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Discussione: Il Tessitore sociale capogrigio

  1. #1
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    Il Tessitore sociale capogrigio (Alamanno Capecchi)

    Articolo di Alamanno capecchi gentilmente concesso all'AOE
    Il Tessitore sociale capogrigio
    di Alamanno Capecchi

    Pseudonigrita arnaudi (Bonaparte 1850)



    La Pseudonigrita arnaudi:
    Tessitore sociale capogrigio, forma con la P. cabanisi (Fischer & Reichenow) 1884 J.Orn. 32 p.54, o Tessitore sociale caponero, uno dei generi ascritti alla
    sottofamiglia Ploceopasserinae.
    I Ploceopasserini, chiamati anche Tessitori-passeri, rappresentano
    un limitato gruppo di Uccelli africani (quattro Generi e otto specie in tutto) di piccola taglia, granivori e insettivori, di aspetto primitivo, gregari e dai colori poco appariscenti: bruno, grigio,nero e bianco.
    I sessi sono simili.
    Ad eccezione del Passero repubblicano Philetairus socius, che elabora enormi costruzioni comuni dove diecine e diecine di singole coppie si riproducono, i loro nidi hanno in prevalenza la forma di una storta, con due aperture, quando vengono utilizzati come dormitori, con una sola nel periodo riproduttivo; sembra, però, che il numero vari anche in rapporto alle condizioni climatiche, per mantenere all'interno temperatura e umidità idonee al ciclo biologico. Depongono da due a cinque uova di diverso colore, spesso con strie o macchie, secondo la specie.


    Alcune di queste come il Plocepasser mahli Passero tessitore dal sopracciglio bianco, hanno un comportamento riproduttivo particolare, descritto da Mignone su I.O. (vedi bibl.).
    Il tempo di incubazione è in media di dodici-tredici giorni; di circa tre settimane la permanenza nel nido prima dell'involo.

    La Pseudonigrita cabanisi, presente nel S. Etiopia, E. Kenya e NE Tanzania, è specie monotipica.


    Etiopia

    Kenia

    Tanzania

    Della Pseudonigrita arnaudi, politipica, sono riconosciute tre sottospecie così distribuite:
    P. a. arnaudi: SW Sudan, Kenya, Uganda, N. Tanzania
    P. a. australoabyssinicus: S. Etiopia
    P. a. dorsalis: Tanzania.

    La Pseudonigrita arnaudi ha colori scialbi, caratteristici della sottofamiglia; predominano il beige e, in diverse tonalità, il grigio; anello perioculare bianco; remiganti nere; tarsi e piedi carnicino; becco nero. L'aspetto è poco elegante per un naturale frequente "impallamento", messo più in risalto
    dalla coda corta.
    Vita in natura.
    Non escludo che in testi di ornitologia di ampio respiro, che si occupano di Ploceidi, questa Specie
    possa essere descritta per esteso, ma i dati ricavati dai libri in mio possesso sono quasi inesistenti; li riporto alla lettera:

    "In numerose località i nidi della Pseudonigrita arnaudi sono regolarmente installati sulle acacie, nelle cui galle vive una Formica di indole aggressiva” (Grzimek).

    "... Pseudonigrita, lunghezza intorno ai 12 centimetri; anch'essa dell'Africa orientale e di scarso interesse" (Menassé) .
    Di poco aiuto, per i l imiti stessi dell'opera: "A Field Guide to the Birds of
    East Africa" di G. Williams; N. Arlott.

    Esperienza personale

    Quando, nel giugno del 1991, un mio amico importatore mi affidò, con un intervallo di una settimana l'una dall'altra, le due uniche Pseudonigrita arnaudi, rivelatesi poi M. e F., giunte con una grossa partita di Uccelli africani, le misi in voliera per studiarne il comportamento.
    Mi interessava vedere come un'eventuale coppia singola di una specie sociale, forse con peculiari esigenze per assolvere con successo al ciclo riproduttivo, si sarebbe adattata in un habitat per molti versi alieno e in compagnia di numerosi uccelli asiatici di piccola e media taglia.

    Dal blocco appunti, riferito allo "studio" effettuato per circa due anni, riporto i brani salienti.

    Primo anno

    Dal 12 giugno al 3 settembre 1991.

    I1 12 giugno liberai in voliera la prima Pseudonigrita, dopo poche ore iniziò a volare "a farfalla" aggrappandosi alla rete che la ricopre, come se volesse ispezionarla. Il giorno dopo trasportava lunghi fili di vegetale, tentando di fissarli tra le maglie.

    Appena furono in due (20 giugno) costruirono un abbozzo di nido sospeso, che nell'insieme ricordava un'amaca mal riuscita, stretta, con i punti d'attacco ravvicinati, praticamente inutilizzabile, anche se saldamente ancorata alla rete.

    In seguito realizzarono, su un ramo di Tuia infisso nel terreno, a circa un metro e sessanta centimetri da terra, un grosso nido di forma ovale che, per il continuo apporto di nuovo materiale trasportato all'interno, divenne sempre più robusto.

