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Discussione: Articolo incredibile i FOI magazine.

  1. #1
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    La bandiera di Wessel van der Veen


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    Articolo incredibile i FOI magazine.

    Ciao:

    Mi ha veramente rattristato che un miscuglio di mezze verità, complete falsità, mancanza di conoscenza e fraintendimenti abbia trovato una via di comunicazione tramite la rivista F.O.I. “Italia Ornitologica”.
    Questo potrebbe far sì che la F.O.I. diventi lo zimbello di tutte le altre associazioni nazionali; ancora peggiore è il fatto che l’allevatore medio viene alimentato da informazioni completamente errate in un periodico ufficiale F.O.I.


    “Per poter effettuare tali modifiche, di norma, i passaggi che devono seguire tali proposte sono quelli già previsti e statuiti dalla F.O.I., ma soprattutto dalla COM, che, ricevute e condivise, le promulga…”
    Falso: la COM non ha nessuna autorità a livello nazionale.


    “Nel caso di mostra a carattere Internazionale, sarà la COM a prendere le redini dell’esposizione ornitologica ed applicare le proprie regole con la propria nomenclatura che è espressa, come dicevamo, in lingua Francese, che è quella riconosciuta dalla COM a livello Mondiale…”
    Mezza verità: il francese è la lingua tramite cui la COM si relaziona internamente da segretario (nazionale) a segretario (nazionale).


    “Arriviamo ora ad affrontare questo argomento sula base delle spinte, da parte di alcuni nel voler indicare (obbligare) alla CTN l’adozione di una nuova nomenclatura degli Agapornis, in funzione quasi esclusivamente di alcune nuoive definizioni scaturite da un organismo di ricerca privato Belga su parametri ed indicazioni di un veterinario australiano Teery Martin…”
    Mezza verità: il dottore australiano Terry Martin ha proposto per l’uso nelle sue liste Yahoo “Genetics Psittacine” un’iniziale standardizzazione dei nomi dei colori in tutte le specie di pappagalli (Yahoo Groups – Genetics Psittacine – files – naming system rules – 9/5/2000). L’autore dell’articolo apparentemente non ha mai sentito parlare di questo gruppo di discussione. Perlomeno io (essendo membro solo dal 5/12/1999) non ho mai visto il suo nome nell’elenco dei membri. Il dottor Martin ha cooperato con Mutavi sotto certi ambiti, in particolare per ciò che riguarda la struttura delle piume. Il suo libro “A guide to colour mutations & Genetics in Parrots” è stato pubblicato nel 2002.
    Falso: negli anni Sessanta la ricerca sulla struttura delle piume è stata avviata dai membri del TCN , delle organizzazioni olandesi A.N.B.V. e N.B.v.V. , approssimativamente 40 anni prima che il dottor Martin scrivesse il suo libro. Entrambe le associazioni ebbero i loro primi standard per gli inseparabili, pubblicati nel 1973. Questa ricerca ha portato alla fine alla creazione della Fondazione Mutavi (MUTations And adVICE) attorno al 1985 e questa fondazione ha continuato la sua ricerca fino ad oggi, ma del tutto indipendentemente da entrambe le associazioni N.B.v.V. e A.N.B.V.
    Quindi: nessuna ricerca “privata”, bensì da parte di giudici esperti e scienziati; ricerca olandese, non belga.


    “...indicare (obbligare)…”
    Falso: su richiesta, Mutavi consiglia, non obbliga mai.

    “… assumere tout court la “nomenclatura” da Mutavi per gli Agapornis come quella ufficiale anche in Italia…”
    Falso: l’autore si contraddice. La nomenclatura base (come ha insinuato precedentemente) fu inizialmente ideata dal dottor Terry Martin. Errato per una seconda volta nella stessa affermazione: l’espressione “nomenclatura Mutavi” fu lanciata da un autore italiano; questo nome non è mai stato utilizzato in un altro linguaggio che non sia l’italiano.


    “…Ripeto, ma quali paesi (Federazioni) l’hanno già adottato riconoscendogli tali caratteristiche? E chi lo dice che è internazionale?…”
    Ignoranza: Nel momento in cui sto scrivendo (agosto 2011) le associazioni che lo utilizzano sono le seguenti: la AOB, il BVA, il KBOF, la Parkieten Federatie, il WPC, l’LPC (tutte nella parte fiamminga del Belgio), la N.B.v.V., la A.N.B.V., la Parkieten Societeit in the Netherlands, il Dansk Agapornis Klup, Denmark, la A.Z in Germania, la CDE in Francia.


