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Discussione: Indagine su colonie di pappagalli in libertà in Italia

  1. #191
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    anche a napoli di preciso casoria nelle campagne adiacenti l'aereoporto ci sono delle colonie di parrocchetti dal collare!

  2. #192
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    Torno a dire che non mi trovo d'accordo con il tono preoccupato/catastrofista di certi messaggi. E questo, per vari motivi:
    1) I pappagalli rinselvatichiti vengono avvistati quasi esclusivaente nelle città, mentre è rarissimo vederli lontano dagli insediamenti umani.. va da sè che non possano rappresentare una minaccia per l'ambiente in ogni caso, dato che, se nelle zone selvagge sono praticamente assenti, in quelle cittadine è rimasto ben poco da rovinare.
    2) Il parrocchetto dal collare, che è senza ombra di dubbio la specie di gran lunga più numerosa ed avistata in Italia, è perfettamente capace, quando può trovare nutrimento sufficiente, di superare inverni come quelli non solo di Amsterdam o di Parigi, ma addirittra di Bonn, Amburgo e Colonia... e questo non succede negli ultimi anni, ma da molti decenni. Difficile quindi poter indicare la sua presenza a Palermo, Genova o Napoli come sintomo di riscaldamento globale.
    3) Come scrivevamo molte pagine fa, addirittura esistono indizi che possono far ipotizzare che questa specie in realtà non sia mai stata introdotta in Europa da nessuno, bensì ci sia sempre stata, pur se localizzata e poco diffusa. Addirittura dai tempi dell'antica Roma.

    Un cenno infine per i barracuda e i pesci balestra: occhio che esistono e sono sempre esistiti, con le relative specie autoctone, anche nel Mediterraneo! Trovo pazzesco (e tremendamente noioso) che i giornali gridino al riscaldamento globale ogni volta che ne viene pescato uno... questo si chiama diffondere ignoranza e disinformazione.

  3. #193
    Emiliano Ruggieri
    Guest

    Oggi anzi 5 minuti fa ho appena visto x la prima volta dalle mie parti (ITRI ) un parr dal collare in liberta probabilmente selvatico xche volava benissimo si è posato su un albero difronte casa so che in Italia e pieno ma x me e stato bello vederlo anche se fino a ottobre vedevo sempre sul mio balcone un maschio di tessitore africano probabilmente scappato da qualche gabbia ma ormai ben ambientato xche stava sempre con i passeri
    bella cosa

  4. #194
    Emiliano Ruggieri
    Guest

    oggi nuovo avvistamento

    oggi nuovo avvistamento del collare l'ho fotografato ma la macchinetta è una molto scarsa però ciò provato forse scaricandole si riesce ad ingrandire l'immagine
    Immagini allegate

  5. #195
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    Parco Lambro(MI), parrocchetti alla conquista

    Passeggiando al Parco Lambro, può anche succedere di sentire strani pigolii molto acuti e striduli...



    Si tratta della più recente new entry di uccelli esotici a Milano.
    Quei versi provengono infatti dai forti beccucci a cesoia di una colonia di parrocchetti dal collare (psittacula krameri) che da qualche tempo trova di suo gradimento svolazzare nel grande parco del nord-est cittadino, snocciolando semi di cipresso e di magnolia, bacche, piccoli frutti selvatici e quant' altro offerto dalle fioriture differenziate dell'area verde. Per il momento, nessuno osa azzardare un censimento sul loro numero effettivo perché altre comunità sono state avvistate al Parco Litta-Modignani, al Parco Nord e al Parco di villa Manzoni a Cormano.

    Da dove arrivano? Una questione molto dibattuta

    Secondo alcuni esperti, l' allegra invasione non avrebbe molto significato nel libro dei mutamenti climatici e ambientali di Milano.
    Riccardo Tucci, dottore forestale, tecnico nel Parco Nord, già coordinatore delle guardie volontarie del Wwf: «Si tratta solo di uccelli scappati dalle voliere o volutamente rilasciati dai padroni».
    Guido de Filippo, segretario nazionale della Lac (Lega per l'abolizione della caccia, 37 sezioni in 16 regioni italiane) : Questi pappagallini sono discendenti di progenitori catturati a suo tempo in Africa, poi portati a Milano, e in seguito scappati dalle gabbie. Del resto - aggiunge de Filippo - i parrocchetti sono uccelli che si ambientano facilmente. Non perdono la capacità di sopravvivere negli spazi liberi perché, a differenza di altri volatili, a loro come ai cocoriti non si atrofizzano le ali nemmeno dopo aver vissuto lunghi periodi in gabbia».


    Che si tratti di soggetti i fuggiti da gabbie e voliere, non tutti però sono disposti a crederlo.
    Come il professor Silvio Spanò, della Facoltà di Zoologia dell'Università di Genova, secondo il quale i parrocchetti arriverebbero in Italia in seguito alla progressiva desertificazione delle terre d'origine e al cambiamento climatico del nostro Paese, caratterizzato da inverni sempre più miti e umidi.


