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Discussione: Ara di Spix...come andrà a finire?

  1. #11
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    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    La tua è una considerazione comprensibile, però l'impressione che ho io è un po' diversa.

    Nel mondo esistono diverse strutture in grado di gestire, e che gestiscono, situazioni simili. Nello stesso Brasile, che in passato addirittura arrivò ad affermare il proprio diritto di proprietà su tutte le Ara di Spix nel mondo, e dove sono stati "rimpatriati" diversi soggetti, sono piuttosto attrezzati.

    Uno sceicco che fa (fare agli altri) il giro del mondo pagando fior di quattrini tutti quelli che gli mollano un uccello raro, e poi li mette in un posto chiuso al pubblico, mi sa tanto di collezionista eccentrico e che vuole pure beneficiare del credito che, inevitabilmente, gli viene dall'interessarsi di queste cose.

    E questo anche se riesce a riprodurre un po' di esemplari.

    Ovviamente è una mia impressione.

    Roberto
    concordo! anche perchè da chi credete che fossero commissionate le catture degli ultimi esemplari liberi, nel decennio passato, se non da miliardari quali lo sceicco in questione (o suoi "pari") o il filippino De Dios? prima comprano dai bracconieri locali, pagandoli probabilmente una miseria in proporzione al valore e alla rarità degli esemplari, e poi si tolgono lo sfizio di cimentarsi con la riproduzione delle specie acquistate, millantando un ruolo da conservazionisti quando sono solo collezionisti. Le vere iniziative di conservazione devono essere effettuate da istituzioni scientifiche no profit e devono possibilmente avere un coordinamento internazionale (vedi IUCN, EAZA ecc.)
    Andrea Colacicchi

  2. #12
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    Quote Originariamente inviata da andrea colacicchi Visualizza il messaggio
    concordo! anche perchè da chi credete che fossero commissionate le catture degli ultimi esemplari liberi, nel decennio passato, se non da miliardari quali lo sceicco in questione (o suoi "pari") o il filippino De Dios? prima comprano dai bracconieri locali, pagandoli probabilmente una miseria in proporzione al valore e alla rarità degli esemplari, e poi si tolgono lo sfizio di cimentarsi con la riproduzione delle specie acquistate, millantando un ruolo da conservazionisti quando sono solo collezionisti. Le vere iniziative di conservazione devono essere effettuate da istituzioni scientifiche no profit e devono possibilmente avere un coordinamento internazionale (vedi IUCN, EAZA ecc.)
    Purtroppo penso anche io che questa possa essere la verità. Ma finchè non è dimostrabile, rimane comunque una illazione, anche se tanta gente è portata a una riflessione come la nostra.

  3. #13
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    Quote Originariamente inviata da andrea colacicchi Visualizza il messaggio
    concordo! anche perchè da chi credete che fossero commissionate le catture degli ultimi esemplari liberi, nel decennio passato, se non da miliardari quali lo sceicco in questione (o suoi "pari") o il filippino De Dios? prima comprano dai bracconieri locali, pagandoli probabilmente una miseria in proporzione al valore e alla rarità degli esemplari, e poi si tolgono lo sfizio di cimentarsi con la riproduzione delle specie acquistate, millantando un ruolo da conservazionisti quando sono solo collezionisti. Le vere iniziative di conservazione devono essere effettuate da istituzioni scientifiche no profit e devono possibilmente avere un coordinamento internazionale (vedi IUCN, EAZA ecc.)
    Come dice Gianfranco, quella che dici circa il comportamento illegale di questi signori, è da dimostrare.

    Polemiche a parte, vorrei sottolineare come le iniziative governative o di organizzazioni no profit abbiano generalmente pochi fondi e non siano gestite al meglio.
    Chi pensi abbia salvato, ad esempio, il Cardinalino del Venezuela dall'estinzione? Il Governo venzuelano? Il WWF? O degli allevatori privati, con il proprio impegno, con i propri soldi, senza alcun finanziamento pubblico?
    Il più grande parco di pappagalli del mondo, per non far nomi il Loro Parque, dove vengono riprodotti pappagalli anche rari, è privato o statale?
    Ve lo immaginae un allevamento statale? Che magari per uno sciopero dei dipendenti indetto dal sindacato, non lavorano per una settimana e muoiono tutti gli uccelli?

