L'INTERVISTA
La Gomorra dei cardellini
Napoli, un bracconiere: «Possono valere 3 mila euro l'uno».
di Enzo Ciaccio
I cardellini sono una merce preziosa. La loro ******* e compravendita alimentano un vero e proprio racket, nel Napoletano soprattutto. Un commercio illegale - su cui spesso si stende l'ombra della criminalità organizzata - fatto di bracconieri, cacciatori e grossisti pronti a tutto: da rapire esemplari rari a maltrattarli e ucciderli.
SENZA ALI E COSTRETTI IN GABBIA. Basti dire che agli uccelli utilizzati come richiamo vengono tagliate le ali e legate le zampette alla gabbia con una corda. Così non volano più, diventano tristi e cinguettano con più forza.
È stato calcolato che su ogni 10 esemplari *******ti dai bracconieri, solo uno arriva vivo dai grossisti. Gli altri si uccidono a vicenda, schiacciati nelle scatole piccole, strette, senza luce né aria, in cui vengono stipati. O si divorano l’un l’altro, resi feroci dalla disperazione.
UN BUSINESS CRIMINALE. Per gli agenti della Guardia forestale questo business segue dinamiche del tutto simili a quelle che regolano il mercato criminale delle armi e della droga. E garantisce guadagni enormi. Si parla di cifre che possono sfiorare svariate decine di migliaia di euro per animale.
UN ESEMPLARE DA 50 MILA EURO.
Come nel caso del cardellino rapito il 13 aprile scorso da due uomini armati in un negozio del quartiere Arenaccia di Napoli. Per l'animale in questione - un esemplare albino «portatore di colore», cioè in grado di trasmettere alla prole bellissime variazioni cromatiche - al proprietario uno sconosciuto aveva offerto, senza successo, 50 mila euro. Ora il commerciante spera nella richiesta di un riscatto.
«No, non ci sarà alcun riscatto», ha spiegato secco a Lettera43.it Aniello detto Nello «Venerdissanto» (soprannome dovuto alla sua inquietante magrezza), 52 anni, bracconiere, «perché quel costoso esemplare, rivenduto a cifre da capogiro, non verrà più rilasciato».
DOMANDA Venerdissanto, perché a Napoli si *******no tanti cardellini?
RISPOSTA. Si crede che la macchiolina rossa sulla fronte sia goccia del sangue di Cristo: perciò il cardellino si ritrova nei presepi di San Gregorio Armeno, nelle commedie di Eduardo De Filippo, nelle canzoni di Roberto Murolo. Fa parte della cultura locale: in provincia, ci sono paesi che si chiamano Cardito e Carditello.
D. Quanto guadagna su ogni *******?
R. Fra i 4 e i 5 euro. A sopravvivere sono pochi esemplari. Il grossista vende i superstiti a 100, 200 euro. Se nei primi giorni l'animale è stato tenuto al buio, se non si è rovinato il piumaggio, se cinguetta melodioso e in qualsiasi condizione ambientale e climatica, se riesce ad accoppiarsi con la canarina, allora quell’uccellino di pochi grammi diventa un business a molti zeri.
D. Fino a quanto può costare un esemplare?
R. Il prezzo di un incardellato o di un albino lievita fino a 2, 3 mila euro e anche di più.
D. Cardellini e malavita: è un connubio stridente.
R. Conosco molti detenuti che hanno ottenuto il permesso di allevare i cardellini in cella. O che se ne fanno tatuare l’immagine sul corpo. C’è anche chi ha divorziato dalla moglie perché non ne accettava l’allevamento.
D. Quando e dove avvengono le catture?
R. Il cardellino è un uccello migratore, così le catture avvengono in primavera e in autunno. Predilige le pianure: noi napoletani ci muoviamo nel Casertano, nel basso Lazio, nella zona di Latina, a Gaeta, nel Foggiano. Molti bracconieri agiscono poi in Sicilia, attorno a Palermo.
D. Dicono che la Sicilia sia un mercato difficile.
R. Le vendite avvengono al mercato di Ballarò, ma anche nel Catanese: è vero, lì noi forestieri non siamo graditi. Messinesi e siracusani riforniscono Malta. Ma il traffico arriva fino in Toscana e ai confini con la Liguria. In Emilia Romagna è attivo un enorme centro di smistamento che serve le regioni dell’Italia settentrionale.
D. Quali sono le specie più richieste?
R. Fanelli, fringuelli, cardellini, ma anche le allodole perché interessano gli uccellatori del Nord.
D. Come avviene la ******* dei cardellini?
R. Si portano sul terreno gli esemplari da richiamo, legati alle gabbiette: hanno le ali spezzate e, dibattendosi, attirano gli uccellini in volo. Si stende una enorme rete dalle maglie strette. I bravi rezzaioli sanno renderle invisibili. Noi bracconieri ci nascondiamo nei capanni: appena i cardellini atterrano, uno di noi tira il filo che fa chiudere la rete. Restano impigliati, come il novellame nella pesca a strascico: gli esemplari più piccoli muoiono subito, soffocati fra le maglie.
D. Quanti uccellini si *******no in una volta?
R. A volte, diverse centinaia.
D. Qual è il rischio per il bracconiere?
R. Si rischia poco più che una contravvenzione.
D. Nonostante sia un'attività illegale, la compravendita avviene alla luce del sole: com'è possibile?
R. È una tradizione. A Napoli tradizionalmente il mercato è il 19 marzo, per festeggiare San Giuseppe. I mercati domenicali erano al Maschio Angioino, poi a Poggioreale accanto al carcere, infine alla Marinella e a sant’Erasmo. Per decenni, la Forestale e gli animalisti ci hanno inseguito e noi ci siamo spostati, facendola sempre franca.
D. E adesso dove si svolge il commercio?
R. Ogni sera, intorno alle 19, nell’area davanti al distributore di benzina alla fine di corso Secondigliano, gli allevatori vendono cardellini iper-selezionati nelle gabbiette affisse al muro. Più che un mercato, è una rassegna per intenditori: il canto è straordinario. I prezzi, pure.
D. Non temete una retata della polizia?
R. No.
Martedì, 24 Aprile 2012