In ricordo di Giuseppe Paolo Mignone

NOTE SULLA BIOLOGIA DELLE ESTRILDIDI (ESTRILDIDAE) E NOTIZIE SUL LORO COMPORTAMENTO

RIASSUNTO - Vengono esaminati alcuni casi iterativi di associazioni nidicole in assistenza interspecifica, con speciale riguardo all'Amaranto Lagonosticta senegala (Linnaeus, 1766). Viene brevemente discusso il relativo problema del determinismo etologico di tali aggregazioni di nidiacei e le conseguenti etopatologie da genetiche interazioni con il parassitismo di cova che ne derivano.

PREMESSA

Una Nota di CAPECCHI (1984) intorno ad accertati, degeneri rapporti comportamentali di assistenza interspecifica osservati nei nidiacei di Amaranto Lagonosticta senegala (Fringilla senegala Linnaeus « Syst. Nat. », ediz. XII, t. I, pag. 320, 1766) mi ha indotto a raccogliere il cortese e stimolante invito del chiaro A. ed a radunare alcuni appunti, miei e non, sull'eziologia delle anomalie osservate.
Ciò non soltanto a motivo dell'intrinseca interesse biologico delle osservate fattispecie, ma anche dal fatto che il Genere Lagonosticta di emblematica derivazione dalle radici greche lagòn, gen. lagmos = fianchi e stiartos = punteggiati - cui spetta l'Amaranto ed istituito da Cabanis suocero di Reichenow, due epigoni dell'Ornítología ottocentesca, è molto importante e soprattutto molto diffuso nel quadro delle Estrildidi stesse (MIGNONE, 1984).

Orbene, i fattori che emergono dall'analisi delle osservazioni del dott. Capecchi sono i seguenti:

1°) Le associazioni nidicole bispecifiche o, in generale, eterospecifiche rispetto agli ad. (si badi bene: talora assistiti da F 1 in cui i fenomeni di eterosi dovrebbero rafforzare, quanto meno, il comportamento di assistenza ai nidiacei) prevalgono nettamente nel 75% dei casi osservati;
2`) I rimanenti casi di omospecificità dei nidiacei rispetto agli ad., in associazioni paritarie, con un caso bimodale (osservazione datata 3/7/1984) in cui non sussiste invero associazione paritaria post-schiusa dei nidiacei, sembrano correlarsi a fattori ecologici tipici (MIGNONE, 1981).

DETERMINISMO DELLE ASSOCIAZIONI NIDICOLE
SPECIFICHE ED INTERSPECIFICHE NELLE ESTRILDIDI


I nidiacei delle Estrildidi sono morfologicamente caratterizzati in gran parte da caratteri peculiari specifici, costituiti da sub-unità strutturali: con più precisione, da macule palatali disposte secondo colori e disegni diversi, da papille ai lati dell'apertura boccale varianti anch'esse da sp. a sp., in colore e forma. Questi caratteri d'origine genetica e ben riconoscibili, disseminati sia sulla mucosa del palato sia sul profilo basale del becco, riflettono alla luce bianca incidente del giorno i colori e disegni loro propri, in modo da indurre negli ad. le normali reazioni di riconoscimento specifico e d'imbeccamento. Negli ultimi quarant'anni è stata determinata la struttura di parecchie delle macule e delle papille di cui sopra, molte delle quali possiedono come si è detto proprietà biologiche di estremo interesse. Dal punto di vista tassonomico, questi risultati hanno anche posto molti studiosi di fronte ad un problema quanto mai arduo, quello cioè di collegare tali caratteri a problemi di tanta complessità quali quelli dell'affinità specifica: DELACOUR (1943), in parte, ma specialmente STEINER (1960), in modo più generalizzato, ne hanno tratto metodiche tassonomiche rigorose e razionali.
Dal punto di vista biologico, si hanno casi di etopatologíe quali quelli osservati dal dott. Capecchi, da promiscuità nidicole interspecifiche o, in generale, eterospecífiche, poiché le spp. di Estrildidí non alimentano i nidiacei ospiti spettanti a spp. accessorie, per quanto affini, in particolare quando il nido contiene nidiacei conspecifici, per cui subentrano turbe da inedia nelle spp. accessorie. Epifenomeno che ben presto si appalesa preminente su quello biologico, seguito da decesso dei nidiacei ospiti.

Sul parassitismo di cova è opportuno richiamare il lavoro generale di TRUFFI 1978 (ndr.di prossima pubblicazione nel forum)
e, in particolare, le sottili distinzioni attinenti al parassitismo globale che ne danno ROTHSCHILD & CLAY (1957).



Fig. 1 - Macule e papille in pullus di Vedova reale Vidua regia (L).

Nelle Estrildidi differiscono soltanto in forma, non in colore, la linea radiale centrale e la macula centrale alta del palato. II disegno è del dott. Jiirgen Nicolai che ha svolto, negli anni sessanta, ricerche nel triangolo: Tanzania, Kenya, Uganda e, successivamente, ad occidente in Camerun e Nigeria.

In buona sostanza, non sono dunque appropriate e razionali le associazioni o aggregazioni ridicole eterospecifiche per sé, non affidabili nell'ambito dell'assistenza interspecifica sia pure attuata con i Passeri del Giappone i cui ceppi ancestrali, tanto per mettere dei punti fermi, sembra si debbano ricercare alcuni secoli or sono nella sbsp. Lonchura striata swinhoei (Cabanis, 1882),


endemica della Cina meridionale con parti inferiori nettamente striate (Principe TAKA-TSUKASA, 1922; TRUFFI, 1983).

