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Discussione: ridurre la taglia negli ondulati di colore

  1. #1
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    ridurre la taglia negli ondulati di colore

    un giovane allevatore che vive qui vicino, mi ha detto che tiene i suoi soggetti a stecchetto perché cosi riduce la taglia..

    ora so che in cattività con un alimentazione costante e con l'assenza di predatori e altre fonti di stress molte specie hanno aumentato la loro taglia rispetto ai cugini selvatici

    so che studi scientifici hanno dimostrato che esiste una memoria genetica, basando i loro studi sulle nascite avvenute a seguito della grande guerra, in sostanza affermano che a causa delle carestie dovute alla guerra, le generazioni nate in un anche dopo molti anni dal termine del conflitto, erano più bassi rispetto alla media che si registrava prima che la guerra iniziasse, in sostanza per sopperire alle carenze alimentari che vi erano durante la guerra e subito dopo la sua fine, nascevano dei bambini diciamo "più piccoli" cosi da aver bisogno di un minor fabbisogno alimentare (scusatemi se riassumendo ho commesso qualche errore ma credo che il concetto si capisca lo stesso)

    però pur sapendo ciò sinceramente ho paura a dare meno cibo ai miei ondulati per far si che la taglia si riduca.. non mi sembra corretto, infatti specialmente durante il periodo riproduttivo li riempio di germinati e altro proprio per far si che i piccoli crescano più sani e forti


    io onestamente avevo pensato ad un altra strada per ridurre la taglia, però prima di parlarne con voi volevo sentire i vostri pareri in merito a quanto sopra, per poter affrontare il tema sotto tutti gli aspetti
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  2. #2
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    La taglia e la forma sono determinata soprattutto geneticamente. Un canarino gibber quando si sviluppa diventa gobbo, sia che mangi molto o poco o che stia in una gabbia piccola o spaziosa.

    Poi può avere un'influenza anche l'ambiente inteso in senso lato (alimentazione, attività fisica, stress, malattie ecc.) ma la riduzione o aumento di taglia si possono ottenere solo con la selezione genetica e non facendogli patire la fame o dandogli da mangiare tantissimo.
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  3. #3
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    Ciao Vincenzo, ti dico la mia...non faccio riferimento solo agli ondulati (sono alla mia prima coppia, ne so poco o nulla!), ma faccio un discorso generico. Se vogliamo credere all'ereditarietà dei caratteri acquisiti, perchè di questo si tratta, torniamo indietro alle conoscenze di genetica che dominavano fino all'800 (vedi Lamarck o altri scienziati del tempo). Non conosco lo studio a cui fai riferimento, ma è ormai acquisito che gli agenti esterni, agendo soltanto sul fenotipo, non sono in grado di influenzare anche la componente genetica, e perciò non sono trasmissibili alla prole. In cattività le specie tendono a diventare più grosse (e non solo, col tempo vi è anche una tendenza alla riduzione della capacità di volo, vedi le galline , le oche o le anatre domestiche) sia per una selezione artificiale voluta dall'uomo, che tende a preferire soggetti con una taglia "migliore", sia per una selezione "naturale" alla cattività, dove gli individui più grossi si alimentano di più (problemi di carenze alimentari non ce ne sono) e di conseguenza si riproducono meglio; non dovendo più essere leggeri ed agili per sfuggire ai predatori, la taglia maggiore (e la tendenza ad accumulare più grasso) diventano caratteri favorevoli, che vengono fissati spontaneamente col passare delle generazioni. Il modo giusto per ridurre la taglia di una specie è quello di fare una selezione in quel senso, favorendo i soggetti più piccoli (geneticamente, non perchè si sono alimentati poco da piccoli) e scartando quelli più grossi...per farti un esempio, alimentando a sufficienza dei canarini spagnoli (di questi ne capisco di più!) ma continuando la selezione in base alla taglia da non superare, non otterrò mai soggetti con le dimensioni di un sassone, perchè il loro genotipo è quello.
    P.S.: Per il discorso delle popolazioni umane, sappi che la taglia dei neonati alla nascita è direttamente proporzionale al peso della madre...una madre sovrappeso darà alla luce un bimbo molto più grosso di una che, magari a causa di carenze alimentari, ha un peso sotto la media...ma questo niente ha a che fare con la genetica.
    Leo



