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Discussione: Uccelli a rischio

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  1. #1
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    La bandiera di john fernandez


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    Uccelli a rischio

    Stavo leggendo stamattina sul giornale Inglese di ornitologia ' Cage & Aviafry Birds' una articolo inquietante. Traduco liberaente alcune parti che ritengo importanti da notare.
    Il numero di uccelli nati in alevamenti di soci dell' Associazione ' Parrot Society UK ' era in aumento , se i dati vanno comparati con quelli dell'anno precedente, ma dirigenti di questa associazione hanno appellato ai soci di fare piu' sforzi per salvaguardare le specie piu' rare. I piu' recenti dati rivelano che il numero di uccelli nati sale da 5198 a 5656 mentre il numero di specie allevate sale marginalmente, da 151 a 154 questo nonostante il fatto che gli allevatori che sottomisero i dati scese da 275 nel 2007 a 249 in 2008.
    Il segretario, il signor Les Lance dice di essere contgento dei risultati ottenuti ma dice che c'e' tanto lavoro da fare per accertarsi che alcune specie rimaranno a disposizione dell'avicultura negli anni futuri. Lui aggiunge che dal divieto sull'importazione del 2006 alcune specie sono diventati abbastanza rari. Queste includono i piu' piccoli pappagalli Africani, i conuri e i macaws.
    Il presidente, il signor Colin O'Hara, dice che i soci devono focare sulle specie che non siano facili da riprodurre o che non sono frequentemente allevati. Lui e' dell'opinione che il Brotogeris e i Poicephalus potranno essere i primi a non trovarsi disponibili negli anni futuri.
    Il signor O'Hara aggiunge che le specie che creieranno un problema nell'immediato futuro sono quelle di cui id soggetti non sono considerati come buoni animali domestici. Alcuni uccelli non sono cosi Uccelli belli da guardare e trascorrono tanto tempo nei loro nidi e per queste ragioni non sono tanto desiderati. Queste sono le specie a rischio. Anche uccelli che fanno buoni uccelli domestici come i Senegals, Meyers e Ruppell's avranno dei costi altissimi perche' si toglieranno dal mercato di specie allevati.
    Secondo il signor O'Hara le specie che inquietano di piu' sono il Brotogeris versiocolurus, B.cyanoptera, Poicephalus senegalus, p.meyeri e p. ruppelli.

  2. #2
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    davvero inquietante john, speriamo che non si verifichi cio che predice l'articolo, ma che allevatori competenti si adoperino all'allevamento anche di quelle specie meno richieste come pet

    ::-°°-
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  3. #3
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    Giusto, in'oltre lo sforzo deve mirato a mantenere pura la specie e integre le loro caratteristiche fisiche e psitiche, ucceli allevati dai genitori e senza meticciamenti, solo così ha un senso voler allevare !

    Questo almeno per le specie più a rischio, le poche coppie che ci sono negli allevamenti sono un bene prezioso, da conservare e proteggere.

  4. #4
    Expert Forum
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    Uccelli a rischio

    Ciao Attilio, in Italia il problema e' simile a quello esistente nella Gran Brettagna ?.

  5. #5
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    Ciao John, io penso che sia anche peggio, a parte la burocrazia (senza aprire un'altra serie di polemiche), che ne limita lo sviluppo, ci sono poche persone che si cimentano nell'impresa di mantenere le specie in pericolo, alcuni grandi allevamenti sono improntati solo su interessi personali, vedi gli ibridi di ara o la grande quantità di cenerini allevati a mano, trovare degli animali allevati in purezza diventa sempre più difficile, il loro costo è maggiore di quelli allevati allo stecco.
    Le specie comunissime come le rosella o altri austarliani, sono passati n secondo piano perchè risultano molto più reditizzi cenerini o amazzoni, se si continua di questo passo, saranno molte di più le specie in percolo.
    Parlavo poco tempo fà del problema con amici allevatori, oltre a faticare a trovare soggetti buoni allevatori, ci sono animali più deboli e con molti più problemi di pica o deplumazione, per non parlare di malattie ecc ecc.........

  6. #6
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    Caro Attilio, la burocrazia la fa da padrona.
    Sempre più allevatori si dedicano ai pappagalli esenti dal CITES ed in più, questi pappagalli, offrono tantissime mutazioni con le quali sbizzarrirsi che accontentano quelli a cui piacciono le mutazioni e la loro selezione: Roseicollis, Collari, Calopsitte e Cocorite.

    Chi si va ad impelagare con specie in App.I/All.A?
    Le incombenze burocartiche ti fanno impazzire e chi riesce a riprodurre un Cacatua sulfurea, un Molucche, un'Amazzone vinacea, anzichè ricevere un premio perchè contribuisce a salvare dall'estinzione dei pappagalli divenuti rari, si ritrova quasi ad essere vessato e ad avere grossi problemi gestionali nell'allevamento.

    Poi, per quello che è la mia esperienza, molti degli allevatori che conosco io sono poco sensibili al problema delle specie in estinzione ma piuttosto sono interessati a correre in Olanda per rimediare l'ultima mutazione di questo o di quello per fare il business e rivendere qua in Italia ad un buon prezzo i futuri novelli.

    Sarebbe bello, invece, se si organizzassero dei gruppi di allevatori con lo scopo di riprodurre le specie più rare e ci fosse un coordinamento centrale, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, ma mi sa che sto sognando troppo...
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  7. #7
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    Volendo vedere sono anni che sto cercando dei brotogeris senza riuscire nell'intento neanche nelle fiere d'oltralpe e per altri animali siamo andati quasi perdendo gli ancestrali per rincorrere solo le mutazioni di colore che avevano mercato e facevano avere meno problemi nel cedere i novelli .


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