STORIA DI SALICE E ASPIRINA


Nel 400 a.C., il greco Ippocrate, padre della medicina, consigliava per alleviare i dolori del parto un infuso di foglie di salice.
È in quest'albero infatti che si trova racchiusa, in natura, la salicina, ossia una combinazione di alcool salicilico, chimicamente «parente stretta» dell'Aspirina attuale.

Per secoli l'uomo si è curato con le foglie di salice

Per secoli gli uomini hanno fatto uso del salice per combattere mal di testa, febbri, insonnie, diarree, ecc., e non è raro, anche oggi, vedere nelle campagne greche i contadini masticare le sue foglie per prevenire i reumatismi.
Infatti proprio nel salice, o meglio nella sua salicina, si trova il miglior rimedio contro i dolori reumatici. E pen-
sare che il salice cresce nelle paludi o nei terreni umidi e malsani, quelli che per secoli hanno portato febbri ed epidemie.
Ippocrate ci era andato vicino
Ippocrate dunque imboccò, da genio qual era, la strada dell' Aspirina ma nei duemila anni che seguirono dopo di lui l'uomo si occupò delle qualità benefiche del salice solo saltuariamente ed ancora empiricamente.
Nel 1758, un prete inglese, il Reverendo Edward Stone, mentre stava tranquillamente passeggiando in una campagna a Chipping Norton, decise di «assaggiare» la corteccia di un albero bianco di salice comune e fu colpito dal sapore amaro che essa aveva, molto simile a quello della corteccia della cinchona, una pianta peruviana al-
l'epoca considerata il più grande rimedio contro febbre e reumatismi.

L'intuito del Reverendo Stone

Il Reverendo Stone riuscì a fabbricarsi un estratto dalla corteccia di salice e lo somministrò con successo a 50 persone che soffrivano di dolori di varia natura e di febbri reumatiche. Il successo fu tale che Stone riferì i suoi esperimenti al presidente della «Royal Society» inglese.
Dopo 60 anni i chimici scoprirono la salicina e dopo altri 10 anni fu un chimico napoletano, Raffaele Piria, a preparare l'acido salicilico della salicina. Hof f manu, come visto, ebbe il merito, nei laboratori della Bayer, di mettere insieme tutte queste esperienze per racchiuderle in una compressa «miracolosa» che fu battezzata «Aspirina», di cui ogni anno, nel mondo, si consumano 100 miliardi di compresse. Solo negli Stati Uniti, ogni giorno, ne vengono ingerite 44 milioni, come dire che un americano su quattro ne prende una ogni 24 ore. In Italia sono quasi 5 milioni le persone che usano l'Aspirina abitualmente per sfruttarne le grandi qualità analgesiche e terapeutiche.
La sua azione analgesica e terapeutica

In 87 anni l'Aspirina si è affermata in un'infinità di usi e in continuazione le vengono scoperte nuove capacità:

• sollievo dal dolore per cefalee da tensione e spasimo muscolare;
• riduzione della febbre (30 mmg per chilo di peso corporeo);
• contro le malattie infiammatorie (artriti reumatoidi e osteoartrosi);
• prevenzione attacchi cardiaci
(apoplessia e trombosi);
• intolleranza ai cibi.
Appare dunque chiaro che dal raffreddore alla sciatica, dal mal di denti al mal di testa (e agli altri usi elencati) l'Aspirina svolge la sua azione analgesica e terapeutica.