere non intacca il valore dei propi soggetti, quindi....
Saluti
Nord salentino
10-08-09, 21: 55
Gli allevatori piu' navigati sonop un po restii a rendere noto i loro segreti, personalmente credo che questo sia frutto solo di ignoranza, aiutare un novizio che ha un problema del genere non intacca il valore dei miei soggetti, quindi....
Saluti
Hai proprio ragione Salvatore, infatti molti allevatori esperti non rivelano quasi mai i loro segreti, così facendo i novizi come tu dici non impareranno mai.
Quindi ti ringrazio ancora una volta per la disponibilità e la chiarezza.
Saluti.
Gli allevatori piu' navigati sonop un po restii a rendere noto i loro segreti, personalmente credo che questo sia frutto solo di ignoranza, aiutare un novizio che ha un problema del genere non intacca il valore dei propi soggetti, quindi....
Saluti
E' proprio questa la differenza che fa "grande" un allevatore.
Grazie a te.
[=^||||
Carissimi amici, purtroppo ormai sono un "vecchio" allevatore prima di Parigini poi ho vissuto come compartecipe a tutta la selezione degli AGI. Infatti acquistai, con il mio compianto fratello Walter, la prima coppia di Parigini nel lontano 1969 dal Sig. Sommacampagna Silvio di Este (PD). Da lì, con la collaborazione e la partecipazione di tanti bravissimi allevatori, (per citarne solo alcuni: il bravissimo Giudice Sig. Carlo Alessandri, Il Sig. Zabbini, il Sig.ed indimenticabile Casasola Angelo il Sig. Giordani Giordano, il Sig. Lionti Sergio Giudice nazionale, i consigli del Sig. Vogli, già campione Italiano, ma che per ragioni famigliari aveva rinunciato all'allevamento, questi tutti bolognesi, ai quali vanno aggiunti Il Sig. Calzavara Francesco, La Sig.ra Spinello Adriana, i Sigg. Berton Luigino, Mattara Arduino,e diversi altri veneti, più tutta la vasta schiera di provetti allevatori milanesi e lombardi in genere,chiedendo scusa per le inevitabili omissioni, si iniziò la selezione che portò alla creazione, se pur involontaria, dell'AGI. Perchè involontaria: perchè noi si selezionava con l'obbiettivo di migliorare la bellezza dei nostri canarini partendo dal gusto estetico tipicamente italiano. Nessuno, si poneva allora l'obbiettivo delle creazione di una nuova Razza! L'iter che poi si intraprese per far riconoscere l'AGI come nuova Razza fu reso inevitabile dal momento che questo Canarino non era più giudicabile con lo Standard del Parigino. Accertata l'indisponibilità dei Francesi a modificare il loro Standard, fu inevitabile la creazione di un Club di Allevatori che innanzi tutto si pose il problema della compilazione di un apposito Srandard che permettesse di divulgare presso la CTNCFPA e la relativa Commissione COM le caratteristiche del nuovo canarino. La storia, se pur molto concisa, fatta dall'Amico Cremone è sostanzialmente esatta. Se vi sarà occasione prossimamente potrei citare piccoli episodi e discussioni tecniche che avvenivano tra noi allevatori e che portarono al risultato selettivo ora davanti all'ammirazione di tutti.
Saluti a tutti.
Sauro Canè
Nord salentino
12-02-10, 15: 49
la ringrazio, sig. Canè lei è il padre dell' AGI ( altro che "vecchio allevatore") insieme al sig. Casasola che purtroppo ci ha lasciato qualche anno fà.io sono un giovane allevatore di arricciati , cerco di acquisire anno dopo anno sempre maggiore esperienza quindi accetto ben volentieri il suo scritto che ha riassunto l'iter dei fatti . quando lo vorrà potrà scriverci qualcosa in più sulla storia che ha portato alla nascità di questo magnifico canarino; è sempre bello sentirti parlare ( anche tramite il forum) i grandi allevatori con alle spalle mille esperienze da raccontare.
grazie ancora. tanti saluti.
