LA MELA TRA STORIA E MEDICINA

di GIANCARLO ROVERSI


VALORE ALIMENTARE:
RICCA DI SALI ACIDI, PECTINE E VITAMINE
La rinomanza goduta in antico dalla mela non è comunque usurpata, essa ha un alto valore nutritivo ed è ricca di sali minerali, quali potassio, sodio, bromo, calcio, arsenico, silicio, magnesio, cloro, ferro, allumina, zolfo, manganese, cobalto, acido fosforico, tannino, acido gallotannico, eteri amilici, acido formico, acetaldeide.
In più sono presenti pectine, protidi, e soprattutto tante preziose vitamine: A, B' (da 10 a 100 mg per 100 g), B2 (0,05 mg per 100 g), PP (0,5 mg per 100 g), acido pantotenico (0,06 mg per 100 g) e vitamina C (una mela di medie dimensioni ne offre ben 10 mg).
La vitamina A favorisce, tra l'altro, la secrezione del muco intestinale e distrugge i batteri infettivi dell'intestino. Perciò la mela è un ottimo disinfettante intestinale, specie il frutto secco che ha una concentrazione maggiore di tale vitamina, ed esplica un'azione positiva contro le ulcere.

OSTACOLA LA FORMAZIONE DEL'ACIDO URICO

La presenza di zuccheri facilmente digeribili e di sostanze peptiche alleggeriscono il lavoro del fegato mentre la povertà di materie grasse permettono alla mela di entrare nelle diete dimagranti.
«Grazie al tannino e ai sali potassici - scrive il Leclerc- la mela ostacola la formazione dell'acido urico: col tannino diminuisce il numero dei leucociti, la cui decomposizione deve essere considerata la causa prima dell'acido urico; coi sali minerali neutralizza gli acidi che risultano dall'albumina alimentare e da quella dei tessuti».

COMBATTE PARATIFO E COLIBACILLOSI

Il consumo di mele, specie grattugiate, viene consigliato contro la diarrea infantile e nella cura del paratifo e della COLIBACILLOSI come pure in tutte le manifestazioni dell'artritismo (gotta, reumatismo cronico) e nei casi di calcoli renali e di oliguria. La mela infatti, stimolando leggermente i reni e facilitandone così il funzionamento, contribuisce all'eliminazione delle scorie.
A parere del Dextreit essa è anche un rimedio potente contro la vagotonia e i disturbi derivanti quali brachicardia (rallentamento dei battiti del cuore), ansietà, tendenza alle sincopi, iperacidità, sudorazione ai piedi e alle mani, eccessiva salivazione, stitichezza, spasmodica, ecc.

È TONICO MUSCOLARE, ANTIREUMATICA, DEPURATIVA

Fra le altre proprietà riconosciute a questo frutto il Valnet ricorda le seguenti: tonico muscolare e nervino (uno dei migliori), diuretico, antireumatico, rinfrescante, digestivo, stomachico, antisettico intestinale, stimolante e decongestionante epatico, lassativo, depurativo sanguigno, ringiovanente tissulare.
Lo stesso Valnet ne raccomanda l'uso nei casi di astenia fisica e intellettuale, superlavoro, convalescenza, gravidanza, anemia, demineralizzazione, vita sedentaria, obesità, prevenzione dell'arteriosclerosi, ipercolesterolemia, epatismo, erpes, ulcere gastriche, gastriti, affezioni bronchiali, insonnia, nervosismo, cafalee e soprattutto per la prevenzione dell'infarto (una mela al giorno costituisce una buona garanzia).