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  4. #4
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    Nello specifico degli ondulati (immagino che tu voglia allevare ondulatini di colore come quelli di una volta con le loro testoline piccine e la lunghezza di cm. 17) il problema non è creare dei "tisici" con alimentazioni da campo di concentramento bensì privilegiare quegli esemplari e quelle linee che non hanno visto il passaggio degli ondulati di "taglia inglese" per ottenere maggiorati che andavano per la maggiore presso i commercianti. Quindi cerca riproduttori il più possibile vicini agli originari, evita maschi con fronti alte e magari gira per le campagne in cerca di qualche voliera con ondulati che non vengono cambiati o con nuove immissioni da molto tempo. Come dice Roberto la taglia è una risultanza genetica non di alimentazione (almeno al 90%)

  5. #5
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    vi ringrazio per le risposte ragazzi, però tralasciando quello che sostiene quell'allevatore, non mi riferivo al peso dei neonati alla nascita Leo, ma bensi all'altezza/peso che questi avrebbero acquisito con lo sviluppo, in particolare mi riferivo ad un documentario se non sbaglio della national geographic che ho visto qualche tempo fa, purtroppo in rete non sono riuscito a trovare il documentario in questione, però per farvi un esempio pratico di quello che sosteneva lo studio condotto vi faccio un esempio pratico, fate caso all'altezza media delle persone con nella fascia di età di 50/70 anni, noterete che la loro altezza media è molto inferiore confrontata all'altezza media delle persone comprese fra i 20/30 anni, ora lo studio condotto parlava era stato fatto su una popolazione del nord Europa, mi pare che si trattava di una nazione che aveva subito pesantemente l'invasione dei nazisti (ma non ricordo quale.. forse Finlandia?) in sostanza si tratta solo di adattamento, è evoluzione nient'altro, è noto che un bestione alto 1,90 m con un peso di 100 Kg ha un fabbisogno energetico maggiore se confrontato ad un uomo alto 1,60 del peso di 60 Kg, in sostanza lo studio dimostrava che anche dopo la fine del conflitto per un tott di anni nascevano bambini che una volta adulti avevano un altezza medio bassa rispetto a quella registrata prima che iniziasse la carestia

    avrei piacere di continuare a sentire i vostri pareri in merito a questo studio (se riesco a trovarlo vi posto anche lo studio di cui ho visto il documentario)

    però visto che il titolo della discussione è come ridurre la taglia negli ondulati di colore, vi dico come ho intenzione di fare io cosi mi dite se secondo voi va bene

