Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Breve disquisizione, si fa per dire, sulla sistematica.

  1. #11
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    Per Amblynura

    Ho chiesto all'amico Alberto Masi, al quale ho inviato il tuo intervento, il suo punto di vista sulle tue giuste perplessità. Qui di seguito le sue osservazioni.
    Saluti, alamanno

    Al posto di "epiteto", è preferibile dire: "nome specifico" (ovvero, il secondo termine del binomio) che è [può essere] un epiteto ovvero "un aggiunta" che si usa per distinguere (per diversificare), all'interno di un Genere, più specie fra di loro: ... per indicare "quella specie". Può anche essere un nome "latinizzato" volgarmente detto "nome latino" perchè non è un "vero nome latino", ma un "latino maccheronico".
    Il nome completo di una specie, vivente o fossile, si compone di 4 elementi: Genere specie, AUTORE, anno. Ciò non è mai rispettato !
    Sostanzialmente il tuo amico dice, giusto: le regole sono dettate dal Codice dell' ICZN che altro non sono la giusta applicazione della grammatica e sintassi latina.
    A me piace indicare una classificazione come un "contenitore di informazioni" .
    Lo scopo è quello di denominare e descrivere i taxa ovvero applicare una nomenclatura corretta, univoca, uguale per tutti.
    La lista del Sibley è l'unica lista che riporta i "nomi corretti" ben indicati (maschile o femminile, singolare o plurale, aggettivo, genitivo o nominativo ..etc.)
    Il codice è in rete:
    http://www.iczn.org/iczn/index.jsp
    Per il Diamante variopinto "Emblema pictum Gould 1842" è sempre stato chiamato così tant'è vero che il nome del descrittore non è collocato fra parentesi
    Da tenere presente: Come già raccomandato dal Bruno Lanza (:1982 Dizionario del Regno Animale), rivolgo l'invito a non concludere automaticamente di trovarsi dinanzi ad uno sbaglio in presenza di apparenti discordanze fra il genere di un nome e quello di una sua specie in quanto il nome specifico non corrisponde sempre a un aggettivo (nel qual caso si impone che il suo genere, in senso grammaticale, venga accordato con quello del genere -in senso sistematico- a cui si riferisce), ma anche ad una apposizione
    COME SI SCRIVE
    GENERE = parola al nominativo singolare con l'iniziale maiuscola: (Caprimulgus)
    SPECIE = parola semplice o composta, in minuscolo, usata come:
    aggettivo di stesso genere del nome generico ( nubicus )
    ...oppure
    nominativo singolare in apposizione al nome generico (Phylloscopus nitidus) (Limosa lapponica)
    ...oppure
    nome al genitivo : (Otus brucei) (Aquila verreauxii) .
    SOTTOGENERE = parola indicata in parentesi tonda ( ) fra il Genere e la Specie con il carattere grafico della
    specie e in minuscolo:
    Malurus (grayi) campbelli Shodde-Weatherly,1982
    Chlamydera (maculata) maculata (Gould,1837)
    FAMIGLIA
    Il nome della famiglia viene formato dalla aggiunta di -IDAE alla radice del nome del genere preso come tipo. Nel caso di una sottofamiglia la desinenza da aggiungere è -INAE . La radice non deve necessariamente essere quella usata nel senso grammaticale con riferimento al latino classico, ma deve essere praticamente applicabile al latino scientifico, tenendo presente la semplicità e l'eufonia.
    Per radice di un nome si intende quanto rimane togliendo la desinenza dal genitivo singolare.
    Esempio :
    genere...... Homo
    genitivo.... Hominis
    radice...... Homin-
    famiglia.... Homin + idae =Hominidae
    -idae italianizzato - idi
    -inae " - ini
    -formes " - formi
    ... sono i lemmi relativi alle categorie sistematiche.

    La desinenza latina
    -FORMES
    e la desinenza greca
    -MORPHA
    hanno lo stesso significato: "avente la forma di..." es.: PASSERIFORMES .
    Una classificazione FORMALE comprende:
    Regno
    Phylum
    Classe
    Ordine
    Famiglia
    Genere
    Specie
    Sottospecie
    Una classificazione COMPLETA comprende: (*)
    Regno Ordine
    Sottoregno Sottordine
    Phylum Superfamiglia
    Subphylum Famiglia
    Branca Sottofamiglia
    Classe Tribu'
    Sottoclasse Sottotribu'
    Infraclasse Genere
    Coorte Sottogenere
    Superordine Specie
    Sottospecie
    (*) alcuni dei termini sono usati raramente.
    Alamanno Capecchi


  2. #12
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    Grazie.

