Originariamente inviata da
charles_forever
Salve, vorrei rispondere e vorrei dire che proprio il concetto di "illimitata interfecondità" è utilizzato proprio per la definizione di specie. Quindi i meticci sono, o dovrebbero essere per definizione illimitatamente interfecondi e fecondi con le varietà parentali.
Vorrei anche aggiungere che sono lieto di aver finalmente letto un parere differente dalla massa su ibridi e meticci. Escludere dalle mostre ibridi interfecondi (in parte) è una baggianata scientifica. Se si teme di "inquinare" le specie, si sappia che esse, in cattività, sono solo un meticciume superincrociato. Tutte le specie allevate in cattività mancano delle specificità geografiche, spesso determinanti in natura. Fino a quando cime di rapa pontificheranno scempiaggini del genere? Ad esempio, il Cardinalino del Venezuela, sull'orlo dell'estinzione in libertà è molto diffuso invece in cattività. Ma chi è in grado di riproporre le giuste sottospecie o varietà geografiche quando queste non sono nemmeno state percepite come tali fin dall'inizio? Il cosiddetto "fagiano da caccia" è un plurimeticcio che non esiste in natura! Vive ed esiste solo negli allevamenti e in qualche riserva Italiana.
Ora, io credo che in cattività tutto sia possibile, ma che un maggior rigore scientifico nella postulazione dei dogmi non farebbe che bene. E che sia giustissimo esporre ibridi tra Spinus o Carduelis, come che sia giusto esporre ibridi pezzati (anche qui, in base a quale verità di scienza essi erano stati per un certo tempo esclusi, lo sa solo il Padreterno...), che sia giusto esporre R1, R2 o F2, sempre che ci si riesca ad ottenerli. La scienza è una cosa, le mostre sono un'altra cosa, che di scientifico ha poco o nulla, quindi a questo punto meglio la libertà.
Sui meticci di Cardellino, io sono del parere che, se non si riproducono, ciò sia dovuto a come sono allevati e non alla loro condizione di meticci.
Charles