“Nei grandi calori del luglio bolognese io penso spesso ad un cantuccio nascosto del mio Senio nativo, dove fra due sponde imboscate di pioppi, gattici, vimini ed acacie, mal si presume se la corrente vada o stia, tanto è tranquilla, unita e silenziosa. Vi fa scuro di pien meriggio ; innumerevoli rami si incrocicchiano, s'incalzano, s'abbracciano, s'intricano sopra l'acqua. Una luce serotina, quasi fosforescente, filtra attraverso il fogliame; e nella terra nera, limacciosa, sempre bagnata, dell'alluvione, le piante amiche dell'umidità crescono vigorose. I vimini guarniscono in file serrate la riva ; i caprifogli, i salici bagnano nell'acqua le punte assetate ; l'edera corre dovunque storta e capricciosa, popolata di formiche ; il rovo ferisce l'incauto che s'accosta alle more ; e l'acacia ricopre tutto.
A questo cantuccio io mi indirizzava sovente nelle ore calde meridiane e sdrucciolava fino all'estremo margine per un sentiero umido e stretto, lubrico come ghiaccio. Vi era là sotto una beatitudine di pace e di fresco. La corrente cupa mormorava, rotta fra picciol sassi, brillantata di tanto in tanto da una caduta minutissima di goccie luminose, che un uccello, trasvolando, scuoteva dalla volta verde. Quest'uccello era il mio protagonista : il XXX”
“Perchè, domanda il Theuriet, gli uccelli delle rive, gli uccelli amici dell' acqua sono quasi sempre tristi? perchè il Chiurlo, l'Airone, il Beccaccino sono tanto malinconici? perchè la Ballerina, che gira continuamente sul greto, sembra un'anima del purgatorio? Questa tristezza trae forse la sua cagione dai luoghi? I grandi stagni, vestiti di salici piangenti e di giunchi fra i quali sospira il vento, le nebbie del mattino e della sera, i mormorii delle correnti, i gemiti delle sorgive montanine, inclinano gli uomini alla malinconia ; hanno forse la stessa influenza sui nervi degli uccelli?”
Attenzione Theuriet: ogni regola ha molte eccezioni!
Infatti: ”Ma che colori ! diciamo col Buffon: le sfumature d'arcobaleno. il brillante dello smalto, il lucido della seta, i riflessi dello zaffiro, le tinte della turchina, il rosso del carbone ardente.”
Facile capire chi è l’autore e di quale uccello parla.