I “vecchiacci” e gli uccelletti.

« Il numero maggiore di quella gran quantità che allora si consuma, è ucciso col fucile. Quei cacciatori che, giunti alla sera della vita, sentono le loro membra non aver più il vigore necessario per le escursioni sulle balze o ne' paduli, né di poter più impunemente affrontare quegli stessi disagi e quelle stesse fatiche che furono una volta per essi di tanto piacere e sollievo , sono fra noi tutti occupati… a far la caccia ai… Seduti all'ombra, armati d' un leggero schizzetto, spesso anche con gli occhiali, ajutando la loro vista indebolita, passano delle intiere giornate a far la posta , ed a tirare a questi uccelletti , compiacendosi in. tal modo di occuparsi ancora di quell'esercizio che diede tanto diletto alla loro gioventù, e godendo, come suol farsi in quell'età, della memoria de'tempi passati, che quell'arme, quegli alberi, que' venti, que' suoni richiamano loro alla mente.. »

Domandina.
Il nome italiano dell’uccellino, cacciato dai “vecchiacci”, e il nome dell’ornitologo, autore della patetica descrizione.