Originariamente inviata da
Alamanno Capecchi
Ciao Roberto, il ciuchino, da noi, era di di antica tradizione: lo ricordavano anche i miei genitori. C' era la Befana, ma aveva scarsi clienti. Erano poche le famiglie che si potevano permettere di comprare ai bambini altri regali per il sei gennaio. Le calze appese al camino venivano riempite, quasi sempre, con arance, mandarini, trottole di legno, qualche caramella, pupazzetti di pezza e l'immancabile sacchettino, pieno di carbone, per sottolineare le immancabili marachelle. Un impulso alla befana tradizionale fu dato dalla Befana fascista. La Befana fascista non era una brutta vecchia bazzuta, sdentata, curva sotto il peso del sacco, era una donna anziana, diritta, vestita di nero, di provata fede fascista ( quasi sempre la madre o la moglie del segretario locale del partito fascista) che, di persona distribuiva, alla Casa del Fascio, ai bambini meritevoli: "croci d'onore", abbonamenti omaggio alla rivista "Il Balilla", quadretti con l'effige di Benito Mussolini e cose del genere. Niente Babbo Natale, niente Albero di Natale: da noi fecero la loro comparsa dopo la guerra.
alamanno