    Secondo, tornando all'Ara di Spix, si tratta di quelle specie che sono apparse subito rare fin dalla loro scoperta. La reintroduzione penso sia da escludere perchè è praticamente scomparso il loro habitat originale. Si ritiene che il bracconaggio non sia stata la causa principale. L'unica salvezza dall'estinzione rimane esclusivamente l'allevamento e la riproduzione in cattività.
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  4. #14
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    Non credo sia stata colpa degli sceicchi. L'ara di spix era diffuso in una piccola zona del nord-est del brasile, in un ambiente chiamato Caatinga (ricco di alberi morti e scarsa vegetazione). Spesso le ragioni che portano una specie alla soglia dell'estinzione sono "naturali", cioè l'ambiente che ospita una determinata specie, la "rigetta" a causa di mutate condizioni climatiche/ecologiche. Vorrei ricordare che quando è stato avviato il censimento di tutti gli ara di Spix, alcuni sono stati trovati negli Stati Uniti ed anche in Svizzera, tenuti a casa come fossero calopsiti. Prima dell'effettiva entrata in vigore delle leggi CITES, in Brasile i bracconieri riuscivano a prendere ciò che volevano e sono convinto che se negli anno 70 qualcuno di noi si fosse interessato a comprare dei soggetti, lo avremmo fatto veramente per poco denaro. Io credo che ora la situazione è gestita bene, ogni anno nascono diverse ara di spix e c'è un'ottima collaborazione tra lo sceicco suddetto, il loro parque di tenerife e l'IBAMA (ente forestale brasiliano). Parlare di un possibile rientro in natura della specie è totalemente inutile allo stato attuale perchè il numero dei soggetti disponibile è ancora basso...
    Simone Durigon

    Allevatore amatoriale


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  5. #15
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    Ciao Roberto.

    Il quadro che dipingi riferendoti alle virtù degli allevatori privati rispetto alle istituzioni governative è un po' rigido e va, a mio avviso, un po' rivisto.

    Qui non si sta parlando di istituzioni statali, tipo Ministero. Qui si fa riferimento ad organizzazioni che, con accordi e sovvenzioni pubbliche possono gestire programmi di conservazione e, quando possibile, di ripopolamento.

    Nel caso dello sceicco del Qatar, il cui nome nemmeno provo a riportare, stiamo parlando di motivazioni e gestioni che lasciano, almeno a me, molti dubbi in punto di genuinità e volontà di condivisione.

    Ovviamente qui nessuno per lavoro svolge indagini internazionali nel settore delle violazioni della CITES, però a guardare il video dell'allevamento del filippino De Dios, e a leggere le informazioni sul sito dello sceicco, qualche dubbio sulla legittimità della situazione sorge spontaneo.

    E comunque, anche volendo mettere da parte questo aspetto, resta l'impressione, leggendo come si sono svolte le cose e guardando la foto di apertura del sito arabo, di un bambino straricco e capriccioso, che si è tolto, fra i tanti, l'ennesimo sfizio personale, andando a fare incetta in giro degli ultimi pappagalli rimasti, senza badare a spese, e mettendoli nel suo bell'allevamento rigorosamente chiuso al pubblico, nel buco del c...o del mondo.

    Dubito che la salvezza di una specie possa seriamente passare attraverso questo genere di pratiche, e se davvero ci dobbiamo affidare a personaggi del genere, siamo veramente messi male.

    Tra l'altro, considerando la rarità degli animali in questione, dubito anche che possa essere una buona idea tenere quasi tutti gli animali superstiti in un unico allevamento.

    Il fatto che iniziative come quella dello sceicco abbiano almeno in parte fatto presa su persone esperte e di rara competenza come te, a mio modesto avviso conferma quanto insidiosi possano essere questi tentativi di autolegittimazione.

    Ovviamente, Roberto, si tratta di una mia analisi, peraltro condizionata, non ho difficoltà ad ammetterlo, da un certo pregiudizio nei confronti di chi interpreta la vita nel modo in cui la interpreta quel genere di persone.

    A presto

    Roberto
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  6. #16
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    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    Ciao Roberto.

    Il quadro che dipingi riferendoti alle virtù degli allevatori privati rispetto alle istituzioni governative è un po' rigido e va, a mio avviso, un po' rivisto. Qui non si sta parlando di istituzioni statali, tipo Ministero. Qui si fa riferimento ad organizzazioni che, con accordi e sovvenzioni pubbliche possono gestire programmi di conservazione e, quando possibile, di ripopolamento.
    Caro omonimo,
    la mia sfiducia che verte sul fatto che tali attività vengano gestite dal "pubblico" nascono, ad esempio, anche da queste notizie:

    http://www.alternativasostenibile.it...coni-0901.html

    con frasi del genere: "I recenti tagli ai fondi ministeriali (-60% in meno di tre anni) stanno infatti mettendo a repentaglio l'attività (e spesso la stessa esistenza) di "molte altre strutture comprese quelle che gestiscono beni pubblici per conto delle Istituzioni e garantiscono il mantenimento e la conservazione dei numerosi animali selvatici".

    oppure queste:

    http://www.ansa.it/web/notizie/canal...641313581.html

    dove si legge: "sfratto al centro di una contesa politico-giudiziaria", "sequestro dell'area deciso dalla Procura della Repubblica di Trieste" e le lungaggini burocratiche che ne seguiranno, mi fanno venire i brividi.
    Gli uccelli hanno esigenze quotidiane che mal si adattano ai tempi lunghi delle carte bollate.


    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    Nel caso dello sceicco del Qatar, il cui nome nemmeno provo a riportare, stiamo parlando di motivazioni e gestioni che lasciano, almeno a me, molti dubbi in punto di genuinità e volontà di condivisione.

    In questi casi non mi preoccupo tanto della genuinità delle azioni, quanto del risultato (sono molto pragmatico): 6 soggetti nati nel 2010 di una specie che conta circa 70 esemplari al mondo, mi conforta.


