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Discussione: L’Astrilda guancia nera (Alamanno Capecchi)

  1. #1
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    L’Astrilda guancia nera (Alamanno Capecchi)

    L’Astrilda guancia nera Estrilda melanotis (Temminck, 1823)
    di Alamanno Capecchi

    parte prima

    L'Astrilda guancia nera,è un piccolo grazioso uccellino presente con cinque
    Sottospecie in vasti areali dell'Africa a sud del Sahara. Nonostante il nome, soltanto in due Sottospecie i maschi presentano la caratteristica "mascherina" nera.
    In ordine strettamente geografico, da nord-ovest verso sud-est, la loro distribuzione è la seguente:
    Estrilda melanotis quartinia - Etiopia, S.E., Sudan

    Estrilda melanotis kilimensis - E Zaire, dall'Uganda fino allo Zambia, Rodesia

    Estrilda melanotis bocagei - W. Angola

    Estrilda melanotis stuartirwini - S. Mozambico

    Estrilda melanotis melanotis - Sud Africa

    Nell'Astrilda melanotis bocagei (Shelley, 1903) e nell'Estrilda melanotis melanotis i maschi hanno le guance nere.



    Estrilda melanotis - femmina a sinistra e due immaturi


    Descrizione della sottospecie tipica:
    Estrilda melanotis melanotis
    Parti superiori della testa e i lati del collo: grigio scuro. Gola e guance: nere
    Dorso e ali: verde-oliva in due diverse tonalità
    Groppone e sopracoda: rossi
    Petto: grigio chiaro
    Becco: mandibola superiore nera, inferiore rossa
    Coda: nera. L.T. 9-10 cm.
    La femmina manca del nero alla testa e il verde-oliva del dorso è più chiaro.

    Nelle altre Sottospecie, eccetto l'E.m. bocagei, anche i maschi assomigliano alle femmine della Sottospecie tipo.

    Predilige luoghi con piante erbacee lungo i margini delle foreste e i corsi d'acqua, soprattutto in aree montane, alimentandosi di piccoli semi immaturi di graminacee e di insetti. Costruisce il nido di forma globulare in fitti cespugli o in incavi di alberelli anche nei parchi e nei giardini vicino alle case. Depone in media 4-6 uova, ma sono stati rinvenuti in alcuni casi nidi con dieci uova! L'incubazione dura 12-13 giorni e i pulli abbandonano il nido dopo tre settimane. A circa 90-100 giorni dalla nascita assumono la livrea degli adulti e il caratteristico becco bicolore.

    I pochi Autori di libri di ornitocoltura scritti o tradotti in italiano (Orlando, de
    Baseggio, Menassé, Cristina, Vriends) che prendono in considerazione l'allevamento di questa Specie, consigliano di alloggiarla in ambienti asciutti dove la temperatura non scenda sotto i 9-10°C e di alimentarla con panico in spighe, semi immaturi di graminacee spontanee, verdure, pastoncini freschi e piccole larve di T. molitor e di formica con l'aggiunta di osso di seppia macinato. Ottimisti per l'acclimatazione e l'adattamento alle condizioni di cattività non lo sono altrettanto per la riproduzione, ritenuta non facile né
    frequente.

    Esperienza personale
    La mia esperienza con questa Astrilda si riferisce prevalentemente alla sottospecie Estrilda m. quartinia.
    Acquistai la prima coppia nel settembre del lontano 1960 e la tenni fino alla primavera successiva, poi la regalai a un mio nipotino che da tempo ci perdeva gli occhi dietro.
    Questi uccellini si rivelarono deliziosi animali da compagnia. A un cestino, di quelli usati dai fiorai, appesi un piccolo nido per Esotici, vi attaccai un ramoscello artificiale di fiori di pesco e delle foglie in materiale sintetico e posi sul fondo due recipienti di vetro per l'acqua e il cibo. Fu la loro gabbia senza sbarre alla quale presto si affezionarono passandovi la maggior parte del tempo. Per niente timorosi, mi consentirono di spostare da un punto all'altro della stanza questa loro casetta senza fuggire, spesso occhieggiando dall'interno del nido.

