Ciao Roberto,
grazie dell'apprezzamento, sempre gradito soprattutto se proviene da persona attenta come te ai problemi di cui qui si parla.
Aggiungo, con l'occasione un'ulteriore considerazione.
Il valore di questo Decreto è anche un altro.
Nella lettera e) che viene introdotta nell'art. 3, comma 1, del D.M. 8 gennaio 2002, è riportata la seguente fondamentale frase:
"...e marcati secondo modalità conformi alla disposizioni di cui all'art. 66, comma 2, del Reg. CE n. 865/06".
E' un passaggio straordinario, perchè vuol far passare il seguente concetto: se è inanellato secondo quanto stabilito in un Regolamento comunitario che si occupa della questione, siamo piuttosto tranquilli che sia nato in cattività.
Non è detto chiaramente, ma è abbastanza evidente che questo è il ragionamento lungo cui si muove il Ministero.
Quella frase è pari pari quella che ho inserito personalmente nella prima versione dell'emendamento alla Legge Regionale del Lazio, in tema stavolta di indigeni, che abbiamo presentato nei mesi scorsi. Il mio scopo era quello di radicare l'idea che esiste una procedura comunitaria di inanellamento, appunto quella prevista dal citato articolo 66, e che se applicata ci rende tutti abbastanza tranquillli sul fatto che l'animale inanellato sia nato in cattività.
E' quindi solare l'importanza di questo passaggio del Decreto. Non si fa più genericamente riferimento al marcaggio "secondo standard internazionali", che non si capisce quali siano, come avviene nella L. 150/92, ma ad un preciso articolo di un Regolamento comunitario vigente.
Un altro piccolo passo verso l'obiettivo finale di far capire che se un animale è correttamente inanellato, è praticamente certo che sia nato in cattività, e quindi il suo allevamento non deve essere ostacolato, ma agevolato.
A presto
Roberto
PS: A quanto mi risulta, non ci vorranno altri 9 anni per allungare la lista.