    Pappagallini inquietanti
    L'adattabilità e la resistenza dei parrocchetti sono note agli studiosi. Allo stato libero sono presenti anche in Spagna, Germania, Inghilterra e Belgio. E proprio in alcuni parchi di Bruxelles, durante un inverno particolarmente rigido, si assisté a un fenomeno quasi inquietante: parrocchetti irrigiditi e ricoperti di galaverna cadevano a migliaia dagli alberi come stecchiti, salvo poi riprendersi a contatto coi primi raggi di sole.


    La loro carta di identità

    Questi uccelli campano mediamente 30 anni. Hanno un' apertura alare dai 42 ai 48 centimetri, raggiungono il peso di 140 grammi e possiedono un bel collare rosa e nero. Il colore del piumaggio è verde brillante e tende al giallastro sulle parti inferiori del corpo. Il maschio ha una coda 20 centimetri più lunga rispetto alla femmina. In natura è presente nella parte centrale e nordorientale del Continente africano, in Afghanistan, nel Pakistan occidentale e in Asia (India, Nepal, Ceylon).
    Per Milano i parrocchetti non sono comunque una novità. Nell' Ottocento il naturalista e ornitologo Ettore Arrigoni degli Oddi, cercò di introdurne una colonia nei Giardini di via Palestro. L'esperimento fallì perché questi uccelli, che a differenza di altri pappagalli si nutrono al suolo, furono sterminati da ben più numerose colonie di ratti.



    Dove trovarli nel resto d'Italia
    Altre comunità di parrocchetti dal collare sono presenti a Roma, al parco della Caffarella, e a Castel Fusano dove vivono in grosse colonie. A Genova sono arrivati nel 1980. Oggi si contano a centinaia nella zona di Castelletto ma anche a Nervi e a Albaro. Avvistamenti anche a Trieste, Parma, Reggio Emilia e in alcune regioni del Sud. Tanto che il parrocchetto dal collare è stato registrato come specie protetta nella "check - list" dei volatili d'Italia.





    In città anche uccelli del Centro-America
    Ultima curiosità: a Milano ci sono altri uccelli esotici allo stato libero. Ai giardini pubblici Montanelli di via Palestro, da una ventina d'anni vive un gruppo di sei - sette pappagalli multicolori della specie Amazona aestiva (vedi servizio su questo stesso blog dal titolo: I pappagalli di Palestro): monellacci inoffensivi e simpatici originari del Centro America, che si rincorrono tra gli alberi comunicando col loro acuto "gré-gré". Secondo gli esperti del Gruppo ornitologico lombardo, in origine gli Amazona erano solo una coppia, probabilmente evasa dalla voliera dello zoo municipale e in seguito riprodottasi tra i platani e i ginko biloba del parco.



    (Milanoleggera, maspic)
    Marco Cotti FEO 0004





    http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm

    http://tarantamyblog.blogspot.com/

    Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
    Ippolito Nievo

  6. #196
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    Cambiamenti climatici

    Cambiamenti climatici responsabili dell'urbanizzazione di alcune specie animali

    Roma, 27 apr. Cambiamenti climatici, antropizzazione dei luoghi e semplice evoluzione della specie.
    Fattori che combinati tra di loro stanno portando all'estinzione di alcuni specie di animali o al cambio di abitudini.
    Non è più cosa rara, infatti, notare volpi o pappagalli in pieno centro città. E non solo, c'è anche il falco pellegrino che nidifica sugli edifici storici della Capitale.
    In questo cambiamento di scenario il clima gioca la sua parte. Ad attrarre, prima di tutto, è l'ambiente più caldo: "in città, infatti, si registrano 2-3 gradi centigradi in più rispetto all'esterno" spiega Fabrizio Bulgarino, responsabile conservazione del Wwf. Ma non solo: "volpi ma anche uccelli, riescono più facilmente a reperire il cibo, vista la mole di rifiuti che gli uomini sono in grado di produrre". Sull'urbanizzazione di alcune specie, però, gioca un ruolo anche un altro fattore, ossia la sicurezza: "non c'è la caccia e si registra una presenza inferiore di predatori".
    Un fenomeno che, sottolinea Bulgarino, "si sta verificando da circa 15-20 anni portando alla stabilizzazione di alcune specie come il gabbiano reale e, addirittura, di pappagalli". Inoltre, conclude il responsabile conservazione del Wwf, "la ricerca ornitologica 'Piccole isole' mostra anche come il cambiamento climatico sta influenzando la migrazione di alcune specie di uccelli, arrivando ad anticipare anche di 2 giorni la nidificazione".


    27-APR-12 17:02

  7. #197
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    Parco dell'insugherata - Roma Nord

    Il primo maggio passeggiavo con mia figlia al parco dell'insugherata quando abbiamo visto una coppia di parrocchetti a pochi metri da noi.