    “…Qualcuno ha pure detto che il linguaggio Internazionale (?) Mutavi…E chi lo dice che è internazionale?”
    Non penso di dovermi ripetere; leggete sopra.
    Dislessia? La definizione di “internazionale” in accordo con qualsiasi dizionario è approssimativamente: “che concerne, interessa, collega più Nazioni o Paesi esistenti”. Cinque Paesi europei e più di 800 membri di Genetics Psittacine sparsi in tutto il mondo che utilizzano la stessa nomenclatura sono ancora da considerare “non internazionali”?

    “…Dirk van den Abeele, che è rappresentante emerito di questa corrente e Presidente di Mutavi…”
    Falso: Dirk van den Abeele è un collaboratore di Mutavi, il responsabile finale di Mutavi è lo scienziato Mr. Inte Onsman. E nemmeno lui è mai stato “presidente di Mutavi”.


    “…in un suo intervento sull’argomento, fra le altre cose scrive: “La ragione di questo successo (la nuova nomenclatura proposta) è in realtà molto logico, chiunque con un po’ di buon senso è in grado di vedere rapidamente i benefici di questo sistema. Ciò che rende tutto così interessante è che in realtà ogni paese possa mantenere una propria nomenclatura nella propria lingua, mentre è solo per i contatti internazionali che questo sistema potrà essere utilizzato come una sorta di Esperanto per gli Uccelli” ”.
    Informazione deliberatamente parziale? Sono state riportate solo le ultime due righe di un capitolo di oltre due pagine. Il capitolo inizia (“Agapornis”, Ed. Alcedo, pag.133) così: “Questa nomenclatura è nata dalla necessità di fornire informazioni univoche e corrette ai vari appassionati e tecnici del settore.”


    “…Ora, i nomi proposti da Mutavi: Roseicollis Green (Verde), Roseicollis Dark Green (Verde scuro) e Roseicollis Double Dark Green (Doppio verde scuro)….”
    Errato: non è “doppio verde scuro”, ma “verde doppio scuro”.

    “…quale giustificazione scientifica può essere fornita a questa classificazione alternativa?...”

    Mancanza di conoscenza? I fattori genetici sono situati nei cromosomi. I cromosomi autosomali sono combinati in modo da formare coppie identiche. Una mutazione dominante può presentare una o entrambe le metà di questa coppia. Per la maggior parte delle mutazioni dominanti vengono quindi utilizzate le abbreviazioni SF (Singolo Fattore) e DF (Doppio Fattore), per esempio pezzato SF, viola DF ecc. Visto che mi sembra ridicolo scrivere o parlare di “Single Factor Dark Factor” (Singolo Fattore Fattore Scuro), i fattori scurenti sono abbreviati con D e DD, ovvero Dark e Double Dark.
    Tutte le specie di pappagalli verdi, dalle Ara al Pappagallo Pigmeo presentano fondamentalmente la stessa struttura delle piume. Uno stesso fattore ha un effetto similare sul fenotipo di tutte le specie e sui colori delle loro mutazioni. Di conseguenza un fattore scurente è “D” o dark, due fattori scurenti sono “DD” o double dark. In inglese D green e DD green, in italiano verde D o verde DD.


    “…Ancora più stridente con la realtà cromatica è la definizione data al Double Dark Blue (Blu doppio scuro) che da noi, invece, viene chiamato Malva. Prendiamo il colore Blu scuro e raddoppiamo la sua componente scura (nero), che colore sarà?....”
    Concetto completamente superato ed errato: l’autore sostiene che i fattori scurenti sono dovuti ad un incremento della melanina. Nel 1941 il dottor Auber pubblicò la sua tesi dottorale riguardo “La struttura delle piume e i colori delle cocorite” all’Università di Edimburgo. Egli notò che i fattori scurenti erano causati da una diminuzione del diametro della zona spugnosa sulla punta della piuma. A causa di questa alterazione della struttura della piuma, viene assorbita più luce dalla melanina presente nel midollo e quindi meno luce può essere riflessa verso l’esterno dai vacuoli.
    Dunque nessuna componente scura (in caso melanina) viene aumentata.
    Prendete uno schermo verde trasparente e posizionate dietro di esso tre candele accese: lo vedrete sicuramente verde. Posizionate successivamente solo due candele accese dietro di esso e lo schermo apparirà di un verde più scuro. Posizionate quindi una sola candela accesa dietro di esso e il verde diverrà ancora più scuro.
    Prendete ora uno schermo blu trasparente; posizionate le stesse tre candele accese dietro di esso e otterrette di sicuro uno schermo blu. Posizionate quindi solo due candele accese dietro di esso e lo schermo apparirà di un blu più scuro. Posizionate una sola candela accesa dietro di esso e il blu diverrà ancora più scuro.
    Ora considerate la luce delle candele come la luce riflessa dai vacuoli nel midollo. Meno luce significa un colore più scuro.
    Sulla base che “ad ogni mutazione equivale un solo nome”: sarebbe illogico non usare i termini verde, verde D, verde DD e blu, blu D, blu DD.
    Lasciatemi fare un passo in più. Come possiamo chiamare un lutino o un albino con uno o due fattori scurenti? Lutino scuro, Lutino oliva, albino cobalto, albino malva? Io preferisco optare per i termini più semplici e crretti lutino D, lutino DD, albino D, albino DD.