    Molto interessante la risposta del sig.Masi,grazie prof.Capecchi.
    Saluti,Pierluigi.

    P.S.:Quindi io sbaglio sempre a scrivere la ""SPECIE"",visto che scrivo l'iniziale in maiuscolo anziché d'usare il minuscolo....vabbé,corro a riparare....
    LA LIBERTA' DI FARE QUELLO CHE DICE IL CUORE,SENZA IMPEDIMENTI O COSTRIZIONI E' UNA DELLE PRIORITA' DELLA VITA.


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  3. #13
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    Ulteriore precisazione del dott. Masi

    Quando un taxon possiede più di un nome, prima dell'uscita del Codice si usava il Principio di Autorità (valeva (il nome) quello del "più bravo" per dirla alla carlona).
    Dopo l'uscita del Codice tutti i nomi scientifici vigono con il Principio di priorità ovvero il nome più antico è quello valido (come nei "brevetti").
    Gli altri nomi (del nome in oggetto) che gli sono attribuiti si considerano sinonimi.
    -
    Alamanno Capecchi


  4. #14
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    Quindi all'indovinello di Roberto Giani,ho risposto esattamente secondo il Principio di Autorità,quando ho scritto Geopsittacus occidentalis e non Pezoporus occidentalis,che é un sinonimo.
    LA LIBERTA' DI FARE QUELLO CHE DICE IL CUORE,SENZA IMPEDIMENTI O COSTRIZIONI E' UNA DELLE PRIORITA' DELLA VITA.


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  5. #15
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    La spiegazione dovrebbe essere qui: Geopsittacus occidentalis Gould 1861 e Pezoporus occidentalis sono sinonimi, ma il genere Pezoporus è più antico: Kerr,1792
    Alamanno Capecchi


  6. #16
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    Grazie Prof.,adesso ho capito.
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  7. #17
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    Riallacciandomi a quanto già scritto sugli studi della sistematica riporto, per gli interessati a questa materia, nuovi dati ricevuti dall' amico Alberto Masi.

    "...se vuoi puoi mandarla al forum in francese
    E' mia in collaborazione con Ornithomedia"
    http://www.ornithomedia.com/infos/br...s_art1_141.htm

    "Al pari di diverse nazioni europee e non, anche l' Italia ha pubblicato recentemente la sua lista su Avocetta (ultimo numero, 2009), adeguando sia l'ordine sistematico sia i nomi di molti generi. E' un po' difficile riuscire a seguire quanto c'è di razionale e quanto è invece la voglia di stare appresso alle novità. Per certo sò che la sistematica è materia in continua evoluzione, anche grazie alle nuove ricerche in campo genetico; secondo me c'è troppa fretta per sconvolgere i nomi e le parentele, si dovrebbero attendere ulteriori conferme, si tratta pur sempre di ipotesi, non di certezze. Ciao Al."
    Alamanno Capecchi


  8. #18
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    La volevo ringraziare per questi suoi interventi che , a mio parere, valorizzano moltissimo questo bel Forum.
    Qui, grazie a persone come Lei, non si "fa" solo della buona ornitofilia ma anche dell sana ornitologia.
    Grazie

  9. #19
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    Concordo con le decisioni della CAF per il Comitato Colsultativo Europeo
    Ringrazio per le info il Prof Alamanno e il Dott Masi

  10. #20
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    In quanto appassionato di tassonomia, vorrei approfittare del contributo del Prof. Capecchi per sottoporgli un articolo che scrissi qualche tempo fa per il giornalino del Club degli Agapornis, dato che alcune cose da me indicate mi sembrano non collimare con quanto ha riportato lui, tipo il "principio della priorità". Ecco di seguito il mio articolo:

    La tassonomia (dal greco: “taxis”= ordine e “nomos”= regole) è la branca della scienza che si prefigge di classificare e catalogare ordinatamente tutte le specie animali e vegetali.
    Quella di dare un nome a ciascuna pianta e a ciascun animale per classificarli, è un’esigenza vecchia quasi quanto l’umanità stessa, tanto da trovare tentativi di tassonomia già ad ad opera di Aristotele (4° secolo a.C.) e di Plinio il Vecchio soprattutto, con la sua “Naturalis Historia” del 77 d.C. Ma è con Linneo che si giunge a quella definizione di tassonomia che ancora oggi è utilizzata e riconosciuta.
    Linneo, anzi Carl Nilsson Linnaeus divenuto poi Carl von Linné per acquisizione di un titolo nobiliare, era un botanico svedese che visse nel 1700 (Rashult, 1707 – Uppsala, 1778) conosciuto nel mondo scientifico come l’inventore della nomenclatura binomia, esposta nella sua Opera principale del 1758, il “Systema Naturae”.
    Linneo ha classificato talmente tante piante e tanti animali, che spesso si omette il nome e si indica solo l’iniziale “L.”, per cui ogni volta che un nome scientifico è seguito dalla sola “L.” ed una data, ad esempio “Psittacus erithacus L. 1758” significa che l’Autore dell’attribuzione è appunto Linneo. Questo però accade principalmente in botanica.
    Riguardo la nomenclatura, propose di identificare ciascun essere vivente con, appunto, due termini (da cui l’aggettivo “binomia”), ossia nominare tutti i viventi con un Genere e una specie, una sorta di “nome e cognome” per una identificazione univoca ed inequivocabile. Questo sistema, abbiamo detto, è tutt’oggi valido seppur nato da presupposti diversi da quelli moderni. Linneo, infatti, non conosceva l’evoluzione delle specie, teoria che verrà postulata molto più tardi da Charles Darwin, nel 1859, per cui lo scopo di attribuire a ciascun vivente la propria nomenclatura binomia era per lui quello di dare un nome a “ciascuna specie che l’Ente infinito (Dio, ndr) all’inizio fece” (species tot sunt quot diversas forma ab initio produxit infinitum Ens), rifacendosi ai dogmi della Chiesa di quel tempo relativi alla Creazione così come compare nella Bibbia, il cosiddetto Creazionismo.
    Al di là di questo, un Agapornis roseicollis è sempre e solo un Agapornis roseicollis, sia che provenga da un processo evolutivo di altri progenitori ora estinti (come attualmente accettato) anziché sia frutto dell’opera di Dio che, all’inizio dei tempi, abbia plasmato “ex novo” il primo esemplare di Agapornis roseicollis.
    La tassonomia, termine che incute timore tanto sembra essere cosa complessa, è in realtà uno strumento molto semplice ed utile, perché porta a zero la possibilità di fraintendere qualunque specie di pianta o animale. Esistono delle piccole differenze tra la tassonomia per le specie vegetali, che seguono la nomenclatura ICBN e la tassonomia delle specie animali che segue la nomenclatura ICZN, che però non starò a specificare.
    Nella nomenclatura binomia si tratta di utilizzare un nome scientifico per ciascuna specie, che consiste in un nome “latinizzato” e NON latino, come spesso si trova erroneamente indicato e questa è la prima puntualizzazione che voglio fare. Ad esempio, il Kakariki fronte rossa ha nome scientifico Cyanoramphus novaezelandiae; “novaezelandiae” non può essere un nome latino in quanto i Romani non conoscevano certamente l’esistenza della Nuova Zelanda, ma si tratta evidentemente della latinizzazione del nome di quella nazione, la Nuova Zelanda appunto. Per cui dire che il nome scientifico di un animale o di una pianta equivale al nome latino, è un grave errore (il mio professore di Zoologia, in sede di esame, per un errore così bocciava subito!).
    Il nome scientifico va scritto in corsivo: il nome del Genere con l’iniziale maiuscola e quello della specie (ed eventuale sottospecie) sempre in minuscolo. Non è un particolare da poco. Le terminologie, derivate da termini greci e/o latini, possono essere simili e non bisogna perciò confonderle. Ad esempio, il Pappagallo Cenerino ha nome scientifico: Psittacus erithacus; il Pettirosso: Erithacus rubecola. “Erithacus” quindi nel caso del Cenerino rappresenta la specie, nel caso del Pettirosso è il Genere, ed è bene non si confondano le due cose, altrimenti potrebbe sembrare che Cenerino e Pettirosso siano imparentati filogeneticamente, quando è intuibile a tutti come ciò sia lontano dal vero.
    Dopo il Genere con l’iniziale maiuscola e quello della specie in minuscolo, entrambi scritti in corsivo, per completezza andrebbe anche l’Autore o gli Autori che hanno descritto la specie e che le hanno dato il nome, separati con una virgola dalla data di pubblicazione; autore e data NON vanno scritti in corsivo.
    Esempio di corretta scrittura: Agapornis personatus Reichenow, 1887
    In zoologia ci sono precise regole su come indicare l’Autore e l’anno di attribuzione di Genere e specie. Come abbiamo visto, si deve mettere il cognome dell'Autore (e solo il cognome) e l'anno in cui è stata approvata la nomenclatura binomiale subito dopo il nome scientifico, senza parentesi e scritto normale (il nome scientifico, ripeto, va in corsivo). Se tale specie viene poi rinominata, a seguito di aggiustamenti tassonomici e filogentici, si deve scrivere il nuovo nome scientifico con il nome dell'Autore e la data della vecchia denominazione tra parentesi.
    Ad esempio, il Parrocchetto di Port Lincoln era:
    Platycercus zonarius Shaw, 1805
    il cui Genere è stato ritenuto da Condon nel 1941 non appropriato a questo pappagallo (per alcune differenze con i Platyercus nelle ossa della zona auricolare) e perciò è stato riclassificato, spostandolo nel Genere Barnardius, per cui ora il modo corretto di scrivere è:
    Barnardius zonarius (Shaw, 1805)
    e le regole di nomenclatura indicano che, purtroppo per lui, Condon non venga citato nella nuova dicitura.