    come qualcuno di voi ha già detto ho intenzione di seguire soltanto la strada della selezione (non ci tengo proprio a far patire la fame ai miei soggetti) per cui avevo pensato per accorciare i tempi di selezione di lavorare per un paio di generazioni in consanguineità, in modo da poter fissare più rapidamente i caratteri desiderati e lavorando al contempo con più linee di sangue, dopo 3/4 generazioni o forse meno, lo saprò solo lavorandoci, fare dei reincroci fra soggetti appartenenti a linee diverse, in questo modo posso ridare quel vigore genetico che hanno perso con la consanguineità e mantenere allo stesso tempo i caratteri fissati, cosa ne pensate?
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  6. #6
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    Personalmente penso che non soddisfacendo il loro fabbibisogno energetico si ottiene solo un ceppo debole, con problemi di fertilità nei maschi e con difficoltà di deposizione nelle femmine, oltre che con problemi di mortalità embrionale e sviluppo dei novelli.
    Detto questo, pure io li metto a dieta, però solo durante l'estate, non somministrando pastoncino e non esagerando con la quantità di cibo a disposizione, ma solo per evitare che ingrassino e non per mantenere la taglia, così li metto in gabbie più ampie e li costringo a volare per raggiungere le mangiatoie.
    Anche la consanguinità va usata con cautela, perchè oltre ai pregi si esaltano anche i difetti, quelli evidenti e quelli latenti, io per esempio, come ho già detto, mi limito ad accopiare i genitori con i figli, oppure i cugini, ma mai fratelli e sorelle, più che altro sono metodi atti a mantenere, più che a ridurre, ritengo che il metodo migliore sia quello di selezionare scegliendo sempre i soggetti più tipici per taglia, colore e disegno, anche perchè gli ondulati di colore non hanno solo la taglia, vanno curati tutti i particolari. Così facendo in qualche anno si arriva al ceppo ideale, dove però non nasceranno sempre e solo soggetti perfetti, ma dove sicuramente nasceranno soggetti molto validi, per continuare a selezionare, perciò non basta acquistare campioni da altri allevatori, bisogna imparare anche a gestirli, sennò prima o poi la situazione sfugge di mano.

    P.s. Io faccio parte dei bestioni, sono alto 1,96 m e peso 110 Kg non mangio come un leone sennò ingrasso, mia moglie è alta 1,65 m e quando ha messo al mondo nostro figlio era uno scricciolo di 3,4 kg secco secco, ora ha 2 anni e 8 mesi e veste come un bambino di 5 anni, eppure non è un mangione ed è magrolino, ma l'altezza è quella! Una coppia di nostri amici, lui 1,95 e lei 1,80 hanno avuto il loro bambino un mese dopo, sarebbe dovuto essere un gigante, eppure arriva alla spalla di mio figlio!
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  7. #7
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    esatto Fabio in intendevo proprio accoppiamenti padre/figlia o madre/figlio, in questo modo la consanguineità viene ridotta del 50%.. oppure un soggetto nato dalla coppia originale x uno nato dall'accoppiamento in consanguineità di cui prima, in questo caso la consanguineità dovrebbe essere del 75% (questo è un accoppiamento fra cugini o con zii?) ... ovviamente per fare ciò dovrei avere dei soggetti di partenza decenti, altrimenti se accoppio un figlio, con delle buone caratteristiche, per uno dei genitori che invece ha evidenti difetti non vado di certo a migliorare anzi... forse sono stato un po eccessivo a dire dopo 3/4 generazioni, ma più che altro mi sono espresso male, intendevo dire che dopo 3/4 generazioni lavorando in questa maniera dovrei iniziare ad avere i primi risultati, sempre a patto che lavori con soggetti di buona fattura, al momento fra le dieci coppie che ho vi è un unico soggetto che mi piace e con cui magari potrei iniziare già dalla stagione prossima a lavorare con questi criteri.. sperò di aver non aver detto delle grosse baggianate perché è la prima volta che studio questa materia
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  8. #8
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    Ciao Vincenzo, il metodo di selezione che hai intenzione di fare è molto corretto e viene utilizzato ampiamente in zootecnia...come giustamente ha detto Fabio, evita la consanguineità stretta e limitati ad accoppiamenti genitore x figlio o zio x nipote, o anche tra cugini. Ovviamente la selezione deve essere omogenea su tutte le linee di sangue che hai intenzione di seguire, in modo da non stravolgere i risultati una volte incrociate tra loro. Mi sembri ben intenzionato, in bocca al lupo per il progetto!
    Leo



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  9. #9
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    Vincenzo si è messo il coltello fra i denti!!!
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  10. #10
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    grassie Leo e Fabbio ! ! !


    spero di riuscire a combinare qualcosa di buono hehehe


    qualcuno è in grado di indicarmi dove poter trovare qualcosa di più dettagliato al riguardo? ho fatto una ricerca sul forum ma mi pare di non riuscire a trovare nulla di approfondito.. magari conoscete qualche sito?
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