ACARI O PIDOCCHI NON SUCCHIATORI

In questi ultimi tempi siamo stati interessati dai lettori a casi d'infestazione di canarini e ondulati da parte di parassiti insoliti, non succhiatori di sangue. In tutti i casi denunciati per lettera, telefono, invio o recapito di reperti, si trattava di:
1. ACARI DELLE BARBE o DEL VESSILLO;

2. ACARI DEL PIUMINO;

3. ACARI DEL CALAMO;

che si localizzano in un preciso punto del piumaggio

I tre gruppi di acari, solo eccezionalmente succhiatori di sangue, colpiscono raramente un allevamento con un minimo di igiene e sono, pertanto, scarsamente pericolosi a meno che l'allevatore non venga sorpreso dalla relativa infestazione e se ne accorga solo quando hanno già provocato dei danni più o meno rilevanti. Gli acari del calamo sono, per la difficoltà dei trattamenti insetticidi, i più dannosi. Nella maggior parte dei casi segnalati alla Rivista, l'infestazione sembra aver avuto origine da canarini e pappagallini importati dall'Inghilterra.
Per favorire gli allevatori eventualmente colpiti da questi parassiti, riassumiamo quanto già detto sui tre gruppi.

ACARI DELLE BARBE
Appartengono alla famiglia dei SARCOPTIDI, al genere PROCTOPHYLLODES GLANDARIUS che comprende 11 diverse specie, più piccoli e sottili dell'acaro rosso. Stazionano nella parte centrale del vessillo delle penne delle ali e della coda, tra le cui barbe si muovono lentamente cibandosi delle parti grasse e più tenere di barbe e barbule. Il vessillo alla fine viene come corroso e controluce appare tarlato. In condizioni favorevoli di luce l'acaro si vede ad occhio nudo. Data la distanza dal corpo in cui si colloca, dà poco fastidio al canarino, ma ne compromette seriamente il piumaggio se l'infestazione diventa massiccia. La disinfezione con insetticidi innocui normali (PBK, Kenyatox, etc.) è facile ed efficace.

ACARI DEL PIUMINO
Appartengono, come i primi, alla famiglia dei SARCOPTIDI, genere ANALGES PASSERINUS che comprende 23 specie ed una razza. Sono di colore castano chiaro, di dimensioni vistose per un acaro e si abbarbicano alle barbe sciolte e soffici del piumino di cui si nutrono. Nei pulcini sono spesso abbarbicati attorno al piumino dell'ano. La loro distruzione è molto facile. Basta anche passare un batuffolo di cotone umido d'alcool e di nafta sulle piume infestate senza sfregare sulla pelle.

ACARI DEL CALAMO
Appartengono alla famiglia dei TROMBIDIDI, genere PICOBIA e la specie che si rinviene del canarino è la BIPECTINATA. Ha forma allungata e asciutta dovendosi adattare all'ambiente in cui solitamente vive: il calamo delle penne primarie e secondarie delle ali e della coda. Si nutre del loro midollo. Quando la colonia è numerosa gli acari intaccano la base della penna che si indebolisce e cade come recisa.

La sezione longitudinale di un calamo infestato da parassiti appare ripieno di masserelle giallastre e pulverulente costituite da acari, deiezioni, uova, larve, pellicole delle successive mute, etc. provando che l'acaro compie tutto il suo ciclo biologico nell'interno della piuma.
Si suppone che quando il canarino si appresta al ricambio delle penne (muta) gli acari adulti abbandonino la piuma prossima a cadere per prendere posto nella nuova penetrando attraverso l'ombelico del calamo al momento della sua formazione. Ma non di rado le penne cambiate hanno i calami ingombri del materiale suddetto, di insetti rinsecchiti e talvolta di grumi di sangue rappreso come nei calami delle piume colpite dalla « muta francese » dell'Ondulato. Dall'osservazione delle penne cadute per muta l' allevatore potrebbe accorgersi in tempo dell'infestazione del Picobia la cui disinfestazione non è facile e causa danni notevolissimi, quand'è massiccia, nei canarini e nei pappagallini da esposizione.
Dei tre gruppi di acari del piumaggio, che stazionano sul corpo dell'uccello infastidendolo notevolmente, anche se non ne succhiano il sangue, il Picobia bipectinata è il più difficile da colpire e dannoso e l'allevatore deve escogitare tutti i sistemi per liberarsene. Trattamenti con insetticidi liquidi e in polvere, oleati, individuazione delle penne colpite che deve strappare e bruciare.

G.Z.