    Altra regola importante è quella di declinare il nome della specie con lo stesso genere del Genere (scusate il gioco di parole). Dato che il Genere Agapornis è maschile, anche la specie deve essere al maschile e, ad esempio nell’Inseparabile del Madagascar, la specie è canus e NON cana come spesso si vede scritto. Stessa cosa accade anche per il pullarius e quindi NON pullaria, e così via.
    Nel caso dell’Agapornis fischeri, il nome della specie NON va declinato al maschile in “fischerus” perché il termine che indica la specie deriva del nome di un naturalista, Fischer, cui è stato dedicata questa specie e quindi diventa perciò “fischeri” che è il genitivo di Fischer, ossia “di Fischer”, come avviene anche nella traduzione del nome comune italiano che appunto è “Inseparabile di Fischer”.
    Nella stragrande maggioranza dei casi di nomi scientifici in cui la specie (o anche il Genere) derivano dal nome di uno scienziato, spesso sono un tributo a questa persona senza che per forza tale persona sia stata uno studioso di quella specie.
    Ad esempio, il famoso pesce Celacanto (famoso perché è considerato un fossile vivente) ha nome scientifico Latimeria chalumnae. Il termine "Latimeria" deriva da Miss. Latimer, la scopritrice di questo pesce sui banchi di una pescheria del quale, però, oltre ad intuire che trattavasi di una specie che non era mai stata descritta prima, non seppe farne il riconoscimento. Inviò quindi il grosso pesce, dopo averlo acquistato, al Museo di Storia Naturale di Londra dove lo studioso che lo identificò correttamente (Smith, 1939) coniò il nome di un nuovo Genere prendendo spunto proprio da Miss. Latimer, in onore della sua scopritrice.
    Ultima cosa sui nomi scientifici: sembrano astrusi ed impronunciabili (e a volte è così) ma in realtà non sono altro che una descrizione più o meno fantasiosa dell’animale in oggetto, utilizzando termini derivanti dal Latino o dal Greco antico. Ciascun nome scientifico ha perciò sempre una precisa decodifica e può essere divertente scoprirla.
    Esempio: l’Inseparabile mascherato, Agapornis personatus
    Agapornis= “uccello dell’amore”, attribuito per l’affetto reciproco che le coppie mostrano tra loro, deriva da: agapè= amore, amore reciproco (dal Greco) e ornis= uccello (sempre dal Greco), che poi in Italiano è diventato “Inseparabile” mentre, ad esempio in Inglese, il nome comune “Lovebirds” è la traduzione tal quale del termine proveniente dal Greco;
    personatus= dal Latino “persona”, che significa maschera, per il colore nero-bruno che questo inseparabile mostra attorno alla testa, come se avesse una maschera, per cui “personatus” significa “con la maschera”, “mascherato”.

    Altro esempio: il Parrocchetto ali cremisi, Aprosmictus erythropterus
    Aprosmictus= con la “a” iniziale che indica negazione, significa “non promiscuo” per la caratteristica di questi pappagalli a formare stormi omogenei, non mescolandosi con altre specie di psittacidi;
    erythropterus= ali rosse, dal Greco erythros= rosso e pteron= ala.

    Altro esempio ancora: il Pesce spada, Xiphias gladius
    Xiphos= spada, dal Greco
    gladius= spada, dal Latino
    In questo caso i Tassonomisti hanno avuto poca fantasia…


    Infine consiglio per gli internauti questo sito:
    www.itis.gov/index.html

    dove è possibile cercare il nome scientifico di una specie e conoscere esattamente quello ritenuto valido ed accettato dalla comunità scientifica in quanto il sito è costantemente aggiornato. Per ogni specie indica anche altri nomi scientifici sinonimi i quali, invece, sono da considerarsi non corretti e/o obsoleti.

    BIBLIOGRAFIA CONSULTATA:
    - D’Ancona U.; Zoologia, UTET, 1981
    - Forshaw J. M. & Cooper W. T., Parrots of the world, T.F.H. Publications, Australia, 1977
    Ultima modifica di Roberto Giani; 11-02-10 a 18: 31
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


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