Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Novità nella gestione dei soggetti in All. A

  1. #11
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    La bandiera di Simone Durigon

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    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    Caro Roberto,

    mi fa piacere constatare che anche su questi temi siamo sostanzialmente in linea.

    Anche io, come hai certamente compreso, non ho nulla contro i pet. Anzi, sono sicuramente un elemento di grande interesse e, perchè no, attrazione verso un mondo a molti poco conosciuto. Insomma, uno "strumento" di alfabetizzazione etologica per i sempre troppo ignoranti esemplari di Homo sapiens.

    Detto questo, a me non piacciono due cose.

    La prima, come hai detto pure tu, più che non piacermi non mi sembra una grande idea: crescere allo stecco esemplari di specie rare.

    La seconda, invece, mi disturba molto. Mi riferisco agli allevatori "amatoriali" che ritengono di arrotondare il proprio reddito con la produzione a tambur battente di soggetti allevati allo stecco. Trovo la cosa ancor più fastidiosa quando si tratta di specie di particolare pregio/rarità, perchè il procacciamento di denaro, al di fuori di ogni regola (amministrativa e fiscale soprattutto), calpesta di fatto i delicatissimi aspetti conservazionistici di tali esemplari.

    Sono e resto convinto che la crescita dell'ornitologia e dell' avicoltura passi attraverso il denaro. Questo però non vuol dire che deve diventare terra di conquista di improvvisati allevatori che senza alcun controllo o regola speculano su animali, ed in particolari su animali così particolari.

    Un conto è cedere il fisiologico "esubero" che ogni allevatore produce nello svolgimento della propria passione. Cosa diversa e' avere nel mirino solo, o in misura nettamente prevalente, il guadagno. Se sei un allevatore professionista, nel senso che lo fai di mestiere, con le dovute autorizzazioni e pagando le tasse, allora va bene, altrimenti per quel che mi riguarda sei un danno alla nostra causa e alla tutela degli animali.

    E, aggiungo, lo stesso dicasi per quegli allevatori di mestiere che cedono con troppa disinvoltura animali o non ancora svezzati, come ricordavi, oppure, seppur svezzati, a soggetti che sanno benissimo essere solo degli improvvisati intermediari.

    A presto

    Roberto

    Roberto,

    sono molto d'accordo sulla seconda parte del tuo post.

    Purtroppo la grandissima parte (80%?) degli allevatori amatoriali ha come principale mira il guadagno economico inteso come extra mensile e non come semplice recupero delle spese (legittimissimo, secondo me).

    Sugli allevati a mano, stessa cosa.

    Da sempre mi scaglio contro coloro che conoscono solo l'incubatrice come unico mezzo di riproduzione, ho conosciuto gente che in certi casi nemmeno su prenotazione lasciavano i pulli nel nido.

    Ritengo però importante "salvare" da questo discorso coloro che, ad esempio, su un totale di 10 piccoli nati in un anno ne allevano 2 o 3 a mano per le ragioni più disparate: vuoi per diletto, vuoi perchè i genitori non li allevano, vuoi per la prenotazione di qualcuno.

    Insomma, il senso del discorso è che non vanno demonizzate le incubatrici, ma va capito bene l'uso che se ne fa.
    Simone Durigon

    Allevatore amatoriale


    www.allevamentodurigon.com

    (Pionites / Pionus / Poicephalus)




  2. #12
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    Caro Simone,

    il senso di quanto scrivi è pressochè lo stesso di quello che credo di aver espresso nel mio intervento precedente. Questo mi fa piacere.

    Non ho nulla contro le camere calde e le incubatrici, ma sono piuttosto perplesso, ed in alcuni casi ostile, al trasformare gli animali in uno strumento di "integrazione reddituale" in base ad una condotta organizzata e a comportamenti sistematici.

    Voglio dire che non ho nulla in contrario alla cessione degli esuberi per rientare delle spese (se poi qualche volta ci si guadagna, cosa sempre difficile, meglio così), così come non ho nulla in contrario, stando ai tuoi esempi, all'allevamento a mano di qualche soggetto per le ragioni più disparate.

    Quello cui sono contrario, in modo fermo, è la trasformazioni di un hobby in un lavoro, senza però il rispetto delle norme che quel lavoro disciplinano (ripeto: autorizzazioni, fisco ecc.).

