Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Ortica

  1. #11
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    Ciao Daniel, le piante di Ortica le puoi fornire ai tuoi animali così come sono, gli uccelli non avvertono il bruciore che sentiamo noi (lo stesso vale per i peperoncini ad esempio). Magari fornisci loro le cime più tenere rigorosamente crude, la bollitura fa perdere molte vitamine e sali minerali, di cui invece l'ortica fresca è ricca...
    Leo



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  2. #12
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    Lo sai vero che ho Bichenow....gould...DM...e ruficauda....anche per loro la stessa regola e quanta ne posso dare?
    Tre ----4---10 foglioline? intendo per soggetto......
    Tanto...sicuramente prendo le piu piccole......sennò sai che mano mi faccio?
    Ultima modifica di Daniel; 01-12-12 a 21: 19 Motivo: correzione e precisazione

  3. #13
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    Sì, va bene anche per loro...anch'io ho i Gould ed i Passeri del Giappone e la mangiano anch'essi. Mettine un paio di cime con 3-4 foglioline ciascuno, poi dopo una giornata butta via quello che resta.
    P.S.: Metti i guanti quando raccogli l'ortica...!
    Leo



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  4. #14
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    AH OK....i guanti da cucina....eggià.....ahahah!!!
    Comunque capito e ti ringrazio infinitamente.....
    Daniele

  5. #15
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    Figurati...
    Leo



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  6. #16
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    Fatto........i Diamantini......l'hanno sterminata....erano due cime con tre o 4 foglioline
    I Bicheno....frega niente.....i GOULD..si un assaggino.....i Ruficauda.....l'hanno gettata fuori dalla gabbia.....poi l'ho rimessa e loro l'hanno rigettata...quindi.....buttata via.
    La femminuccia Diamantina pezzata invece.....oltre a mangiarla l'ha messa nel suo nidino...e sdraiata dentro...ogni tanto ne mangia una fogliolina.......in pratica ...lei mangia da letto.....poverina.
    Ecco il quanto...comunque OK.....e non mi sono punto...ahahahahah

  7. #17
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    quindi posso fornirla anche ai miei indigeni

  8. #18
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    Certo...occhio solo a non esagerare, altrimenti dà feci liquide
    Leo



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  9. #19
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    Ortica.
    Le piante del genere Urtica sono utilizzate e coltivate dall'uomo sin dall’età del bronzo (3000-2000 a.C.) , dal gambo si produceva carta e finanche tessuti, dalle foglie, se ne estraeva il succo quale colorante per i tessuti stessi.

    Nella medicina popolare queste piante hanno trovato impiego sin dagli antichi Egizi.
    Le applicazioni sfruttano le proprietà stimolanti e irritanti dei peli, e includono il trattamento di diverse patologie, dalle anemie, reumatismi, artriti, eczemi, asma, infezioni della pelle ai dolori intestinali, oppure tradizionalmente impiegate come shampoo anti caduta o contro le emorroidi. L'uso medicinale di Urtica dioica ed Urtica urens è stato scientificamente comprovato contro artriti, reumatismi, riniti allergiche e per il trattamento dell'ipertrofia prostatica.

    Il macerato che se ne ricava dalle foglie e dai gambi, invece, viene utilizzato spesso nell'agricoltura biologica per tenere lontani gli insetti e rafforzare la resistenza delle piante, se usato quale concime.

    L'ortica è anche usata in cucina dai tempi dei Greci e dei Romani, in tutta Europa, e costituisce ancor oggi un alimento diffuso nelle aree rurali; dalle tisane ai dolci e biscotti all'ortica, ogni civiltà, ha tramandato una sua ricetta.

    Le specie più diffuse in Italia, comunemente chiamate ortica, sono Urtica dioica, pianta perenne alta fino a 2 metri, Urtica urens, annuale e alta fino a 60 cm. Endemica della Sicilia e di alcune isolette prossime, è invece la più rara Urtica rupestris di Guss, che si trova principalmente in provincia di Siracusa.
    Le foglie sono ricche di flavonoidi; derivati dell'acido caffeico; glucidi; proteine; clorofilla; sali minerali (in particolare sali di calcio ortica.jpge potassio); acido silicico; oligoelementi; vitamine. Mentre le radici contengono polisaccaridi, fitosteroli ed acidi grassi.
    ortica Ã*.jpgControindicazioni
    Gli estratti sono normalmente ben tollerati; sono riportati effetti collaterali gastrointestinali minori e transitori, quali diarrea, dolore gastrico e nausea e rari casi di reazioni allergiche cutanee nel consumo umano.
    L'apice dei peli delle ortiche possiede una piccola sfera, che quando viene toccata lascia uscire un liquido irritante che penetra nella pelle causando una sensazione di prurito. Il nome Urtica deriva infatti dal latino urĕre, bruciare.
    Le tossine presenti nel fluido che causano il bruciore non sono state completamente studiate, a causa della difficoltà di estrarre le sostanze chimiche dai peli per cui particolare attenzione deve esserci durante la raccolta. L'irritazione è intensa nei primi minuti e scompare dopo poche ore.
    Il veleno di Urtica ferox, invece, una specie ad arbusto della Nuova Zelanda, può provocare un'irritazione che dura diversi giorni, a volte accompagnata da febbre da non sottovalutare.
    Nell’alimentazione per i nostri amici pennuti, non vi sono severe controindicazioni, purchè non di uso quotidiano a causa delle diaree che tutti gli eccessi di frutta e verdure, possono provocare. Foglie e gambi si possono usare tal quale o triturati insieme al pastoncino (inutile la cottura in quanto molti dei principi attivi verrebbero dispersi), mentre le radici necessitano di operazione alquanto laboriosa di pulizia e cottura che rendono pertanto sconsigliabile l’utilizzo.
    Un saluto a Tutti.
    Step by step, without haste

  10. #20
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    Posso fornirla pure agli ondulati?

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