Carissimo Nord Salentino e carissimi Amici, la mia testimonianza su fatti specifici che hanno preceduto la creazione, poi il successivo riconoscimento ufficiale dell'AGI è testimonianza vissuta personalmente quindi da considerarsi originale. Vi citerò, affidandomi a piccoli flash della memoria, di volta in volta, fatti e situazioni vissute in prima persona.
Già sul finire degli anni '60 conobbi e frequentai il bravissimo ed esperto Allevatore, nonchè noto, stimato ed onesto Giudice nazionale Sig. Carlo Alessandri di Bologna il quale, pur consapevole che tale caratteristica non era contemplata nello Standard ufficiale del Parigino, attribuiva grande importanza al "Mantello a Rosa", partendo dal concetto del considerando "BELLEZZA", ovviamente concetto tipicamente attribuibile al gusto italiano. Ricordo un episodio: il Sig. Carlo (tutti lo chiamavamo così, fatto sintomatico del rispetto dovuto a persona esperta ed onesta), portò nel mio allevamento (si era ai primi anni '70), un allevatore, del quale non ricordo più il nome, che era in cerca di una femmina. Evidentemente il Sig. Carlo non aveva più nulla da cedere, e consigliò una femminina pagliata che, mio fratello ed io non avevamo considerata proprio perchè eravamo ancora dei pivelli alle prime armi, e lui ci fece notare la perfetta rosa del mantello pur non essendo essa portatrice di una grossa taglia. Lui sosteneva che la femmina, nella coppia, deve avere forme perfette e che la taglia la "dà" il maschio. Era evidentemente una convinzione maturata dopo esperienze personali che però, a mio parere sono soggette a molte variabili non ultima la "storia" genetica del soggetto. Personalmente alla luce anch'io di esperienze maturate successivamente, oggi sostengo che una femmina ben fatta e di taglia superiore, se unita ad un buon maschio, anche se non eccezzionale, darà sicuramente ottimi soggetti probabilmente anche campioni.
Prossimamente se la memoria mi aiuterà vi racconterò altri episodi vissuti perchè, specialmente i più giovani che non hanno vissuto tutta la trafila della ceazione dell'AGI, abbiano testimonianze storiche vissute e originali.
Grazie dell'ospitalità e della funzione formativa che questa "pagina" offre agli amanti dell'AGI e dei grossi arricciati in genere.
Saluti carissimi a tutti.
Sauro Canè.
Poter rivivere alcune fasi relative alla creazione di un grande canarino italiano, specialmente se descritte da un suo creatore, è sempre motivo di grande soddisfazione e di orgoglio per chi – come me – è un amante della razza.
E’ una lettura molto avvincente ed interessante - per non dire e gradevole e scorrevole - specialmente quando si riescono a focalizzare delle varianti impreviste ed indispensabili alla sua origine.
In attesa di nuovi scritti la ringrazio per il suo intervento.
//))#
Nord salentino
14-02-10, 18: 48
grazie mille sig. Sauro, per le belle esperienze di allevamento che ci sta raccontando... è bellissimo rivivere questi momenti che lei ha vissuto in prima persona.
Anche io penso che spesso nell'ambito della coppia è il maschio ad influenzare maggiormente la taglia della prole,è cmq importante tenersi strette le femmine carine e perfette magari anche se hanno qualche centimetro in meno .ciao
salvatore cremone
17-02-10, 10: 46
Colgo l'occasione di salutare il mio amico Sauro, che oltre ad essere un allevatore con la A maiuscola e' un gran gentiluomo.
Sauro come sempre e' un piacere leggere i tuoi scritti, ti prego racconta un poco la storia di questo canarino, penso che e' di interesse generale, anche per chi non alleva la razza.
Saluti.
Salvatore Cremone.
P.S.
Saluti da mio figlio Angelo.
