In primavera è uno spettacolo molto comune osservare in campagna donne e fanciulli armati di coltelli appuntiti invadere campi e prati che stanno ormai rivestendosi di verde. Tutto questo armeggio è volto alla raccolta di "dente di leone" per preparare, a casa, delle gustosissime insalatine. È una pianta che non ha bisogno di particolari descrizioni, essendo diffusissima ovunque e universalmente nota.
L'abitudine gastronomica di consumare con tanto gusto le foglie fresche risale a tempi antichissimi ed è dettata da una naturale esigenza del corpo che, avvelenato dal lungo riposo del periodo invernale, reclama qualche cosa per ripulire efficacemente il sangue, il fegato e la bile. Quindi, gustando queste saporite insalatine di dentie di leone, facciamo, non sapendolo, una energica cura depurativa.
La parte più importante del tarassaco è, però, la radice che si raccoglie in primavera o, meglio ancora, in autunno. Si lava energicamente in acqua e si essicca accuratamente al sole. Essa costituisce il rimedio sovrano nelle disfunzioni del fegato, nell'itterizia, nei calcoli biliari, organi, quelli nominati, molto importanti e che vengono sollecitati o guariti dai numerosi princìpi medicamentosi contenuti nella radice stessa. Oltre a queste virtù, fin dai tempi più antichi, alla radice di tarassaco sono state attribuite proprietà febbrifughe, toniche, diuretiche, lassative, antiemorroidali e depurative. La radice viene usata in forma di decotto facendone bollire mezz'etto in un litro d'acqua per un quarto d'ora. Di questo decotto se ne devono bere tre tazze al giorno per due o tre settimane nei casi di affezione al fegato o alla bile. Invece, per una normale cura depurativa, è sufficiente una sola tazza al mattino a stomaco vuoto.
Ai nostri uccelli dobbiamo abbondare nel dare loro il dente di leone durante tutta la stagione della fioritura, le foglie e anche i capolini che verranno divorati essendo utilissimo nello svezzamento dei piccoli.