    Sono anche piuttosto infastidito da quegli allevatori che cedono soggetti a persone che non sono a loro volta appassionati o allevatori, ma "traffichini". Ed è molto difficile che un allevatore dell'ambiente non sappia chi e perchè acquista i suoi animali.

    Nei prossimi anni ritengo che la normativa di settore subirà dei cambiamenti, e stiamo lavorando perchè tali cambiamenti siano migliorativi per gli animali e per gli allevatori.

    Per quel che mi riguarda, le proposte saranno sempre orientate ad ottenere semplificazione e tutela. Se ci sarà da sacrificare gli interessi di qualcuno, come credo ci sarà, stai sicuro che saranno gli interssi di chi specula sugli animali al di fuori delle regole.

    A presto.

    Roberto
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  3. #13
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    Quote Originariamente inviata da Roberto Condorelli Visualizza il messaggio
    Caro Roberto,

    mi fa piacere constatare che anche su questi temi siamo sostanzialmente in linea.

    Anche io, come hai certamente compreso, non ho nulla contro i pet. Anzi, sono sicuramente un elemento di grande interesse e, perchè no, attrazione verso un mondo a molti poco conosciuto. Insomma, uno "strumento" di alfabetizzazione etologica per i sempre troppo ignoranti esemplari di Homo sapiens.

    Detto questo, a me non piacciono due cose.

    La prima, come hai detto pure tu, più che non piacermi non mi sembra una grande idea: crescere allo stecco esemplari di specie rare.

    La seconda, invece, mi disturba molto. Mi riferisco agli allevatori "amatoriali" che ritengono di arrotondare il proprio reddito con la produzione a tambur battente di soggetti allevati allo stecco. Trovo la cosa ancor più fastidiosa quando si tratta di specie di particolare pregio/rarità, perchè il procacciamento di denaro, al di fuori di ogni regola (amministrativa e fiscale soprattutto), calpesta di fatto i delicatissimi aspetti conservazionistici di tali esemplari.

    Sono e resto convinto che la crescita dell'ornitologia e dell' avicoltura passi attraverso il denaro. Questo però non vuol dire che deve diventare terra di conquista di improvvisati allevatori che senza alcun controllo o regola speculano su animali, ed in particolari su animali così particolari.

    Un conto è cedere il fisiologico "esubero" che ogni allevatore produce nello svolgimento della propria passione. Cosa diversa e' avere nel mirino solo, o in misura nettamente prevalente, il guadagno. Se sei un allevatore professionista, nel senso che lo fai di mestiere, con le dovute autorizzazioni e pagando le tasse, allora va bene, altrimenti per quel che mi riguarda sei un danno alla nostra causa e alla tutela degli animali.

    E, aggiungo, lo stesso dicasi per quegli allevatori di mestiere che cedono con troppa disinvoltura animali o non ancora svezzati, come ricordavi, oppure, seppur svezzati, a soggetti che sanno benissimo essere solo degli improvvisati intermediari.

    A presto

    Roberto
    Sono d'accordo con quello che esprimete,ma è una visione troppo ristretta,vorrei che si guardasse la cosa a 360°,
    è necessario tenere conto anche delle difficoltà che ci sono nel gestire dei "novelli di taglia grande" che a 120 giorni di vita occupano gli stessi spazi degli adulti,
    del migliore ambientamento dei "novelli" nella nuova dimora se sistemati appena svezzati invece che ad un anno di età,
    poi è necessario tenere conto dell'estrema difficoltà di riproduzione di molti allegati A,(non ce ne sono pochi solo per motivi burocratici)quindi lascio a voi ritenere se è il caso di frenarne la volontà di riprodurli da parte dell'allevatore a causa delle "rogne" burocratiche.

    Della tua ultima frase invece,ritengo si debba combattere con tutta la forza la cessione di animali non ancora svezzati,questa pratica non ha nessun senso se non quella di mettere a forte rischio la vita dell'animale a scopo puramente e solamente commerciale.


    i
    Non serve a niente tormentarsi per il passato
    il passato non cambia
    quindi guarda avanti o rischi di rimanere indietro


    Se vuoi capire quello che dico,non ragionare con la tua testa

    NESSUNO può ergersi ad essere in possesso della verità assoluta
    al massimo si possono portare argomenti PRATICI e SEMPLICI
    in modo che TUTTI siano in grado di fare una propria valutazione logica.