La storia dell'AGI, se pur nell'essenziale, è già leggibile su questo Forum, presa dalla Rivista ALCEDO che gentilmente ha concesso di riprodurla. Come ho già detto quando mi verrà qualche inedito flash, come quello che ho appena illustrato sulle uova rosa, sarà mio piacere condividere i miei ricordi oppure anche le mie esperienze con voi.
Saluti carissimi a tutti
Sauro Canè
Ho ricevuto il primo "rapporto" del 2010 da un giovane Amico allevatore del centro Italia: su 12 uova deposte 6 feconde. Considerando che le coppie che Lui detiene sono di buonissimo livello si può dire che la partenza è più che buona. Io quest'anno, più per pigrizia che per scelta, e spero di non dovermene pentire, non ho separatp le femmine dai maschi, cone gli altri anni, all'inizio di dicembre, collocandole in una volieretta di m.1x0,50x0,50 al centro della camera d'allevamento con tutti i maschi intorno alloggiati singolarmente nelle gabbie d'allevamento. Ho lasciato le coppie già formate e, da domani inizierò, per 15 giorni, a fornire 4 grammi di Ferti-vit della Orlux per litro d'acqua sostituendola tutti i giorni e lavando bene i bneverini, dopo di chè metterò i nidi. Intanto inizierò a somministrare tutti i giorni pastoncino con l'aggiunta di uovo sodo e semi germinati di buona qualità. L'illuminazione, ora a 13 ore giornaliere, verrà portata in questi quindici giorni a 14 ore pro-die.
Questa non vuole essere una lezione di conduzione d'allevamento per nessuno. Infatti in premessa dico che ho cambiato qualcosa rispetto agli anni precedenti e spero di non dovermene pentire, ma vuole solo illustrare un'eperienza che poi in seguito a risultati od insuccessi ottenuti commenteremo assieme.
Sauro Canè
Nord salentino
28-02-10, 12: 59
grazie ancora una volta sig. Sauro per averci raccontato una delle sue esperienze di allevamento.
potrei sapere quante coppie di AGI metterà in riproduzione quest'anno?
se nn ho inteso male, lei quando inserirà i nidi per le singole coppie avrà circa 14 ore di luce in allevamento?
p.s.le faccio queste domande perchè essendo un giovane allevatore di arricciati vorrei imparare dai consigli dei più esperti.grazie.
Stefano.
john fernandez
28-02-10, 17: 35
Carissimo Nord Salentino e carissimi Amici, la mia testimonianza su fatti specifici che hanno preceduto la creazione, poi il successivo riconoscimento ufficiale dell'AGI è testimonianza vissuta personalmente quindi da considerarsi originale. Vi citerò, affidandomi a piccoli flash della memoria, di volta in volta, fatti e situazioni vissute in prima persona.
Già sul finire degli anni '60 conobbi e frequentai il bravissimo ed esperto Allevatore, nonchè noto, stimato ed onesto Giudice nazionale Sig. Carlo Alessandri di Bologna il quale, pur consapevole che tale caratteristica non era contemplata nello Standard ufficiale del Parigino, attribuiva grande importanza al "Mantello a Rosa", partendo dal concetto del considerando "BELLEZZA", ovviamente concetto tipicamente attribuibile al gusto italiano. Ricordo un episodio: il Sig. Carlo (tutti lo chiamavamo così, fatto sintomatico del rispetto dovuto a persona esperta ed onesta), portò nel mio allevamento (si era ai primi anni '70), un allevatore, del quale non ricordo più il nome, che era in cerca di una femmina. Evidentemente il Sig. Carlo non aveva più nulla da cedere, e consigliò una femminina pagliata che, mio fratello ed io non avevamo considerata proprio perchè eravamo ancora dei pivelli alle prime armi, e lui ci fece notare la perfetta rosa del mantello pur non essendo essa portatrice di una grossa taglia. Lui sosteneva che la femmina, nella coppia, deve avere forme perfette e che la taglia la "dà" il maschio. Era evidentemente una convinzione maturata dopo esperienze personali che però, a mio parere sono soggette a molte variabili non ultima la "storia" genetica del soggetto. Personalmente alla luce anch'io di esperienze maturate successivamente, oggi sostengo che una femmina ben fatta e di taglia superiore, se unita ad un buon maschio, anche se non eccezzionale, darà sicuramente ottimi soggetti probabilmente anche campioni.
