Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Perchè si ibrida?

  1. #1
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    La bandiera di Ares

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    Perchè si ibrida?

    Oltre al gusto personale di riuscire in nuove sfide, e oltre a presentare i soggetti più belli in mostra; qualcuno mi spiega altre funzioni di questa cosa?
    Scusate l'ignoranza ma non ne trovo altre... io personalmente non ne ho mai capito l'utilità, ma ultimamnte mi è venuta voglia di provare qualcosa pure a me... (finchè non avrò più spazio però mi concentrerò solo sui miei esemplari di razza)

  2. #2
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    L'ibridazione è nata principalmente per vedere il grado di affinità genetica tra specie diverse. Per osservare se i geni di alcune mutazioni portate da soggetti di specie diverse si trasmettessero alla prole ibrida e per "trasportare" alcuni geni da una specie ad un'altra (pensa al colore rosso del cardinalino del venezuela trasportato sui canarini).

    Oggi ci sono ancora tanti ibridi da tentare e mai riusciti a causa della lontananza genetica tra i parentali o gli scarsi tentativi. Ci sono ibridi "classici", come gli incardellati, che per gli appassionati di canto saranno sempre un must da coltivare, per ricercare il soggetto col canto migliore, ma ci sono anche gusti estetici. Io personalmente adoro gli incardellati a fondo chiaro, e avendo la possiblità di farlo proverò fino a quando non sarò soddisfatto del risultato ottenuto.

    Sono tanti i motivi per ibridare, ognuno poi si focalzza su un aspetto.

    Attendo con ansia i risultati degli allevatori che stanno cercando di trasportare le mutazioni di colore del canarino sul verzellino e di coloro che tentano ogni anno ibridazioni difficili con il fringuello

    Buona giornata

    Luca

    RAE C23


  3. #3
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    la domanda potrebbe allargarsi in questo modoerchè si alleva?x passione! e la risposta è la stessa alla tua domanda.

  4. #4
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    Vi possono essere ampie variazioni sul tipo di risposta.
    Secondo me, è innanzitutto bene distinguere tra due tipi di ibridazione: una a sottofondo scientifico, ed una, invece, amatoriale. Nessuna delle due ha né deve avere maggiore dignità dell'altra.
    Per il secondo modo di intendere l'ibridazione, è ovvio che le finalità sono essenzialmente o estetiche o competitive. In pratica si ricerca o la bellezza di un ibrido fine a se stessa, oppure è la difficoltà di ottenimento dell'ibrido lo scopo principale.
    A livello più scientifico, anche se ancora magari nel campo prettamente amatoriale, vi può essere la ricerca per traslare un "carattere" da una specie ad un'altra affine. Ed ancora si può provare ad ibridare specie affini sperando che gli eventuali F1, ed R(n) fecondi possano produrre, per un fenomeno chiamato "cross-over" la comparsa di caratteri nuovi.
    A livello più industriale, la traslazione di un carattere può rispondere ad un fine non estetico, ma produttivo (esempio, da una specie molto produttiva ma debole, tramite l'ibridazione con una specie meno produttiva ma forte, si può tentare di ottenere la sintesi di una nuova varietà produttiva e forte).
    Una nuova frontiera dell'ibridologia può essere rappresentata dalla ri-creazione di specie estinte. Il famoso Uro (Bos taurus primigenius) e la zebra Quagga (Equus quagga quagga), di cui non esisteva più alcun esemplare sulla Terra, sono state ricreate estrapolando i marker del DNA che ancora esistevano in specie simili o nei loro discendenti, e riaggregandole tramite gli accoppiamenti. Analogo progetto si tenta di fare con Tartarughe estinte delle Isole Galapagos, di cui permangono marker genetici in specie affini. Analoga ricerca potrebbe essere condotta sulle specie di Ara estinte. Infatti, potrebbe darsi che, durante il cosiddetto processo di speciazione, varie specie affini, quando non erano ancora abbastanza separate, possano aver prodotto ibridi naturali, e che i loro discendenti attuali mostrino tuttora dei marker genetici delle specie estinte. Operando ibridazioni e selezioni mirate, anche qui sarebbe possibile ricreare, che ne so, l'Ara di Cuba, o altre specie estinte a causa dell'umana insipienza.
    Purtroppo, spesso si sente denigrare la pratica dell'ibridazione, e/o il discorso ibridologico generale, per una specie di sindrome di Asimov, dove ciò che pare non essere naturale (ed invece lo è) viene sfuggito come la peste.
    A rinforzo di quanto dico, invito chi fosse restio a credermi, a visitare la collezione di preparati tassidermici dell'Università di Parma, per vedere quanti ibridi esistano pure allo stato di natura. Ad esempio, in tale collezione, vi sono parecchi ibridi di Cardellino con Verzellino, Lucherino, Organetto, Verdone, e tantissimi altri. L'ibridazione tra specie simili è un meccanismo riproduttivo naturale come tutti gli altri. Non sempre il prodotto è fertile, perché poi intervengono anche altri meccanismi, per impedire il rimescolamento genetico quando il processo di speciazione sia ormai troppo avanzato, ma anche qui vi può sempre essere l'eccezione. Siccome Natura non facit saltus, tutto ciò rientra comunque nella norma.