  4. #14
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    Caro Gianfranco,

    una precisazione.

    Qui tutti vogliamo favorire lo sviluppo di solidi ceppi in cattività di animali protetti.

    L'importante è che ciò non avvenga sulla pelle degli stessi animali, o al di fuori delle regole.

    O fai l'allevatore di mestiere, hai le dovute autorizzazioni e paghi le tasse, oppure la cosa DEVE rimanere in un ambito amatoriale.

    Tutto qui.

    Roberto
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  5. #15
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    Permettimi una domanda,
    ritieni che un allevatore di mestiere che paga le tasse abbia più competenza e criterio di un allevatore amatoriale ?
    io credo assolutamente di no
    l'allevatore di mestiere ha come primo scopo il guadagno e quindi per esempio vende piccoli da svezzare,facendo i danni che ti lascio immaginare,non usa criteri di allevamento "naturali" ma bensì incubatrici ecc.e tratta i suoi animali come dei "dipendenti" da reddito, non che a casi estremi anche questi possano arrivare ad essere utili ma ..........
    Può essere che io interpreti male la tua risposta ma mi sembra di avvertire una certa "ostilità" nei confronti dell'allevatore amatoriale che dopo decenni di allevamento e investimento dei relativi guadagni nel proprio hobby è arrivato ad avere dei soggetti di "pregio",ed ha tutto il diritto di non trovare ostacoli ridicoli e senza senso.
    Da non confondere questi ultimi con i commercianti/allevatori/trafficoni ecc.
    In altre parole non mi sembra il caso di infierire con leggi troppo severe,perchè a pagarne le conseguenze come sempre è la persona onesta a scapito del poco onesto che il modo di aggirare l'ostacolo lo trova sempre,
    Sarebbe auspicabile un maggiore controllo di leggi leggere piuttosto che fare leggi restrittive che pochi controllano.

  6. #16
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    Ciao Gianfranco,

    io sono ostile a chi trasforma un hobby in un lavoro, o in un secondo lavoro, senza farsi carico dei relativi obblighi.

    La differenza fra un hobby ed un lavoro, o un secondo lavoro, è evidente a tutti.

    Per capire tale differenza può essere d'aiuto valutare il numero delle coppie, il numero dei soggetti ceduti, quante volte vai ad una mostra-mercato come venditore, quanto incassi l'anno e tanti altri fattori.

    Ma tutti, dico tutti, siamo consapevoli di quando si supera il confine fra l'hobby ed il lavoro.

    E lo è pure il Fisco, se si accorge di te.

    Per quanto riguarda le norme, ognuno ha i propri desideri.

    Io sono convinto, radicalmente convinto, che le norme del nostro settore vadano riformate perchè sono inadeguate, mal scritte e superate. Già il fatto che l'anello non venga considerato garanzia di nascità in cattività, salvo prova contraria, mi sembra un baco non da poco.

    Sono altrettanto convinto che nell'ornitologia, come in tanti altri (più importanti) settori della nostra società, le norme debbano essere di meno, le sanzioni debbano essere più severe, e soprattutto debbano essere applicate.

    Per capirci: se un allevatore "amatoriale" alleva 50 coppie di cardellini, pubblicizza il suo allevamento su tutte le riviste di settore, partecipa alle principali mostre-mercato, vende ogni anno centinaia di pulli, incassando decine di migliaia di euro, a mio avviso deve essere considerato un commerciante e quindi deve soggiacere alle relative regole commerciali e fiscali.

    Se tu invece pensi che debba essere considerato un semplice amatore, liberissimo di farlo.