Ora, nei confronti della teoria che la segregazione di cattività e la selezione artificiale modifichino irreversibilmente il comportamento a base genetica degli Uccelli - teoria largamente condivisa e spesso citata - ritengo di dover avanzare, pur non sottovalutando l'imprinting, caute riserve che, tra l'altro, trovano, propriamente suffragio nelle esperienze stesse del dott. CAPECCHI (l.C.) sul ComMportamento dei Passeri del Giappone, appunto. La sostituzione di determinate parti (geni) della doppia spirale con altre nel DNA è cosa ben più complessa e comunque da invocarsi sulla scorta precisa di dati sperimentali certi e statisticamente validi, evitando le allettanti generalizzazioni antropomorfiche, tanto nefaste all'eco¬ogia (MAYNARD SMITH, 1974).

DISCUSSIONE

Intendimenti di questa Nota ovviamente non concedono di discutere ogni aspetto.
Ma un aspetto del parassitismo di cova negli Uccelli che mi preme di avanzare e che ritengo nuovo è, in generale, la variabilità della gamma delle spp. parassitate in rapporto alla sp. parassita. Reputo che questo fenomeno sia prodotto da due fattori (meglio sarebbe dire da due variabili ecologiche indipendenti). Il primo fattore è il numero puro e semplice delle popolazioni di spp. parassitate. Il secondo fattore che penso spieghi anche la dispersione delle spp. parassitate, quando queste non sono molto diversificate, e la pressione di parassitismo ch'esse subiscono e gli adattamenti mimetici che evolutivamente mettono in atto per sottrarsi al parassita.
Ne deriva pertanto il seguente quadro classificatorio: vi sono spp, parassite che si




Fig. 2 - maschio ad. di Melba Ptylia Melba (nec Fringilla mel¬ba L., « Syst. Nat. », ed. X, t. I, pag. 180, 1758). Questa delicata ed insettivora (notisi il becco) sp., più difficile dell'Amaranto in ass. ai Passeri de) Giappone, è parassitata dalla Vedova paradisea Vidua paradisea ( L. ). I suoi nidiacei presentano due papille azzurre ai lati del palato, perfettamente eguali a quelle della Vedova paradisea, una macula nera al centro de) palato a forma romboidale, che è pure nera, ma triangolare nella Vedova par.; infi¬ne, la linea centrale radiale che si slarga alla base inferiore nel Melba, è invece larga sia alla base sia al vertice,ma stretta al centro, nel nidiaceo della sp. parassita. Comunque, il mimetismo è pressoché perfetto.

comportano come virus ed i microbi e quindi distruggono la nidiata della spp. ospite (Cuculi, Indicatori,Molotri americani, Anomalospizni), ma per ciò stesso e per salvare se stessi e gli equilibri biologici che li condizionano, rivolgono il loro parassitismo su un aqmpio ventaglio di spp.: altre spp. parassite (Vedove)che come gli psudocelomati (ossiuri, ascaridi, anchilostomi) e gli acelomati (Tenie) per l'uomo, non minaccian o minacciano meno il mantenimento numerico delle spp. ospiti e quindi si rivolgono ad un più ridotto ventaglio di spp.; infine il Genere Scaphidura negli Itteridi che raggruppa spp. più evolute le quali ci propongono quasi un concetto di simbiosi, ove ospite e parassita svolgono un reciproco scambio di favori, stabilendo così tra loroun giusto equilibrio: in tal caso tuttavia le spp. parassitate sono ben poche.

Credo inoltre che la selezione delle macule o macchie interspecifiche sulle mucose palatali dei nídiacei e, di riflesso, le risposte comportamentali dei P., sia pure in associazione interspecífica, debbano dunque connettersi intimamente al passato evolutivo delle Estrildidi e dei loro parassiti di cova, le Viduine. Invero, a questa mia tesi se ne può fondatamente e correttamente opporre una alternativa, peraltro al di fuori del parassitismo di cova, vale a dire che la selezione naturale abbia operato e operi a livello specifico la discriminazione dei singolari caratteri dei nidiacei delle Estrildidi, al fine di ottimizzare il successo riproduttivo di sp., in senso, ripeto, interspecifico puro e quindi astraendo dal parassitismo di cova, già nel senso delle vedute avanzate da PERRINS (1979) sulle nidiate di Cincie che, per altro, sostenevano quadri omospecifici.


BIBLIOGRAFIA
Capecchi A., 1984 - Per una migliore conoscenza del comportamento degli Astrildidi in cattività. Avifauna, 7 (1G5-1G7.
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POSTSCRITTO
Credo sia altresì utile precisare, per il lettore, che intorno alla biologia delle Vedove permane a tutt'oggi un fitto mistero; anche dopo gli studi di D. LACK (1968), G.H. ORIANS (1969), G.T. EMLEN & L.W. ORING (1977). Esperimenti di marcatura delle popolazioni hanno potuto appurare soltanto l'aspetto già ben noto e conosciuto di queste sp.p. e cioè la disgregazione tipica del loro legame monogamico riproduttivo; aspetto, come dicevo, scontato posto che in esse l'attrazione verso i loro nidiacei è nulla o quasi e/o pressoché nulla. L'attrazione, poi, dei membri di coppia è uno dei molti problemi ancora insoluti.
Per quanto riguarda invero la loro organizzazione gruppale o sociale, essa è conosciuta soltanto in due spp.: nel Combassù Vidua chalybeata (Miiller ) e nella Vedova fosca V. purpurascens V. funerea (Tarragon), dopo i risultati di R.B. PAYNE & K. PAYNE (« Social organization and mating success in local song populations of the Village Indigobirds ». Z. Tierpsychol. 45: 113¬173, 1977) ottenuti in seguito a laboriose ricerche.

G. P. M.


Giuseppe Paolo MIgnone / Avifauna anno VIII n° 1 Gennaio - Marzo 1985

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