Ad una cinquantina di chilometri da Montreal, in Canada, nascosto in una magnifica foresta di faggi, si trova Hari,
uno dei più importanti allevamenti dell'America del Nord.
Gestito da Mark Hagen, serve di supporto ai prodotti che la nota ditta distribuisce. Normalmente chiuso al pubblico,
è stato aperto apposta per una nostra visita.



Sono le ore otto del mattino. Isabelle procede sull'ampia strada in terra battuta che conduce a Hari. Come tutte le mattine da due anni, apre il cancello che impedisce l'entrata al centro d'allevamento creato da Mark Hagen, figlio del fondatore dell'omonima società, ben conosciuta da tutti gli allevatori del mondo.
Posto nel cuore della bella foresta che circonda Montreal, Hari è nato dalla volontà di questo giovane appassionato,
che ha compreso come fosse impossibile imporsi nel mercato che ruota intorno all'ornitofilia senza 'lavorare' sull'immagine dell'azienda di famiglia. Dopo aver personalmente diretto il centro per alcuni anni, ne ha affidato la responsabilità alla sua assistente Isabelle, che ormai vive, più di chiunque altro, con gli uccelli.



Quando parcheggia l'imponente Cherokee davanti all'entrata, dirigendosi verso il portone, la coppia di cacatua delle Molucche le porge il benvenuto alzando la cresta '"Oh, bonjour vous!" risponde lei, mentre i due animali, posti in alto su un posatoio emettono un grido, seguiti da altri pap- pagalli poco lontano.

E l'inizio del lungo cerimoniale mattutino. Isabelle entra quindi in un ufficio che viene utilizzato anche come biblioteca. E quale biblioteca! Basta un colpo d'occhio, per comprendere lo stupore che ricercatori, giornalisti e semplici appassionati provano, per la ricchezza della collezione di libri; si tratta infatti di una delle
più belle biblioteche specializzate in uccelli del mondo! Isabelle ha passato gran parte della scorsa estate a scegliere, classificare, ordinare centinaia di opere. Essa le conosce tutte, perché spesso le ha portate dai suoi viaggi, secondo le richieste di Mark.

"HELL0000!"

Senza attardarsi, va in cucina, scalda il caffè per gli inservienti che arriveranno tra breve, e passa la porta che si apre sulle stanze d'allevamento. Qui lo spazio dedicato agli uomini è ridotto, anche perché la presenza di estrani è interdetta. Vi è solo il posto necessario per passare tra le gabbie piazzate di fronte alle grandi voliere. Appena Isabelle ha illuminato la stanza con il neon freddo delle plafoniere, un brusio incredibile inizia.
Insensibile alla crescente agitazione, essa comincia il suo piccolo giro. Prima si dirige verso la nursery, per controllare eventuali nuove nascite. In seguito passa in 'rivista' gli adulti. Una coppia di ara ararauna l'aspetta, con il becco incollato alle sbarre. Al suo avvicinarsi maschio e femmina gridano continui "Hellooo" di saluto ed Isabelle risponde con lo stesso tono. Ogni amazzone, conuro ed ara, ogni uccello presente ha diritto ad una parola e ad uno sguardo d'attenzione.



Malgrado ciò, non si attarda troppo, poiché sa che non può trasgredire dagli orari ferrei e giornalieri, che impegno dopo impegno, la condurranno fino a sera.
E dunque velocemente che torna alla nursery che occupa due piccole ma accoglienti sale. Tutto inizia con il peso dei pulcini; ogni movimento ed ogni azione sono precise. In seguito arriva il momento dell'alimentazione. Nei loro contenitori verdi, stretti l'uno all'altro per riscaldarsi, i novelli già ben svegli pensano solo al loro primo pasto giornaliero. Secondo le abitudini degli psittacidi, Isabelle ha scelto di non nutrire i giovani di notte. I suoi controlli giornalieri hanno permesso di capire come ciò non influisca in alcun modo sul loro sviluppo.



I giovani si colpiscono con il becco per ricevere per primi la siringa piena di Tropican (un alimento specifico dell'azienda) ammorbidito. Divoreranno tutto, è chiaro, ed è Isabelle che sceglie quale uccello vada nutrito e non l'inverso. Essa fa allora alzare la testa del piccolo tra le sue dita e la mantiene con una delicatezza estrema, affinché il cibo penetri nel gozzo dell'animale.

UNA GIORNATA INTERMINABILE

Dopo questo appuntamento, che avviene ad intervalli regolari durante tutta la giornata, arriva il lungo lavoro di pulizia dei locali. Va sostituita ogni ciotola d'acqua, tolti i resti del cibo del giorno precedente, puliti i fondi delle gabbie e delle voliere. Per darsi un po' di conforto e di coraggio, in questo lavoro non proprio entusiasmante, Isabelle accende la radio a tutto volume, per superare le grida dei pappagalli.

Passa in tal modo gran parte della mattina, per garantire pulizia ed igiene dell'allevamento.
In una piccola sala, Isabelle ha collocato gli uccelli in svezzamento. Tutti sono nutriti mediante un cucchiaio, anche se in fondo alle gabbie è presente una ciotola contenente del pastone. Non passerà molto tempo che gli animali si alimenteranno da soli. Posti in gruppo in grandi gabbie, imparano a pulirsi e si educano, copiando l'uno dall'altro.



Poiché è rimasto del tempo, Isabelle decide di finire la mattinata pulendo voliere esterne, dove vivono le coppie riproduttrici. Proprio davanti, il fabbricato due vasti spazi recintati accolgono alcune coppie di grandi pappagalli un po' di tutte le specie. Uno a uno, ispeziona i nidi, assicurandosi che siano puliti, verificando il numero delle uova ed annotando tutte le informazioni che in tal modo raccoglie. In seguito si reca verso la voliera che ospita le calopsitte, riprendendo il suo noioso ma indispensabile lavoro di pulizia.

Di ritorno nei locali interni, si occupa dei problemi sanitari di routine (anellamento dei giovani, inserimento dei microchip, vaccinazioni), prima di ricominciare un nuovo giro 'alimentare' nella nursery.

Nel frattempo i due inservienti si occupano della pulizia dei pavimenti e di ogni genere di eventuale manutenzione o riparazione. Vi sono ancora molte cose da fare: la nuova stanza d'allevamento da completare, gli ambienti esterni da controllare, i posatoi di legno da sostituire nelle voliere,...
Isabelle sa bene che da qui a sera non avrà più un minuto di tempo disponibile, dovendo anche provvedere ad inserire nei computer tutti i nuovi dati raccolti in mattinata sugli uccelli. Bisognerà attendere l'ultimo pasto dei novelli, intorno alle dieci di sera, per mettere 'a nanna' tutto questo piccolo mondo allato e sentire, finalmente, la fine di quel brusio di fondo, emesso dagli uccelli, che l'ha seguita per tutta la giornata.