Parte seconda
Estrilda melanotis due maschi
Al massiccio impegno riproduttivo fece seguito un risultato abbastanza misero: a settembre soltanto cinque novelli, tre di un nido e due di un altro raggiunsero l'indipendenza. Purtroppo tutti i nidi (costruiti a un metro-un metro e trenta dal piano terra) furono posti in un'edera attaccata al muro di cinta nella parte esposta alla pioggia cosicché numerose covate con uova o pulli andarono perdute. Tentai di rimediare all'inconveniente prelevando in momenti diversi, da quattro nidi, le uova appena deposte
affidandole a altrettanto coppie di Passeri del Giappone: schiusero nella quasi totalità, i piccoli si dimostrarono molto vitali reclamando il cibo con energia, le balie si impegnarono solertemente nel tentativo di nutrirli, ma il gozzo rimase sempre vuoto.
Evidentemente il loro beccuccio risultò troppo piccolo per il grosso becco conico dei genitori adottivi.
Gli adulti appetivano il panico in spighe, ma erano particolarmente ghiotti di semi immaturi di erbe prative, di piccole larve di T. molitor e di paltoncino all'uovo del tipo morbido al miele. Con questi alimenti allevarono anche i cinque piccoli portati all'indipendenza.
Minima la mia esperienza con un'altra Sottospecie: l'Estrilda melanotis kilimensis, limitata alla detenzione, per pochi mesi, di una ventina di esemplari.
Le acquistai nella primavera inoltrata del 1989. Non so se per particolari esigenze alimentari o forse, cosa più probabile, per le condizioni fisiche precarie, mi fu impossibile appastarle. Accettarono esclusivamente semi immaturi di graminacee spontanee e piccolissime larve di T. molitor.
Tutte le volte che sostituii questi alimenti (anche in modo graduale con spighe di panico, pastoncini all'uovo o per insettivori a becco fine, ben presto si "impallarono" in modo preoccupante. Risultarono anche molto sensibili alle variazioni metereologiche:
era sufficiente una giornata di pioggia o la diminuzione della temperatura, perché si raggruppassero sui posatoi con la testa fra le piume. Quando per la stagione non mi fu più possibile trovare semi freschi, nonostante numerosi tentativi, cominciarono a morire. A dicembre regalai le ultime sette supestiti a un amico, esperto allevatore di Esotici, nella speranza avesse più fortuna di me; non fu così: le ultime due cessarono di vivere ai primi di giugno del 1990.
Bibliografia.
de Baseggio G., 1971-I Ploceidi- Edagricole, Bologna.
Cristina P., 1969-Uccelli da gabbia e voliera di tutto il mondo-Hoepli, Milano.
Grzimek B., 1971-Vita degli animali-Uccelli Vol. IX°-Bramante, Milano.
Howard and Moore, 1980-A complete checklist of the Birds of the World-Oxford University
Press, Oxford.
Menasse V., 1971-Enciclopedia dell' ornicoltore-Vol. I°-Encia, Udine.
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Williams J.G., Arlott N., 1980-A field guide to the Birds of East Africa-Collins, London.
Alamanno Capecchi
nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.
Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio, Information)