    Diversi anni dopo, esattamente nell'autunno del 1971 ebbi l'occasione di comprarne un buon numero. Tra questi selezionai cinque coppie che nell'aprile dell'anno successivo alloggiai in una voliera lunga m. 8,30, alta m. 1,90 e profonda m. 1,75, addossata al muro di cinta del giardino; 6 m avevano il fondo naturale con piante sempreverdi, la rimanente parte era tutta in muratura, eccetto il frontale. Sebbene risultasse confortevole, le
    condizioni per la riproduzione non potevano considerarsi ideali. In quel periodo un amico importatore mi regalava, o cedeva a prezzi modestissimi, numerose specie di uccelli.
    La voliera era troppo affollata per consentire un'adeguata tranquillità. Nuovi
    ospiti, spesso di taglia molto più grande, mettevano scompiglio tra quelli già ambientati disturbando o distruggendo i nidi. Eppure in questo bailamme tutte e cinque le coppie dei solerti "Astri nani", così li chiama il de Baseggio nel suo libro "I Ploceidi", nidificarono effettuando una due e anche tre deposizioni di cinque o sei uova ciascuna in piccole costruzioni quasi sferiche con apertura laterale, intessute con fili di erba secca e muschio,
    imbottite internamente con cotone idrofilo. Covavano alternativamente, ma qualche volta stavano insieme nel nido, uno accanto all'altro come fanno i Passeri del Giappone.

    (continua)

  2. #2
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    L’Astrilda guancia nera Estrilda melanotis (Temminck, 1823)

    Parte seconda



    Estrilda melanotis due maschi
    Al massiccio impegno riproduttivo fece seguito un risultato abbastanza misero: a settembre soltanto cinque novelli, tre di un nido e due di un altro raggiunsero l'indipendenza. Purtroppo tutti i nidi (costruiti a un metro-un metro e trenta dal piano terra) furono posti in un'edera attaccata al muro di cinta nella parte esposta alla pioggia cosicché numerose covate con uova o pulli andarono perdute. Tentai di rimediare all'inconveniente prelevando in momenti diversi, da quattro nidi, le uova appena deposte
    affidandole a altrettanto coppie di Passeri del Giappone: schiusero nella quasi totalità, i piccoli si dimostrarono molto vitali reclamando il cibo con energia, le balie si impegnarono solertemente nel tentativo di nutrirli, ma il gozzo rimase sempre vuoto.
    Evidentemente il loro beccuccio risultò troppo piccolo per il grosso becco conico dei genitori adottivi.
    Gli adulti appetivano il panico in spighe, ma erano particolarmente ghiotti di semi immaturi di erbe prative, di piccole larve di T. molitor e di paltoncino all'uovo del tipo morbido al miele. Con questi alimenti allevarono anche i cinque piccoli portati all'indipendenza.

    Minima la mia esperienza con un'altra Sottospecie: l'Estrilda melanotis kilimensis, limitata alla detenzione, per pochi mesi, di una ventina di esemplari.
    Le acquistai nella primavera inoltrata del 1989. Non so se per particolari esigenze alimentari o forse, cosa più probabile, per le condizioni fisiche precarie, mi fu impossibile appastarle. Accettarono esclusivamente semi immaturi di graminacee spontanee e piccolissime larve di T. molitor.
    Tutte le volte che sostituii questi alimenti (anche in modo graduale con spighe di panico, pastoncini all'uovo o per insettivori a becco fine, ben presto si "impallarono" in modo preoccupante. Risultarono anche molto sensibili alle variazioni metereologiche:
    era sufficiente una giornata di pioggia o la diminuzione della temperatura, perché si raggruppassero sui posatoi con la testa fra le piume. Quando per la stagione non mi fu più possibile trovare semi freschi, nonostante numerosi tentativi, cominciarono a morire. A dicembre regalai le ultime sette supestiti a un amico, esperto allevatore di Esotici, nella speranza avesse più fortuna di me; non fu così: le ultime due cessarono di vivere ai primi di giugno del 1990.



    Bibliografia.
    de Baseggio G., 1971-I Ploceidi- Edagricole, Bologna.
    Cristina P., 1969-Uccelli da gabbia e voliera di tutto il mondo-Hoepli, Milano.
    Grzimek B., 1971-Vita degli animali-Uccelli Vol. IX°-Bramante, Milano.
    Howard and Moore, 1980-A complete checklist of the Birds of the World-Oxford University
    Press, Oxford.
    Menasse V., 1971-Enciclopedia dell' ornicoltore-Vol. I°-Encia, Udine.
    Orlando V., 1959-Uccelli esotici-Encia, Udine.
    Sinclair's Jan, 1984-Field guide to the Birds of Southern Africa - Collins, London.
    Vriends Matthew M., 1984-Uccelli da gabbia e da voliera-A. Mondadori, Milano.
    Williams J.G., Arlott N., 1980-A field guide to the Birds of East Africa-Collins, London.




    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio, Information)

  3. #3
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    bellissimi!!!!!!!

    Oltre all'articolo veramente fantastico....come tutti gli altri daltronde,hai aggiunto una foto a dir poco meravigliosa.....
    Grande Marco,grazie di tutto!!!!!!!!!!!!!
    Rosario Balsamo SV284
    i miei errori????? nè più nè meno dei tuoi!!!!!

  4. #4
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    Sono molto belli...Ed è anche molto esauriente il contenuto

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