Bellissimo Racconto!!!!!!!! ::-°°-
Il Passero reale
di Alamanno Capecchi
In giugno su un Olmo distante da casa un centinaio di metri in linea d'aria, notai un ammasso di fieno piuttosto voluminoso, che ad un esame più attento si rivelò un nido completamente chiuso, eccetto una piccola apertura circolare.
Era visibile, perché posto completamente allo scoperto tra rami secchi nella parte esterna della chioma, a circa sei metri dal suolo e sembrava abbandonato. Per tutto il mese non notai alcun segno di vita intorno a quella costruzione, poi, un giorno, un violento acquazzone la fece inclinare di lato incastrandola ancor più tra i rami. Ai primi di agosto, guardando per caso in quella direzione, vidi che il nido era stato ristrutturato con l'apporto di nuovo materiale, ma anche questa volta nessuna traccia dei proprietari. Dopo una diecina di giorni la mia curiosità divenne incontenibile e lo feci cadere a terra, servendomi di una pertica. Ebbi così la prima sorpresa. Non era un solo nido: erano due, ben distinti e in perfette condizioni, di forma ova¬le, uno addossato all'altro, con le aperture circolari ai poli più acuti.
La seconda sorpresa fu che mentre uno, il più vecchio, era stato utilizzato e abbandonato, l'altro conteneva un uovo infecondo e tre grassi Passeri a gola spalancata. Un particolare degno di nota: durante tutta l'operazione per far cadere i nidi e prelevare i pulli, i genitori non si fecero mai sentire né vedere.
Avevo fatto, sia pure involontariamente, del male e di buon grado mi accinsi ad allevarli allo stecco per ridare loro la libertà non appena autonomi. Nutriti con pastoncino per Canarini a elevato contenuto proteico e molti insetti, crebbero sa¬ni, robusti, e come è facilmente immaginabile, legati a me. Dopo un paio di settimane, quando già volavano bene ed erano quasi indipendenti, li por¬tai nel luogo dove avevo raccolto i nidi. Allora avvenne un fatto veramente curioso. Stavo camminando a una trentina di metri dall'Olmo, tenendoli ben imprigionati nell'incavo delle mani sovrapposte, quando al loro cinguettare dalle fronde dell'albero rispose il disperato e prolungato richiamo del Passero che vede la prole minacciata da un predatore. Un istante dopo, il segnale risuonò di nuovo e l'Uccello, senza smettere di cantare, volò verso di me fermandosi per un attimo su un ramo vicinissimo alla mia testa. Deposti i piccoli a terra, attese che mi allontanassi, poi si posò accanto a loro: era una femmina.
Dopo circa mezz'ora tornai per controllare. Sui rami secchi del vecchio Olmo, dove erano stati costruiti i nidi, sostavano quattro Passeri; uno, sicu¬ramente la femmina, dischiuse le ali appena mi vide ma si allontanò di poco, perché sentii il suo grido di allarme provenire dal fitto fogliame, gli altri tre, "i miei", rimasero a lisciarsi tranquillamente le penne.
Erano passate tre ore, o forse più, da quando li avevo liberati e il sole stava per scomparire dietro i Monti pisani, quando volli dare un'ultima occhiata. In un primo momento non sentii niente, solo il silenzio rotto a tratti dal garrire aspro dei Balestrucci, alti nel cielo; poi robusti cip, cip, provenienti da un albero poco distante, mi fecero voltare, un secondo dopo erano tutti e tre ai miei piedi a becco spalancato: li presi e li riportai a casa.
Ben presto divennero indipendenti; vivevano liberi in soffitta ed erano estremamente domestici, ma era giunto per loro il momento di reinserirli in Natura: il quindici di settembre, sul far della sera, li portai vicino al loro Olmo e aprii la gabbia dove li avevo rinchiusi.
Volarono senza esitazione su un ramo sporgen¬te: due scomparvero subito all'interno tra le foglie, il terzo, l'ultimo nato, rimase un paio di minuti fermo come indeciso, poi seguì i fratelli. Dopo poco si alzarono tutti e tre di nuovo in volo diretti verso alberi più lontani dai quali proveniva insistente il richiamo dei conspecifici. Con la piccola gabbia vuota stretta tra le mani tornai a casa: avevo saldato il mio debito.
Alamanno Capecchi
Alamanno Capecchi
nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.
Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio, Information)
Bellissimo Racconto!!!!!!!! ::-°°-
Fioravante Prontera - R.A.E 0017
molto bello, come gli altri racconti
CIAO
3....-
Bella anche questa storia.....
Perchč non aprire una pagina solo per le pubblicare gli articoli di questo Gran Signore?
Sarebbe una bella idea non pensate?][=
Rosario Balsamo SV284
i miei errori????? nč pių nč meno dei tuoi!!!!!
Ciao Marco,
anche questo beve racconto č molto bello. Il Prof. Capecchi ha la capacitā di "mirare" dritto al cuore di chi, come noi, ama profondamente la natura e gli animali.
Sono d'accordo con l'idea di Rosario di dedicare una "pagina" nel forum tutta per il Prof. Capecchi e.... oso spingermi oltre ... perchč non una pagina anche nella nuova rivista dell'A.O.E.. Contribuirebbe molto, a mio avviso, a dar lustro all'iniziativa.
Cordiali saluti
Sergio
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splendido1--.
Splendido racconto,coinvolgente,come del resto lo sono gli altri da lei postati.
mi associo all'idea di Sergio di inserire questo spazio nella rivista!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Rosario Balsamo SV284
i miei errori????? nč pių nč meno dei tuoi!!!!!