Prossimamente se la memoria mi aiuterà vi racconterò altri episodi vissuti perchè, specialmente i più giovani che non hanno vissuto tutta la trafila della ceazione dell'AGI, abbiano testimonianze storiche vissute e originali.
Grazie dell'ospitalità e della funzione formativa che questa "pagina" offre agli amanti dell'AGI e dei grossi arricciati in genere.
Saluti carissimi a tutti.
Sauro Canè.
Signor Cane', sono molto contento di leggere il tuo intervento. Leggere le esperienze di allevatori grandi come lei ci aiuta ad imparare sempre di piu' sugli arricciati. Ti saluto.
Sono a disposizione per aiutare i giovani allevatori a fare esperienza. Sia chiaro però che non sono il "verbo" e che esperienze anche molto diverse dalle mie hanno dato e daranno ottimi risultati. Come già detto, per 15 giorni consecutivi somministrerò un complesso vitataminico ricco di Vit. E. Io uso il Ferti-Vit della Orlux. Alla fine dei 15 giorni avrò programmato l'illuminazione per arrivare a 14 ore di luce pro-die. Collocherò i nidi dopo averli passati in forno a micro onde a gruppetti di quattro per 70/80 secondi in modo da arrostire acari e relative uova rimaste dall'anno precedente, fornirò le 15 coppie di materiale da nido e... speriamo bene. Le 15 coppie sono così assortite: 12 classiche e 3 di bianco x giallo. Delle 12 classiche però, affidabili almeno sulla carta, ce ne sono 8. Delle rimanenti 4, due sono vecchiotte (2006) e due una ha avuto il maschio con probemmi che ora paiono superati con una cura antibiotica molto energica e l'altra, una femmina molto caratteristica, è completamente cieca pur essendo in salute e abbastanza padrona della gabbia il chè gli conferisce autonomia di movimento discreta se non ottima.
Sperando di essere stato utile non mi rimane che augurare a tutti.... BUONE COVE!!!!!
Sauro Canè
P.S.= Ho sempre molta difficoltà a rintracciare gli srcitti settoriali che mi interessano per poter interloquire. Non si potrebbe facilitare ulteriormente la consultazione?
Nord salentino
01-03-10, 19: 21
grazie per le risposte, come al solito è gentilissimo .
15 coppie di AGI sono abbastanza impegnative complimenti, quindi avrà allestito circa 25-30 coppie di balie??
... è sempre un piacere parlare con allevatori esperti come lei.
auguro buone cove e degli splendidi AGI anche a lei.ciao.
Ho il posto per "sole" 20 coppie di balie e mi auguro di poterle usare tutte. Se gli AGI mi daranno uova feconde, con 20 coppie di balie si fa della strada! Le mie balie hanno soggiornato in una camera separata dagli AGI. In due voliere con 25/30 soggetti l'una, stessa alimentazione, ma la differenza è: senza programmare la luce (lunghezza del giorno naturale) e niente riscaldamento invernale. Hanno passato l'inverno con 7/8° contro i 13° praticamente costanti degli AGI. Anche il locale delle balie è però ben esposto alla luce (sud-est) con una finestra di ca. m.1 X 2 come del resto per gli AGI. Anche alle balie somministrerò per 15 giorni il Ferti-Vit dopo di chè passerò prima le femmine nelle gabbie da cova a 4 per volta distanziandole di 4/5 giorni per gruppo. quando passerò il secondo gruppo di femmine metterò i maschi alle prime quattro e così via. Questa operazione la faccio allo scopo di sfalsare le deposizioni in modo, se possibile, di avere sempre qualche balia sincronizzata con gli AGI.