    Oggi sono tornato con la macchina fotografica. Mentre cercavo di fotografare una coppia posata su un ramo ne ho vista un'altra in volo posarsi poco lontano. Ma non è finita qui, durante il mio "appostamento" una testina ha fatto capolino dal tronco di una betulla.

    Allego qualche foto un po' sgranata perchè molto ingrandita.


    Allegato 21342Allegato 21343Allegato 21341

  8. #198
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    buona sera nn mi sembrava vero ma leggendo questo forum ho capito che era possibile di cio' che avevo visto bensi una coppia di pappagalli proprio nel mio paese a palo del colle (ba)

  9. #199
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    Pappagalli verdi che a Genova volano in liberà

    Provenienti dalla fascia temperata afro-asiatica e venduti per stare in casa, sono fuggiti dalle gabbie riproducendosi e ricreando un ambiente “naturale” in aree urbane. Come anche le attività commerciali possono influenzare l’ambiente e la fauna


    Di Aldo Verner


    Accade spesso nei pressi della scuola primaria Giano Grillo di Salita delle Battistine, a Genova, proprio vicino alla sede della Lipu: le mamme che aspettano l’uscita dei figli sentono improvvisamente, sopra le loro teste, un verso stridulo, mentre due sagome verdi sfrecciano nel cielo per poi infilarsi tra le piante del parco comunale.

    Si tratta di due “parrocchetti dal collare” (Psittacula krameri), esemplari di una specie che da più di quarant’anni vive e si riproduce nella nostra città.
    È una specie esotica, estranea alla nostra fauna, originaria della fascia temperata afro-asiatica, che si estende dall’Africa sub sahariana fino all’India e all’Afghanistan.

    Ma come sono arrivati a Genova? Chi ha portato le amazzoni, altri psittacidi ma sudamericani, che volano spesso insieme a loro? Di certo questa popolazione ha origine da uccelli allevati che, fuggiti o lasciati uscire dalle gabbie, hanno trovato, nella nostra città come in altre d’Italia, luoghi adatti a nidificare e ad alimentarsi.

    Se osserviamo l’areale primario della specie, cioè dove, prima dell’intervento umano, i parrocchetti si sono diffusi in natura, vediamo che è costituito da tutti i territori africani che, all’interno della zona temperata boreale, si trovano a sud del Sahara, e dall’intero sub continente indiano. Il parrocchetto può pertanto vivere in una grande varietà di climi: più o meno secchi, caldi o freddi e con escursione termica più o meno elevata. Non sorprende perciò, da questo punto di vista, che si siano ambientati in una città caratterizzata da un clima particolarmente mite.
    Tra i fattori che influenzano l’ambientamento hanno molta importanza, in questo caso, la vegetazione e la disponibilità di cibo. Per questo i parrocchetti dal collare frequentano, all’interno della città, zone alberate, parchi o giardini dove possono trovare semi di conifere e di piante ornamentali esotiche adatti alla loro alimentazione.
    La città sembra in qualche modo costituire per loro un ambiente ideale, poiché non risulta, finora, che il loro territorio si sia esteso all’esterno dell’area urbana.

    I pappagalli selvatici non sono molti: la loro presenza in città si può stimare in un centinaio di parrocchetti e una ventina di amazzoni.
    Non è difficile incontrarli nella zona est della città, tra la Valbisagno e Nervi, ovunque ci sia la vegetazione adatta; infatti, velocissimi e dotati di grande resistenza nel volo, non hanno difficoltà a spostarsi, in cerca di cibo, da una parte all’altra della città. Tendono ad aggregarsi e a volare in stormi soprattutto in inverno, mentre durante la stagione della riproduzione, quando prevalgono le esigenze della coppia, è più difficile osservare gruppi compatti.

    I parrocchetti costituiscono a Genova una presenza esotica e chiassosa, numericamente limitata ma abbastanza stabile, che può essere osservata nei rapidi voli e il cui impatto sulla fauna originaria non è ancora completamente conosciuto. Rappresentano un esempio particolarmente vistoso dei cambiamenti della fauna nel territorio urbano, vicino a casa nostra come in altre città d’Europa e del mondo, e di come un’attività economica, in questo caso l’allevamento e il commercio di piccoli animali, possa influire su questo fenomeno.

    Su scala globale, importanti mutamenti ambientali ed economici stanno radicalmente cambiando la struttura del territorio. Ciò determina purtroppo una continua perdita di biodiversità che influisce, tra l’altro, sulla salute e sulla vita di quelle stesse popolazioni umane la cui presenza ha tanta influenza sull’ambiente.



    Aldo Verner, medico veterinario e ornitologo, è delegato della Lipu Liguria


    Genova, 17 maggio 2012

  10. #200
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    trani e molfetta

    pieno di parrocchetto monaco

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