    Passarono molte settimane, ma non vi furono novità. Si approssimava il momento di togliere gli Uccelli dalla voliera e per agevolarne la cattura, ritenni utile una drastica potatura delle piante.
    Tempo prima avevo notato che una Pseudonigrita appariva in non buone condizioni fisiche e da qualche giorno ne vedevo una sola.
    Dopo aver invano cercato il cadaverino tra i cespugli ebbi il sospetto fosse morta nel nido. Volli verificare, ma non riuscii a scorgere l'ingresso, allora tolsi il nido: era incredibilmente spesso, pesante
    e resistente, sembrava quasi una noce di cocco a forma di uovo; lo rigirai tra le mani da tutte le parti: non vidi aperture.
    Convinto si trattasse di un ammasso di vegetale senza cavità, lo deposi a terra, in un angolo, e iniziai il taglio delle piante. Finito il lavoro, raccolsi questo "nido", al momento le virgolette furono d'obbligo, e cominciai a disfarlo da uno dei poli aiutandomi con la punta delle dita: operazione abbastanza difficoltosa per la resistenza dell'ordito.

    Ad un tratto dall'apertura praticata volò via, con un grido, la Pseudonigrita scomparsa: all'interno vi erano due uova bianche abbastanza grosse, in proporzione alla mole degli Uccelli. Uno era stato forato e risultava in buona parte essiccato, l'altro era indenne, ma chiaro.

    Per osservarne il carattere, dopo aver riassettato alla meglio il nido, lo collocai nuovamente tra i rami della Tuia, con dentro l'uovo sano.
    Per fissarlo saldamente fui obbligato a metterlo in una diversa posizione, inoltre l'ingresso era rimasto grande. Dopo meno di un'ora, il tempo per superare il comprensibile choc, una Pseudonigrita aveva rioccupato il nido, l'altra era posata vicinissima. Continuarono a covare con la massima tranquillità e diligenza fino a quando, alcuni giorni dopo, tolsi tutti gli Uccelli dalla voliera.

    ....Continua

  2. #2
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    Il Tessitore sociale capogrigio seconda parte

    Articolo di Alamanno capecchi gentilmente concesso all'AOE
    Parte seconda

    Secondo anno.

    Dal 4 aprile al 26 ottobre 1992.

    Il 4 aprile, le due Pseudonigrita furono rintrodotte in voliera con un numero limitato di Uccelli (una ventina, tutti di piccola taglia).
    Occuparono quasi subito una delle due gabbiette di metallo, un tempo usate dai cacciatori per i richiami, che avevo attaccato ai ferri che sorreggono la rete di copertura.
    Precedentemente erano state aperte su uno dei lati maggiori e riempite di vegetale per materassi, foggiato a nido chiuso. Dopo averlo rifinito con nuovo materiale, iniziarono a occuparlo alternativamente, come se covassero. Trascorse così più di un mese. Poi, una mattina, fecero "pulizia"
    buttando a terra frammenti di guscio (Calcolai fossero di due uova).
    Dopo un intervallo di pochi giorni rassettarono il nido e ripresero a "covare" ma in maniera discontinua.
    Passate sei settimane, veduto che continuavano a comportarsi nella solita maniera, tolsi il nido: risultò vuoto, con l'interno foderato alla meglio con piume e penne.
    Aveva forma ovale con accesso circolare relativamente grande, ubicato dalla parte acuta e due aperture "mobili" (finti ingressi) su uno dei lati.
    Sfiduciato asportai il vegetale anche dall'altra gabbietta e lo lasciai sul fondo della voliera.
    I tentativi ripresero: nuovo nido, nell'altro contenitore, e seconda deposizione, ma il 14 luglio il fondo, mal costruito, cedette e l'unico uovo cadde a terra. Daccapo due uova e un nato: il nido risultò ancora
    mal fatto, poco resistente e con l'entrata a livello del fondo così che, più di una volta, il pullus cadde o rimase penzoloni, attaccato al fondo. Questa situazione determinò il momento che lo rinvenni morto stecchito a terra, sotto la gabbietta. Ridisfeci il nido: le due Pseudonigrita, però, non si dettero
    per vinte e dopo alcuni giorni, nel solito posto, lo ricostruirono e, finalmente, ben fatto e robusto.
    Il ciclo riproduttivo andò a buon fine: un uovo, un nato portato all'indipendenza.



    Passo ora, a riportare, alla lettera, dal blocco degli appunti.

    26 settembre

    Questo pomeriggio, approfittando che le Pseudonigrita erano fuori dal nido, ho controllato se l'uovo si fosse schiuso; il piccolo è nato e appena toccato con la punta del dito ha cinguettato sommessamente.

    30 settembre

    Quando le due P. mi vedono, si avvicinano in attesa dei Gremignoli, che portano subito al figlio.

