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Discussione: Agapornis swindernianus

  1. #1
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    Agapornis swindernianus

    AGAPORNIS SWINDERNIANUS O INSEPARABILE DAL COLLARE NERO


    Rispetto alle altre specie, solitamente allevate con successo in cattività, A. swindernianus si adatta difficilmente alla vita al di fuori del suo habitat, ed i tentativi di allevarlo si sono solitamente trasformati in insuccessi. Per questo motivo, l'inseparabile dal collare nero è, fra le specie di inseparabili, quella meno conosciuta e meno studiata.

    I suoi disegni e le sue foto derivano molto probabilmente da pelli conservate in qualche museo di storia naturale e non da uccelli in carne e ossa che sono stati pochi a vedere, studiare, osservare per qualche giorno in cattività.



    Habitat: Tutte le varie sottospecie di Agapornis swindernianus sono originarie dell'Africa centro occidentale; ed il suo areale di distriuzione va dalle costa della Liberia, al Camerun e comprende anche zone del Congo, dello Zaire e dell'uganda.


    Descrizione:
    Swinderniana: sessi uguali, taglia cm 13,50, iride gialla, becco nero corno, piedi grigi scuri;

    corpo: verde sporco più chiaro sulle guance e nelle parti inferiori; gola giallastra;

    collare: all'altezza delle spalle uno stretto collare nero marginato, verso il dorso, da una fascia giallo cromo che sfuma nel verde;

    groppone: parte bassa del groppone, e copritrici superiori della coda, blu brillante;

    ali: penne primarie scure e verdi i vessilli esterni; copritrici primarie nere e verdi le copritrici interne;

    coda: penne centrali verdi, talvolta con una macchiolina rosso arancio; penne laterali rosse alla base con barra nera e punte verdi.

    Giovani: hanno colori più confusi, meno brillanti e sono privi di collare; hanno anche il becco più pallido.

    Sotto il profilo filogenetico, di A. swindernianus non è stata ancora definita l'esatta parentela evolutiva all'interno del genere Agapornis, e la sua localizzazione esatta nell'albero filogenetico relativo non è stata ancora assegnata con precisione.


    Sottospecie: Agapornis swindernianus può essere classificato in tra sottospecie:

    Agapornis swindernianus swindernianus, caratterizzato da un colorito verde sgargiante, e soprattutto dalla presenza sul retro e ai lati del collo di uno stetto "collare" nero, caratteristico della specie, che sfuma in giallo nel bordo inferiore.
    Agapornis swindernianus zenkeri, contraddistinto dal fatto di possedere un collare con il bordo arancione
    Agapornis swindernianus emini, caratterizzato da una taglia maggiore e dalla presenza di un bordo arancione, sul lato inferiore del collare, meno esteso rispetto alle altre sottospecie.


    Abitudini riproduttive: allo stato libero lo Swinderniana s'incontra, anche lontano dalle sorgenti d'acqua, in gruppetti da 5 a 12 soggetti
    Ha un breve ed aspro richiamo che emette anche in volo o quando devasta gli alberi di fico. Non si conoscono le sue abitudini di nidificazione, che avvengono nell'interno della foresta, nè le fasi di sviluppo dei piccoli e la loro alimentazione, si sa soltanto che i novelli non mutati hanno colori e collare meno distinti ed intensi degli adulti, ossia poco o nulla come guida per gli ornicoltori che avessero la fortuna d'imbattersi in questo misterioso Agapornis.

    Alimentazione: Collezionisti che hanno avuto a che fare con questo Agapornis riportano d'aver rinvenuto nel suo stomaco sementi di fico e rimanenze di insetti e larve che devono considerarsi alimenti molto specializzati, non rinvenibili fuori del loro ambiente e non accessibili all'amatore europeo. Ma è anche interessante sapere che nel distretto di Ituti è opinione diffusa che il pappagallino predilige i campi di riso, i semi di sesamo ed è stato ammazzato a fucilate mentre si cibava di pannocchie di mais allo stato lattiginoso.

    E.N.T. Vane riporta nel suo libro il passo di una nota apparsa nell'Ibis del 1948, di Certo R.E. Moreau, relative alle confidenze fatte da Padre Hutsebout, che operava in una missione del Congo, a Mr. J.M. Vrydagh sulle sue esperienze col Swinderniana. Egli ammetteva che non gli era mai riuscito di mantenere in cattività questo pappagalletto che per il tempo in cui poteva offrirgli dei fichi selvatici di cui si cibava in libertà.
    Egli aveva anche tentato di mescolare a questi fichi un piccolo miglio locale (leusine) per abituarlo a questo alimento ma senza successo infatti non toccava i semi di alcuna graminacea, mentre becca le noci di palma ed altre noci, ma senza fichi muore nello spazio di 3-4 giorni.