E tutto ciò senza voler insegnare niente specialmente a chi sa già tanto di più di me.
Saluti a tutti.
Sauro Canè.
Nord salentino
02-03-10, 20: 24
ancora mille grazie per averci dato altri chiarimenti sul suo metodo di allevamento, sicuramente efficace ...dati i risultati.
mi sembra molto intelligente la disposizione delle due razze in stanze separate,lasciando le balie a luce naturale,in modo da avere le balie che partono con le cove un pò in ritardo.
ma in seguito lascierà covare e allevare le balie sempre a luce naturale ,oppure poi userà il programmatore?
in bocca al lupo
Le gabbie da cova, dove verranno ospitate le balie, sono nella stessa camera degli AGI per cui, quando verranno spostate e messe in cova avranno le stesse condizioni ambientali degli AGI, dalle ore di luce, al clima (verso i 18°). controllo dell'umidità relativa (70% ca.), ozonizzatore. Pur avendo avuto un inverno in condizioni più rigide, in 7/8 giorni avranno già raggiunti gli AGI e li supereranno anche.
Ciao a tutti.
Sauro Canè
Nord salentino
03-03-10, 16: 36
molto chiaro, però mi chiedo... nel momento in cui sposterà le balie da una stanza all'altra, quest'ultime saranno sottoposte a un bel cambiamento sia di temperatura sia di ore luce,mi corregga se mi sbaglio. tutto ciò non comporta nessun problema sul comportamento delle balie?
p.s. concordo con lei ,sia sulla temperatura sia sulla % di umidità da mantenere durante le cove.
ciao.Stefano.
l'importanza del piumaggio nei canarini arricciati
ciao sauro,
vista la tua notevole esperienza vorrei che ci parlassi un pò di piumaggio, della qualità che esso ha nel creare un buon canarino influenzando anche la taglia e dell'importanaza che esso ha nel creare un buon canarino arricciato specialmente di grossa taglia.
il mio è solo un'invito a creare una piccola scuola di allevamento on-line.....aiutaci magari a correggere qualche accoppiamento.
fai da chioccia a noi giovani leve.
ciao e buona stagione cove a tutti
luca guerrini
john fernandez
03-03-10, 18: 19
Le gabbie da cova, dove verranno ospitate le balie, sono nella stessa camera degli AGI per cui, quando verranno spostate e messe in cova avranno le stesse condizioni ambientali degli AGI, dalle ore di luce, al clima (verso i 18°). controllo dell'umidità relativa (70% ca.), ozonizzatore. Pur avendo avuto un inverno in condizioni più rigide, in 7/8 giorni avranno già raggiunti gli AGI e li supereranno anche.
Ciao a tutti.
Sauro Canè
Signor Cane', posso chiedere che tipo di balieusi, cioe' sono di una razza particolare come i Nord.
Come balie uso i nord. Per la mia esperienza sono i migliori anche se molti hanno il vizietto di "pelare" i novelli degli AGI e non toccano quelli della loro Razza. Mha!? Sugli accoppiamenti usate sempre il buon senso. Nel limite del possibile (non sempre si ha il soggetrto ideale e si deve fare di necessità virtù), non si accoppierà piumaggio lungo e morbido X per soggetto di uguali caratteristiche, e così dicasi per soggetti con caratteristiche inverse. Questo è solo buon senso. A volte però capita, come ho detto in premessa, che si fà come si può ed ecco che da un accoppiamento, che sulla carta è sbagliato, esce il campione. Non è che quello che ho detto finora sia tecnicamente sbagliato, ma le variabili sono tante, la più importante delle quali è la "storia" genetica dei due partener. Da quali genitori sono usciti? Specialmente se sono nuovi inserimenti, non sempre siamo in grado di valutare se le caratteristiche che evidenziano saranno dominanti nell'accoppiamento. Insomma, in buona sostanza un pò di sana fortuna non guasta! A Te Luca in particolare, avendo avuto modo di vedere alcuni tuoi soggetti, dico che di "chiocce" non hai una gran necessità. Di confronto con le esperienze altrui ne abbiamo bisogno tutti.