    3 ottobre

    Interessante il comportamento durante l'alimentazione del nidiaceo.
    Se tardo a portare le larve, appena le butto a terra, la prima che le vede chiama l'altra, in quel momento nel nido o lontano tra le piante, e tutte e due si danno un gran d'affare per alimentare il nidiaceo. Quando una si è rifornita di cibo, vola dritta al nido, avvisando quella che è dentro perché
    esca, (Lo scambio avviene a circa dieci centimetri dal foro d'entrata); la cosa si ripete fino alla completa alimentazione del pullus.
    Ho l'impressione che si interessino poco, a differenza di altre specie, nel cercare gli insetti tra le piante o sul terreno: sembrano attendere e basta!

    6 ottobre

    Continua la somministrazione, da parte dei genitori, di Gremignoli interi: una diecina per volta.
    Solito rituale. Il canto di richiamo delle Pseudonigrita ricorda quello del Passero, ma è più forte e di tono diverso.

    9 ottobre

    Questa mattina (ore 9,20) quando ho distribuito le larve di T. molitor, i genitori hanno manifestato un comportamento strano; anziché, come di consueto, portarle all'interno del nido, si sono messi a volare vicino all'ingresso con i Gremignoli nel becco, rimanendo sospesi nell'aria come Colibrì,
    facendo udire il solito forte richiamo, come quando invitano il partner a uscire (forse era un invito al piccolo per l'involo, secondo tempi di sviluppo validi in Natura). Visto che non succedeva niente,
    ho avuto il sospetto che fosse morto, sospetto aggravato dall'introduzione di un dito che mi ha fatto constatare la presenza di un corpicino caldo ma rigido. Ho afferrato il nido per verificare, ma era così ben ancorato ai ferri della gabbia che si è letteralmente diviso in due. Il piccolo era vivo,
    completamente impiumato e in ottima salute. La livrea è quasi identica a quella degli adulti.
    Non mi è rimasto altro da fare che sistemare alla meglio il fondo del nido, ricollocandoci il pullus.
    I genitori non sono stati disturbati dalla intrusione e dalla manomissione. Al controllo (ore 17,40) il nidiaceo risulta alimentato e il nido riparato, anche se ora appare meno voluminoso e ha l'ingresso molto ampio.

    17 ottobre

    Il piccolo è uscito dal nido. Quasi identico genitori eccetto il becco più chiaro, assenza dell'anello perioculare bianco, coda più corta e taglia minore. A differenza di quasi tutti gli Uccelli appena usciti dal nido, si comporta e vola con la sicurezza degli adulti.

    21 ottobre

    La giovane Psendonigrita, in particolare quando piove, torna al nido per ore.

    22 ottobre

    È già abbastanza evidente l'anello perioculare anche se molto ridotto rispetto a quello degli adulti.

    26 ottobre

    Ho messo le tre Pseudottigrita in una gabbia all'inglese. I genitori hanno continuato a alimentare il piccolo ancora per diversi giorni, fino alla completa indipendenza. La coppia in esame ha dimostrato, anche se lentamente e per gradi, una buona capacità a modificare ed adattare i moduli comportamentali del ciclo riproduttivo a una situazione del tutto anomala. Per la crescita e nei primi mesi di vita sono risultate indispensabili le larve di T. molitor, distribuite a volontà.
    Questa specie necessita infatti di un forte apporto di cibo vivo. Gli adulti si accontentano di scagliola, modiche quantità di pastoncino per insettivori e tre - quattro Gremignoli al giorno, a testa.
    Graditi i semi immaturi di erbe prative.


    Bibliografia

    Grzimek B. 1971 - Vita degli Animali - Vol. IX Uccelli - Editrice Bramante, Milano.
    Menassé V. 1973 - Enciclopedia dell'Ornicoltore - Vol. II° Ed. Encia, Udine.
    Mignone G.P. 1987 - L'intuito femminista del Plocceopassero di Smith - In "Italia
    Ornitologica" A. XIII° pag. 21.
    Perrins C.M. 1991 - Enciclopedia Illustrata de-,'li Uccelli - A. Mondadori, Milano.
    Williams J.G., Arlott N. 1980 - A Field Guide to the Birds of East Africa - Collins, Londra.
    Howard R., Moore A. 1991 - A complete checklist of the Birds of the World - Academic Press,
    London.




    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio, Information)

  3. #3

    Ringrazio per avere potuto leggere annotazioni su di una specie che credo, purtroppo, rientri ormai fra le tante che è diventato pressochè impossibile trovare ed allevare

  4. #4
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    ................

    Detti "antichi" ......

    ....... nella vita, non si finisce mai di imparare.....

    Aggiungo......

    ........Se sono i grandi ad isegnare, la fortuna si moltiplica all'infinito!!!!




    GRAZIE
    Non importa cosa facciamo....
    è come lo facciamo che realmente conta.
    _______________________________________________
    GIANLUCA ANNIBALLI F.E.O.r.a.e 0009 - A.O.E r.n.a SV 370

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