    “….Pertanto, nel Verde oliva si formerà quel particolare sfondo più scuro che…produce un colore identificabile con abbastanza precisione al “verde oliva” n.6003 della scala cromatica RAL Classic 841 GL…”
    Informazione incompleta ed irrilevante: restiamo all’interno della specie degli Agapornis. In ordine decrescente di scurezza, per quanto riguarda il verde delle ali negli occhio-cerchiati, abbiamo: personatus > nigrigenis > fischeri > lilianae. Un roseicollis verde appare di un verde più chiaro rispetto qualsiasi occhio-cerchiato, un pullarius verde è ancora più chiaro. Queste differenze restano visibili quando uno o due fattori scurenti sono presenti, quindi nessun numero della scala cromatica RAL per differenti gradazioni di verde rappresenta una valida possibilità di identificazione del colore.


    “…mentre con il termine Pallid viene indicato, con il linguaggio Mutavi, quello che definiamo Isabella, nome non felicissimo al pari però di Pallid….”
    Mancanza di conoscenza de geneticà?
    L’Isabella è una combinazione di eumelanina e phaeomelanina che riguarda i canarini, ma non si è a conoscenza di nessun pappagallo che presenti phaeomelanina nel suo pumaggio. Come si può allora suggerire il termine Isabella come nome adatto per una mutazione nei pappagalli? Un stesso nome per due mutazioni che sono geneticamente del tutto differenti?


    Potrei evidenziare ancora altri errori, fraintendimenti e informazioni sbagliate ma credo che il mio punto di vista sia stato sufficientemente chiaro. Ripeto: con mio gran dispiacere, gli allevatori italiani ricevono tante e tante informazioni sbagliate ancora nel 2011.

    Wessel van der Veen.

  2. #2
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    Ciao Wessel,

    mi trovi completamente d'accordo e per altre inesattezze pubblicate, ho deciso di cancellarmi dalla FOI da ben 2 anni, perchè ritengo sia un vero scandalo dover pagaro 50 euro l'anno ad un'associazione che si limita a darti un giornalino che non viene nemmeno corretto. La qualità degli articoli (a parte una piccola parte) è scadentissima, scrive chiunque e chiunque si permette di dare sentenze e informazioni spesso errate o incomplete. Quel che è peggio che quasi ogni mese, si assiste anche a gravi errori di ortografia o congiuntivi sbagliati. Oltre a tutto questo posso dire senza problemi che pur rappresentando tutti gli allevatori di uccelli in generale, c'è una tendenza al "fondamentalismo" dei canarini, e si assiste continuamente ad articoli ripetitivi e vuoti di contenuti solo su questa specie che, seppure allevatissima in italia, ha secondo me troppo spazio nella rivista.
    Simone Durigon

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  3. #3
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    strepitoso,complimenti veramente.oggi siamo immersi in queste finte o mezze verità che ormai non ci si fa più caso.....si segue solo la corrente. spero che sia da insegnamento a molti.

  4. #4
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    Il problema è che se questi errori li facciamo notare in questa sede "Loro" pensano che vogliamo boicottarli.
    Purtroppo per chi ne capisce qualcosa la rivista IO è diventata quasi inutile, spesso gli articoli sono imprecisi, e non solo quelli che riguardano gli Psittacidi.
    E' un vero peccato, una volta aspettavo con ansia la consegna della mia copia, ora spesso è una delusione già dalla copertina, non voglio parlarne male, perchè me ne dispiace, ma purtroppo è così, forse sarebbe meglio lasciare spazio alle esperienze di allevamento, invece che affrontare discorsi tecnici, o parlare di visite al museo o a qualche allevatore blasonato, solo per far capire che si hanno soggetti della sua linea di sangue, e a tal proposito il numero della rivista a cui ti riferisci è proprio scandaloso!!!!