    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    ... di un bambino straricco e capriccioso, che si è tolto, fra i tanti, l'ennesimo sfizio personale, andando a fare incetta in giro degli ultimi pappagalli rimasti, senza badare a spese, e mettendoli nel suo bell'allevamento rigorosamente chiuso al pubblico,
    Forse il mio "apprezzamento" per quasto sceicco sta nel fatto che, io al suo posto, io avrei fatto esattamente la stessa cosa, per questo mi sento così vicino a lui... ^^((

    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    Dubito che la salvezza di una specie possa seriamente passare attraverso questo genere di pratiche, e se davvero ci dobbiamo affidare a personaggi del genere, siamo veramente messi male.
    Sì, siamo messi male: non ci sono i soldi per gli operai, per le scuole, per i gli ospedali, per gli indigenti: questi soni i veri problemi; i pappagalli li può salvare solo un privato ricco e capriccioso.


    Ovviamente questa è solo la mia modesta opinione, senza la presunzione di avere la verità in tasca.
    Ultima modifica di Roberto Giani; 14-01-11 a 10: 54
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  7. #17
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    Concordo con Roberto (Condorelli) su molti punti, ma se spesso alle strutture pubbliche mancano i finanziamenti ed i progetti di conservazione vengono rimandati a data da definire (quando potrebbe essere troppo tardi), quello degli sceicchi arabi è il male minore. Se vogliamo ragionare "alla Machiavelli", quali che siano le ragioni che spingono qualcuno ad allevare animali rari (nel nostro caso non solo pappagalli, grazie a persone del genere si è evitata l'estinzione di molte specie di antilopi, come lo splendido Orice arabo), almeno viene fatto qualcosa ed i soldi per le strutture non mancano...una collaborazione tra privati ed enti internazionali come la IUCN potrebbe essere una soluzione. Certo, una cosa che andrebbe assolutamente evitata, per specie così rare, è quella di concentrare tutti gli animali in un unico allevamento, è troppo rischioso...occorrerebbe suddividere poche coppie per vari allevatori. Ma chi si prenderebbe l'onere economico e la responsabilità di questo? Non molti penso, perciò nel frattempo è meglio che le cose continuino ad andare così, almeno, anche se solo in video, riusciamo ad ammirare la splendida Ara di Spix...
    Leo



    Uccello in gabbia, o canta per amore, o canta per rabbia...

  8. #18
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    Vorrei sottolineare che i giudizi su come/cosa comprino gli sceicchi o tutti i personaggi che hanno denaro in eccedenza, è subordinato a come invece si comportano nei confronti della società, ed in questo caso nella gestione di un grande patrimonio naturale. la sostanza del discorso è che anche se questo sceicco si sia tolto dei capricci, la cosa fondamentale è che collabori e che metta il suo patrimonio genetico a servizio del programma di recupero. A quanto ne so io lo sta facendo, e i suoi animali vengono scambiati con quelli che nascono a Tenerife o nello zoo di San Paolo. Mi sarei preoccupato molto di più se questa cosa l'avesse gestita qualche organizzazione ministeriale piena delle sue procedure e processi burocratici e spesso ottusi.

    Quest'ultima frase è però solo una mia considerazione.
    Simone Durigon

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  9. #19
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    Carissimi,

    intervengo solo per una precisazione perchè, stando a quanto ho letto negli ultimi interventi, ho il sospetto di non essermi spiegato correttamente.

    Ho scritto:

    Qui non si sta parlando di istituzioni statali, tipo Ministero. Qui si fa riferimento ad organizzazioni che, con accordi e sovvenzioni pubbliche possono gestire programmi di conservazione e, quando possibile, di ripopolamento
    Traducendo: io non auspico una gestione ministeriale o statale di programmi di recupero.

    Auspico che invece ciò avvenga grazie ad associazioni che godono, questo sì, di finanziamenti pubblici e di collaborazioni con enti governativi.

    Certamente auspico anche che la conservazione di un patrimonio genetico irripetibile non sia lasciata nelle mani di uno sceicco del Qatar, salvo che non sia obbligato (ma non vedo come possa avvenire) a rispondere di quello che fa ad un'Autorità competente e a condividere, consentendo anche l'accesso, la sua "collezione" con il resto del mondo.

    Sempre con riferimento a quanto scritto, aggiungo che delle migliaia di pappagalli dell'allevamento del filippino De Dios, mi piacerebbe sapere quanti sono legalmente detenuti.

    Ciao

    Roberto
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  10. #20
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    Quelli di De Dios sono tutti legalmente detenuti, sono corredati da documento CITES e vengono ceduti anche in Europa. Per il resto, anche se ha (credo) molti pappagalli di cattura, trovandosi nelle Filippine è autorizzato a tenerli purchè abbiano il solito documento CITES. Attualmente De Dios non ha più alcuna Ara di Spix e non credo che negli ultimi anno abbia importato dei pappagalli dalla natura, visto il numero di animali che riproduce....
    Simone Durigon

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