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Visualizza la versione completa : Ho Scritto Al Governo Australiano



Roberto Giani
10-01-08, 10: 28
Ho spedito il 7 dicembre una e-mail al dipartimento australiano all'indirizzo:

wildlifetrade@environment.gov.au

Mi è arrivata subito dopo la risposta di un risponditore automatico dicendomi che guarderanno il mio messaggio il più presto possibile e che mi manderanno una risposta nel giro di 10-15 giorni lavorativi!



Mi è arrivata ieri mattina la loro risposta alla mia e-mail.
Apprezzabile la puntualità, meno il contenuto della risposta.

Io chiedevo chiarimenti sull'incongruenza di non esportare certa fauna autoctona abbondantissima come ad esempio il Galah (Eolophus roseicapillus, del quale metto qui sotto l'immagine di uno stormo) e nel contempo permetterne l'uccisione di migliaia di esemplari perchè nocivi all'agricoltura.





La risposta che mi è arrivata, come dicevo, non è per nulla esaustiva poichè ripete cose già note e non entra nel merito della mia domanda.

In sintesi mi dicono che il "Department of the Environment and Water Resources" è responsabile per quanto riguarda la regolamentazione delle esportazioni di fauna e flora autoctoni.
E' altresì responsabile per quanto riguarda l'importazione di specie vive.

L'esportazione segue le regole sia delle direttive CITES, sia di un loro ente denominato "EPBC Act", ancora più restrittivo del CITES (in sintesi non permettono neppure l'esportazione di Cocorite e Calopsitte le quali, come è noto, non sono contemplate nel CITES).

Però poi dicono che l'esportazione di uccelli autoctoni è strettamente controllato, quindi capisco non è del tutto proibito, ma poi mi scrivono anche che non è permessa l'esportazione per scopi commerciali.
Infine mi dicono che solo un cittadino con residenza australiana può richiedere il permesso di esportare un uccello autoctono come pet, qualora voglia trasferirsi permanentemente fuori dell'Australia.

Ma dell'incongruenza di proteggere i Galah e contemporaneamente permetterne l'abbattimento, non ne fanno cenno.
Però mi dicono che posso rispondere alla loro e-mail per ulteriori chiarimenti.

Proverò a farlo, cercando di spiegarmi meglio, ma il mio inglese "scolastico" temo abbia limiti di espressione o... forse fanno finta di non capire.

Daniele Zoli
10-01-08, 10: 41
Bravo Roberto!
il tuo gesto e' apprezzabilissimo anche se rappresenta una goccia nel mare... pero' se tante goccie cominciassero a cadere....

Leggendo il tuo post mi e' venuta un'idea.

E se individuassimo qualche obiettivo preciso su cui puntare e dopo avere informato adeguatamente i nostri amici di questo forum cominciassimo a fare partire una lunga serie di e-mail.... o magari qualche petizione.

Certamente non riusciremo a rimuovere le cause di fondo che spesso danno origine a fenomeni di evidente ingiustizia, pero' il prendere atto che qualcuno se ne e' reso conto.....e che si prende la briga di manifestarlo direttamente e' gia' un primo passo...

Roberto Giani
10-01-08, 10: 44
Per chi non conoscesse il pappagallo del quale sto parlando, allego altre due foto:




Galah che si nutre al suolo




Altro stormo...

Fioravante Prontera
10-01-08, 12: 00
Grande Roberto!!!!!!!! //[[]]

Daccordo con l'iniziativa di Daniele...

Attilio Casagrande
11-01-08, 19: 53
Ottimo quello che hai fatto Roberto, ma penso che il governo australiano sia molto rigido e rispetoso delle sue leggi, mi sono fatto diverse volte la stessa tua domanda, parlando con uno che abita da diverso tempo in australia mi diceva che la loro più grande paura è di inquinare la loro fauna selvatica, i vasti territori disabitati fanno si che le specie si riproducano come visto dalle bellisime foto che hai postato in modo sorprendente, loro hanno dele leggi per chi alleva molto permissive compreso il prelievo in natura in numero controllato, devono anche avere una specie di patente per poter allevare, sanno benissimo che l'ornitologia fa girare un lato economico non indifferente, è il nostro sistema che invece di incentivare l'alevamento fa di tutto perche venga bloccato.
Io cmq sono contrario all'esportazione di animali di cattura, le specie allevate in autralia sai se si possono esportare se anellate e con certifazioni ? questo potresti chiedere la prossima volta che li contatti .Ciao

Paolo Tieppo
11-01-08, 20: 00
allora mi dai qualche speranza a fare domanda di permesso di esportazione ,visto che ho la doppia cittadinanza?