    Fabio.
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  5. #5
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    Wessel mi trovi completamente d'accordo con te... l'ho trovato un articolo pieno di inesattezze e molto fazioso..... e a pensare che ne hanno pubblicato una prima ed una seconda parte... ma per dire cosa???
    Il Mio Allevamento: Allevamento Amatoriale PSITTACIFORMES


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  6. #6
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    Quote Originariamente inviata da Fabiondulato Visualizza il messaggio
    (...)
    Purtroppo per chi ne capisce qualcosa la rivista IO è diventata quasi inutile, spesso gli articoli sono imprecisi, e non solo quelli che riguardano gli Psittacidi.
    E' un vero peccato, una volta aspettavo con ansia la consegna della mia copia, ora spesso è una delusione già dalla copertina, (...)

    Fabio.

    Anche per me era così, aspettavo ogni numero con ansia. Poi ha cominciato a diventare una rivista sempre più scadente, con imprecisioni (in paricolar modo riguardo ai pappagalli) veramente enormi.Soprattutto sotto il profilo scientifico, credo che sia inammissibile che una rivista di ornitologia commetta errori di nomenclatura scientifica, tassonomia, ecc. ecc.

    Ad un certo punto mi sono accorto che la sfogliavo appena e poi finiva nel dimenticatoio e non ho avuto nessun dispiacere quando ho smesso di riceverla.
    Non è un discorso di partigianeria tra quelli che sono di qua e quelli che sono di là, anche molti soci FOI riconoscono che questa rivista è gestita con troppo dilettantismo e superficialità, I.O. non rende onore a rappresentare una grande ed importante Federazione come la FOI.
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


  7. #7
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    Quote Originariamente inviata da Simone Durigon Visualizza il messaggio
    Ciao Wessel,

    mi trovi completamente d'accordo e per altre inesattezze pubblicate, ho deciso di cancellarmi dalla FOI da ben 2 anni, perchè ritengo sia un vero scandalo dover pagaro 50 euro l'anno ad un'associazione che si limita a darti un giornalino che non viene nemmeno corretto. La qualità degli articoli (a parte una piccola parte) è scadentissima, scrive chiunque e chiunque si permette di dare sentenze e informazioni spesso errate o incomplete. Quel che è peggio che quasi ogni mese, si assiste anche a gravi errori di ortografia o congiuntivi sbagliati. Oltre a tutto questo posso dire senza problemi che pur rappresentando tutti gli allevatori di uccelli in generale, c'è una tendenza al "fondamentalismo" dei canarini, e si assiste continuamente ad articoli ripetitivi e vuoti di contenuti solo su questa specie che, seppure allevatissima in italia, ha secondo me troppo spazio nella rivista.
    Totalmente dacordo...


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  8. #8
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    Quote Originariamente inviata da Roberto Giani Visualizza il messaggio
    Anche per me era così, aspettavo ogni numero con ansia. Poi ha cominciato a diventare una rivista sempre più scadente, con imprecisioni (in paricolar modo riguardo ai pappagalli) veramente enormi.Soprattutto sotto il profilo scientifico, credo che sia inammissibile che una rivista di ornitologia commetta errori di nomenclatura scientifica, tassonomia, ecc. ecc.

    Ad un certo punto mi sono accorto che la sfogliavo appena e poi finiva nel dimenticatoio e non ho avuto nessun dispiacere quando ho smesso di riceverla.
    Non è un discorso di partigianeria tra quelli che sono di qua e quelli che sono di là, anche molti soci FOI riconoscono che questa rivista è gestita con troppo dilettantismo e superficialità, I.O. non rende onore a rappresentare una grande ed importante Federazione come la FOI.
    A rendere onore ci pensa la quota di iscrizione!


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  9. #9
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    ciao Wessel concordo in tutto e con tutto su quello che dici. io e' gia' da una decina di anni che mi sono levato dalla FOI .associazione INUTILE per chi non alleva canarini .e mi fermo ,ne avrei da dir -----

  10. #10
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    sinceramente sono iscritto da un'anno alla foi, e apparte il club della mia città con cui scambiamo varie belle esperienze, sono deluso dalla rivista...anch'io l'aspetto con ansia, ma con ansia di trovare un bell'articolo sui pappagalli che non trovo mai......ad esempio quello diviso in due parti riguardante la nomenclatura, per carità, fa bene imparare quelle cose, ma dove stà "L'ALLEVARE PER PASSIONE" se poi ci metti dentro melanine, eumelanine e robe varie? spero sempre che ci sia qualche articolo sulle esperienze di allevamento di parrocchetti o amazzoni o specie del genere, e invece ci sono sempre gli ondulati (anzi, ho una rivista di ca. 3 anni fa in cui almeno si parlava bene <e senza errori> riguardo il testa di prugna).......però giustamente la foi è principalmente ai fini espositivi, non è colpa loro se trattano solo canarini ed ondulati, in questo senso hanno ragione, però sugli errori di ortografia con i 50 euro almeno dovrebbero correggerle, oppure assumono un professore di itagliano per correggerle......
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