    Charles.

  5. #5
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    Anche io la penso così sull'Ibridazione e l'Ibridismo. Tuttavia sono un po' dubbioso sul fatto che il Guagga e l'Uro siano stati "ricreati"tali e quali. Forse sono stati ottenuti degli esemplari che gli somigliano molto, ma dubito che siano sovrapponibili genotipicamente e fenotipicamente a quelli estinti.
    Filippo Gregorio[/SIZE][/FONT]

  6. #6
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    Se le mappature del DNA sono sovrapponibili c'è poco da credere o non credere, non è una fede.
    Ed anche se ci fosse ancora qualcosa da mettere a punto per arrivare ad una replica esatta del genoma originario, la strada da percorrere è comunque sempre quella.

    Charles.

  7. #7
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    Guarda che io non ho detto che è impossibile arrivare a quel traguardo. Io contesto il fatto che l'Uro ed il Guagga siano stati ricreati, come hai detto tu.
    Filippo Gregorio[/SIZE][/FONT]

  8. #8
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    Scusate, ho sbagliato. Ho scritto "Guagga" al posto di Quagga!
    Filippo Gregorio[/SIZE][/FONT]

  9. #9
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    All'Uro forse ci si può arrivare, poichè i milioni di bovini domestici sono suoi diretti discendenti e ne conservano il DNA (basta "ritrovare" i caratteri ancestrali). Per il Quagga il discorso è diverso, si trattava di una sottospecie della zebra di pianura che si è completamente estinta, oggi la si è ricreata FENOTIPICAMENTE a partire dalle sottospecie simili e facendo selezione sull'assenza di strisce nel posteriore...
    Leo



    Uccello in gabbia, o canta per amore, o canta per rabbia...

  10. #10
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    Io non ho fede nel genoma o nel fenotipo. Non credo negli UFO, a meno che non si manifestino. Se i ricercatori che hanno preso la mandria di Uro dei fratelli Heck, ne hanno selezionato alcuni capi, li hanno ibridati con bovini gibbuti orientali, e sono pervenuti ad un esemplare che alla mappatura del DNA presenta i marker del primigenius, per me quello è un Uro. Idem il Quagga, se il genoma rispecchia quello originale, che poi, nel caso del Quagga, è anche più facile da ottenere, dato che si hanno ossa e pelli abbastanza ben conservati, anche se c'è una differenza dell'ordine di grandezza di 10 alla -3, per me quello è un Quagga.
    L'équipe del Prof. Akita Iritani sta avanzando a marce forzate nella direzione della clonazione del Mammuth lanoso (Elephas primigenius). Ovviamente le catene di basi azotate costituenti il DNA possono essere parzialmente rovinate, e probabilmente saranno state sostituite da elementi prelevati da elefanti attuali. Ma questo non vuol dire assolutamente che il prodotto non sia un Mammuth, anche se presenta differenze tanto minimali che probabilmente anche in Natura ve ne potevano essere esemplari identici spontanei.
    Di solito si ha la sensazione che, tra una specie ed un'altra, vi siano chissà quali differenze. Tra un Uomo ed un Gorilla vi è meno del 4% di DNA diverso, col Bonobo ancor meno, e non tutto ha una funzione, dato che in tutte le specie vi sono parti inutili o replicate. Se poi andiamo a vedere nell'essere umano, ad esempio nel DNA mitocondriale, che viene ereditato solamente per via materna, vediamo che i quasi 7 miliardi di persone oggi viventi, ciascuno con la sua individualità e la sua appartenenza etnica e culturale, tutti gli umani, dicevo, hanno solo 4 "antenate". L'Homo sapiens ha solamente 4 femmine come capostipiti, e non si sa quanti maschi, ma probabilmente non troppi di più. E le differenze risiedono in parti di DNA talmente piccole che percentualmente quasi non si contano.

    Charles.

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