    Lo Swinderniana non mangia tuttavia i fichi alla maniera degli altri frugivori ma pela e spacca il frutto per beccarsi rapidamente i piccoli semi dell' interno. Quindi non è un frugivoro rna un granivoro, sia pure speciale che non riusciremo mai a portare fuori dalle sue fitte foreste sempreverdi, dove i fichi che predilige sono disponibili tutto l'anno, a meno di non riuscire a sostituirli con alimenti altrettanto graditi e nutrizialmente validi come pare siano quelli che preferisce in natura.

    __________________________________________________ ______________________________________________



    Inseriamo anche in questa stupenda scheda questa foto storica dell'African Bird Club la prima diffusa in rete su questo misterioso e magnifico Agapornide (Italian parrot Club)

    __________________________________________________ ____________________________________________

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  2. #2
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    Pubblicate altre foto della bestiolina in oggetto.

    http://birdquest.net/afbid/birdspeci...0&af_bs_id=728
    [=^||||

  3. #3
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    Grazie! ((/

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  4. #4
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    Grazie per l'informativa

    Grazie franklv

    bellissime foto che "svelano" ancora di più la bellezza di questo Agapornis.

    SWINDERNIANUSmania!!!

    --°°°
    Marco Cotti FEO 0004





    http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm

    http://tarantamyblog.blogspot.com/

    Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
    Ippolito Nievo

  5. #5
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    Beh ... prego.

    Aggiungo che su "BVA magazine" di giugno sarà pubblicato un articolo di Dirk Van den Abeele su questa razza. Dovrebbe essere corredato anche di altre foto.

    Francesco

  6. #6
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    Ottime notizie......

    MERAVIGLIOSEEE!!!!!!

    Grazie Francesco.(((/

    ::-°°-
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    In caso possa interessare a qualcuno segnalo che un esemplare di swindernianus è presente nella collezione del museo di storia naturale i Calci ( Pisa).. non è per niente valorizzato , è in un armadio a vetro insieme a una moltitudine di altre pelli ... anche belle vecchiotte.... ah ..sempre lì presente un esemplare di Alca impenne e di tortora migratrice americana.

  8. #8
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    Scusate, non ho capito una cosa, da qualche parte ho letto che non sopravvive in cattività da altre parti che è addirittura estinto, qual'è la verità?

  9. #9
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    Quote Originariamente inviata da WGenn@rino Visualizza il messaggio
    Scusate, non ho capito una cosa, da qualche parte ho letto che non sopravvive in cattività da altre parti che è addirittura estinto, qual'è la verità?
    per fortuna non è estinto.. anche se un certo rischio lo corre, è solo che ha un alimentazione talmente specializzata in diversi tipi di fichi, che molto difficilmente riesce a sopravvivere in cattività..

    però mi sorge spontanea una domanda, se all'epoca delle importazioni ci sono stati allevatori che sono riusciti ad allevare i pappagallini dei fichi, che sappiamo essere un gruppo abbastanza delicato, come mai non si è riuscito a fare lo stesso con gli A. swindernianus ? che si sia sbagliato approccio con questi affascinanti piccoletti cercando di trattarli come normali granivori, mentre andavano trattati più come i pappagallini dei fichi o sono completamente diversi anche da loro ???
    Ultima modifica di Vincenzo Forlino; 14-03-11 a 12: 30
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  10. #10
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    Quote Originariamente inviata da Vincenzo Forlino Visualizza il messaggio
    per fortuna non è estinto.. anche se un certo rischio lo corre, è solo che ha un alimentazione talmente specializzata in diversi tipi di fichi, che molto difficilmente riesce a sopravvivere in cattività..

    però mi sorge spontanea una domanda, se all'epoca delle importazioni ci sono stati allevatori che sono riusciti ad allevare i pappagallini dei fichi, che sappiamo essere un gruppo abbastanza delicato, come mai non si è riuscito a fare lo stesso con gli A. swindernianus ? che si sia sbagliato approccio con questi affascinanti piccoletti cercando di trattarli come normali granivori, mentre andavano trattati più come i pappagallini dei fichi o sono completamente diversi anche da loro ???
    Secondo me sono arrivati in Europa (se sono arrivati), all'epoca delle importazioni, solo pochissimi esemplari sui quali non si è riuscito a lavorare.
    Che io sappia, le esperienze fallite di allevamento in gabbia si sono avute solo nei loro luoghi di origine, ad opera di Europei là residenti.
    Ciao, Roberto

    (allevo parrocchetti australiani)


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