Ciao a tutti e a rileggerci.
Sauro Canè
Scusami Nord Salentino se per pura dimenticanza avevo tralasciato di rispondere al tuo quesito. Quando sposterò le balie nella camera di allevamento(oltre la metà marzo), la temperatura esterna si sarà già alzata di un bel pò per cui anche l'escursione termica nelle due camere (quella delle balie e quella degli AGI) non sarà tanto oltre i 3° centigradi. Posso garantire che a seguito di un'esperienza d qualche decennio non ho mai avuto problemi che dipendessero da questo spostamento. Anzi le balie partono a razzo. Il problema è quasi sempre tenerle al passo con gli AGI.
Ciao.
Sauro Canè
Nord salentino
06-03-10, 16: 40
grazie della risposta, sempre molto gentile e chiaro. bè in effetti spostando le balie a metà marzo si avrà un cambiamento sicuramente minimo e non esagerato.
ovviamente ci fidiamo della sua esperienza pluri-decennale, la mia domanda era solo dettata dalla mia curiosità.
cmq devo ammettere che avendo a disposizione due stanze per l'allevamento, la sua è una tecnica ben ragionata e studiata negli anni.
saluti.Stefano
Voglio raccontarvi un episodio vissuto attorno alla metà degli anni '60, assieme al mio compianto fratello Walter e ad un Amico fraterno che anch'Egli ci ha lasciati. All'apperenza questo episodio poco c'entra con l'AGI però.... Ci recammo a Padova da un noto commerciante che abitava in Via Buzzaccherini e, spero di ricordare bene il cognome, mi sembra che si chiamasse Marchioro. Eravamo in cerca di soggetti che, allora, erano di nostro interesse: canarini di colore. Era d'inverno. Ci trovammo in un appartemento molto riscaldato, pieno fino all'inveroscimile di gabbie, gabbiette e volierette di fronte ad un personaggio chiaramente con salute precaria e, dopo aver osservato la moltitudine di canarini, ricordo che fui attratto da una coppia di Olandesi del Sud (così si chiamavano allora). Canarini che io non conoscevo e dei quali mi innamorai all'istante e che acquistai. Ricordo che erano di taglia maggiore degli attuali Arricciati del Sud. La cosa però che dopo tanti anni mi ritorna alla mente fu la vista di un esemplare gigantesco dalle forme simili allo yorckshire con però il ciuffo nella porzione anteriore della testa, ma ripeto era la taglia impressionante. Il Sig. Marchioro ci disse essere un Lancashire. L'unico ed ultimo che io ebbi modo di vedere in quegli anni, dopo di chè questa razza veniva data per estinta. La considerazione che potrebbe creare il nesso con il mio però... iniziale è: si può escludere che nella zono di Monza, che allora era la patria del Parigino, non si sia ricorsi anche al meticciamento con gli ultimi soggetti disponibilidi questa razza,
creando le premesse alla grossa taglia degli AGI? E' solo un'interrogativo, ma che, secondo me, ha una qualche valenza.
Spero di non avervi annoiati.
Sauro Canè
Certo che la presenza del Lancashire era alquanto strana (e poi, in casa di un commerciante di uccelli, piena di gabbie e volatili, solo uno???) e - neanche a farlo apposta - anche gli Arricciati del Sud di taglia maggiore ???
Credo che il dubbio sia legittimo... e nessuno - purtroppo - potrà mai dare la risposta a questo interrogativo...
PS: ci annoi ^^((^^(( più spesso !!!
