Premessa.
Chiudo, e questa volta definitivamente, la cartella – Altri tempi – con questa descrizione “dell’ assassino e degenerato Cuculo”, tratta da un libro edito a Grosseto nel 1877. Riconoscete l’autore ed il titolo del libro? ( Non è Paolo Savi)
"Genere XIV. - Questo genere è costituito dai Cuculi (Amphiboli) colla settima famiglia o tribù Cuculus, della quale il primo tipo è il Cuculo o Cuculo comune, o Cucco o Cuculo rugginoso o Cuculo francescano (Cuculus canorus di Linneo)); è una specie migratrice che a noi comparisce nell'aprile ed il suo canto allora che risuona per le campagne c'indica il ritorno della buona stagione. Presso noi si trattiene fino a settembre, nel qual mese si riunisce in piccoli branchi e si accinge alla traversata del mare in cerca di luoghi più caldi o sempre caldi.
Il Cuculo è un uccello snaturato inquantoché fa le sue uova e poi le abbandona; infatti la femmina depone un uovo per volta sull’erbetta di un prato, delicatamente quindi lo prendo nell’ ampia sua bocca e si conduce a depositarlo nel nido di altri uccelli, preferendo quello dei piccoli insettivori come Capinere, Cince, Pettirossi, Strisciaiole, Velie e simili procedendo così di seguito per cinque o sei giorni facendo un uovo al giorno e deponendolo in altrettanti nidi.
l ridetti uccelletti covano indistintamente le proprie uova come quella intrusa dello snaturato ed ingrato Cuculo; esso finalmente nasce, scrocca il nutrimento dei figli legittimi, ma siccome è uccello di forme assai più grosse ben presto lo spazio diviene per esso angusto e siccome i suoi fratellini di latte lo incomodano, esso snaturato ed ingrato fino dalla prima infanzia, si fa bel bello nel centro del nido e nella parte sua più profonda, entra al disotto degl’inquilini naturali, li rialza e ad uno per volta li getta fuori del nido, in modo che egli crescendo rimane il despota unico del nido usurpato affaticando li uccellini suoi benefattori per la quantità del cibo che li occorre. In tutto questo tempo viene vigilato dal Cuculo genitore che si mantiene sempre in vicinanza il nido, facendo l'indifferente, e non abbandona la vigilanza del nuovo nato, altroché quando essendo ingrossato trovasi in grado di far tutto da sé."