BENCHÉ DOLCE È CONSENTITA Al DIABETICI

Va anche ricordato che la mela è permessa ai diabetici. Comunque perché essa esplichi tutte le sue virtù medicamentose sarebbe preferibile mangiarla cruda e possibilmente con la buccia (purché si tratti di frutto non trattato con anticrittogamici). Da segnalare, infine, che grazie forse al suo acido ossalico, la mela consumata dopo il pasto della sera non solo pulisce i denti, ma ne favorisce lo sbiancamento.
Se pensiamo agli straordinari benefici recati alla salute dell'uomo questo straordinario frutto non dovrebbe mai mancare nella nostra alimentazione quotidiana. Di ciò sono ben consci gli inglesi e anche i francesi i quali hanno un vecchio adagio che suona pressapoco così: «Una mela al giorno tiene lontano il dottore».

IL PARERE DEI VECCHI MEDICI

Anche nei vecchi trattati di medicina, farmacopea e dietetica largo spazio viene dedicato alla mela. Petro Andrea Mattioli, nei suoi commenti a Dioscoride, apparsi nel XVI secolo, tra l'altro dice: .. le sciocche seguendo la natura dell'acqua, sono del tutto inutili, né come le altre fortificano lo stomaco, né ristagnano il corpo troppo lubrico ... Le dolci aiutano mirabilmente a distribuire il nutrimento nel corpo ... Ma quelle ben mature si serbano d'inverno e fino alla primavera, cotte con pasta attorno o senza, nella cenere calda, sono spesse volte convenevoli alle malattie, mangiandole subito dopo il pasto e talvolta col pane, massimamente nei flussi del corpo e nei vomiti del corpo».

CONTRO SINCOPI E DEBOLEZZE DEL CUORE

Più interessante è il giudizio del medico romano Castore Durante il quale, dopo avere stranamente sentenziato come «tutte le mele massime le non mature, nuocciano ai nervi et generano la pietra (i calcoli) a coloro che troppo ne mangiano», ne raccomanda l'uso nelle «doglie di petto» e soprattutto nelle «sincopi e debolezze del cuore», sottolineando così le virtù del frutto nei disturbi cardiaci e circolatori come hanno confermato le moderne ricerche scientifiche.

L'ACERBA PROVOCA DOLORI VENTOSI NELLO STOMACO

Secondo il medico bresciano del '500 Bartolomeo Boldo, mentre i frutti acerbi provocano «dolori ventosi nello stomaco, nel ventre, ne i nervi e nelle giunture e multiplicano humori crudi, freddi, atti a ricever putrefattione onde si generano febbri longhe», quelli ben maturi e conservati «hanno virtù di confortare il cuore e il stomaco debile et eccitano l'appetito e giovano nelle angosce, negli affanni e rallegrano l'animo». Di questo avviso è anche la scuola salernitana che definiscele mele «utili al mancamento dell'animo e debolezza del cuore».

RIBADITI GLI EFFETTI CARDIOTONICI

Gli effetti cardiotonici sono ribaditi da Alessandro Da Civita nel suo trattato igienico-dietetico ove si legge che i pomi mangiati alla fine dei pasti «confortano i I ventricolo e sono di grande aiuto a quelli che hanno in fastidio il cibo e che sono tardi a fare la concottione nello stomaco o sono molestati dal vomito o dalla diarrea
e dalla dissenteria, ... giovano pure ai melanconici e ai pleuritici e a quelli che, per mancamento dell'animo e per debilità di cuore, quasi tramortiscono».
La mela è un rimedio prezioso oltre che per le cardiopatie anche per vincere la sete dei febbricitanti e come espettorante. Lo afferma il medico bolognese Baldassarre Pisanelli il quale aggiunge che «allargano il petto, maturano il catarro, fanno sputare e sanano la tosse».
Ma attenzione: «le mele agre e acetose generano flemma assai e fanno perdere la memoria»!

RIMETTE IN FORZE

Il bolognse Tenera, da parte sua, sostiene che fa ritornare le forze perdute sia agli uomini che agli animali «più una mela mangiata che un pane». L'agronomo bolognese suggerisce anche di bruciare scorze di mela per levare ogni mal odore nelle stanze. Contro i dolori addominali si rivela un rimedio infallibile.

(stralciato da «Terra e Vita»)