Nord salentino
23-03-10, 22: 50
ancora un'altra bella storia, e un bel interrogativo che rimarrà presumibilmente irrisolto.
sicuramente possiamo dire che per passare dal Parigino all' AGI sono stati fatti diversi meticciamenti usando spesso C.F.P.L. come il Crest, york, e altro...
grazie sig.Sauro.
john fernandez
24-03-10, 17: 58
Chissa da quale allevatore fu comprato quel soggetto. Forse quell'allevatore l'avra riprodotto per combinazione, per esempio morto uno dei soggetti formando una coppia potra avere usato il soggetto sopravissuto con qualche arricciato che aveva in allevamento. Nelle uccellerie ho visto tanti di metticci che non puoi dire per certo come sono stati riprodotti. Puoi indovinare e basta.
Salve "Ragazzi"! Vogliamo fare un pò il punto sull'avvio della stagione riproduttiva 2010? Alcuni giovani allevatori mi hanno contattato e sembra stiano andando forte. Altri non tanto bene. Personalmente tre coppie di biancaXgiallo hanno deposto, non hanno covato e, trasferite le uova alle balie sono risultate tutte infeconde. Di sei coppie classiche solo due mi hanno mostrato di "saperci fare", altre sette non hanno ancora mosso un filo per costruire il nido. Io abito in una zona agricola e gli agricoltori mi dicono che, rispetto all'anno scorso, la stagione è in ritardo di una buona mesata. Sicuramente gli animali hanno un orologio biologico e queste cose dovrebbero sentirle, ma siamo proprio sicuri che sia così? In oltre quarant'anni di attività è già successo tante altre volte. Raccontiamoci come và quest'anno!
Ciao a tutti e.... buon proseguimento!
Sauro Canè
john fernandez
03-04-10, 17: 20
Anche a me e' accaduto una cosa simile. Nove coppie, di cui tre Nord, non sono partiti. Li ho accoppiati un mese fa e hanno quattordici ore di luce. C'erano anni nei quali una o due coppie non covavano ma mai in questo numero. Aggiungo che la maggior parte di loro sono novelli. Forse partiranno un po in ritardo !!!!!!.
Nord salentino
04-04-10, 23: 40
ciao a tutti,da parte mia vi posso dire le cose vanno molto bene,infatti tutte le coppie di nord hanno già covato e stanno finendo di svezzare la prole che ormai ha superato i 20-25gg ( alcune iniziano la seconda covata!!).
poi purtoppo c'è il caso a parte dei Parigini, che come ogni anno partono sempre in ritardo; quindi confermo quanto dice il caro Sauro...i miei Parigini ancora nn hanno nemmeno fatto il nido, vorrà dire che loro aspettano il clima caldo e le belle giornate.con calma aspetteremo, nel frattempo mettiamo sù un bel pò di arr.del nord che promettono bene.#°°))
ciao ragazzi.Stefano
Giuseppe Nastas
06-04-10, 10: 07
Salve a tutti, un caloroso abbraccio a Sauro. I miei AGI non hanno iniziato tranne 1 coppia che ha deposto e non ha covato, messe le uova in altra coppia sono risultate infeconde. La mia esperienza mi dice che nel 99% dei casi quando una femmina depone e non cova le uova sono infeconde, dato di fatto. Se a farlo sono i Fiorini o i Nord nemmeno provo a metterle sotto altra coppia butto via il tutto, se non cova un'AGI ci provo non si sa mai, ma ripeto, al 99% sono infeconde. L'annata non sembra male..
Giuseppe Nastasi
Ricambio il caloroso saluto a Giuseppe e anche a tutti gli amici. Vedo che l'andamento del mio allevamento ha molte similitudini in comune con quanto dite dei vostri. Condivido totalmente quanto dice Giuseppe a proposito delle femmine che depongono e non covano. Aggiungo che al secondo giro generalmente si normalizzano. Proprio ora ho ricevuto una telefonata di un amico allevatore del centro Italia che mi comunicava che ha già 7 novelli e diverse uova feconde. Perseverare e....sperare!
Ciao a tutti.
Sauro Canè
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