Il Cardinale verde Gubernatrix cristata (Vieillot) 1817
Alamanno Capecchi

Il Cardinale verde, unico rappresentante del genere Gubernatrix, è un Passeriforme di taglia medio-piccola (L.T. 18 -20 cm). Il maschio ha le parti superiori verde oliva con marcature più scure; guance e gola gialle; cresta e bavaglino neri; parti inferiori giallo verdastre. Becco nerastro; zampe grigie.



La femmina ha i colori molto più scialbi: il verde ed il giallo sono sostituiti rispettivamente dal grigio-verde e dal bianco sporco.

Habitat e comportamento

Proprio dell’ Uruguay e del Nord e Est dell’Argentina predilige i boschi di chañares, algarrobos, quebrachos e caldenes fino a circa 700 metri sul livello del mare.
Sommamente territoriale vive solitario o a coppie ( In casi eccezionali sono stati osservati stormi, anche di cinquanta esemplari, formati da adulti e giovani da poco indipendenti) spostandosi sul terreno e tra i bassi cespugli alla ricerca di semi, frutti, vermi ed insetti

Si riproduce tra settembre e novembre, in nidi semisferici, ben curati, intessuti all’interno con muschi e setole, collocati a non molta altezza dal suolo in fitti arbusti o tra i rami degli alberi.
Le uova ( 2 – 4 ) sono di colore celeste-verdognolo con macchie e righe nere, distribuite su tutta la superficie. Incubazione 12-13 giorni. Permanenza al nido 13-15 giorni.
La completa indipendenza a 45-48 giorni dalla nascita.
I maschi sono particolarmente apprezzati per le loro doti canore.
Specie, in passato, catturata in grandi quantità e in modo scriteriato per soddisfare le remunerative richieste del mercato, è ora protetta perché in allarmante diminuzione tanto in Argentina, come in Uruguay. In Uruguay, nel 1997, fu avviato un programma di riproduzione in cattività con l'obiettivo di eliminare, o almeno diminuire, la pressione sulle popolazioni silvestri. Per ora, purtroppo, sono pochi gli allevatori del Cardinale verde in cattività e la sua produzione è esigua, molto lontana dall’obiettivo prefissato. Attualmente potenziare la specie in natura con prelievi dagli allevamenti è ancora un sogno.

Il Cardinale verde in cattività.

Sono numerosi i libri di ornitocoltura, dedicati agli uccelli esotici, che trattano l’argomento. Da una rapida scorsa, a quanto scritto dagli autori riportati in bibliografia, possiamo ritenere il Cardinale verde specie robusta e facilmente riproducibile in voliera, anche di modeste dimensioni. Per avere successo è
sufficiente tenere presenti poche e semplici regole.
Nell’aviario ricco di piante adatte per la costruzione del nido, agli inizi della primavera, deve essere introdotta una sola coppia. Per stimolare la riproduzione possono essere utilizzati nidi a cassetta o cestelli di vimini, ben nascosti tra i rami.
Per l’alimentazione, somministrare un miscuglio composto da scagliola, miglio, panico, canapa e girasole, integrato con pastoncini per insettivori e all’uovo e, se possibile, con semi di piante selvatiche e verdure varie (centocchio, tarassico ecc.)


Assolutamente indispensabile abbondante cibo vivo nel periodo riproduttivo:in particolare piccole locuste, cavallette, bruchi, e pupe di formica.
Appena i giovani si alimentano da soli, di norma a circa due settimane dall'involo, devono essere trasferiti in altra voliera, soprattutto se la coppia inizia una successiva nidificazione, per evitare pericolose aggressioni da parte del maschio.
Sulle possibili spiacevoli conseguenze dell’aggressività intraspecifica sono numerose le testimonianze. Tra queste ne riporto una di “vecchia data” tratta da un articolo, tradotto dal tedesco, della fine dell’ ‘800 (Vedi bibliografia)
“II signor M.Schmidt, di Francoforte, dà i seguenti ragguagli intorno a
questo zigolo in schiavitù.

“Gia da due anni noi possediamo parecchi cardinali verdi che durante l'estate teniamo all'aperto in una uccelliera, e durante l'inverno in gabbie separate ed in stanza calda. Si cibano di miglio, semi di canapa, di carne tagliuzzata, uova di formiche, vermi ed insalata. A quanto pare trovano confacente questo alimento, tuttavia non sono mai cosi allegri o vivaci come i veri cardinali. Essi risentono molto le variazioni atmosferiche; appena l'aria si raffredda si rannicchiano subitamente in un angolo della gabbia.
Con gli altri uccelli vivono in pace. Io li tenni assieme ai cardinali domenicani, ai tessitori dalla testa nera e dalla maschera nera, senza che mai nascesse litigio; ma nel maggio e nel giugno, tempo della riproduzione, non è raro che nascano fiere lotte fra i maschi ; e sempre qualcuno resta ucciso o ferito a morte, onde e bene dividerli tosto che si manifestino sintomi di litigi.

Nella scorsa estate ebbi occasione di assistere al termine di uno di tali combattimenti. Al mio arrivare uno dei combattenti gravemente ferito al capo non era più in grado di difendersi e giaceva in fondo alla gabbia respirando a stento: ma il vincitore non ancor pago lo trascinava per la gabbia, finché gli
ebbe strappata la pelle del capo, già affatto spiumata, poscia afferrandolo per un altro punto. Cercai di salvare la vittima dallo strazio tenendo un bastone fra essa ed il persecutore , e chiamai intanto il custode ; ma il vincitore irritato, cercando di avvicinarsi al vinto, rinnovava l' attacco appena che io facessi sembiante, di ritirare il bastone.

Tolti dalla uccelliera, in un col ferito, tutti i cardinali verdi, ad eccezione di una sola coppia, questa incominciò a costruire un nido in una cestella avente un orlo alto tre pollici, con steli, con eriche, senza alcun rivestimento interno.
Il nido fu compiuto in cinque giorni lavorandovi assiduamente il maschio e la femmina, tanto prima che dopo il mezzodì. La femmina vi si collocò come se covasse; ma scoprimmo che, sebbene non avesse deposto alcun uovo, se ne stette tranquillamente in atto di covare per alcune settimane. Il maschio la surrogava una o due volto al giorno, o si poneva a farle compagnia nel nido.

Più volte osservai che portava cibo alla femmina. L' accoppiamento non venne osservato.
Nel giugno una coppia di cardinali domenicani, che si trovava nella stessa gabbia, ebbe prole, ed allora la femmina del cardinale verde abbandonando il suo nido vuoto, prendeva viva parte all'allevamento dei piccini , portando loro da mangiare. I genitori respingevano scortesemente questo attenzioni, ma l'accorta femmina seguendo il materno istinto spiava quando fossero assenti per portare da mangiare ai piccini.

Il signor Halberger di Stoccarda fu più fortunato di noi, ottenendo da una coppia di cardinali verdi, entro una gabbia all' aperto, parecchi piccini; ma sventuratamente non si fecero osservazioni precise, ed io seppi soltanto che il nido era composto interamente di ramoscelli.
Due giovani venuti in nostro possesso prosperarono a meraviglia.
Ebbi occasione di sentire il canto di questo uccello da un unico maschio che possedemmo per alcuni anni. E’ molto semplice; io lo rappresenterei scrivendo < du diu, vidù, vidù, diu. » od anche << du diu, dwi vidu, vidu, diu. » Ha voce piena e sonora, e la fa udire di frequente nei mesi estivi prima del
meriggio”.


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Alamanno Capecchi