Roberto Giani
15-01-08, 09: 48
Ottimo quello che hai fatto Roberto, ma penso che il governo australiano sia molto rigido e rispetoso delle sue leggi, mi sono fatto diverse volte la stessa tua domanda, parlando con uno che abita da diverso tempo in australia mi diceva che la loro più grande paura è di inquinare la loro fauna selvatica, i vasti territori disabitati fanno si che le specie si riproducano come visto dalle bellisime foto che hai postato in modo sorprendente, loro hanno dele leggi per chi alleva molto permissive compreso il prelievo in natura in numero controllato, devono anche avere una specie di patente per poter allevare, sanno benissimo che l'ornitologia fa girare un lato economico non indifferente, è il nostro sistema che invece di incentivare l'alevamento fa di tutto perche venga bloccato.
Io cmq sono contrario all'esportazione di animali di cattura, le specie allevate in autralia sai se si possono esportare se anellate e con certifazioni ? questo potresti chiedere la prossima volta che li contatti .Ciao


Grazie Attilio per le informazioni ulteriori che ci hai fornito riguardo l'Australia.

Anche io sono contrario, come principio, all'esportazione di animali di cattura a scopo ornamentale, ma il mio pensiero è il seguente.

Se di Galah, o di qualche altro pappagallo, ce ne sono "troppi", nel senso che comunque il governo ne autorizza l'abbattimento di un certo numero, una volta che si hanno questi gabbioni stipati di pappagalli, piuttosto che gassificarli, perchè li ammazzano con le camere a gas, fare invece un container per l'Europa...

E magari, dato che la loro legge non permette l'esportazione per scopi commerciali, ce li regalassero! (Che viaggi mentali che mi faccio, eh?)

Roberto Giani
15-01-08, 09: 51
allora mi dai qualche speranza a fare domanda di permesso di esportazione ,visto che ho la doppia cittadinanza?

Così mi hanno risposto. Prova a contattarli (all'indirizzo e-mail che ho messo) e poi facci sapere.

Matteo Rodolfi
15-01-08, 15: 43
Ciao Roberto,
approvo al 100% il tuo ragionamento...
dove ti sei documentato per avere le informazioni sul Galah?
Vorrei documentarmi anche sulla situazione degli altri australiani...
Grazie

Roberto Giani
15-01-08, 19: 08
Al momento faccio fatica a darti informazioni dettagliate, molti sono filmati e documentari (uno anche di Piero Angela che ho registrato e ora ho su videocassetta e conoscendo l'autore non credo dicesse balle).

Il primo riferimento che riesco a documentarti è un articolo pubblicato sul sito della Parrots Society inglese:

http://www.theparrotsocietyuk.org/genarticle5.shtml

Attilio Casagrande
15-01-08, 19: 34
Ciao Roberto, anche a me sono venute le tue considerazioni, ma la realtà è un'altra purtroppo, pensa che quella persona che ti ho accennato, lui alleva roselle (pennant, flaveulus,adelaide), i cacatua non gli interessano più di tanto,mi diceva che un nido di roseicapilla lo aveva a 2 mt dalla finestra della sua abitazione, proprio nell'orto su un albero di eucalipto, ha visto l'involo e mi diceva che li ha lasciati stare perchè è un amante degli animali, altrimenti altre persone li avrebbero uccisi perchè considerati dannosi.
Hai provato a chiedere se gli allevati si possono esportare?

Roberto Giani
18-01-08, 16: 26
Sì, quello l'avevo già chiesto in passato e la risposta era che allevati o no, si trattava sempre di uccelli autoctoni, per cui non era permesso.
Solo recentemente, dalla risposta che ho riportato all'inizio di questa discussione, ho appreso questa cosa di residenti autraliani che vanno all'estero e possono portarsi dietro dei pet.

Mi hanno detto che però si potevano esportare dall'Australia canarini, inseparabili, cenerini, amazzoni ecc. che fossero anellati e riprodotti in cattività, che però necessitavano di permessi doganali di esportaszione e certificati veterinari di un certo costo, non indifferente, per cui nella pratica non conveniva, almeno per noi europei.

Attilio Casagrande
18-01-08, 18: 37
grazie roberto, ciao

Simone Durigon
23-12-10, 12: 48
I biologi e conservazionisti australiani sono noti nel mondo per la loro ottusità. Chissà che un giorno possano cercare di rendere meno rigide le loro idee?
La speranza è l'ultima a morire...