Dice il Bosenhayn : « Una volta d' autunno , affaticato dalla caccia, mi sedetti sotto una betulla. Stava pensando ai casi miei , quando m'interruppe il garrire di un uccello. Mi meravigliai che a stagione tanto avanzata il bosco avesse ancora dei cantori ; ma dove e quali? Esaminati tutti gli alberi vicini non mi riusciva scoprirli; eppure il canto mi risuonava sempre più forte all’ orecchio. Somigliava assai al canto del tordo , ed anzi mi parve che fosse appunto uno di quegli uccelli , quando ad un tratto la canzone mutò stile; era interrotta e meno melodiosa. Sembrava poi quasi che un concerto vario mi echeggiasse dintorno ; ora distingueva chiaramente i suoni interrotti del picchio, ora quelli della gazza, poi il grido dell'averla, del tordo, dello stornello o perfino della gazza marina, gridi a me ben noti. A un tratto vidi a grande distanza l' autore dello strano concerto: era una ghiandaia »