    A presto

    Roberto
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  7. #17
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    Ciao Roberto
    Forse non ci capiamo, sono perfettamente d'accordo con te su quanto dici,per essere più chiaro,spero proprio con tutto il cuore che domani mattina il fisco vada a fare i controlli ai soliti noti,anzi mi chiedo veramente il perchè non lo hanno ancora fatto(in modo serio),bella domanda vero? chissà perchè non lo fanno ? eppure è talmente evidente che c'è qualcosa di poco serio se penso alle migliaia di cardellini con anellino B o C che ho visto alle mostre importanti.
    temo solo una cosa,
    che per combattere con leggi troppo severe, questi tutto sommato pochi pseudo allevatori,si vada a complicare la vita a coloro che invece hanno veramente a cuore il benessere dell'hobby , dell'ornitologia e degli animali, come già sottintendevo nel post precedente,coloro che sostengono veramente il nostro hobby non sono quegli allevatori ai quali tu ,oltre a me,sei ostile, ma sono gli altri,quelli che davanti a leggi troppo severe preferiscono rinunciare all'hobby piuttosto di rischiare pesanti "punizioni" per peccati veniali o superficialità di chi gli ha venduto gli animali.
    L'evoluzione dell'allevamento di alcune specie di agapornis , dimostra quello che ti dico,pochi anni fa sono stati liberati dalla CITES i Roseicollis,con la conseguenza che quasi tutti gli allevatori (quelli non semiprofessionisti) hanno abbandonato i Fischer e Personata per spostarsi sui Roseicollis,con la conseguenza che ora di Fischer e Personata quasi non se ne vedono sul mercato,questo non per dire che si è sbagliato a liberare i Roseicollis,ma per far capire quanto può influire un regolamento sensato invece che un regolamento fatto per combattere i fantasmi.
    ps: nessun allevatore professionista ha più pensato di cimentarsi nell'allevamento dei Roseicollis (troppo poco remunerativi, vista l'ampia diffusione)
    non so se mi spiego
    Ciao Gianfranco
    Non serve a niente tormentarsi per il passato
    il passato non cambia
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    Se vuoi capire quello che dico,non ragionare con la tua testa

    NESSUNO può ergersi ad essere in possesso della verità assoluta
    al massimo si possono portare argomenti PRATICI e SEMPLICI
    in modo che TUTTI siano in grado di fare una propria valutazione logica.

  8. #18
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    Ciao Gianfranco.

    Ho capito il tuo punto di vista, e siamo d'accordo.

    Non è facile far adeguare le norme alle reali esigenze degli animali e degli appassionati, soprattutto in un paese allo sbando come questo. Ma ci stiamo provando.

    La stella polare è quella della severità nei confronti dei furbi, e della semplificazione per gli altri.

    L'anellino, in particolare, è la pietra angolare delle proposte che sono state e saranno presentate nei prossimi mesi ed anni.

    Volendo brutalizzare il concetto, si vuole un sistema basato sul riconoscimento dell'anellino come strumento di controllo e semplificazione, ma anche sulla severità nei confronti di chi viola le regole, danneggiando il nostro mondo e tutte le persone che le norme le rispettano.

    In uno dei prossimi numeri di Alcedo è prevista la pubblicazione di un mio articolo proprio sul tema delle prospettive. Prospettive non rosee, almeno per ora, ma stimolanti per operare tutti insieme per il miglioramento delle cose.

    Un miglioramento che non può essere tuttavia delegato a pochi volenterosi, o a singole associazioni illuminate, ma che dovrebbe interessare tutto il nostro mondo, a cominciare da chi istituzionalmente è preposto a tale compito.

    Non sono sicuro che stia avvenendo. Almeno per ora.

    Roberto
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  9. #19
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    Ciao Roberto
    Immagino che la cosa non è semplice,proprio perchè le cose semplici sono difficilmente aggirabili.
    Pensa se ci fosse una semplice legge che dice che tutti gli animali "protetti" debbano obbligatoriamente avere anellino o microchip, punto e basta,dando una scadenza fissa per regolarizzare gli animali che al momento ne sono sprovvisti ,con un semplice controllo incrociato delle nascite e delle date di inserimento del microchip,si otterrebbe il massimo col minimo sforzo e sopratutto i furbetti non avrebbero più la possibilità di fare i furbetti,ma purtroppo siamo in Italia e per tutelare gli "sprovveduti" si inventano migliaia di ma e se che alla fine tutelano i furbetti e complicano la vita agli onesti,come avviene tuttora che se uno ha un uccellino in casa "meticolosamente non regolare" si becca 3100 euro di multa ed invece chi si prende diversi verbali all'anno continuano imperterriti a fare i loro affari e forse anche senza pagare nulla perchè sanno come muoversi.
    vabbè mi sono un po sfogato,spero vivamente che tu e gli altri purtroppo pochi volenterosi riusciate prima o poi a ottenere qualcosa di più semplice,qualcosa avete già ottenuto e con i tempi che corrono c'è da essere entusiasti.
    Tanti auguri
    ciao Gianfranco

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